mercoledì 28 agosto 2013

Gay ingenui prodotto da The Jackal. L'apoteosi del maschilismo omofobico


Tra le varie web serie in concorso alla prima edizione del Roma Web Fest ce n'è una che si chiama Gay ingenui prodotta dalla The Jackal srl da un'idea di, diretto e montato da Francesco Ebbasta. I titoli di coda dell'ultimo episodio non accreditano sceneggiatori... anche se sul sito del Roma Web fest viene riportato di Simone Russo (sic) che credo corrisponda a Simone Ruzzo che è invece uno dei due attori protagonisti.

Di cosa parla la web serie?

Di due amici, ufficialmente eterosessuali e fidanzati con donna, che dividono lo stesso appartamento, e commettono delle ingenuità con le quali tradirebbero la loro omosessualità.



Il condizionale è d'obbligo. Che si tratti di fare la doccia insieme, di andare a vedere al cinema Sex and the City,   di regalarsi una rosa comprata, obtorto collo, dal solito ambulante, di sedersi sulle gambe dell'amico perché sul divano non c'è posto, di stringersi al conducente quando si va in due sul motorino, di preferire la reciproca compagnia a quella della fidanzata, ognuna di queste situazioni è accompagnata da un sorriso di estasi dei due amici sul quale parte una musica di commento e una voce off che recita il titolo della web serie: "gay ingenui".

Non si capisce su cosa si basi il meccanismo della serie che si pretende comico\parodico.

Se cioè si vogliano prendere in giro certi luoghi comuni sull'essere gay o invece si voglia ironizzare su quanti nascondono la propria omosessualità tradendola con atteggiamenti fin troppo espliciti.

Il meccanismo comico sembra scaturire più dal fatto che i due amici sono gay al di là di quanto non si rendano davvero conto sfottendo loro e la loro omosessualità.


Con una superficialità degna dei liceali al primo anno di scuole superiori si ride per la semplice pronuncia delle parole gay ingenui che fanno una insinuazione che contraddice l'assunto stesso del maccanismo comico.

Se i due amici sono gay loro malgrado allora sono piuttosto gay inconsapevoli ma non certo ingenui. 

L'ingenuità non scaturisce dall'inconsapevolezza di una relazione affettiva che si ha a propria insaputa ma dalla naiveté che induce i due amici a credere che nessuno si accorga dei loro comportamenti da gay.


Più che due gay ingenui, i due protagonisti sono due etero ingenui.

Sfugge a Francesco Ebbasta il fatto che un gay si nasconde dall'omofobia che può anche arrivare a ucciderlo e che se vuole nascondersi sa farlo benissimo.

L'idea di un gay che si tradisce per quello che fa nasce più dalla paura che i maschi etero hanno di sembrare o scoprirsi gay se si lasciano andare ad atteggiamenti di intimità  affettività con altri uomini.

L'omosessualità repressa non è quasi mai quella di chi sa di essere gay  ed è costretto a nasconderlo per la pressione sociale ma quella di chi non sa se lo è e per omofobia teme di scoprirlo.

Più che gay ingenui il titolo della serie dovrebbe essere quindi più etero repressi o etero omofobi.

Ma si sa, in Italia i gay fanno ancora ridere...


Ciliegina sulla torta, nei titoli di coda dell'ultimo episodio si ringrazia le fidanzate dei due attori protagonisti della disponibilità con cui accettano la loro amicizia speciale attestando che i due attori che interpretano due gay nella vita reale non lo sono.

Sport diffusissimo in Italia dove ogni attore che interpreta un personaggio gay deve specificare subito che lui quella cosa lì non lo è.


Non si ha paura a interpretare assassini stupratori spacciatori o ladri ma un frocio fa sempre paura al punto tale da indurre sempre a smarcarsi.


Invece di presentare dei personaggi gay positivi e trattati con rispetto nei quali gli adolescenti e le adolescenti gay, lesbiche e bisex possono identificarsi con e sentirsi rappresentati\e si continua a parlare di omosessualità per una battuta, per una boutade, che minimizza sul fatto che in Italia una intera categroia di eprosne viene discriminata anche da questa serie che contribuisce a costruire e cementificare l'omonegatività.

Un passo falso per il Roma Web Fest che mette in concorso una serie così miseramente e criminosamente omonegativa rendendosi così corresponsabile di diffondere il pregiudizio antiomosessuale celandolo dietro una battuta, in realtà un insulto continuo, che si pretende innocua.

Gay ingenui offende anche te. Digli di smettere.