sabato 17 agosto 2013

Il suicidio giovanile e l'omosessualità: note sparse (1)

Ma insomma questi froci sono più fragili degli etero?

Si suicidano di più?

Oppure chi chiede una legge contro l'omofobia partendo dal suicidio di Roberto fa una operazione di sciacallaggio come accusano i cattolici più destrorsi?

Indagare su questo argomento è difficile non solo per la scarsità di dati ma, prima ancora, per una serie di giudizi impliciti, sul suicidio e sull'omosessualità,  che vengono veicolati nelle parole e che inficiano una ricerca dal profilo davvero scientifico, cioè priva di bias (pregiudizi) e verificabile.

Che il suicidio non sia una tragedia o una disgrazia ma un fenomeno di più ampio spessore e che faccia parte delle possibilità di autodeterminazione di una persona l'ho già cercato di spiegare in un altro post e quindi non ci torno su.

In queste note sparse  cerco di affrontare il suicidio prima come puro dato statistico senza analizzarne, almeno per il momento, il portato sociologico cioè l'effetto sulla società.

Se dicessi il portato psicologico o medico già lascerei intendere che il suicidio di per sé ha una origine psicotica o medica e questo, ribadisco, è solo un modo di vedere il fenomeno riducendone la sua interezza e complessità.

Se la stampa allarmisticamente parla di un aumento dei suicidi in fascia giovanile, e se anche le associazioni omosessuali lgbt affermano che di questi suicidi un terzo o più sembrano toccare la popolazione lgbtqi andiamo innanzitutto a verificare le fonti (mai riportate direttamente, eppure basterebbe un link...) e cerchiamo di sceverare il solito allarmismo, quello sì davvero sciacallo, dei quotidiani, dai fatti numerici, ricordando a tutt* che una statistica di per sé non dice nulla di definitivo bisogna vedere come è stata stilata e, anche, se non soprattutto, come viene interpretata.

I numeri

Partiamo da una prima semplice domanda.

Quanti suicidi ci sono in Italia all'anno? E di questi quanti sono giovanili?

Secondo il sito del progetto Itaca, una onlus che promuove iniziative e progetti di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e di sostegno alle loro famiglie, e che quindi affronta il suicidio da questo punto di vista medico e psichiatrico

Si riportano dati statistici degli USA non essendo disponibili dati riferiti all'Italia. 


Affermazione curiosa, perchè invece i dati ci sono e vengono dall'Istat (scusaste se è poco).

Non si capisce comunque come Itaca faccia a operare in Italia se nel suo operato si basa su dati di uno Stato (una unione di stati...) di altro continente...
 
Nel report dell'Istat di un anno fa leggiamo che :
L’Italia è tra i paesi con i livelli più bassi di mortalità per suicidio e un trend negativo, passando dagli 8,0 decessi ogni centomila abitanti nel 1993, ai 5,9 nel 2009.
In questo prospetto la prima fascia d'età arriva fino ai 24 anni. 

Per i maschi di questa fascia d'età si legge che:
Rispetto all’inizio del periodo considerato, (...) si è avuta la diminuzione più significativa, quasi un dimezzamento del numero di suicidi ogni centomila abitanti, (...) (da valori vicino a 4 per centomila nel 1993 a 2,1 nel 2009) seguite dalle femmine ultrasessantacinquenni (da 8,4 a 4,3).

Il numero dei ragazzi suicidi è sceso dai 324 del 1993 ai 150 del 2009.


Consultando i dati diretti, non quelli pubblicati nel report, per l'anno 2010 disponiamo di fasce d'età maggiormente differenziate, fino ai 13 anni, dai 14 ai 17 e  dai 18 ai 24, dalla quali si evince che il numero totale dei giovani suicidi e delle giovani suicide  è ulteriormente sceso a 138 e che i ragazzi uccisisi sono 111.

Il numero di minori suicidi e sucide è per l'anno 2001 sotto quota 20.




Nonostante un trend in netta diminuzione, la stampa nostrana grida all'allarme e afferma il falso dicendo che i suicidi in fascia minorile sono in aumento.

Se facciamo notare l'esiguità dei dati numerici non è per sminuire il portato dei suicidi giovanili, né tanto meno quello del clima omofobico a danno delle persone lgbt i cui effetti possono senz'altro indurre al suicidio.

Lo facciamo  per restituire una prospettiva più equilibrata sull'intero fenomeno del suicidio giovanile che, pur non rappresentando l'ennesima emergenza, come la stampa ci vuol fare pensare per biechi motivi commerciali e per un allarmismo che ci deve tenere inchiodati e inchiodate alle nostre sedie secondo una strategia della paura - come he ha ben spiegato Michael Moore nel suo film Bowling a Columbine -  è comunque un fenomeno da non ignorare.

Le motivazioni
 
L'Istat non si limita a riportare il numero di suicidi differenziandoli per fattori sociali anagrafici  e geografici ma riporta anche le motivazioni.


Le motivazioni riportate sono alquanto generiche.






Queste categorie sono mutuate da quelle delle forze dell'ordine e della magistratura a cui l'Istat si rivolge per i dati sui suicidi*.

Sarebbe interessante vedere in quale di queste categorie vengono annoverati i suicidi delle persone omosessuali, se tra i suicidi d'onore (vengo preso in giro in quanto gay) o quelli per motivi ignoti (un frocio s'è ammazzato vai a capire perchè).

A prescindere dalla categoria, però,  nell'idea di motivazione del suicidio già nasce un primo problema epistemico per la popolazione lgbt:

l'omosessualità, la transessualità  della persona che si suicida è la motivazione del suicidio ? Ne è cioè la causa?

Oppure il suicidio di una persona non eterosessuale viene illuminato da una luce diversa?

Non sono domande da poco anche perchè l'omofobia non colpisce solo le persone omosessuali ma colpisce tutti e tutte visto che dare del gay o della lesbica viene percepito come insulto sicuramente da chi lo dà e forse, in misura variabile, da chi se lo sente dire.

Non tutte le persone cui si dà del frocio sono davvero frocie.

Dire che un ragazzino (quanto odio questo diminutivo) si è ammazzato perchè gli hanno dato del frocio può essere plausibile sia che il ragazzino sia gay sia che non lo sia:

1) il ragazzino è gay e non si sente accettato (perdonate la brutale semplificazione)

2) il ragazzino non è gay ma non sopporta quell'insulto infamante.

In entrambi i casi abbiamo due vittime dell'omofobia, una gay l'altra no.

Non mi si fraintenda.
Non sto affatto dicendo che le persone omosessuali, vivendo in una società omofoba, non hanno dei problemi  e che questi problemi riguardino loro e solamente loro, perchè il ragazzino non gay che non sopporta di sentirsi dare del frocio non avrà mai, per esempio,  il problema di sentirsi deriso perché va in giro mano nella mano col suo ragazzo.

Sto solo dicendo che anche un ragazzino gay è, prima, o dopo, un ragazzino  tout court  i cui motivi che lo inducono al suicidio sono gli stessi dei ragazzini non gay.

Io posso uccidermi perchè sono innamorato di un mio compagno di classe che non mi contraccambia, proprio come potrei uccidermi perchè a non contraccambiarmi è una compagna di classe.

Insistere sul fatto che, siccome l'omosessualità non è accettata, il motivo per cui il compagno non mi contraccambia è dato anche dall'omofobia e quindi non solo non mi contraccambia ma mi sfotte - o, per un mero calcolo statistico, ho meno probabilità che mi dica di sì  perchè l'omosessualità è un orientamento sessuale numericamente minoritario - significa voler fare del ragazzino gay un martire ad ogni costo porgendo il fianco ai cattolici destrorsi che su queste argomentazioni possono facilmente dimostrare il nostro essere di parte.

Una cosa la si può dire con certezza.

Se si ha l'impressione che i suicidi siano aumentati, anche nella popolazione lgbtqi, anche se statisticamente parlando oggi nella gioventù fino a 24 anni, come abbiamo visto, si suicidano circa la metà di quanti non facessero 20 anni fa, è perchè evidentemente oggi si parla dei suicidi delle persone omosessuali molto più di quanto non lo si facesse vent'anni fa.

Detto altrimenti oggi si ha la percezione di un problema che 20 anni fa non veniva nemmeno contemplato.

E più se ne parla più si fa caso ai suicidi più se ne percepisce il numero in aumento.

Un'altra cosa possiamo che possiamo dire è che l'omofobia miete vittime tra tutta la popolazione e che accanto  a Roberto c'è Andrea Spezzacannone che non era gay ma veniva preso in giro tramite questa accusa o illazione. E anche se non era gay anche Andrea si è tolto la vita.


L'Istat non ci aiuta sui dati dei suicidi riguardanti la popolazione lgbt.

Dobbiamo rivolgerci ad altri studi, altre ricerche fatte dalle associazioni lgbt, o magari studi si settore commissionati per la pubblicazione di un libro.

E' quello che cercheremo di vedere nel secondo capitolo di queste note sparse...

(continua)



* i dati accertati dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza in base alle notizie contenute nella scheda individuale di denuncia di suicidio o tentativo di suicidio trasmesso all'atto della comunicazione all'Autorità giudiziaria. (Istat)