sabato 5 gennaio 2013

Lo spot contro l'omofobia del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle pari opportunità: dove sono le persone omosessuali? Dov'è l'omofobia?



Il nuovo spot contro l'omofobia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità mostra tre ragazze e tre ragazzi, ripresi dietro a un ciak, sul quale è scritto un aggettivo che li e le qualifica in maniera diversa.

Avulsi da ogni contesto sociale (casa, lavoro, tempo libero, scuola, etc.)  i e le giovani sono indicati come mancina, alto, lesbica, rossointonata, e gay.


 
















 
 


Poi mentre i tre e le tre testimonial vengono inquadrati\e di nuovo senza ciak una voce fuoricampo maschile dice che c'è chi è mancina, chi è alto, c'è chi è lesbica, chi è rosso,  c'è chi è intonata e chi gay e non c'è niente da dire mentre su una immagine che li e le riprende insieme compare la frase in sovrimpressione a ribadire il concetto.




Poi su sfondo verde compare lo slogan dello spot Sì alle differenze. No all'omofobia.



E infine il logo istituzionale del Ministero.


Ecco il video in una versione amatoriale in mancanza di quella ufficiale.





Quello che sorprende del video è la debolezza del messaggio che si vuole veicolare.

1) L'omofobia è formalmente stigmatizzata con uno slogan, no all'omofobia, senza che lo spot ci mostri che cosa l'omofobia sia: la discriminazione, il ludibrio, la violenza subita dalle persone omosessuali.

2)  Gli aggettivi qualificativi con cui i tre ragazzi  e le tre ragazze sono presentate non sono omologhi.

Due qualità - altezza e colore dei capelli - sono sempre visibili;

due qualità - intonata e mancina - sono visibili solo durante una particolare attività esplicata dalla persona, nella fattispecie il cantare  per chi è intonato e l'uso delle mani per la persona mancina

L'orientamento sessuale è invece una caratteristica della persona non visibile nella persona in sé (anche se il luogo comune pretende il contrario) ma solamente quando la persona è coinvolta in una relazione con qualcun altro o qualcun'altra, nello specifico una relazione sentimentale e/o sessuale.

Dunque non mostrare il partner e la partner solo tramite il quale e la quale si vive, si esprimere si gode del proprio orientamento sessuale è una forma di discriminazione perché mostra metà della mela, metà della coppia entro la quale e solo nella quale l'omosessualità smette di essere una etichetta astratta e diventa una parte concreta dell'identità sessuale di ognuna e ognuno di noi.


3) La visione politica.
La scelta di mostrare le persone omosessuali da sole, come singoli e singole,  è una chiara scelta politica che vuole considerare i diritti legati all'orientamento sessuale come diritto della singola persona e non della coppia  come ben sa chi ha seguito tutta la trafila dei Dico e dei DiDoRe coi quali il Governo Prodi nel dirimere le coppie di fatto non voleva assolutamente riconoscere dignità all'omosessualità come relazione di coppia ma solo la dignità del singolo cittadino e della singola cittadina.

Non a caso nel riconoscere la normalità dell'omosessualità la si paragona a caratteristiche fisiche o di altro tipo che riguardano il singolo, la singola.

4) Lo stigma.
A parte l'essere mancini, che una volta costituiva motivo di stigma e di forte repressione, nessuna delle altre quattro qualità è percepita dalla società come cosa negativa
L'omosessualità sì.


L'essenza stessa di ogni forma di omofobia (e ce ne sono tante) si basa sulla convinzione che l'omosessualità sia una caratteristica negativa, moralmente, fisicamente, psicologicamente, caratterialmente.

A nessuno, a nessuna, per offendere qualcuno o qualcuna, viene in mente di dire sei mancino o sei rosso (di capelli..) oppure sei alta, sei intonato,  mentre molti e molte pensano che dire sei frocio sei lesbica siano un modo per offendere.


Perciò dire, come fa lo spot, che l'omosessualità è normale come l'altezza o il colore dei capelli è un modo per svicolare e non affrontare l'argomento omofobia che riguarda tante forme diverse di discriminazione e vessazione.

Questo spot così com'è non serve a niente e nessuno perché sono poche le persone anche in Italia che ammettono apertamente che è giusto discriminare le persone omosessuali.Tutti dicono che non si deve discriminare ma...

Sulla carta siamo tutti tolleranti.

Appena però caliamo le persone omosessuali nella vita di tutti i giorni ecco emergere la diffidenza e il pregiudizio.

Basta leggere i dati Istat.


Si potevano fare tanti spot contro l'omofobia nei quali mostrare la reazione negativa di alcune persone di fronte a coppie omosessuali, o ad atteggiamenti ritenuto omosessuali perché fuori dagli stereotipi di genere, mostrare  cosa possiamo fare tutti e tutte - non solo i diretti e le dirette interessate - per contenere, censurare e ostacolare i comportamenti omofobici.

e invece ci teniamo uno spot che serve solo al governo per dire che ha fatto lo spot contro l'omofobia poco importa i risultati da esso ottenuti 

Bastava guardare sulla rete per avere esempi cui ispirarsi.

Io ne propongo tre e non tutti stranieri
 




Due ragazzi si tengono per mano e vengono presi in giro dai soliti bulli. Ma quando il resto della classe si prende per mano il bullo viene messo in minoranza.




Una risposta italiana al famoso spot diritto all'indifferenza dell'Ilga portoghese




Dove si capisce - meglio dello spot del ministero - cosa è l'omofobia e quali sono alcuni dei suoi effetti.