domenica 3 novembre 2013

Ancora omosessualità in The Mentalist

Nell'episodio della serie tv americana The Mentalist andato in onda il 27 ottobre scorso (The Red Tatoo, quinto episodio della sesta stagione) si parla della relazione tra un allenatore e un giovane ragazzo che andava avanti da anni, da quanto il ragazzo era ancora minorenne.

Non vediamo la loro relazione non li vediamo nemmeno mai davvero insieme. Tutto è ricostruito nel finale dell'episodio da Patrick Jane il protagonista della serie.

La relazione tra il ragazzo  e l'uomo è un espediente narrativo che sfrutta la sorpresa del pubblico (e degli altri investigatori\trici del telefilm) che non ha pensato subito al fatto che i due invece di essere amici o soci in affari potessero essere amanti.

Fin qui niente di male.

Sorprende però come una relazione nata in condizioni delicate, quando uno dei due era un minore, (Jane sottolinea che si trattava di una relazione consensuale da parte di entrambi) durata per anni, quindi basta su un sentimento e non sull'occasionale passione dei sensi  sfoci così facilmente nell'omocidio.
Il ragazzo giovane, e ormai maggiorenne, sospettando che il suo fidanzato lo abbia rimpiazzato con qualcuno più giovane di lui (non lo porta con sé a delle gare sportive in trasferta) pensa bene di ricattarlo minacciandolo di far sapere della loro relazione quando lui era ancora minorenne.

Ricatto non perché il giovane vuole ancora avere una storia con lui ma per del vile denaro...
L'uomo ricattato che, pure, ha intessuto col ragazzo una relazione durata anni, cosa pensa di fare? Di ucciderlo a sangue freddo (nel flashback vediamo gli schizzi di sangue).

In questa narrazione non ci si preoccupa di spiegare come si è passati da un amore duraturo al ricatto e all'omicidio.
Le storie tra uomini non durano e se durano possono finire con il ricatto e l'omicidio così, senza soluzione di continuità.

Si fosse trattato di una relazione tra un uomo e una donna si sarebbe sentita la necessità di spiegare meglio il decorso della relazione amorosa.
Se la storia è tra due due uomini il torbido che evidentemente quella relazione porta con sé consustazialmente  basta per giustificare lo scartamento dall'amore al ricatto e all'omicidio a sangue freddo. Ed ecco come si possono utilizzare dei personaggi gay per raccontare una storia esagerata fregandosene delle ripercussioni che questi personaggi pososno avere sull'immaginario collettivo mediatico contribuendo a uno stigma già di per sé feroce e mefitico.

Complimenti a Eoghan Mahony che ha firmato la sceneggiatura.


1 commento:

Remo ha detto...

La serie è carina, ma in effetti ha qualche problema coi i personaggi LGTB (e più in generale con le storie amorose): l'unico altro caso che ricordo era fino col ragazzo omosessuale che alla fine era finito in una compagnia di travestiti: insomma il gay in salsa ancora di donna in un corpo da uomo; o forse sono stati i dialoghisti italiani a distorcere la trama per tenderla comprensibile al pubblico italiota.
In tutti i modi, anche in the closer, altro programma di punta, le due figure omosessuali di "spicco", il coroner e l'avvocato della città, avevano sempre la vocina e la manina sfarfallante, anche qui non so se per rispettare la versione originale (in cui comunque la manina c'era) o per compiacere il pubblico italiano, visto che che nelle ultime repliche mi pare che siano stati ridoppiati, non so se poi dai dialoghi abbiamo pure tolto tutti i riferimenti ai "compagni" e le scene più fru-fru.