venerdì 28 giugno 2013

Uno spot parodico contro il matrimonio gay (sic!) e la retorica dell'indignazione della rete.

Lo dicevano giusto l'altra sera i personaggi dell'ultima produzione di Ricci\Forte: crediamo che basti indignarsi sulla rete per cambiare davvero le cose.

Adesso, aggiungo io, ci si indigna anche a sproposito, incapaci di cogliere l'ironia, tutti e tutte conformandoci a una presunta indignazione che non serve a difendere alcuna causa ma solo a dire io c'ero.

Da qualche gionro gira sulla rete l'edizione sottotitolata in italiano di uno spot americano, chiaramente parodico (a meno di non essere deficienti) interpretato da Dixie Perkinson, David Storch e Lainee Rhodes, diretto da Matthew Scott Hunter e scritto e montato da Brandon Muller che è stato caricato sulla rete lo scorso 4 marzo e ha già avuto più di un milione e duecentocinquantamila visualizzazioni.

La versione italiana è stata curata da Alessio Oggianu per ill Quore di Torino che lo ha pubblicato su youtube con il fuorviante titolo di L'ultimo spot contro il matrimonio omosessuale. Come mi fanno notare su faccialibro questo titolo è una cattiva traduzione del titolo originale inglese che parla di ultimate spot, cioè spot definitivo, non ultimo...
Ma studiare un po' di inglese noi mai eh?




Lo spot è chiaramente parodico come, tra l'altro, viene specificato sul sito del Quore.

Se a qualcun* davvero distratt* dovesse sfuggirne il senso la scritta finale dovrebbe aprire gli occhi:


Paid by the coalition of people whose lives are ruined whenever other people are treated equally

Pagato dalla coalizione di persone le cui vite sono rovinate ogniqualvolta altre persone sono trattate con parità. 

Che nella versione del quore è tradotto con

con un italiano approssimativo (in italiano equalmente non esiste...) e una traduzione interpretante la coalition non è un gruppo, ma una organizzazione di persone riunite per fare azione politica. Ogniqualvolta (cioè tutte le volte che) diventa  quando e altre persone diventa qualcun altro... per tacere di quel Oppose (opponiti, contrasta) tradotto con un bellicoso combatti.

In ogni caso è chiaro il senso parodico dello spot.

Eppure sulla rete, persino sulle mailing list lgbt c'è gente, anche importante che ha preso questo spot sul serio.

Sono tutt* deficienti?

Può darsi.

Nessuno parla inglese? Più che probabile.

Però credo che a trarre in inganno molt* sia stato il titolo dello spot nella traduzione del cuore:L'ultimo spot contro il matrimonio omosessuale.

Basta quel titolo (e la serietà del quore che dopo questo titolo che omette trattasi di parodia va radicalmente rivista) per far sospendere a tutt* il senso critico.

Qualcuno mi dice che quel video è contro il matrimonio gay (sic!) e io mi indigno per partito preso non per quello che vedo nel video ma già per via di quello che ho letto prima di vederlo.

E non sto parlando di gente comune, ma di militanti che dovrebbero essere avvezz* alle strategie comunicative.

Invece prendono un abbaglio così grande che, per quanto mi riguarda, la loro credibilità politica è uguale a zero.

Non faccio nomi solo per tema di omettere qualcun*

A questi compagni e compagne di lotta dico con tutto il rammarico possibile datevi una regolata, prima di aprire bocca PENSATE verbigrazia!


2 commenti:

Guido Allegrezza ha detto...

era veramente difficile non accorgersi dell'ironia di tutto lo spot... se proprio ci fossero dubbi oltre la metà... bastava il cipiglio della bimba quando il papà NON RISPONDE alla sua domanda... :-) comunque, mi sono stupito anche io della mancanza di levità di alcuni personaggi...

Alessandro Paesano ha detto...

Sì, tra l'altro, la bambina è davvero stupenda!!!