sabato 28 dicembre 2013

Ancora sul video contro l'omofobia Spegniamo l'odio di Arcigay. Una risposta a Eumene

Mi scrive Eumene che mi fa notare alcune cose sul video di Arigay da me analizzato che secondo lui ho tralasciato.

Dice Eumene

1) in calce alla descrizione del video su youtube c'è sempre stato l'elenco completo dei video con le facce degli omofobi e transfobi nel secondo stesso in cui pronunciano le frasi in questione.
Vero.
Peccato che questo elenco non sia desumibile dal video con un link in video (una di quelle funzioni "in più" messe a disposizione da youtube).

In ogni caso, anche con l'elenco delle fonti messo a disposizione in calce, nel video le facce delle voci omofobe continuano a non esserci.

Io analizzo il video non i suoi paratesti.


2) attivando i sottotitoli "Italiano: di chi sono le voci?" compaiono i nomi di chi pronuncia le frasi omotrasfobe e la descrizione che riporta se la frase è transfoba o omofoba.
Vero.

Di nuovo, peccato che di questa funzione nel video non c'è traccia. Se non me lo avesse scritto Eumene o se non curiosassi con le funzioni in più del video su Youtube non lo verrei a sapere.

Di nuovo, il video così come è privo di questi sottotitoli.
3) le frasi della Mussolini, della Santanché e dell'ascoltatrice di Radio Padania sono Transfobe e non Omofobe. Ne 40 secondi che ci eravamo prefissati come tempo (standard nella comunicazione efficace anche se poi sono divenuti 59), è necessaria una sintesi che fa passare in secondo piano il bisogno didascalico di fare dei distinguo tra omofobia e transfobia: parliamo d'odio e di spegnere l'odio proprio per affrontare la questione con un angolo più ampio, comprensibile e inclusivo.
Anche questo è vero.

Ad ascoltare le frasi pronunciate nel loro contesto originale le parole di Santanchè si riferiscono alle persone trans da lei indicate al maschile.


Però nel video quelle frasi, decontestualizzate, non sono immediatamente riconducibili alle persone trans, e non solo perchè ci si riferisce loro al maschile (come per i froci, facendo subito pensare a loro) ma perchè la parola trans non viene mai detta.

Eppure bastava prendere la frase di Santanché qualche secondo prima, come si vede nel video messo in elenco in calce.


Se si torna indietro di appena qualche secondo si sente Santanchè pronunciare la parola trans al maschile (i trans). Bastava far diventare il video di 62 secondi invece che di 59 e la parola trans sarebbe stata presente nel video e non assente come è in realtà.


4) la petizione ha raccolto finora quasi 30.000 firme: conoscete petizioni che hanno raccolto più adesioni per la legge contro l'omofobia e la transfobia?
E qui si parla di petizione e non di video.

Un video che non è stato fatto per pubblicizzare la petizione ma per misure  combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere così come previsto dalla Raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Consiglio d'Europa, coi quali soldi il video è stato prodotto.
Nulla da ridire sul fatto che il video si colleghi anche alla petizione, tutt'altro.

Da un punto di vista di analisi dell'efficacia comunicativa il video non serve certo a informare sulla petizione (richiamata solamente alla fine nel bodycopy firma la petizione al parlamento) senza accennare minimamente al problema di una proposta di legge che già c'è ma che così com'è non serve  a niente e anzi indebolisce la già esistente Mancino...

Della petizione non voglio parlare  perchè il mio post verteva sul video e non sulla petizione collegata anche se, leggendo il testo riportato in calce al videol mi rendo conto che scopo precipuo del video è quello di fare endorsment alla petizione.
Come se la lotta contro la discriminazione si esaurisca con una legge contro l'omotransfobia e non con iniziative culturali a scuola e a lavoro oltre che in tv e sui media in generale...

Vediamo le varie frasi citate nel video più da vicino.

Nell'elenco ho evidenziato in rosso quelle relative alla transfobia.
"Faccia pulizia etnica dei culattoni!"
Omofobia diffusa dal Prosindaco di Treviso Giancarlo Gentilini
http://youtu.be/OdmLuZXb0Ak&t=9s

"l'omosessualità in realta è un disagio"
Omofobia diffusa dall'Avv. Giancarlo Cerrelli - Vicepresidente Giuristi Cattolici
http://youtu.be/T05UXNjIqR0?t=12m34s

frocio di merda, senza offesa per i gay eh
Omofobia diffusa da Pino Scotto mentre risponde ad un insulto omofobo
http://youtu.be/31D6Z0WNF6g?t=9s

"questi cessi umani, questi aborti di natura, immondi"
Transfobia diffusa da ascoltatrice di Radio Padania mentre offende persone Trans
http://youtu.be/k_jXOWjh97A?t=1m2s


"tu sì ricchione, io no!"
Omofobia diffusa da Mariano Apicella mentre offende Malgioglio:
http://youtu.be/afrKmmVgQlk?t=0m49s

"sono malati!"
Omofobia diffusa da Romano La Russa
http://youtu.be/4Fg1f4ZpJKo&t=2m13s

"con quel sorrisino da checca isterica"
Omofobia diffusa da Vittorio Sgarbi mentre offende Gianni Barbacetto:
http://youtu.be/9pRagS8rYic?t=3m36s

"l'omosessualità è una delle tante malattie che contrae l'essere umano. è una malattia proprio"
Omofobia diffusa da Padre Livio mentre trasmette da Radio Maria:
http://youtu.be/3ArB9nH5xWw?t=3m44s

"Vorrei l'anatema della chiesa. e la chiesa tace!"
Omofobia diffusa dal Prosindaco di Treviso Gentilini in TV
http://youtu.be/Nyy1jjIBFDM?t=1m41s

"cosa ne pensa delle coppie gay?"
"che vanno atterrate, annientate!" "viva la famiglia, abbasso i gay"
Omofobia diffusa da una Suora al Family Day
http://youtu.be/8rDvLbC1cho?t=5s

"io dico: pe'mme voi fate schifo come donne, perché la vostra intimità dovete farla a casa al chiuso"
Omofobia diffusa da un Edicolante a Napoli
http://youtu.be/VN0f3lDYolc?t=3m24s

"si veste da donna e crede di poter dire tutto quello che vuole"
Transfobia diffusa da Alessandra Mussolini mentre offende Vladimir Luxuria
http://youtu.be/qQ6tIeezknc?t=4m55s

"meglio fascista che frocio"
Omofobia diffusa da Alessandra Mussolini mentre offende Vladimir Luxuria
http://youtu.be/qQ6tIeezknc&t=5m6s

"parliamo di persone malate!"
Transfobia diffusa da Daniela Santanché
http://youtu.be/gXHQ_9eW4ow?t=2m32s

3 su 14. Un po' poche.

Di questi 3 uno è discutibile.


"si veste da donna e crede di poter dire tutto quello che vuole"
Transfobia diffusa da Alessandra Mussolini mentre offende Vladimir Luxuria
http://youtu.be/qQ6tIeezknc?t=4m55s



Non credo che Mussolini si riferisse a Vladimir come a una trans, ma come a un frocio travestito (che con la transessualità non c'entra nulla).

E' capzioso dunque catalogare questo insulto omofobo come transfobico.

Gli altri due sono insulti contro persone trans ma visto che nelle frasi citate la parola trans non viene mai detta, diciamo che rispetto i froci, culattoni, che sono inequivocabilmente parole omofobiche le persone trans nel video hanno meno visibilità (udibilità?) rispetto le persone omosessuali.

Per inciso, le persone omosessuali maschili.

Perchè tra gli insulti scelti nessuno si rivolge specificamente alle lesbiche che sono annoverate in automatico nel macro contenitore omosessualità.

A rigor di analisi nemmeno le lesbiche sono menzionate e anche loro hanno dunque minore udibilità dei gay anche se rientrano nella macro categoria omosessualità (maschile E femminile) e lo sono dunque più delle persone trans la cui parola non viene mai menzionata se non nel body copy alla fine del video.

Ecco dunque una implicita e forse inconscia scaletta di priorità

gay
lesbiche trans (se proprio ne devo parlare visto che faccio 3 esempi su 14... che non sono specifici sulle persone trans ma vanno bene anche per quelle omosessuali)

Anche la frase  voi come donne mi fate schifo si riferisce ai femminielli...

Eumene fa a un certo punto una considerazione che la dice lunga sulla filosofia del video.
Ne 40 secondi che ci eravamo prefissati come tempo (standard nella comunicazione efficace anche se poi sono divenuti 59), è necessaria una sintesi che fa passare in secondo piano il bisogno didascalico di fare dei distinguo tra omofobia e transfobia: parliamo d'odio e di spegnere l'odio proprio per affrontare la questione con un angolo più ampio, comprensibile e inclusivo.
Dunque prima dice che in 40 secondi poi diventati 59 non c'era tempo per mettere la parola trans nel video, poi afferma il contrario e considera che distinguere tra omofobia e transfobia sia un bisogno didascalico.
Credo che Eumene usi questo aggettivo secondo il suo significato esteso e negativo di pedante saccente come riportato dal dizionario Sabatini-Coletti online.

Non certo nel suo significato positivo  (primo lemma della stessa voce nello stesso dizionario) di Volto a spiegare, a far capire, a facilitare l'apprendimento che, nel caso di un video volto a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere è una cosa non solo gradita ma richiesta.

Ecco se anche negli apparati di sostegno e integrazione al video si confonde travestitismo con transessualità è segno che certi concetti vadano distinti perchè distinguere tra orientamento sessuale e identità di genere non è solo un passo necessario per comprendere e rispettare le persone ma fa parte anche di quello scopo di combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere come vuole il Consiglio d'Europa che quel video ha finanziato.
Insomma la considerazione di Eumene che froci e tran sono la stessa cosa ha dello sconcertate e del transfobico perchè con la scusa di affrontare la questione con un angolo più ampio, comprensibile e inclusivo in realtà si sovrappongono cose (orientamento sessuale e identità di genere) che nel mondo reale sono e devono restare distinte con il risultato di rendere nulla la udibilità delle trans.
 
Il linguaggio di Eumene, già.

A parte il fastidiosissimo sessismo dell'articolo la solo per le donne (quella che Sabatini chiamava asimmetria di genere)
le frasi della Mussolini, della Santanché
c'è quell'uso altrettanto fastidioso del maschile come sostituto del femminile 
 l'elenco completo dei video con le facce degli omofobi e transfobi.
Omofobo ha il femminile omofoba omofobe.

Transfobo (al posto del più felice transfobico) ha il femminile transfoba transfobe.

Nel commento da me fatto a Eumene ierisera ho erroneamente percepito transfobi come termine epiceno (bigenere). Ed ecco dimostrato come dico sempre che io sono il primo a sbagliare...
 
Ribadisco che l'idea di usare la grafica senza mettere le facce fotografiche delle persone omotransfobiche (vedete come è facile scrivere in maniera non sessista?)  e quella delle vittime di tanto odio continua nella tradizione di invisibilità cui i media da sempre relegano le persone trans e omosessuali con l'unica eccezione del clown come ha ricordato benissimo Daniele Silvestri nella sua canzone Gino e L'alfetta.
preferisci pensare
che un gay sia una sorta di errore
una cosa immorale
o nel caso migliore
un giullare, un fenomeno da baraccone
e lo tollererai solo in quanto eccezione
e lo tollererai solo in televisione
lo chiamano gay
e tu pensi ricchione

A dimostrazione che anche gli etero possono capire quello che qualche militante lgbt piccato perchè ho fatto le pulci al suo video non riesce a comprendere.

Visibilità, nominabilità, precisione nei nomi, sono strumenti fondamentali in ogni campagna di informazione.

La lotta alla discriminazione la si fa informando.

venerdì 27 dicembre 2013

Oggi il funerale (cattolico) di Andrea la ragazza trans senza fissa dimora uccisa nei pressi della Stazione Termini la scorsa estate. La buona notizia non c'è invece tutte si lasciano smuovere dalla gioia.

Di Andrea avevo già avuto modo di parlare, purtroppo in occasione del suo omicidio, avvenuto tra il 28 e il 29 luglio 2013, quando il suo cadavere è stato trovato alla Stazione Termini di Roma.

Ne avevo parlato su Pasaniniland e anche qui in due distinte occasioni.

Di Andrea poi si è parlato molto poco.
Le indagini sono a un punto fermo, e la bara col suo corpo rimane al Verano per tutti questi mesi mentre dall'Italia si cercando i suoi parenti in Colombia.

Più che lamentarsi dell'ennesima trans uccisa, ci si lamenta (anche sui social network, anche nelle pagine della militanza di sinistra) del fatto che al corpo di Andrea (cioè al cadavere) non sia ancora stato fatto il rito funebre senza distinguere tra rito civile e rito religioso.

Per tutte, anche per certe compagne mangiapreti, quelle che per criticare la Chiesa ricordano la pedofilia nella curia, poco importa se a officiare il rito funebre ci sia un prete o una persona laica, come prevede il rito laico.
Insomma siamo tutte così cattoliche che anche le comuniste più anticlericali sul funerale cadono con entrambe le scarpe (di Prada).

Il funerale non è stato ancora fatto perchè prima di tumulare la bara si cercava di rintracciare qualche familiare della morta. Molte persone e militanti, non pensando a questo dettaglio, leggevano il ritardo del rito funebre come un indice di mancato rispetto e disinteresse.

Insomma il detto prima di aprire la bocca controllare che il cervello sia collegato è sempre attuale e su facebook diventa un imperativo categorico.

Dopo mesi di attesa leggo oggi sui giornali (ma la notizia è di ieri) che oggi, alle 15 si celebrerà un funerale religioso per Andrea.

Negli articolo, tutti con un linguaggio discriminatorio, alcuni più di altri, si ricorda la morte violenta di Andrea ma non si spiega con sufficienza il perchè dell'attesa e, soprattutto della sua fine, per i funerali.

Maria Gabriella Lanza che fu la prima a dare notizia della sua morte, avendola intervistata solo pochi giorni prima dell'omicidio per il redattore sociale, sullo stesso sito online spiega l'attesa e la sua conclusione così:
Per cinque mesi il suo corpo è rimasto nella camera mortuaria dell’obitorio del Verano: l’ambasciata colombiana stava cercando di rintracciare i familiari, gli amici, qualcuno che la conosceva, ma Andrea era sola al mondo.
Strano, perchè l'articolo scritto da Lanza in occasione dell'omicidio di Andrea  si apre così:
Chissà a cosa pensava Andrea ogni notte prima di addormentarsi sopra il suo cartone davanti alla stazione Termini di Roma. Forse pensava alla famiglia in Colombia, a sua madre e a suo padre lasciati quattro anni fa per trovare fortuna in Italia.
Insomma ci sono un padre e una madre lasciati quattro anni fa per trovare fortuna in Italia (Lanza versione 31 luglio 2013) o Andrea era sola al mondo (Lanza versione 16 dicembre 2013)?

Magari i genitori c'erano quattro anni fa e oggi l'ambasciata colombiana ha scoperto che sono morti, ma se è andata così perchè non dirlo?

Perchè questo vorrebbe dire fare informazione mentre in Italia si deve solo continuare ad alimentare il pregiudizio e il luogo comune.

Così una notizia triste: interrotte le ricerche dei parenti di Andrea che non hanno dato risultato alcuno il cadavere può essere finalmente tumulato si parla di bella notizia:


Dopo 5 mesi funerali per Andrea, la transessuale uccisa a Termini
Era stata ammazzata a bastonate lo scorso 29 luglio, ed era sola al mondo. Esequie celebrate venerdì 27 alle 15 alla chiesa del Gesù da padre Giovanni La Manna del Centro Astalli. Cerimonia offerta dal Cesv e dalla Caritas di Roma
Questo il titolo e il sommario dell'articolo di Lanza.


La cerimonia offerta dal Cesv e dall Caritas naturalmente è una cerimonia religiosa.
A celebrare la cerimonia sarà padre Giovanni La Manna, presidente del centro Astalli
A caval donato non si guarda in bocca...

Mi chiedo però se i soldi offerti da Cesv e Caritas coprano le spese della cerimonia funebre o anche la tumulazione o se quella rimane a carico del Comune di Roma come prevede la legge in caso di povertà del cadavere e di mancanza di parenti, o amiche pronte a pagare...

Insomma altro che informazione... Di cose da dire ce ne sarebbero se solo chi scrive questi articoli facesse davvero dell'informazione. Basterebbe chiamare il Cesv (che però è chiuso fino al 31...) o contattare la Caritas o l'ufficio stampa del Comune.

Potrei farlo io ma io sono un blogger e non un giornalista a me non è detto che rispondano...

Comunque sia, soldi a parte e cerimonia religiosa offerta a nessuna è venuto in mente di cheidersi quale cerimonia funebre avrebbe voluto Andrea, se una religiosa (il che non vuol dire necessariamente cattolica) o laica.
E se è il Comune  a pagare non si capisce perchè la cerimonia deve essere religiosa e non laica.
Soprattutto se non si conosce il desiderio della morta. Altra informazione che non viene data...

Purtroppo c'è ancora altro da dire.

Anche altri siti e i quotidiani hanno riportato la notizia e c'è un giornalista transfobico Rinaldo Frignani che sul Corriere scrive un articolo il cui titolo recita:
Trans ucciso alla stazione I funerali dopo cinque mesi
Ucciso al maschile.

Va beh, direte, i titoli non li fanno i giornalisti. Vero. Ma nell'articolo si legge:

L’avevano trovato morto, ucciso a bastonate, dietro i pannelli di un cantiere sul marciapiede del binario 10 della stazione Termini. Era l’alba del 29 luglio scorso e da allora degli assassini di Andrea Quintero, transessuale colombiano di 30 anni, non è stata trovata traccia. (i corsivi sono miei).

Questo giornalista transfobico oggi non ha più giustificazione alcuna perchè L'Unar (organo governativo) ha pubblicato delle splendide Linee guida  per una informazione rispettosa delle persone lgbt nelle quali si legge che

Per la transessualità vale il principio dell’identità.
Se la persona di cui si parla transita dal maschile al femminile, non importa in che fase della transizione si trovi, né se si sta sottoponendo all’iter della  riassegnazione  chirurgica  del  sesso,  se  lei sente  di  essere  una  donna  va  trattata  come  tale.
Lo stesso vale per la transizione female to male [precedentemente definita].
Come principio, quindi, è corretto utilizzare pronomi, articoli, aggettivi coerenti con l’apparenza della persona e con la sua espressione di genere.
Quando questo risulta difficile al/alla giornalista, la soluzione è denominare la persona nel modo in cui preferisce essere appellata.
E infine, sarebbe bene ricordare sempre che appunto di persone  stiamo  parlando:  piuttosto  che  il/la  trans  o  il/la transessuale, parliamo di PERSONA TRANSESSUALE.
Da ora in poi una giornalista  che non segua queste regole lo fa PER SCELTA e non per ignoranza e dunque non ha più giustificazione alcuna.

Fa discriminazione e va censurata.


Purtroppo, o per fortuna, il male non sta mai solo da una parte, e nonostante gli accordi grammaticali transfobici, Frignan dà nel suo articolo alcune informazioni che Lanza nel suo si guarda bene dal dare.

Intanto ricorda che 
Oltre alle esigenze investigative, a non consentire i funerali in un tempo più breve è stato anche il fatto che i familiari di Andrea non hanno ma chiesto la restituzione della salma alle autorità italiane.
Quindi mia cara Lanza i genitori ci sono eccome!

Il fatto che non abbiano richiesto la salma alle autorità italiane non è detto significhi necessariamente un disinteresse può trattarsi anche di una impossibilità economica visto che il volto speciale transcontinentale di una salma  non deve costare proprio due euro...

Allora, mi chiedo, invece di pagare i preti per fare un funerale religioso qui perchè non si è pagato il volo per far rientrare la salma al suo paese di origine?

Ecco altri dati che non sono stati forniti...

Nell'articolo leggiamo però anche altro:
Per venerdì pomeriggio, dopo cinque mesi, la Caritas diocesana di Roma ha organizzato le esequie di Andrea nella chiesa del Gesù in piazza del Gesù. L’appuntamento è per le 15 ed è prevista la partecipazione del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, del sindaco Ignazio Marino e del presidente della Caritas romana monsignor Enrico Feroci.

Non il funerale tra persone semplici come dice Lanza nel suo di articolo
A darle un ultimo saluto venerdì 27 dicembre ci saranno i suoi compagni di viaggio, senzatetto che dormono alla stazione Termini e che con lei hanno condiviso parte della loro vita, e tutte le persone che vorranno stringersi ad Andrea almeno ora.
Ci saranno anche il sindaco di Roma una Ministra del Governo italiano per tacere di un'altra sottana cattolica.

Insomma nelle poche informazioni date si capisce che

1) dopo 5 mesi di inutile attesa il cadavere di Andrea può finalmente essere seppellito senza che nessno dalla Colombia ne abbia reclamato il corpo.

2) La cerimonia funebre sarà religiosa e non laica.

3) Le autorità che finora si sono disinteressate ad Andrea adesso presenziano al suo funerale, cattolico.



In merito alla mia contrarietà al rito cattolico e non laico non c'è solo il mio anticlericalismo ma il rispetto per Andrea che in quanto trans era discriminata dalla chiesa cattolica che sulle persone trans ha detto nelle parole di Ratzinger che è solo Dio che decide chi è uomo e chi donna.


Alla faccia della buona notizia!


sabato 21 dicembre 2013

Ma la notizia qual è?!?! Sull'ennesimo caso di aggressione ai danni di un ragazzo perchè gay.

Spesso quando la stampa riporta di aggressioni ai danni di ragazzi per matrice omofoba a Roma, queste notizie vengono date sempre secondo lo stesso pattern dove

1) l'omosessualità della vittima viene data per scontata

2) si parla del Gay Center che diventa improvvisamente l'argomento della notizia.

Non mi credete?
Fate bene.
Diffidare bisogna.

Leggiamo insieme dell'ultimo caso di aggressione omofoba.

Poi mi direte se mi sbaglio, può anche essere.

Prendiamo il Messaggero, quotidiano di Roma, che titola:
Picchiato perché gay a Roma: «Ero a terra fermo per la paura».
Che vuol dire picchiato perchè gay? Che la vittima è stata picchiata a causa (perchè) della sua omosessualità.

Che ci siano persone che odiano i gay tanto di picchiarlo lo sappiamo sin troppo bene.

Quello, però, che  mi chiedo sempre in questi casi è qual è l'elemento scatenante.

Ovvero cosa è che fa scattare l'odio omofobo?
Qual è il marcatore gay (se mi perdonate la brutalità semplificatoria) che tradisce la vittima come gay?

Non è una domanda oziosa la mia.

Perchè i marcatori gay sono tanti e spesso sono presunti e identificano come gay persone che magari gay non sono.

E non dico questo certo per minimizzare il portato omfobico dell'aggressione, la verità della matrice omofoba, lo dico per sottolineare che l'omofobia non riguarda solo i froci e le lesbiche ma tutte quelle persone che, a torto o a ragione, vengono percepite come tali.

Dunque cosa è che, in questo caso specifico, ha fatto identificare la vittima come gay scatenando l'aggressione che ne è seguita?

Leggendo l'articolo non lo si capisce.

Si dà per scontato che la vittima sia gay.


Come sei i gay sono gay tutti nello stesso modo: tutti effeminati o tutti di rosa vestiti o tutti coi capelli lunghi o la sciarpa Rainbow o il culo di fuori, fate voi. Continua il Messaggero:
Un ventenne romano è stato aggredito giovedì 12 dicembre alle 19,30 perché gay.
Basta la parola. Ma io insisto. Qual è l'elemento che lo ha fatto identificare come gay agli occhi dell'aggressore?

Mistero.
L'unico indizio è che l'aggressore sui trentanni, gridava «frocio» e non si fermava. 

Altri quotidiani non sciolgono il mistero.
La vittima, uno studente di vent’anni, è stato aggredito da un uomo che, stando a quanto raccontato, cominciato ad insultato e poi a colpirlo con violenza fino rompergli gli occhiali e provocargli contusioni su varie parti del corpo. (Roma Capitale)
Cioè basta dire di un ragazzo che è gay per bypassare il criterio con cui viene identificato come tale...
Porta Maggiore: gay 20enne aggredito in strada
Ancora un'aggressione omofobica nella Capitale. Ad essere pestato per il semplice fatto di essere gay uno studente romano di 20 anni picchiato ed insultato in zona Porta Maggiore. (Roma Today, i neretti sono nel testo)
Aggredito a Roma perché "gay". Vittima un ragazzo di 20 anni.  (Repubblica)
Per Repubblica la  parola gay è addirittura messa tra virgolette, come non identificasse nemmeno una identità precisa, ma solo approssimata.

Questo modo di raccontare le aggressioni omettendo il particolare fondamentale di specificare cosa fa percepire la vittima come gay, lascia  intendere che un gay si vede, che si capisce quando uno è gay, confermando tutta una serie di luoghi comuni che, da un lato discriminato le persone gay, dall'altro annoverano tra le persone gay tutte quelle non corrispondenti allo stereotipo del non gay.

Non chiedersi l'elemento distintivo esteriore della persona ma proporre come spiegazione necessaria e sufficiente la gaiezza tout-court mette l'omofobia tra parentesi addebitando alla omosessualità l'evidenza della propria condizione.

Aggredito perchè gay, perchè i gay attirano le botte come i magneti attirano i metalli.

Se si specificasse sempre il marcatore, che di solito è un capo di vestiario o un atteggiamento non considerato consono al sesso maschile o magari uno sguardo considerato troppo lungo (aho che te guardi, frocio?) ci si renderebbe conto dell'idiozia, della futilità di una aggressione scatenata da una mano piegata, un capello troppo lungo, una maglietta troppo attillata o troppo colorata.

Quel perchè gay dà una spiegazione logica. Peggio. Giustifica.

Perché l'hanno menato? Perché gay.

Ah. Ora è chiaro. I gay - si sa - di solito li si picchia, a loro piace...

Certo se la stampa e internet quando parlando di gay pubblicano sempre foto come queste (le prime che compaiono su google digitando la parola gay) basta davvero la parola, non c'è bisogno di chiederselo.



Questa rappresentazione stereotipata e iperbolica dell'omosessualità è una discriminazione tanto quanto il dare per scontato che se uno è gay si vede. 

Questo accade sempre in ogni articolo che racconta un'aggressione omofoba italiana.

A Roma però succede quasi sempre un'altra cosa strana.

Uno slittamento del discorso che dall'aggressione alla vittima perchè gay porta a parlar d'altro.

Si parla del Gay Center che ha denunciato la notizia (verbo furbo quando in realtà il Gay center si limita a dare notizia con un comunicato stampa, del quale sul suo sito di solito non ce traccia) facendosi pubblicità, quando non found-rising, secondo sempre lo stesso copione...

Prima si sottolinea come oltre alla denuncia alle forze dell'ordine (quando se ne parla, perchè spesso nemmeno si dice se la vittima ha sporto denuncia) la vittima ha
raccontato l’accaduto alla linea verde anti omofobia Gay Help Line (800.713.713) che gli ha garantito l’assistenza legale.
(di)mostrando così come quelli del Gay Center ci tengono di più delle forze dell'ordine tramiteun dettaglio tecnico:
Gli avvocati Mario Miano e Michelina Stefania hanno fatto richiesta di sequestro delle immagini rilevate dalle telecamere degli esercenti della zona. (il Messaggero)
La denuncia, cioè la notizia, non viene data dalla polizia, ma dal Gay Center
La denuncia è arrivata dal Gay center,(Roma Today)
che ha sempre toni apocalitticiPorta Maggiore: gay 20enne aggredito in strada
La denuncia da parte del Gay Center che lancia l'allarme sulle aggressioni avvenute nella Capitale nel 2013 (Roma Capitale).
Senza fornire uno straccio di prova dei dati riportati (sul sito del Gay Center né su quello della Gay Help Line non se ne trova traccia, una mia mail di settembre è rimasta senza risposta)  si parla dei casi di omofobia di cui il Gay Center sembra esserne l'unico a conoscenza 
Oltre 50 le aggressioni omofobe a Roma nel 2013. Il dato è rilevato dal Gay Center, che sottolinea come poche di queste aggressioni sono poi oggetto di denuncia.  (il Messaggero)
Se si deve fare un bilancio di quest'anno, "sono state oltre 50 le aggressioni solo a Roma - ha riferito ancora l'associazione - di cui poche denunciate alle forze dell'ordine. Oltre 100 i casi di bullismo nella capitale e almeno 7 i casi di suicidio o tentato suicidio di cui solo 4 noti alle cronache. Gay help line ha ricevuto da tutta Italia oltre 20 mila contatti per richiesta di sostegno di vario tipo. Molti casi riguardano soprattutto i più giovani, per questo c'è bisogno anche di un intervento di mediazione familiare, soprattutto quando i ragazzi non hanno fatto coming out in famiglia, anche per evitare che le aggressioni non vengano denunciate, oltre alle azioni dovute per episodi di discriminazione subite in famiglia".
(Repubblica)
Insomma il Gay Center appare un'associazione fichissima, autorevole, cui la stampa riconosce una rappresentanza che non ha e che nessuno si è mai sognato di darle,  che è a conoscenza di più dati della polizia e dell'Oscad (che però, a differenza di Gay Center le cifre le mettono a disposizione sui loro siti) , che ha avvocati cazzuti che addirittura sequestrano le telecamere (la polizia e la magistratura, invece, mica ci hanno pensato)...

E improvvisamente dall'aggressione al ragazzo perchè gay si passa alla pubblicità del Gay Center con tanto di richiesta di fondi.
Sul contrasto all'omofobia - dice Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center - c'è bisogno di un maggiore intervento delle Istituzioni, che supporti anche l'azione di volontari e associazioni. Su questo chiediamo un incontro con il sindaco Marino e l'assessore Cattoi.  (il Messaggero)
Cioè richiesta di fondi (altri fondi) per loro...

Del ragazzo rappresentato dal Gay Center non sentiremo più parlare (il Gay Center non ci informa mai sull'efficacia delle strategie dichiarate dai cazzuti avvocati) né sui giornali né sul sito del Gay Center.
Fino alla prossima aggressione e alla prossima elencazione di quanto so fighi e bravi quelli del Gay Center e della Gay Help Line...

Ora, vi chiedo, a voi non viene un po' da vomitare?

venerdì 20 dicembre 2013

Il nuovo video contro l'omofobia di Arcigay.
Una comunicazione ancora inefficace


Finanziato dal Progetto LGBT del Consiglio d’Europa nell’ambito delle attività previste dalla Raccomandazione CM/Rec(2010)5 agli Stati membri sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, Arcigay ha presentato il video “Spegniamo l’odio!” definito, sul suo sito,  contro l’omotransfobia anche se nel video di transofbia non c'è traccia.

Gli autori materiali  sono i Latte creative, un gruppo di web creative, composto esclusivamente da uomini, come si evince nel loro sito, in inglese,  sito nel quale del video in questione però non v'è traccia...


Guardiamo il video e poi analizziamolo insieme.



Il video riporta alcune delle dichiarazioni omofobe  (e non trasnfobiche) diffuse dai mass media generalisti pronunciate da Vittorio Sgarbi, Daniela Santanchè, Giancarlo Gentilini, Giancarlo Cerrelli, Pino Scotto, Mariano Apicella, Romano La Russa, Padre Livio (di Radio Maria) e Alessandra Mussolini.

Le loro parole fuoriescono da uno schermo tv disegnato di profilo e colpiscono la sagoma naif e asessuata di una persona.
Alla fine la tv così come è stata accesa viene spenta e compare l'headline Spegniamo l'odio,



spiegato dal bodycopy


Omofobia e Transfobia (che nel video non c'è...) non sono un'opinione. Firma la petizione al Parlamento ...e non arrenderti mai all'odio.

Se il concetto che la tv riversa nelle case e nelle teste della cittadinanza italiana l'odio omofobico è ben sviluppato da un'idea grafica che mostra le parole estrudere dalla tv in maniera aggressiva e schiacciante, ai danni di una sagoma indifesa sballottata di qua e di là, la parte grafica dello spot prende la mano ai creative (nessun sessismo, sono tutti uomini) con uno sconcertante effetto di censura.

Censura dei volti di chi quelle parole le ha pronunciate che così perdono peso, nonostante il sostegno grafico, proprio perchè, a differenza che quando quelle parole sono state pronunciate, qui nello spot gli omofobi e le omofobe non ci mettono la faccia.

Lo spot ottiene così un effetto spersonalizzante che dà alle parole dette la leggerezza disimpegnante del sentito dire, del ti dico il peccato ma non il peccatore.Non mostrare le facce di chi ha detto le porcate omofobe riportate nello spot dà loro un ineluttabile un effetto privacy che tutela le persone che le hanno dette che non sono facilmente riconoscibili in voce tranne l'onorevole Mussolini nominata da Vespa.

Questa anonimizzazione delle persone omofobe sposta tutta la responsabilità al canale emettitore (la tv) e ne esime chi quelle parole le ha dette dimostrando l'esatto contrario del headline:
queste parole dette sono una opinione diffusa e anonima, perchè generalizzate e uniformemente diffuse tanto che non c'è bisogno di riportare le facce di chi le ha dette perchè tanto le dicono e le pensano un po' tutti e tutte...

Ognuno e ognuna deve sempre invece essere riportato e riportata alla responsabilità di quanto dice e pensa mettendoci almeno la faccia, faccia che ogni singola persona le cui parole sono riportate in audio originariamente ci hanno messo (a parte quelle di chi ha parlato in radio beninteso...).

Ma l'impronta grafica di questo spot ha un effetto ben più grave.

Mancano le persone che queste parole colpiscono e schiacciano, i volti dei tanti uomini e donne che, in quanto persone omosessuali, sono state picchiate, aggredite, istigate al suicidio e uccise.

L'anonimizzazione delle vittime delle parole di omofobia rende il reato stesso dell'omofobia un reato non contro le persone ma paradossalmente un reato di opinione che non colpisce una persona concreta in carne ed ossa che con la sua datità di essere umano (e donnano) ma colpisce una categoria astratta e ideale rappresentate da una sagoma anonima che non han un peso sociale tanto da non apparire nememno in video.

Privilegiare le parole di odio fatte risaltare da una serie di pattern grafici carini e fantasiosi senza dare visibilità alle persone omosessuali che da quelle parole sono colpite relega ancora una volta le perosne omosessuali all'invisibilità, alla censura, alla non esistenza.

Mi chiedo come è venuto in mente a questi geni del web design di usare il video che sono precipuamente immagini in movimento e rinunciare all'icasticità della fotografia come se non ci fossero a disposizione foto di persone omosessuali ammazzate o picchiate...


Finché le  parola frocio di merda fanno cadere la sagoma asessuata di un omino nessuno si sente chiamato in causa perchè nessuna persona concreta e reale viene mostrata come vittima in carne ed ossa confermando che le parole omofobe colpiscono le idee e non le persone un po' come lo stupro quando era ancora reato contro la morale e non contro la persona.

Un autogol dei più clamorosi insomma dei quali bisogna pure che la cittadinanza italiana tutta inizi a chiedere d'onde a chi spende così male i soldi della comunità europea che sono soldi nostri per fare dei video graficamente carini e non dei messaggi politici efficaci.

Lettera aperta al "giornalista" Cristiano Gatti.

Leggo il suo articolo Gay e "omogenitori" Il lessico ipocrita imposto per legge  pubblicato ieri sul Giornale e non posso non notare la malafede e il fastidio presuntuoso col quale ha accolto le linee guida dell'Unar, che, come dice la parola, non sono una legge ma un invito, un consiglio, una esortazione.

Una esortazione di cui lei non capisce il senso, non per lo scetticismo con cui ne parla nel suo pezzo, ma perchè la riduce a una questione di politicamente corretto, cioè di forma, e non di sostanza, cioè di persone cui certe parole si riferiscono.

Senza entrare nel merito delle Linee guida, che lei semplifica e svilisce, voglio farle notare la discriminazione e gli errori lessicali e semantici che lei compie nel suo pezzo usando le sue stesse argomentazioni contro le linee guida.


Lei dice che al di là delle parole quello che conta  è che con tutti quanti (...)[serve] prima di tutto e sopra a tutto un grande rispetto.

Ha perfettamente ragione! Il guaio è che lei nel suo articolo manca di rispetto almeno quattro volte.

1) Lei suggerisce al posto dell'acronimo Lgbt di usare la definizione generale di sessualità diversa.


L'aggettivo diversa è giudicante e esprime una sua idea non una informazione.

Se lei vuole fare il giornalista e fare dunque informazione dovrebbe riferirsi non alla sua opinione (una opinione non qualificata...) dovrebbe, anzi, deve riferirsi alla definizione data no, non dall'Unar, ma dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che parla delle omosessualità come di una variante naturale del comportamento umano. Altro che diversità.

2 Comportamento, non sessualità. Già.
Lei riduce le omosessualità  (il plurale, che le potrà risultare strano, sta a indicare sia l'omosessualità maschile che quella femminile) a una questione di sesso, ma ogni orientamento sessuale, anche il suo, non riguarda solamente la sfera sessuale ma anche quella affettiva e sentimentale, o, se preferisce, relazionale.
Le persone non etero, proprio come quelle etero, non fanno solo sesso, ma si innamorano, mettono su famiglia e fanno figli.
Non per lei che fa delle persone omosessuali dei grandi assatanati e delle grandi assatanate di sesso e basta.
Se non è mancanza di rispetto questa...

3)  Outing e Coming Out sono due parole straniere con due significati diversi. Lei può usarle come sinonimi quanto le pare cioè non toglie che se lo fa sbaglia.
A proposito nella sua definizione di outing manca una parte fondamentale. Il motivo per cui si fa outing a qualcuno è un motivo politico: si fa outing a qualche personaggio pubblico che parla negativamente dell'omosessualità e poi magari va a letto con persone del suo stesso sesso.
L'outing serve a denunciare l'ipocrisia non già l'omosessualità di per sé. Ma lei questo si vede bene da dirlo.
Per lei quel che conta è che Tizio è gay poco importa se lo dice lui o se lo dicono altri per dimostrane l'ipocrisia visto che Tizio parla pubblicamente male dell'omosessualità.

Una distinzione troppo sottile per lei che, dopotutto, pensa che l'omosessualità sia solamente una diversità che riguarda il sesso (la chiama anche inclinazione sessuale)...


Anche questo minimizzare è una mancanza di rispetto...


4) La questione dell'articolo davanti la parola transessuale è molto semplice.
Se le persone transessuali transitano dal sesso biologico all'altro sesso indicarle usando il sesso di partenza e non quello di approdo ricorda loro che non sono davvero quello che vorrebbero essere ma quello da cui stanno cercando di allontanarsi...
Anche qui si tratta di una forma di rispetto.


Per lei invece è una dissertazione molto interessante, dissertazione cioè Ampia, approfondita, dotta trattazione di un argomento letterario o scientifico un modo molto sottile per minimizzare una questione che lei non ritiene importante. Ma non è detto che non lo sia solo perchè non lo è per lei (e torniamo alle sue opinioni e non all'informazione...)

Visto che lei dimostra di sapere usare i registri linguistici della lingua italiana in maniera molto efficace perchè non può soffermarsi per imparare dei termini che le risulteranno nuovi, ostici, ma non per questo sono inutili o secondari?
Anche questa è una mancanza di rispetto fatta con astuzia lessicale.


Infine c'è un'altra questione che sicuramente le apparirà come fumo negli occhi.
Il suo linguaggio sessista.

Il fatto cioè che lei usa il maschile e solo il maschile anche per indicare le persone di sesso femminile: quando ricorda il rispetto da usare con determinate categorie lei le elenca sempre e solo al maschile:
con gli omosessuali come con gli eterosessuali, con i bambini come con gli anziani, con i  bianchi come con i neri, dimenticando che ci sono anche le lesbiche  e le eterosessuali,  le bambine e le anziane, le bianche e le neri. 

Questo uso sessista della lingua - ci sono linee guida anche in questo ambito, questa volta redatte dalla comunità europea, per tacer del libro di Alma Sabatini Il sessimo della lingua italiana pubblicato dal Senato della nostra Repubblica (mi chiedo se reputerà non pertinente anche questo editore come l'Unar nel caso delle questioni Lgbt) - la induce in errore tanto da farle affermare che per lei non è necessario usare tutti i termini dell'acronimo lgbt in quanto basta usare i banali termini gay e omosessuale.

Gay  e omosessuale escludono per sessismo le donne (che in italiano si chiamano lesbiche) ed escludono le altre persone  non etero, come quelle bisex.

Qui non si tratta solo di mancanza di rispetto ma di omissione, di discriminazione.

Insomma da tutte le osservazioni piccate che lei fa nel suo articolo, nel quale continua artatamente a discriminare e offendere le persone lgbt mi sembra proprio che di queste linee guida dell'Unar ci sia maledettamente bisogno.

Delle due l'una.

O lei è del tutto deficiente  nel senso letterale del termine, persona che deficita di informazioni e va dunque evinta a un uso pertinente della lingua italiana per motivi di rispetto cioè di sostanza e non di forma come lei pretende;
oppure lei è un omofobo sfrontato che pretende di avere il diritto di continuare a discriminare e offendere le persone non eterosessuali con un uso furbetto e sottile della lingua italiana irridendo a questioni importante minimizzandole dall'alto della sua spocchia omonegativa.

In ogni caso l'Unar che è lo Stato italiano, mica un'associazione qualsiasi di gay, le dice che, in quanto giornalista e non privato cittadino,  deve iniziare a imparare a cambiare stile e metodo e rispettare finalmente lesbiche gay bisex e trans.

Se non le sta bene può sempre cambiare mestiere.


giovedì 12 dicembre 2013

Ma una stampa che non sa informare a che cosa serve? Sulla notizia dei matrimoni tra persone dello stesso sesso dichiarati incostituzionali in Australia

Dopo la smentita dei dati riportati da Corriere della sera e Sole24 ore fatta dal sottoscritto che ha dovuto scomodare l'Istituto Superiore della Sanità per verificare i dati e il trend sulla diffusione del virus Hiv nel nostro paese (ne parlo dettagliatamente su gaiaitalia) ecco un'altra notizia loffia per correggere la quale basta una piccola consultazione su internet per risalire alla notizia vera e non a quella distorta per grossolana superficialità, dalla stampa italiota.

Dunque succede che nella capitale Australiana Canberra - amministrativamente coincidente col territorio della capitale australiana (Australian Capital Territory)  lo scorso 7 novembre è stato approvato il Marriage Equality (Same Sex) Act 2013 che legalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel territorio della capitale australiana.
L'alta corte federale ha dichiarato nullo l'act perchè in contrasto con  il Marriage Amendment Bill del 2004 che stabilisce che il matrimonio è solo tra uomo e donna e che le unioni tra uomo e uomo e donna e donna (dice proprio così) non sono matrimonio. L'emendamento vieta anche di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all'estero.

In Australia solamente nel territorio della Capitale Australiana è previsto un riconoscimento legale delle coppie di fatto (unioni civili) in tutti gli altri Stati e territori c'è un riconoscimento di fatto dovuto a una serie di emendamenti fatti dal governo federale nel 1009 che ha cancellato una serie di discriminazioni amministrative alle coppie dello stesso sesso riconosciute a quelle di sesso diverso (o opposto come dice il linguaggio burocratico australiano) comprese le questioni sull'omogeniotorialità.

Il Marriage Amendement Bill del 2004 non può essere cancellato come quello equivalente della California statunitense perchè in Australia (a differenza degli USA e del Regno Unito) non c'è un Bill of Rights una dichiarazione dei diritti. La strada per smantellare questa legge discriminatoria può avvenire dunque dal versante dei rapporti tra singoli stati e legge federale australiana. one

Un articolo sul quotidiano online The Age spiega bene la situazione mentre basta cercare su wikipedia per scoprire la vastità dell'argomento che non può essere compreso se si ignorano i complessi legami tra leggi dei singoli Stati (e territori che sono amministrativamente un'altra cosa) e leggi federali.

Certo bisogna conoscere l'inglese e avere tempo per leggere e farsi una opinione.

Di fatto dunque la legge federale già dal 2004 dichiara incostituzionali i matrimoni tra persone dello stesso sesso e ha dichiarato nulla una legge locale che ne riconosceva la validità legale locale, perchè contrasta quella legge federale.



Come presentano la notizia i nostri giornali?

Cominciamo da Repubblica che ha i giornalisti più cialtroni e le gironaliste più cialtrone del pianeta.

titolo mendace e sommario contraddittorio di Repubblica

Un capolavoro di disinformazione e contraddizione.

Il titolo esprime il falso.
In Australia i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono già incostituzionali dal 2004 con l'emendamento (Marriage Amendment Bill) del 2004. Questa sentenza ha solamente dichiarato invalido il Marriage Equality (Same Sex) Act 2013 dl territorio di Canberra.

Il sommario scivola sui termini e parla di unioni civili  invece di matrimonio. Le unioni civili nel territorio di Canberra sono ancora in vigore, anzi sono l'unica parte d'Australia dove c'è una legge ad hoc come si legge sul sito governativo di ACT.

Non vi azzardate a difendere la cialtronaggine di chi scrive sul peggiore quotidiano d'Italia dicendo che i titoli e i sommari degli articoli non sono fatti dagli autori dei medesimi.

la falsa notizia è ripetuta pari pari all'izio dell'articolo che si apre così:

La Corte costituzionale australiana ha vietato, con un suo pronunciamento, i matrimoni gay nella nazione.
Falso, c'è già una legge, dal 2004.
La sentenza pochi giorni dopo la celebrazione dei primi matrimoni gay nella capitale federale, Canberra, dove il Parlamento aveva votato una legge che permetteva  il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Non corretto. La sentenza dell'Alta Corte ha dichiarato non valido la legge di ACT proprio in virtù dell'emendamento restrittivo del 2004.

L'articolo prosegue affermando il falso.
Il matrimonio in Australia è disciplinato dalla legge federale e non da quelle dei sei stati e dei due territori che compongono il paese. Per questo, la deliberazione dell'Alta Corte australiana, si applica all'intera nazione.
La deliberazione di cui si sta parlando ha solamente dichiarato invalida una legge locale perchè viola una legge federale già esistente.L'articolo invece insiste
"La legge sul matrimonio non è valida per la formazione o il riconoscimento dell'unione di coppie dello stesso sesso", ha affermato la Corte, che ha preso la decisione all'unanimità.
La corte in realtà si è semplicemente riferita a una legge già esistente  un emendamento che non parla di unioni di coppie ma di matrimonio.

Ridicola poi l'affermazione che
L'avvocato del governo federale aveva sostenuto che avere leggi sul matrimonio differenti nei vari stati e territori australiani creerebbe confusione.
Basta vedere la disquisizione tra diversi tipi di legge e diversi statuti legislativi negli stati e nei territori nel citato articolo del The Age per ridefinire il termine confusione.

Solo i due paragrafi successivi dell'articolo sono precisi:

L'Alta Corte ha stabilito all'unanimità che la legge di ACT non potrebbe funzionare in concomitanza con il Marriage Act federale, che è stato modificato nel 2004 per definire il matrimonio come quello esclusivamente tra un uomo e una donna.
 
"The Marriage Act non prevede la formazione o il riconoscimento del matrimonio tra coppie dello stesso sesso . Il Marriage Act prevede che un matrimonio può essere celebrato in Australia solo tra un uomo e una donna'', ha spiegato la Corte in una dichiarazione rilasciata dopo la sua decisione. "Questa legge è una dichiarazione completa ed esaustiva della legge sul matrimonio '' .

Repubblica è in buona compagnia. Molte altre testate riportano la notizia in maniera falsa e distorta.


Australia, l'Alta corte vieta i matrimoni gay: oggi il pronunciamento del Parlamento (tgcom)

Australia, l’Alta Corte vieta i matrimoni gay (corriere)

Australia, Alta Corte vieta matrimoni omosessuali (Internazionale)

Fanno tutte la scoperta dell'acqua calda visto che in Australia è così già dal 2004.

La sentenza dell'Alta Corte ha solamente dichiarata nulla una legge di uno dei territori della federazione perchè in contrasto con la legge federale.

E' chiaro che si cerca di fare leva sull'opinione pubblica italiana cazzo anche all'estero hanno detto che i matrimoni tra froci so incostituzionali.

Anche se è una notizia vecchia di 9 anni fa

Ma le notizie nel nostro paese sono solamente opinioni.

E l'opinione è che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non s'ha da fare.

Anche a costo di mentire o di omettere le informazioni (i diritti civili, il riconoscimento anche delle coppie omogenitoriali anche se con differenze tra stato e stato, cfr. wikipedia).






domenica 1 dicembre 2013

HIv e aids: i dati gonfiati della Stampa italiana

Per difendersi dagli articoli disinformativi e criminali sul contagio HIV e sui casi di aids conclamato niente di meglio che leggere i dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel suo Notiziario (Volume 26 - Numero 9 Supplemento 1 - 2013 ISSN 0394-9303).


La modalità di trasmissione viene attribuita secondo un ordine gerarchico, che risponde a criteri definiti a livello internazionale.
Ogni caso è classificato in un solo gruppo.
I soggetti che presentano più di una modalità di esposizione vengono classifi cati nel gruppo con rischio di trasmissione più elevato in ordine decrescente di rischio:

consumatori di sostanze per via iniettiva - Injecting Drug User (IDU),
Maschi che fanno Sesso con Maschi (MSM),
[persone] eterosessuali.

Dalla metà degli anni ’80 a oggi la distribuzione dei casi per modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento:

la proporzione di IDU è diminuita dal 76,2% nel 1985 al 5,3% nel 2012,
mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale.

(...) I casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono aumentati
dall’1,7% nel 1985 al 42,7% nel 2012

(...) i casi attribuibili a trasmissione tra MSM nello stesso periodo sono
aumentati dal 6,3% al 37,9%.
Ecco il primo bias, il primo pregiudizio.

Nonostante statisticamente i contagi per via eterosessuale sia numericamente più alti (42,7%) di quelli MSM   (37,9) gerarchicamente le pratiche sessuali SMS precedono quelle etero...

Che l'hiv sia il virus dei gay è un pregiudizio culturale duro a morire.

Questo non vuol dire purtroppo che negli ultimi 3 anni, tra il 2010 e il 2012,
Il numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV in MSM è cresciuto del 18,7% mentre è diminuito (...) [del 7%, ] [nei] maschi eterosessuali (...) e del [del 15,7% ] in femmine eterosessuali e in IDU del 20,9%.
Un po' di numeri assoluti.
La tabella 1 di questo post riporta il numero di persone sieropositive dal 2006 al 2012 e in cifra unica prima del 2006 (in diverse regioni d'Italia i dati sono stati raccolti in anni diversi e solamente dal 2007 tutte le regioni monitorizzano i dati).


tabella 1(la numerazione non è quella originale ma per questo post)
tratta dal  Notiziario (Volume 26 - Numero 9 Supplemento 1 - 2013 ISSN 0394-9303).

Nel  periodo 1985-2012,  sono  state  riportate  56.952  nuove  diagnosi  di  infezione  da  HIV.
Tanto per fare un confronto numerico nel 2012 in Italia secondo l'Istat ci sono stati 186.726 incidenti stradali con lesioni a persone.
I morti sono stati 3.653, i feriti 264.716.

Nel 2012 i nuovi casi di infezione da hiv sono stati 3.853. I morti per aids (cfr. tabella 2 di questo post) 45 (non è un refuso...).

I morti per aids dal 1987 al 2012 sono stati 41.939. 

Eppure il corriere della sera si permette di scrivere che
l’Italia nel 2012 ha conquistato un triste primato. Quello di Paese europeo con più morti: 1.700. E siccome la curva sale costantemente - nel 2001 i morti sono stati 1.400 - occorre chiedersi come mai?
Non so dove il Corsera abbia preso questi dati.

Per l'Istituto superiore della sanità i morti di aids nel 2001 sono stati 1026 (cfr. la tabella 2 di questo post)

tabella 2 (la numerazione non è quella originale ma per questo post)
tratta dal  Notiziario (Volume 26 - Numero 9 Supplemento 1 - 2013 ISSN 0394-9303)
Secondo l'ultima pubblicazione della citata Unaids gli unici dati riportati per l'Italia sono il numero di persone sieropositive  delle quali vengono indicati non i numeri certi ma quelli previsti calcolati secondo due fattori di sotto estimazione e sovra estimazione.

Le cifre indicate sono  rispettivamente di 84 000 nel 2001 e 120 000 nel 2012 (sottoestimazione)
e 110 000 nel 2001 e 140 000 nel 2012 (sovraestimazione).

Ora è vero che  dati dell'Istituto Superiore della Sanità 
relativamente  agli  ultimi  tre  anni,  sono  da  considerarsi provvisori perché soggetti a continui aggiornamenti (ad esempio, rilevazione e cancellazione di casi duplicati,
inclusione  di  nuove  informazioni  sui  casi  già  inviati,  ritardo  di  notifica,  ecc.).  Inoltre,  per  alcune  variabili  è stata rilevata un’elevata proporzione di dati mancanti, in particolare per: “data dell’ultimo test HIV negativo” (80,2%), “stadio clinico” (28,0%) e “carica virale” (27,6%).
Però, lo stesso, non si capisce su quali fonti si basino le previsioni dell'UNAIDS.

Per l'Istituto superiore della sanità  il numero di persone sieropositive in Italia nel 2012 è un terzo di quelle riportati per sovrastima dall'Unaids.

Corsera non è l'unico a dare dati FASULLI.

Anche il sole 24ore in un articolo datato 29 dicembre 2013


 scrive:
In Italia, l'Istituto Superiore di Sanità per il 2012 registra 3800 nuovi casi di persone infette.
per la precisone sono 3853
Complessivamente il numero di italiani sieropositivi tocca quasi i 140 mila.
E questo, come abbiamo visto, è il dato Unaids sovraestimato.
Secondo l'Istituto Superiore della sanità le persone sieropositive in Italia al 2012 sono   56.952
Con un pericoloso aumento dei casi fra i giovanissimi
NON secondo i dati dell'Istituto Superiore della Sanità dove la fascia di età 15 19 anni rappresenta lo 0,5% di tutti le persone cui è stata diagnosticata la sieropositività nel 2012.

19 casi in numero assoluto alla faccia del pericoloso aumento dei casi fra i giovanissimi.  


il picco di infezioni - il 36,1% dei casi totali – (...) torna a colpire dopo anni la fascia d'età 25-34 anni.
Questo dato è ripreso dal bollettino del'ISS che però parla di un altro trend:
Dal 1985, escludendo le persone di età inferiore ai 15 anni diagnosticate con HIV, si osserva un aumento costante dell’età mediana al momento della diagnosi di infezione da HIV, che è passata da 26 anni per i maschi e 24 anni per le femmine nel 1985 a, rispettivamente, 38 e 36 anni nel 2012 (...).
Nel 2012 la classe di età più rappresentata è stata quella 30-39 anni (33,0%).
Allora da dove emerge il dato riportato dal sole 24ore? Da un'altra tabella del bollettino ISS
La Figura 2 mostra la distribuzione dei casi delle nuove diagnosi di infezione da HIV in adulti per classi di età decennali nel 2012.
I neretti sono miei. Cambiando le fasce d'età in classi decennali
La classe di età più rappresentata è quella di 25-34 anni (36,1% dei casi totali).
Basta dare un'occhiata ai dati delle due diverse tabelle per scoprire che comunque in numero assoluto le persone infette da hiv vede una crescita con gli anni della fascia dì età più colpita...
 


 ...che non ha riscontro con quelle più basse...



Invece l'articolo del Sole 24 ore continua affermando che
Gli ultimi dati UNAIDS 2013 rilevano il drammatico primato italiano: l'Italia, con 1700 decessi l'anno, è il Paese europeo con il più alto numero di morti per AIDS, un trend in crescita se si considera che nel 2001 i casi erano 1400.
Non so davvero dove abbia preso il sole24 ore questi dati visto che nell'ultimo rapporto Unaids non c'è traccia di queste cifre.

Ci viene in aiuto il sito dell'Unaids dove vengono riportati per il 2012 e l'Italia non solo i dati presenti anche nel report ma anche altri dati.


Nel dettaglio i dati, di lettura non immediata per un difetto di impaginazione (non imputabile al browser) affermano che i dati sono estimates, cioè STIMATI, cioè estrapolati da altri dati per previsione e non dati certi.

Anche a tener fede  a questi dati stimati se in Italia ci sono da 110mila a 140mila persone sieropositive  e le donne variano da 11mila a 15 mila,  vuol dire che le donne sono approssimativamente il 10% del campione totale dato che non autorizza il Sole 24 ore a scrivere che
Cresce anche il numero di donne italiane sieropositive, 3000 nuovi casi dal 2001,
un dato spalmato in 12 anni che fa meno di 300 nuovi casi all'anno ...
un trend negativo che colloca l'Italia dietro ad altri Paesi europei come Francia e Spagna nei quali, sebbene il numero delle donne infette sia più alto, si muore meno.
ma allora è il numero di donne infette a crescere o il numero di donne morte?

Ah saperlo.

La fonte che L'Unadis esibisce come base per le sue estrapolazioni non è il report annuale dell'Istituto Superiore della Sanità ma la  Relazione  al  Parlamento  sullo  stato  di  attuazione  delle  strategie  attivate  per  fronteggiare l’infezione da HIV nell’anno 2010

In questo documento (dove si presentano stime e si sostengono protocolli da attuare cioè, in sostanza, finanziamenti da chiedere)  non vengono forniti dati ma tendenze statistiche e ipotesi probabilistiche (si afferma che circa un quarto delle persone sieropositive non sa di esserlo) senza che si spieghi (anche se si afferma di seguirne uno) il meccanismo matematico con cui si è arrivati a questi dati...

Nel rapporto a pag. 39 si legge (i neretti sono miei):
Le caratteristiche di coloro che oggi si infettano con l’HIV sono completamente diverse da quelle di coloro che si infettavano dieci o venti anni fa: non si tratta più di persone giovani e prevalentemente tossicodipendenti,  ma  di  adulti  maturi  che  si  infettano  attraverso  i  rapporti  sessuali. 

Tra  questi  la maggior parte delle donne acquisisce l’infezione da un partner che sapeva di essere HIV-positivo.

Negli anni è aumentata progressivamente la quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia, costituendo quindi, a loro insaputa, una possibile fonte di diffusione del virus.
Questo dato vine estrapolato da alcuni dati sierologici dai quali si risale alla durata dell'infezione.
In base a queste estrapolazioni
 (i neretti sono miei)
Si stima che circa un quarto dei soggetti HIV-positivi in Italia non sappia di essere infetto
dunque se il numero di sieropositivi accertati è di circa 60mila si arriva a circa 80-90mila persone sieropositive ben lontane dai dati dichiarati dall'Unaids..
e più della metà  dei  soggetti  con  AIDS  ignori  la  propria  sieropositività  al  momento  della  diagnosi  di  AIDS,
cioè che circa la metà di persone in Aids conclamato  ha appreso la sieropositività di cui l'Aids conclamato è il sintomo ultimo di una sieropositività antica al momento della diagnosi di Aids conclamato.
E' facile capire come da questi dati si possano stimare cifre sensibilmente diverse in base ai parametri con cui si stabilisce la percentuale di rischio in diverse categorie demoscopiche.

Però Corsera e Sole 24ore si sono guardati bene dal presentare questi dati come STIME...


Rimane un mistero da dove sia stato estrapolato il dato di 1700 decessi per aids nel 2012 visto che il rapporto del Ministero della Salute è datato 2010.

Tutto questo allarmismo non sostiene davvero la lotta alla diffusione dell'hiv (e dele altre Malattie Sessualmente Trasmissibili) i cui due strumenti primari dono il test hiv e l'uso del profilattico SEMPRE, anche per il sesso orale anche se la fellatio la si riceve e non la si pratica.

Sull'hiv riporto il riassunto dell'ultimo report dell'ISS con il quale abbiamo cominicato






Dal 2010 i dati sulla sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sono disponibili per tutte le regioni italiane.
Nel periodo 1985-2012, sono state riportate 56.952 nuove diagnosi di infezione da HIV.

L’incidenza delle nuove diagnosi ha visto un picco di segnalazioni nel 1987, per poi diminuire fino al 1998 e stabilizzarsi successivamente.

Nel 2012 sono state segnalate 3.853 nuove diagnosi pari a una incidenza di 6,5 nuovi casi per 100.000 residenti.

Negli anni si osserva un aumento dell’età mediana alla diagnosi, nonché un cambiamento delle modalità di trasmissione: diminuisce la proporzione di tossicodipendenti ma aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale.

Nel 2012 sono stati segnalati al COA 715 casi di AIDS diagnosticati nel 2012, e 291 casi diagnosticati negli anni precedenti.
Ala faccia dei dati ben più allarmistici riportati dalla nostra Stampa.


 



sabato 30 novembre 2013

Civati, Cuperlo e Renzi. Il PD pensiero sulle tematiche lgbt

Ieri sera dallo stesso palco dove va in onda X Factor si sono confrontati i tre candidati per le primarie del Pd Civati, Cuperlo e Renzi.

Tra i vari temi trattati anche quello delle famiglie allargate espressione impropria con la quale ci si riferisce ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, definiti matrimoni egualitari, all'affido e adozione da parte di persone o coppie dello stesso sesso.


Si tratta di famiglie e basta, non famiglie allargate che è una famiglia che comprende anche altri gradi  di parentela al di là delle figure genitoriali e della prole.




Gianluca Semprini il giornalista che conduce il confronto dalla pelata mussoliniana (e dai commenti non proprio di sinistra che fa durante l'intervento dei tre candidati alle primarie) pone la domanda parlando di unioni per le coppie gay con tutto il portato di ambiguità dell'espressione che significa coppia di persone omosessuali un portato discriminatorio e improprio perchè non tutte le persone di una coppia dello stesso sesso sono necessariamente omosessuali (possono anche essere bisessuali o prevalentemente etero...) per cui bisognerebbe dire casomai coppie omosessuali (=dello stesso sesso).
E' interessante vedere quali sono le risposte date dai tre candidati alle primarie, analizzandone lessico e considerazioni.



Civati li chiama matrimoni ugualitari e parla di totale uguaglianza - come se già non lo fossimo cittadini e cittadine uguali ma discriminat* - e ribadisce il termine matrimoni ugualitari che preferisce ad altre parole, altre definizioni, come civil partnership o unioni alla tedesca che dice non si capsice bene cosa sono, come fossero modi diversi di riferirsi allo stesso istituto giuridico e non cose completamente diverse tra di loro.

matrimonio ugualitario: aprire il matrimonio, l'unico, quello già esistenze, anche alle copie dello stesso sesso.
civil partnership e unioni alla tedesca istituti giuridici creati ad hoc esclusivamente per coppie dello stesso sesso (identificate come omosessuali, gay  e lesbiche, tertium non datur).

si riferisce all'articolo 3 della costituzione e parla di diritti, cittadinanza e cultura, poi si riferisce alle leggi di alcuni altri Paesi del mondo che trattano quelle unioni come se fossero quelle fra eterosessuali.

Civati pensa dunque alle civil partnership e le equipara al matrimonio egualitario che non è dunque formalmente lo stesso matrimonio aperto anche alle copie dello stesso sesso ma una cosa diversa equiparata al matrimonio vero che rimane per vocazione squisitamente etero.
Nomen omen.
D'altronde se invece di parlare di matrimoni anche per le coppie dello stesso sesso si parla di matrimoni egualitari non si può poi lamentare che i nostri politici facciano confusione.

Cuperlo si smarca subito da bravo cattolico e distingue tra parole e persone.
Una sottigliezza semantica che ti discrimina ma pretende che tu ringrazi.

Cuperlo parla di estendere i diritti, non di riconoscere i diritti mancati. Poi cita le parole di Jefferson, uno dei presidenti degli Stati Uniti, dette molti anni fa (204 per la precisione), chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio.
Jefferson
sostenne l'egualitarismo formale e legale di tutti gli esseri umani ma non si pronunciò mai contro la schiavitù.
Un riferimento politico che calza a pennello a Cuperlo e ai Pavidi Democristi del PD.
Cuperlo parla di diritti civili sui quali il nostro Paese deve fare molti passi avanti e poi si limita a citare i diritti e i doveri e le responsabilità  (ma che cattolico di merda) delle coppie gay senza entrare nel merito. Si ferma invece sulla questione adozione e affido che definisce questione complessa e delicata e si smarca preferendo partire dai figli che vivono già in quelle famiglie. Parla di questi bambini che vederli ti tocca il cuore e poi ribadisce la necessità di modificare la legge 40 e poi, a tempo scaduto accenna alla legge contro l'omofobia e a quella contro il femmincidio, secondo le direttive del documento politico del quale ho già avuto modo di parlare.

Poi parla quel fascistone di Renzi (quello nella corrente politica del quale per esempio si presenta Cristiana Alicata, purtroppo per lei)  che rivendica con orgoglio la propria timidezza su questi temi criticando le certezze altrui che poi non avrebbero certezza politica in parlamento secondo un realismo maggiore di quello del re per cui se hai bisogno di 80 non chiedi 100 ma 20 perchè tanto di più non ti danno (basta pensare alla proposta sciagurata dello scorso anno, trasversale e non solo interna al pd di chi proponeva per l'Italia la civil parternship segregazionista che tanto il matrimonio non ce lo daranno mai).

Poi Renzi dice cosa vuole fare lui. Civil Parnership alla tedesca perchè impantanarsi in una discussione sul matrimonio non porterebbe a nulla.
Poi cita  la legge Scalfarotto sull'omofobia.
Renzi ricorda che anche Scalfarotto è candidato nelle sue liste a Foggia (Scalfarotto + Alicata, ricordate questi nomi).
E poi ricorda la stepchild adoption un argomento non da poco che riguarda tutte quelle coppie  dello stesso sesso il cui partner della madre biologica non ha nessun diritto legale su quell'infante.
Un elemento importante sfuggito a osservatori attenti come Elfobruno che nel suo Blog non ne parla.

Civati, nella replica, ribadisce che la sua unica certezza è la laicità dello Stato e ci pare cosa buona e giusta, e ricorda a Renzi che in parlamento c'è la maggioranza per votare una legge sul matrimonio egualitario una proposta di legge presentata da Scalfarotto.

Di Elfobruno non possiamo non condividere le conclusioni del suo post che facciamo nostre:

Insomma, sarebbe scontato votare Civati alle prossime primarie. Se solo questi fosse in un partito di cui ci si può fidare. Particolare, quest’ultimo, non trascurabile. Non se sei un gay, una lesbica, una persona bisex o trans nell’Italia di oggi.