lunedì 17 dicembre 2012

Lettera aperta a Paolo Gambi autore del post Se volete attaccare il Papa leggete almeno quello che scrive


Ho letto il suo post, Se volete attaccare il Papa leggete almeno quello che scrive. Chi le scrive ha notato e denunciato, nel suo piccolo, le stesse semplificazioni e distorsioni che nota anche lei.
Lei si chiede cosa c'è dietro a giornalisti e commentatori che stravolgono le parole del Papa, incapacità o malafede? O magari entrambe?
E cerca di risolvere tutto con un sentimento anticattolico che pur di andare contro il papa crea delle menzogne.

Mi permetta di dire che anche il suo articolo è scritto in malafede.

Perchè lei, pur non riportando menzogne, compie un atto di omissione sul punto centrale e più pericoloso del messaggio del papa.

Perchè il papa, nel ribadire alcuni principi della morale cattolica, afferma che 
Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa.

Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità.

L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa.
Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Quali sono i principi cui si riferisce?


Riassumendo brutalmente no all'aborto no all'eutanasia no all'equiparazione fra matrimonio e non meglio specificate forme radicalmente diverse di unione.

Io sono un democratico vero. E non ho nulla da eccepire su questi principi anche se non li condivido.

Io non pretendo che le mie idee siano migliori di quelle del papa però affermo il diritto di poterle sostenere e di poter agire secondo coscienza .

Invece il papa dice chiaramente che visto che il no all'aborto, il no all'eutanasia e la non equiparabilità del matrimonio a forme radicalmente diverse di unione sono idee di tutta l'umanità, dovrebbero quindi essere anche le mie.

E se io non le ho sono tra quelli che questi principi li nega e dunque il mio pensiero costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Dunque anche le donne che abortiscono  sono contro la vita e il loro agire  costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

E visto che biologicamente solo le donne possono abortire reputo anche in malafede il suo meravigliarsi che la stampa abbia tirato in ballo le donne che secondo lei il papa nel suo messaggio non nomina.
E' vero, ma il papa non nomina nemmeno le persone omosessuali eppure lei non ha avuto problemi a identificare la natura di queste forme radicalmente diverse di unione, con le unioni omosessuali.
Evidentemente la stampa ha fatto altrettanto con le donne, ha reso esplicito quel che nel messaggio del papa è implicito.

Però lei ha senz'altro ragione nel lamentarsi della semplificazione con cui la stampa ha riportato il messaggio del papa facendo credere che il papa abbia attaccato il matrimonio tra persone dello stesso sesso (che lei razzisticamente definisce matrimonio fra gay).
Il portato totalitarista del messaggio del papa è di molto più ampio respiro e costituisce un incidente diplomatico che non ha precedenti.

Visto infatti che la Spagna, il Belgio e l'Olanda hanno equiparato il matrimonio a forme radicalmente diverse di unione e lo stesso si accingono a fare Francia e Inghilterra (per tacere degli Stati Uniti e del lor rieletto presidente Ombama e di tutti gli altri stati in cui questa equiparazione è stata fatta che per brevità non cito)  il papa sta dicendo che questi stati costituiscono
un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Lei che si riconosce evidentemente nelle idee del papa non ci trova niente di male, ma per tutte le persone che sono di altro avviso questa accusa infame è da rispedire al mittente. Così come la pretesa, davvero onnipotente, che i principi morali della chiesa debbano essere di tutti e tutte.

La chiesa continua a imporsi al mondo. Prima lo faceva coi roghi e i processi del tribunale dell'inquisizione oggi che non può più uccidere chi, come Giordano Bruno, la pensava in maniera diversa, si limita a dire che quelli come Giordano Bruno costituiscono un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Lei si rammarica se nei confronti del cattolicesimo ci sia un pregiudizio radicato che fa apparire la chiesa come un inaccettabile e tetro covo di nefandezze.
A me sembra che di nefandezze la chiesa continui a compiere come ha sempre fatto, oggi affermando totalitaristicamente che chi non la pensa come lei è contro la pace e contro l'umanità.

E poi lei si meraviglia dell'odio che molte e molti provano per la chiesa?

The Feast of Stephened (Usa, 2009) di James Franco




Il cortometraggio, del 2009, si chiama The Feast of Stephened ed è stato scritto e diretto da James Franco.

Sì, quel James Franco.


The Feast of Stephened  è dedicato a Kenneth Anger, il regista americano,  e a Anthony Hecht, un poeta americano a una poesia omonima del quale, del 1990, il corto si è ispirato



La poesia di Hecht racconta del desiderio dei giovani ragazzi che nasce dall'esplorazione di corpi simili e si stempera nella lussuria dissimulata che spesso esplode nel bullismo e nella violenza di tutti contro uno.

Di seguito una mia modestissima traduzione della poesiaquella originale la potete leggere cliccando qui


I giochi agili e veloci dello spogliatoio,
Bagnati col vapore delle mattonelle incastonate delle docce,
Con la miscela senza vergogna di zibetto, muschio e sudore,
Forte con lo schiocco di colpi di pistola giocattolo degli                          

                                                        [asciugamai bagnati
Sotto le gabbie in acciaio scanalato di nude lampadine,
In qualche intricata disposione di spessi tubi interrati
e realtà da bidello
I ragazzi per la prima volta si adocchiano apertamente l'un l'altro
ispezionano il corpo l'uno dell'altro a distanza ravvicinata
e quel che vedono non è poi così tanto qualcosa d'altro
che una strana, possibile versione di se stessi,  
e tutta quella danza di boxe simulata, vita surrenale,
tesa, giubilante tenerezza non è che un vago,
impegnato balletto senza scopo di amor proprio.

II
Se il cuore ha le sue ragioni, forse il corpo
ha il suo appesantito  genere di spirito carnale,  
avvertito nei lividi formicolii di collisione,
E noto ai capitani come spirito di corpo.
Che cosa è questa vivace fraternità del momento giusto,
pivotare o innalzarsi in un lungo arco, o privi di direzione
Mens sana in men’s sauna, nel rigoglio
Di buona salute e servizi igienici, gioia privata ​​e corporale,
Questi contraccolpi veloci, pliée e genuflessioni
Prima del salto del salmone, della fontana saltellante
Tutta rivestita di luce scintillante, flessa e vigile?
Dalla vasta camera-eco della palestra,
Tra le grida incespicate e lo stridio dei fischi,
Il suono ribalzante come un pallone di pallacanestro di una frusta di

cuoio.


III
Pensa a quei posti aridi dove gli uomini si riuniscono
Per agire nel nome terribile della rettitudine,
Della vergogna brufolosa, dell'orgoglio punk, muscoli o prato,
la sotilte superiorità del bullo.
Pensate al comandante della divisone tempesta
Che ama Beethoven e colleziona Degas,
O ai ragazzi biondi in jeans gli occhi socchiusi dei quali
Sono attirati da una lussuria dura e repressa,
Che riposa su una studiata mimica di disinvoltura,
lanciando i mozziconi accesi tra le erbacce
pettinandosi i capelli nello specchio delle finestre rotte
Di un magazzino abbandonato dove tengono
in oscurata prontezza per la loro necessità
La corda, le catene, manette e benzina.

IV

Fuori nel calore increspato del campo di un vicino,
Nei kilowatt di mezzogiorno, hanno messo qualcuno all'angolo.
Gli insetti stanno saltando, e i giovani robusti
si spogliano sino alla cintola per lavoro caldo da fare
Vanno a armarsi al muro a secco,
Dopo aver buttato giù le loro vesti bagnate e salate
Ai piedi di un giovane uomo, il cui nome è Saul.
Lui guarda acutamente queste superbamente abbronzate
Figure col petto e le spalle da nuotatore,
le cosce di un corridore, dalla loro grazia auto-cosciente,
E tra i lro copri eleganti e convergenti,
Brillantemente oliati e baciati dal sole,
lui coglie un breve scorcio di capelli insanguinato
E ascolta una preghiera incomprensibile.

Certo la poesia sembra parlare del comportamento dei giovani negli anni 50 quando l'omoerotismo non era ancora uscito allo scoperto, non aveva una visibilità, figuriamoci una sua legittimità, e tutto rimaneva nel chiuso degli spogliatoi, o dei bagni pubblici.

Non a caso Anger cui il corto è edicato faceva film tra la fine degli anni 40 e la ine degli anni 60...

Nel 1990 l'omoerotismo era già visibile e degno di essere rappresentato.


Se una volta parlare del desiderio sessuale di un adolescente per altri adolescenti del suo stesso sesso, serviva dare visibilità all'amore che non osa dire il suo nome credo che oggi dovremmo avere superato questa fase e quindi oltre a parlare dell'estetica dell'attrazione dovremmo parlare anche dell'etica, della romantica e della politica dell'omoerotismo.

Se il corto avesse mostrato la stessa situazione nel versante etero dove lui vede le donne nude avremmo accusato Franco di essere un novello Tinto Brass.

Se invece avesse mostrato una ragazza che vede i ragazzi nudi la cosa sarebbe stata meno ovvia ma lo stesso la avremmo percepita superficiale, buffa, una scusa di spogliare i ragazzi.

Capisco che c'è ancora bisogno di legittimare l'omoerotismo ma questa strada, quella di mostrare il desiderio carnale,  la trovo vecchia, antica, à la Isherwood e Auden che erano giovani negli anni 30 del secolo scorso...

Non si tratta solo di una questione retrò.

Anche se può essere una fantasia sessuale quella di venire molestati da quattro o cinque ragazzi che ti scopano a turno, questa fantasia ce la teniamo per noi, oppure la usiamo come trama di un film porno.

Trovo davvero imbarazzante e indecente che un ragazzo colpito da bullismo omofobico anche mentre viene picchiato continua a immaginarsi gli aggressori nudi che se lo inculano, con tanto di dettaglio penetrativo del pube di uno degli aggressori sul culo della vittima.

Lo trovo non solo oltraggioso per tutti quei ragazzi picchiati stuprati o uccisi dai bulli che odiano i diversi lo trovo anche deleterio e sminuente perché lascia intendere, o, meglio, si espone all'equivoco, che il gay è un sadico che le botte se le cerca proprio come gli piace il cazzo in culo che, si sa, non solo è innatuale ma anche doloroso.

Insomma se ti immagini che ti scopano mentre ti menano e ti umiliano vuol dire che quelle botte e quelle umiliazioni non sono così terribili per te.

Trovo davvero agghiacciante il suo sguardo sorridente in camera con la faccia sporca di merda (di cane) perchè si rifà a un ragionamento di prepotenza nemmeno troppo celatamente fascista.

Credevano di averlo umiliato e invece a lui è piaciuta. Li ha fregati, glielo ha messo simbolicamente in quel posto.


ben diversamente dalla poesia dove si attesta un desiderio omoerotico strisciante in tutti che solo in alcuni si concretizza e negli altri si traduce in bullismo nel corto di Franco mi sembra che sia netta la separazione tra il frocio che mentre viene menato desidera tanto essere scopato, inculato, e quei maschi etero che si indignano di una aggressione sessuale di chi li sta letteralmente spogliando ocn gli occhi.

Il corto ha vinto il teddy alla berlinale del 2010 come migliore cortometraggio segno che a vincere è l'estetizzazione dell'omoerotismo e che un film e un film non ha nulla a che vedere con la realtà.

Ditelo a tutte le persone aggredite ferite umiliate stuprate e uccise da questi maschi di merda, maschi come Franco che crede di essere gay friendly ma poi si immagina che un frocio anche quando lo pistano è goloso di cazzo e non gli basta mai. Evidentemente è quello che Franco pensa delle donne, ed è felice che a saziarle di cazzo sia lui.