lunedì 31 dicembre 2012

Le conseguenze delle scelte editoriali del sito gay.it? Sono tutte nel forum!


Quante volte ho scritto su questo blog che per il taglio, per i contenuti, per il modo di ragionare, il sito gay.it non fa certo una azione di liberazione delle persone tutte dagli stereotipi e i pregiudizi che inquinano la sessualità tutta quella omo-erotica in particolare? Chi mi legge (ma chi mi legge?) lo sa, innumerevoli.

Oggi voglio proporvi una discussione postata nel forum annesso al sito nel quale alla domanda di un quindicenne ognuno sciorina dall'alto della sua incompetenza giudizi sommari e normativi, ridicoli e censurabili.

Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: È etero?
 Messaggio Inviato: sab ott 20, 2012 7:25 pm 
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Iscritto il: sab ott 20, 2012 7:06 pm
Messaggi: 1
Ciao ragazzi, sono in un dubbio atroce.
Allora premetto che ho 15 anni e che l'anno scorso ho detto al mio miglior amico di essere gay, lui l'ha presa bene e fra noi non è cambiato nulla. Qualche settimana dopo però mi ha cominciato a dire che aveva dei dubbi e che forse era bisex, nel senso che gli piacevano le ragazze ma aveva anche un'attrazione solo sessuale reso i ragazzi.
Così mi propose di fare "qualcosa" noi due per vedere se gli sarebbe piaciuto o no. Abbiamo programma una pompa reciproca e fino al giorno per cui avevamo fissato la cosa eravamo entrambi eccitatissimi.
Quel giorno ci siamo visti ed ho cominciato io (era la prima), ma poi quando toccava a lui farmela ha iniziato a dire che non se la sentiva e che non ce la faceva.
Comunque, a lui è piaciuta molto quella che gli ho fatto.
qualche giorno dopo ha avuto un rapporto (serio) da attivo con un altro ragazzo, e dato che gli è piaciuto mi ha detto di essersi convinto di essere bisex.
Poi però c'è stata l'estate e ci siamo sentiti poco e poco tempo fa mi ha detto di essersi ricreduto e che è completamente etero.
Ora, secondo voi lo è o non vuole ammettere a se stesso la sua bisessualità?
A me comunque lui non piace affatto, però con lui si pensava di diventare tipo trombamici, ma ora lui non vuole più.
Questo il quesito, da donna Letizia se non fosse per il contesto sessuale.

Da notare che se questo messaggio è vero e il ragazzo in questione ha davvero 15 anni è già stato educato a catalogare il sesso in una graduatoria penetrativa, dove la pompa è meno seria del rapporto penetrativo e dove i ruoli sessuali attivo passivo sono ancora un facile modo per classificare e discriminare comportamenti persone e preferenze individuali.

Notate anche quel A me comunque lui non piace affatto, però con lui si pensava di diventare tipo trombamici dove se la lingua italiana ha ancora un senso il fatto che no gli piaccia non si riferisce all'attrazione fisica ma a tutto il resto. Se è vero che al definizione di trombamico è propri quella di un partner sessuale ricorrente col quale non c'è coinvolgimento emotivo.

E veniamo alle risposte che offrono una vista desolante sulla grettezza intellettuale di alcuni frequentatori di questo forum che hanno risposto al ragazzo.


 Oggetto del messaggio: Re: È etero?
 Messaggio Inviato: sab ott 20, 2012 8:04 pm 
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Iscritto il: mar giu 19, 2012 1:44 am
Messaggi: 1803
non so che è lui.

ci sono persone che da adulte da etero passano a essere gay o viceversa.

potrebbe darsi che voleva fare un po' di esperimenti o che prima era bisex e ora è etero. :P


A stare a sentire Marco77 ha ragione Nicolosi, si può essre bisex e poi essere etero, dunque dall'omosessualità o dalla bisessualità si può recedere...

Di gay che da adulti sono passati all'eterosessualità non ne ho mai conosciuti...

Forse quello che Marco intende dire qui è il comportamento sessuale non certo l'orientamento... Allora le sue affermazioni acquistano un minimo di significato... altrimenti così...


 Oggetto del messaggio: Re: È etero?
 Messaggio Inviato: ven ott 26, 2012 9:42 pm 
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Iscritto il: sab mar 05, 2011 4:36 pm
Messaggi: 293
15 anni....

Sei poco più di un bambino e già pretendi di conoscerti e conoscere il tuo "trombamico" (termine che appena 7-8 anni fa non esisteva assolutamente).... :shock:

Lo sapevi che all' età tua potrebbe essere una cosa passeggera?? Sapevi che le pulsioni omosex possono anche svanire con il passare degli anni e man mano che ci si avvicina all' età adulta?? Sapevi che non puoi dirti gay per tutta la vita se prima non hai compiuto almeno 20 anni??

Ma io mi domando continuamente perchè le nuove generazioni di adolescenti avete tutta questa fretta nevrotica di crescere prima del tempo, di capire chi siete e cosa volete dalla vita, di essere maturi?? Siete appena nati, avete ancora la bocca sporca di latte e già pretendete di sentirvi definitivamente da una parte o dall' altra.

Ah, maledetti questi tempi moderni!! :cry:

Invece di pensare a tutte queste cretinate fai una cosa a mio parere assai più saggia ed intelligente: ASPETTARE!!

Aspetta qualche anno ancora, aspetta di arrivare almeno ai 20 anni così che nel frattempo tu possa crescere e maturare veramente, aspetta qualche anno ancora in modo tale che sia la tua maturità mentale da persona adulta e non l' emotività adolescenziale a farti capire da che parte stai veramente e definitivamente, pensa che ci sono tantissime persone che potrebbero farti da padre per l' età che hanno e ancora non hanno ben chiara dentro di loro la vera identità!

E' sconcertante in questo commentatore il paternalismo, insopportabile e ricevibile,che gli fa dire che il ragazzo di 15 anni Sei poco più di un bambino e già pretendi di conoscerti.

Alzate la mano quanti di voi sapevano in età pre puberale quale tra i due sessi lo incuriosiva di più. Io già avevo le idee chiare all'asilo. In ogni caso non ho la pretesa di dire che debba essere per tutti così ma sicuramente può esserlo.

La voglia di imporre quello che probabilmente è stato il suo percorso a tutti per rispecchiare una sola normalità uguale per tutti - pensa che rottura - fa dire al nostro paternalista una serie di luoghi comuni che nemmeno Freud...

Lo sapevi che all'età tua potrebbe essere una cosa passeggera??

Anche l'eterosessualità può essere una cosa passeggera?
Altrimenti questa è una affermazione discriminatoria di chi non considera l'omosessualità o la bisessualità come orientamenti sessuali di default come quello etero.

Sapevi che le pulsioni omosex possono anche svanire con il passare degli anni e man mano che ci si avvicina all'età adulta?? 
Questo è quello che diceva Freud e tutta la retorica contemporanea degli psicologi à la Nicolosi, l'omosessualità come fase di passaggio verso l'eterosessualità.

Percorso spontaneo o imposto dalla società e da quelli come il nostro paternalista che impongono agli altri come essere e a che età esserlo?
Sapevi che non puoi dirti gay per tutta la vita se prima non hai compiuto almeno 20 anni??
Peccato che l'imbecillità di questo paternalista  non sia passeggera...

Che il nostro paternalista abbia lui dei problemi lo si capisce non solo dalla chiusa della sua risposta al ragazzo di 15 anni

Aspetta (...) di arrivare almeno ai 20 anni (...) in modo tale che sia la tua maturità mentale da persona adulta e non l' emotività adolescenziale a farti capire da che parte stai veramente e definitivamente, pensa che ci sono tantissime persone che potrebbero farti da padre per l' età che hanno e ancora non hanno ben chiara dentro di loro la vera identità!
Non si capisce come l'età possa cambiare il dato di fatto: se sono gay sono gay se sono etero son etero con tutte le gradazioni possibili fra questi due stremi della scala.

Nemmeno il paternalista palra di scelta, ma di capire cosa si è. Allora perché consigliare di attardarsi fino a 20 anni e non cercre di capirlo appena si può?

Lo si capisce anche da una risposta che il paternalista dà a un altro commentatore che prima gli fa notare fin troppo carinamente il suo paternalismo  (peppone: non te li ricordi più i tuoi 15 anni perchè sono passati secoli ?) e poi, scoprendo che il paternalista ha solo 30 anni rispondendogli come si deve: io ho 44 anni e a me sembra che i 15enni di oggi fanno quel che io avrei voluto fare alla loro età e non ci trovo nulla di male.

E meno male!

Il paternalista invece persevera, confermando, come dice, i suoi problemi che vorrebbe fossero una caratteristica di tutti gli altri in modo da dare un senso alle sue di incertezze:

di sicuro c' è che io all' età loro certi ragionamenti e certi pensieri non li facevo nemmeno per il semplice fatto che non avevo ancora neanche la piena consapevolezza di che cosa fosse l' affettività (che stavo iniziando a scoprire proprio in quegli anni), figuriamoci poi la sessualità, mentre loro ne parlano come se già fossero uomini adulti e vissuti di 60 anni con tantissimi anni di esperienze....
Curiosa l'inversione della affettività che per lui è più facile della sessualità...

Il suo moralismo stantio e da ottantenne (con tutto rispetto per gli ottantenni) emerge quando usa parole davvero orribili
E' come se da dopo il 2000 si fosse verificata una specie di accelerazione temporale che ha portato alla pressochè totale cancellazione di quel passaggio che portava una volta verso la maturità, bellissimo ma allo stesso tempo tormentatissimo chiamato appunto adolescenza, bruciare tutto quel periodo della vita che và dai 13\14 anni fino ai 19\20, io ci vedo un qualcosa di spettrale, negativo in questo non so tu.
Se a 20 anni si è maturi a 40 cosa si è decrepiti?

Quel che il paternalista non capisce è che il giovane di 15 anni sta proprio seguendo quel percorso ceh da adolescente lo porterà a ragazzo e poi a giovane uomo molto prima della maturità  che si raggiunge verso i 40 (altrimenti alla faccia dell'adolescenza).

Altri problemi il nostro paternalista li dimostra quando, scoperta l'età del suo interlocutore, gli risponde:

vi ho sempre considerati più interessanti intelletualmente sia ai fini di esperienze di vita che come argomentazioni, anche se qualche stupidino nel mezzo c' è sempre, non ho quasi mai frequentato ragazzi della mia età...
Ed ecco spiegato il paternalismo con cui si rivolge a un ragazzo che ha a metà dei suoi anni...

Ed ecco il delirio fascista e per fortuna che questo paternalista non ha potere decisionale... Spero che non sia padre e che non lo diventi mai!
Però no, a 15 anni è ancora troppo presto per fare un ragionamento come quello del nostro giovanissimo amico del forum, il male c' è eccome, è ancora immaturo sotto tutti i punti di vista.

Capisco che viviamo in un' epoca nella quale ormai tutto è lecito e permesso ed ognuno si arroga il diritto di fare tutto quello che gli passa per testa (contrariamente a come succedeva ai miei e ancora di più tuoi tempi), ma questo però non significa autorizzare un bambino a fare sesso con un' altro bambino, secondo me a quest' età è immorale.
 Bambino, a 15 anni... E poi ci meravigliamo delle dichiarazioni di qualche prete misogino...

Ecco dimostrato come l'orientamento sessuale non ci accomuna certo l'uno a gli altri per il modo di vedere i l mondo ma solo per le discriminazioni. certo sapere di dovere lottare anche per questo catone del terzo millennio...

Un altro imbecille, anche più maschilista del paternalista, gli viene in soccorso e sciorina le sue verità


 Oggetto del messaggio: Re: È etero?
 Messaggio Inviato: sab ott 27, 2012 11:36 am 
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Iscritto il: sab gen 03, 2009 9:49 pm
Messaggi: 3939
Sono d'accordo con Peppone. L'adolescenza è una fase molto delicata e parlare già a 15 anni di "trombamico", parola orribile che designa la persona che ti serve solo a fare sesso compulsivo, e dalla quale fisicamente magari non sei nemmeno attratto, mi sembra davvero prematuro. Una persona che non è capace di innamorarsi già nell'adolescenza (con magari tutta la sofferenza rigeneratrice di un amore non corrisposto - ma anche no), cosa diventerà da adulto?

Io suggerirei a @prinoc, quindi, di non domandarsi a priori se l'amico sia etero, omo, bisex o cosa, per fare poi esperimenti di dubbia efficacia, come mi pare lui stesso abbia constatato, ma di innamorarsi. Perché col passare del tempo sarà sempre più difficile. Sia amare, che essere amati. Mentre per essere cinici si ha a disposizione tutta la vita.

_________________
Senza fallo, non c'è orgasmo.
Senza orgasmo, non c'è fallo.

soledamore@mail.com


Il nostro oltre a falleggiare con improbabili sloga del cazzo dimostra di non capire bene il significato del termine trombamico che per lui una parola orribile che designa la persona che ti serve solo a fare sesso compulsivo, e dalla quale fisicamente magari non sei nemmeno attratto.

Veramente il trombamico è uno col quale non vuoi farti una storia ma solo una sana scopata, e di solito scopiamo con chi ci piace... Sesso che si fa in due per cui se lui serve a te tu servi a lui...
Naturalmente se scopo con un trombamico faccio sesso compulsivo chissà nvece se vado a mignotte che sesso è...
Un adolescnete che fa sesso e non si innamora è prematuro.
Mi chiedo che adolescenza abbia passato anche il fallocrate visto che nel luogo comune l'adolescenza è l'età in cui, POTENDO scopi come un coniglio data la tempesta ormonale che ti sconvolge e che sentimenti si affinano se sei fortunato allo stesso momento oppure un po' dopo...

Insomma Cinquetti cantava non ho l'età nel 64!!!


Ora il consiglio che il fallocrate dà al ragazzo di 15 anni di non domandarsi a priori se l'amico sia etero, omo, bisex o cosa non è sbagliato ma viene dato per le ragioni sbagliate.

Infatti quando il fallocrate dice che col passare del tempo sarà sempre più difficile. Sia amare, che essere amati. Mentre per essere cinici si ha a disposizione tutta la vita. Sta evidentemente parlando della propria esperienza che non è detto debba essere per forza quella di tutti o tanto meno del 15enne.

Il 44enne savio non si fa spaventare nemmeno dal fallocrate e risponde

I bambini e gli adolescenti appartengono solo a se stessi e non ai genitori e non vanno autorizzati per fare sesso. Purtroppo la cultura cattolica sussuofoba fa questo e altro.

vogliamo tornare ai periodi in cui i genitori mettevano una cinghia metallica attorno ai genitali dei maschietti per evitare che si masturbassero ?
i bambini e gli adolescenti appartengono solo a se stessi e non ai genitori e non vanno autorizzati per fare sesso. Purtroppo la cultura cattolica sussuofoba fa questo e altro.

vogliamo tornare ai periodi in cui i genitori mettevano una cinghia metallica attorno ai genitali dei maschietti per evitare che si masturbassero ?
Ritorna in carica il paternalista che crede di fare chiarezza dicendo


Il vero problema non è il sesso in sè, qui non si tratta di una questione di cinture di castità, si tratta più semplicemente (si fa per dire) del fatto che un ragazzino di appena 15 anni va' già dicendo in giro di essere gay in un periodo della vita in cui si cambia ogni giorno: oggi si sente così e poi magari da domani inizieranno a piacergli le ragazze e poi di nuovo viceversa....
Tralascio il va apostrofato (che è la seconda persona dell'imperativo...) ma la normatività di questo 30enne mi fa davvero tremare i polsi.
Non va bene che un ragazzino vada n giro a dire di essere gay. Il sesso che fa con altri ragazzi non conta conta quello che si dice.

Insomma da adolescenti non si è né carne e né pesce quini non bisogna millantare quell che ancora non si è che che si sarà per sempre solo da maturi...

Di nuovo, o gay si diventa o lo si è e se lo si è lo si è a 15 come a 45 anni. Per il paternalista l'orientamento sessuale è un capriccio. Visto che a quell'età si  confusi non si può ancora dire se ti p capitata la disgrazia.

Squisito esempio di omofobia interiorizzata.
Questa è la vera questione che solo apparentemente sembra facile da definire e risolvere ma che è molto più intricata e complessa di quanto si può pensare: darsi delle definizioni così nette e coincise a quell' età è sbagliato perchè non puoi saperlo tra qualche anno da che parte sarai una volta e per sempre capisci?

Non è sbagliato sperimentare la sessualità no, perchè fà parte della vita, però e' vero anche che è ancora troppo prematuro oltre che sbagliato dichiararsi omosessuale, per questo io personalmente come ho già scritto vorrei che aspettasse qualche anno ancora e poi deciderà da solo cosa fare.
Io credo che il 15enne sia già in grado di decidere da solo fin d'ora mi caro paternalista Catone...

Il suo capolavoro però lo dà quando  risponde alla domanda di MArco77


 Oggetto del messaggio: Re: È etero?
 Messaggio Inviato: dom ott 28, 2012 12:07 pm 
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Iscritto il: sab mar 05, 2011 4:36 pm
Messaggi: 293
marco77 ha scritto:
e che problema ci sarebbe se in futuro cambia idea e dice di essere bisex o etero ? :roll:


Nessun problema, ma per ora è ancora troppo presto e un domani potrebbe anche pentirsene di avere detto una cosa del genere a tutti quanti, lo sai che potrebbe anche avere problemi in famiglia già così piccolo per un' affermazione del genere?

Se pensiamo a quanti 25\30 enni vengono trattati da appestati dalle famiglie o addirittura allontanati da casa per essersi dichiarati pensa a quello che potrebbe succedere a un ragazzino; ma tu ci pensi a tutte queste cose, alle conseguenze emotive e psicologiche alle quali andrebbe incontro? O pensi solo al puro e semplice godimento sessuale?

E se la famiglia non lo accetta che facciamo lo buttiamo nella monnezza?

Mah, mi sà tanto che ti ho valutato un pò precocemente, mi sà tanto che sei il classico gay che pensa solo ed esclusivamente a quello, tutto c***i in c**o e lavoro e poca, pochissima capacità di riflessione sui fatti della vita.

Ah, un' ultima considerazione: ricordati che la vita non è solo ed esclusivamente fatta di cazzi nel culo, ma di molto ma molto altro di molto ma molto più importante. ok?

Ciao e buona domenica.


 Naturalmente chi pesa che il sesso sia solo cazzi in culo è proprio lui il paternalista. la cui omofobia interiorizzata sconsiglia di far fare comig out in così tenera età perché se poi ti sei sbagliato e torni etero (a come deve gongolare Nicolosi) di sei beccato tutti il pubblico ludibrio che è meglio che te lo prendi solo se sei veramente gay non se sei confuso e cambi idea sul tuo orientamento sessuale come cambi le t-shirt o gusti musicali.
Ed ecco l'intervento tonitruante di un altro trombone censore e paraterrorista anche lui.


Buongiorno a tutti, sono un utente del forum anche se non scrivo praticamente mai. Ogni tanto lo leggo però.
Sono assolutamente d'accordo con Peppone, il quale sia nei discorsi che nel modo di esporli dimostra una raggiunta maturità e saggezza, cosa che per qualcuno (specialmente i meno propensi all'apprendimento) potrà forse apparire segno di decrepitezza. A 15, checchè se ne dica, è molto difficile riscontrare sufficiente discernimento e senso di responsabilità, a quell'età non si sa praticamente NULLA della vita.
Così parlo Zaratustra.
Anche se magari dentro di sè ci si sente più grandi di quanto sembri agli altri è inoppugnabile che l'esperienza di vita è quasi nulla ancora, per questo servono i genitori, per dare una direzione e correggere i passi dei figli, basandosi sull'esperienza maturata fino a quel momento. I genitori e la famiglia non sono quella specie di maledizione o di spietati aguzzini che si divertono a mettere le catene ai piedi di poveri figlioletti innocenti, come forse dev'essere sembrato a Marco77, la famiglia è e deve essere quel punto di riferimento e quel riparo morale a cui i figli ancora immaturi devono poter accedere, a prescindere dalle effimere mode etiche del momento.
Vuoi vedere che il papa che calza prada già prima di Twitter bazzicava la rete?
Caro Marco, il tuo dorato mondo i leggerezza cerebrale rischia un giorno di crollarti addosso con tutto il peso del piombo se non comincerai ad aprire le tue convinzioni alla sana verifica del dubbio.
Il bue dice cornuto all'asino
Non puoi convincere un adolescente di avere sempre ragione, così come non puoi dire allo stesso di ignorare la famiglia se questa ha leciti e comprensibili problemi ad accettare la EVENTUALE nonchè ancora ipotetica omosessualità del figlio.
Leciti e comprensibili?
Sì sì è proprio il Papa
Consiglio anch'io a Prinoc di attendere con serenità interiore e pazienza il naturale evolversi della propria natura psicologica, emotiva, sentimentale e sessuale, perchè a 15 anni si è ancora troppo piccoli per avere l'assoluta certezza su dove si consolideranno le proprie direzioni.
Consiglio anche la debita proprietà di linguaggio perchè una termine come "trombamico" non solo è surreale e contradditorio (o si è amanti o si è amici, le due cose non vanno troppo d'accordo) ma anche volgare.
Certo perché invece pompa è un termine da lessico dantesco...

Poi arriva il consiglio carino e  schietto di ...Raffaella Carrà.


Tutto può essere, comunque una sicura etichetta che gli si può applicare è "a volte fa sesso coi maschi". In ogni caso attieniti ai fatti: non lo vuole più, magari provaci ancora in futuro, non si sa mai che non ceda.
Detto questo, visto che a te sto ragazzo non piace affatto perchè non ti trovi un altro trombamico?


Poi qualcuno sembra rispondere per le rime a Peppone il paternalista, ma strada facendo diventa l'altra faccia della stessa medaglia.


Incommentabile Peppone_da_Siracusa, che addirittura parla dell'omosessualità come di una fase possibilmente passeggera, un orientamento a intermittenza, insomma. E poi tira fuori dal cilindro la soglia dei 20 anni come minima per poter dire con certezza quale sia il proprio orientamento sessuale. Mah.

Rispondo all'autore del topic. Il tuo amico si è fatto fare un pompino da un ragazzo e gli è piaciuto; pergiunta era una cosa programmata, quindi lui era perfettamente consapevole di quello che avrebbe fatto e aveva tutto il tempo per ripensarci ed eventualmente rifiutarsi. Invece se l'è fatto fare. Perché si è poi rifiutato di farlo a te? Forse perché l'hai fatto venire e gli è sparita la voglia!? Il tuo amico si è scopato un ragazzo e, di nuovo, gli è piaciuto, al punto da indurlo a riconsiderare il suo orientamento sessuale. Ma cosa ti serve di più per capire che sicuramente non è etero?
Ed ecco che casca l'asino. Se scopi con una persona del tuo stesso sesso anche in età adolescenziale non sei etero sei omosessuale marchiato\a a vita. E la bisessualità Risposta pronta! 
Al massimo è bisessuale, ma io di chi si dice bisessuale diffido sempre: devo ancora conoscerne uno vero. Secondo me il tuo amico è semplicemente gay e represso. Prova a capire il perché della sua repressione (che è indubbia, visto che ora si dice etero), e aiutalo a venirne fuori. 
Giova forse ricordare che la categroia del represso non potrebbe essere più patriarcale...

Da un delirio all'altro:

concordo pienamente con peppone, leggo continuamente di ragazzini che fanno o vogliono fare coming out in un' eta nella quale ancora non c'è niente di sicuro e di ragazzini che lo hanno fatto, poi ci hanno ripensato ma ormai è troppo tardi e soffrono perchè si sentono messi alla berlina da tutti e vanno dallo psisicologo a 15 anni!
Vai dallo psicologo non perché ti mettono alla berlina  ma perchéè ti metto alla berlina anche se non sei gay!!! L'omofobia vale solo per chi è gay davvero. Come infatti solo le puttane possono offendersi quando qualcuno dà della mignotta a una donna...


Quest'ultimo commento  di oggi...

In tutti questi mesi nessun moderatore è intervenuto almeno per censurare chi ritiene legittime le reazioni omofobiche dei familiari di un gay.

Tanto a gay.it mica interessa liberare la comunità gbt basta che se ne parli...

domenica 30 dicembre 2012

è nato elementidicriticaReloaded!

Ricordate Diabolik R?

Ecco, da oggi esiste anche elmentidicriticaRelaoded, su piattaforma blog.com

Lì potrete rileggere vecchi post già pubblicati qui, magari con qualche correzione (e non solo degli errori di battitura...) e qualche considerazione prima o dopo il post riproposto...


So che sarete numerosi e assidui lettori anche lì (eh basta crederci...) e che come al solito leggerete e non lascerete commento alcuno (tramite i pochi, le poche, che non ringrazio mai abbastanza).


Trasformare un etero in gay?

Di solito è d'estate che si scrive non importa cosa perché si hanno meno notizie da dare.
Invece in questa fine di 2012  queerBlog pubblica un post sul video di Davey Wavey, presentato come nota star di YouTube, che, dice il post firmato da Alberto Graziola, ha provato, in pochi minuti e con alcune mosse basilari, a trasformare un eterosessuale in gay.

Il tono scherzoso del post Cliccate qui sopra per vedere il video di Davey Wavey e sorridere (o rifarvi gli occhi, come preferite!) non giustifica il non sense del video la cui idea non ha alcun fondamento o significato.

Perché quello che il gay può fare con l'etero è sedurlo, portarselo a letto, non certo trasformarlo in gay. Nessuno può cambiare l'orientamento sessuale di chicchessia, checché ne dica Nicolosi.

Il rischio di esprimersi in questo modo è proprio lasciare intendere che si possa cambiare orientamento sessuale e dare ragione a Nicolosi.

Non basta sedurre un etero per trasformarlo in gay. Quella seduzione<ione potrebbe rimanere l'unica della sua vita  senza metterne in discussione il suo orientamento sessuale.


Come dice Mastroianni a Sofia Loren in Una giornata particolare di Ettore Scola, dopo che i due hanno avuto un rapporto sessuale, lui omosessuale che sta per essere mandato al confine lei italica moglie e madre, quel rapporto non cambia niente.


Lo stesso vale anche per l'etero che va a letto con un altro uomo. Non cambia il suo orientamento sessuale ma solo il suo comportamento sessuale. D'altronde siamo tutti un po' bisessuali ricordate Kinsey?

Il comportamento sessuale può cambiare nell'arco della vita di una persona  ma non si puà cambaire orientamento sessuale per un atto di volizione proprio o altrui.
Nessun etero diventa gay. Nessun gay diventa etero.




Ora se guardiamo il video i due uomini che vi compaiono come personaggi sono due maschere che portano in sé delle insegne contraddittorie.

Hanno il fisco palestrato e dai muscoli gonfissimi (no, il cazzo non è un muscolo) che nello stereotipo è indice di virilità e si comportano entrambi in maniera effeminata, cioè hanno un linguaggio del corpo e un uso della voce che non è quello dello stereotipo di genere maschile.

Questi due ragazzi dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, come l'orientamento sessuale non sia scritto nella biologia come molti pretendono (gene gay, cervello dei maschi gay più simile a quello delle femmine...) e che i nostri stereotipi di genere sono da rivedere, perché non descrivono più le persone del mondo reale e  consentano di catalogare le persone secondo  criteri ormai superati e sbagliati.

Un sito gayoriented dovrebbe rilevare l'assurdità di questo modo di esprimersi invece di limitarsi a divertirsene perché anche se usato per scherzare induce in errori e deduzioni errate e può confermare il modo di vedere di chi pensa che se si può cambiare orientamento sessuale allora dall'omosessualità si può guarire.



venerdì 28 dicembre 2012

Perchè il gossip fa disinformazione: a proposito di una intervista a Matt Demon sulle lezioni di baci gay per il film tv Behind The Candelabra

Matt Demon ha girato Behind The Candelabra un film tv per la HBO, diretto da Stven Sodenbergh nel quale interpreta Scott Thorson il compagno di una vita del pianista Liberace, interpretato da Michael Douglas.

Su Playboy è comparsa una lunga intervista nella quale Damon parla delle rughe del suo viso, del fatto che il pubblico lo percepisce come una brava persona e questo gli ha probabilmente precluso i ruoli da cattivo, dove ammette la sua paura per i serpenti e per l'altezza,  dove parla di com'è cambiata la sua percezione di attore dopo essere diventato padre per ben 3 volte, con la stessa donna che ha sposato 10 anni fa. Verso la fine dell'intervista Damon ha anche parlato delle scene di nudo richieste dal ruolo di Scott.
PLAYBOY: Are there any kinds of roles you think twice about doing now that you’re a family man?


DAMON: Well, normally I’d say no to nudity, but I just did a lot of it playing the long-term partner of Liberace, Scott Thorson, in Behind the Candelabra. I mean, it’s tastefully done. Steven Soderbergh directed it, and Michael Douglas plays Liberace. But this movie’s not going to be for everyone.

PLAYBOY: A movie about a closeted, larger-than-life TV and Vegas entertainer and his much younger lover, whose plastic surgery he paid for so they could look more alike? Sounds like must-see family viewing to us.

DAMON: These two men were deeply in love and in a real relationship—a marriage—long before there was gay marriage. That’s not an insignificant thing. The script is beautiful and relatable. Their conversations when they’re dressing or undressing or having a spat or getting ready for bed? That’s every marriage. It feels like you’re witnessing something really intimate you would normally see with a man and a woman, but instead it’s two men, which was thrilling. There’s stuff I think will make people uncomfortable. Great. It’s HBO—they can change the channel.

PLAYBOY: How did you and Michael Douglas ease into your roles?

DAMON: We both have a lot of gay friends, and we were not going to screw this up or bullshit it. It wasn’t the most natural thing in the world to do, though. Like, for one scene, I had to come out of a pool, go over to Michael, straddle him on a chaise longue and start kissing him. And throughout the script, it’s not like I kiss him just once. We drew it up like a football plan.

PLAYBOY: Did that help?

DAMON: Not completely. I remember asking Heath Ledger after Brokeback Mountain, “How’d you do that scene with Jake?”—meaning the scene where they start ferociously kissing. He said, “Well, mate, I drank a half case of beer in my trailer.” I started laughing, and he goes, “No, I’m serious. I needed to just go for it. If you can’t do that, you’re not making the movie.”

PLAYBOY: Is Michael Douglas a good kisser?

DAMON: [Laughs] Michael was a wonderful kisser. My concerns ended up mattering a lot less once we were filming. The dynamic between the men was complex and interesting. Liberace was very powerful and adored, a great showman making $50,000 a week doing his act in Vegas. Scott was much younger and grew up in foster homes, so there was a lot to play.

PLAYBOY: Liberace lived his life in the closet, and times have changed a bit. What was it like when you and Ben Affleck were constantly asked if you were gay, back when you were starting your careers?

DAMON: I never denied those rumors because I was offended and didn’t want to offend my friends who were gay—as if being gay were some kind of fucking disease. It put me in a weird position in that sense. The whole thing was just gross. But look, there have been great signs of progress—the fact that Anderson Cooper and Ellen DeGeneres can come out so beautifully and powerfully, and it’s a big fucking deal that it turns out nobody gives a shit. If Liberace were alive today, everybody would love his music and nobody would care what he did in his private life. Like with Elton John*.
L'idea che per baciare Jake Gyllenhaal Heath Ledger abbia dovuto bere mezza cassa di birra è triste e maschilista, perchè lascia insinuare che un uomo etero per baciare un altro uomo e sembrare spontaneo abbia bisogno di essere ubriaco.

Significa anche che invece è capace di baciare qualunque attrice, anche se non gli paice, basta che sia donna. Belle o brutte sele inuclamo tutte...

Anche Pierfrancesco Savinio  dopo aver girato una scena di baci con Luca Argentero nel film Saturno Contro di Ferzan Ozpeteck, disse a Ciak di essere dovuto correre poi dalla sua fidanzata.

Che non sia mai che un attore non chiarisca che se bacia un altro uomo non lo fa solamente perché così richiede la sceneggiatura mica perchè gli paice, anzi a lui farebbea anche un po' schifo ma che vuoi si è attori...

Lo stigma dell'omosessualità è talmente pericloso che nessun attore si sente di correre il rischio di non prendere le distanze del caso, just in case. Così facendo non solo contribuisce allo stigma ma ne riconsce la potenza, la legitimità, l'importanza, sancndone l'inevitabilità.

E questo nonostante Matt Demon spenda delle parole bellissime sulla storia di amore di Liberace col suo personoaggio constatando come l'amore tra due perosne sia lo stesso qualunque sia l'assortimento sessuale della coppia;  o quando spiega che non ha mai smentito le voci sulla sua presunta omosessualità perchè essere gay non è mica una cazzo di malattia.


Naturalmente i siti di gossip si sono guardati bene dal riportare la parte dell'intervista in cui Matt Demon parla bene dell'omosessualità e si soffermano slamente su quella in cui, suo malgrado, ne parla male.

Così la sezione gossip del sito yahoo cinema titola
Matt Damon a lezione di bacio gay da Heath Ledger


e riporta esclsuivamente delle sue difficoltò a baciare un uomo



La sezione di Gossip del portale Virgilio titola: Matt Damon: "Non sono gay" "Ma Michael Douglas è un gran baciatore" nonostante nella stessa intervista, poche righe sopra, Damon spieghi perchè non ha mai smentitto

Ma questa spiegazione non ferma il blog starletime che in una prodezza da arte oratoria arriva a scrivere nel pezzo di Elide Messineo Matt Damon non è gay: la smentita ufficiale. post nel quale si legge:
Matt Damon è gay? Di queste dichiarazioni non sarà felice la sua famiglia, tenuta sempre ben lontana del gossip. Eppure, per quanto una star di Hollywood possa mantenersi discreta, le malelingue non mancheranno mai. Ma dopo tanto tempo, è stato l’attore a parlare di queste indiscrezioni.
Se dicono che sei gay si tratta di malelingue. Anche se quell'indiscrezioni fa più pensare che dicano la verità...
Nel mondo del cinema si è parlato di omosessualità per molti attori, in primis George Clooney, ma adesso che sta per interpretare un gay in un film, Matt Damon ne ha approfittato per smentire una volta per tutte questa voce:
Non ho mai negato quelle voci perchè ne sono stato offeso e non volevo offendere i miei amici gay, come se essere gay volesse dire avere una fottuta malattia.
Breve e chiaro quanto basta, parolacce comprese. Ma non si può di certo dargli torto.

D'atronde questo dire e non dire fa parte del gossip che vive del luogo comune, del sentito dire, dell'insnuazione volgare, perchè facile e che non prova niente.

Una variante riassuntiva è quella del sito Chedonna che titola: MATT DAMON: “Non sono gay ma Douglas che baciatore”

Mentre il sito gay.tv titola come al solito con ridondanza pleonastica, e ridicola,
Michael Douglas e Matt Damon amanti gay nel film Behind the Candelabra, perchè non basta scrivere Michael Douglas e Matt Damon amantise non specifichii quello che è giuà evidente con laggettivo gay poi il itolo mica esce fuori dai motori di ricerca.

Quel che conta è il dettaglio morboso inquesti pezzi non c'è precisione nè onestà che inducano a riportare  quel che ha detto davvero Matt Demon o, nel caso del sito gayrelated gay.tv, spinga a sottolienare quel che di buono e quel che di non buono Damon ha detto dnell'intervista sull'omosessualità. Gay.tv preferisce ricordare che Damon ha già recitato il ruolo del gay in un episodio di Will and Grace.

Certo se anche i siti che pretendono di contribuire alla legittimazione dell'omosessualità si fermano al dettaglio piccante e non fanno informazione...

Per questo odio il gossip perchè disctorce sempre la verità, e si alliena al maschilismo nel quale il gossip è coltivato e diffondono luoghi comuni legittimando la curiosità morbosa abituando alla mancanza di rispetto per la dingitò della persona.

Poi magari qualcuno può anche credere che il gossip gay serva alla causa. Contento lui...



Per voi che non leggete l'inglese...

 *
PLAYBOY: Ci sono dei tipi di ruoli cui pensi due volte prima di fare ora che sei un padre di famiglia?

    
DAMON: Beh, di solito direi di no alla nudità, ma ho appena fatta un sacco interpretando il partner a lungo termine di Liberace, Scott Thorson, in Behind the Candelabra. Voglio dire, è fatta con gusto. Steven Soderbergh lo ha diretto, e Michael Douglas interpreta Liberace. Ma questo film non sarà per tutti.

    
PLAYBOY: Un film su un non dichiarato, intrattenitore tv e di las vegas e il suo amante molto più giovane, cui ha pagato la chirurgia plastica in modo che potessero sembrare più simili? Suona come un film da vedere per ogni famiglia...

    
DAMON: Questi due uomini erano profondamente innamorati e sono in un vero e proprio rapporto, un matrimonio molto prima che ci fosse il matrimonio gay. Non è una cosa insignificante. La sceneggiatura è bella e. Le loro conversazioni quando si vestono o si spogliano o hanno un battibecco o si preparano ad andare a letto? Sonoq uelle di ogni matrimonio. Sembra di stare assistendo a qualcosa di veramente intimo che normalmente si vede con un uomo e una donna, invece si tratta di due uomini, e questo è stato emozionante. Ci sono cose potranno mettere certi spetatori a disagio. Bene. E l'HBO possono cambiare canale.

    
PLAYBOY: Come avete fatto tu e Michael Douglas a sentirvi a ovstro agio nei rispettivi ruoli ?

    
DAMON: Entrambi abbiamo un sacco di amici gay, e non avevamo intenzione di rovinare tutto o fare stronzate. Non era la cosa più naturale del mondo da fare, però. Come, per esmepio, in una scena, ho dovuto uscire da una piscina, andare verso Michael, metermi a cavalcioni su di lui sdraiato su una chaise longue e iniziare a baciarlo. I baci ci sono n tutto lo script, non è che lo bacio solo una volta. L'abbiamo elaborato come un piano di gioco del calcio.

    
PLAYBOY: Ha aiutano?

    
DAMON: Non del tutto. Ricordo di aver chiesto a Heath Ledger dopo Brokeback Mountain, "Come hai fatto la scena con Jake?", Cioè la scena in cui iniziano a baciarsi di brutto. Mi rispose "Beh, amico, ho bevuto una mezza cassa di birra nella mia roulotte." Ho iniziato a ridere, e lui fa: "No, dico sul serio. Avevo bisogno solo di fare il primo passo. Se non riesci a fare una cosa del genere non fai quel film"

    
PLAYBOY: Michael Douglas è un buon baciatore?

    
DAMON: [Ride] Michael era un baciatore meraviglioso. Le mie preoccupazioni hanno finito per contare molto di meno una volta che abbiamo girato. La dinamica tra i due uomini era complesso e interessante. Liberace era molto potente e adorato, un grande showman che faceva 50.000 dollari la settimana facendo il suo show a Las Vegas. Scott era molto più giovane ed era cresciuto in case-famiglia, quindi c'era molto da recitare.

    
PLAYBOY: Liberace non ha mai fatto coming out i tempi sono cambiati un po'. Com'è sttao quando a te e e Ben Affleck veniva costantemente chiesto se foste gay, agli inzi della tua carriera?

    
DAMON: Non ho mai smentito queste voci perché non ne ero offeso e non volevo offendere i miei amici che erano gay, come se essere gay fosse una cazzo di specie di malattia. In questo senso mi ha messo in una posizione strana. Era semplicemente indecente. Ma guarda, ci sono stati grandi segni di progresso, il fatto che Anderson Cooper e Ellen DeGeneres hanno fatto coming out in modo così bello e potente,  è stata una cosa importante visto che a nessuno è fregato niente. Se Liberace fosse vivo oggi, a tutti piacerebbe la sua musica e a nessuno sarebbe importato quello che fa nella sua vita privata. Come con Elton John.

giovedì 27 dicembre 2012

La mistificazione dei saperi. Sull'incauto documentario Ragazzi di vita. Voglia di battuage di Susanna D'Aliesio e Maria Tridico.

Il reportage si intitola  Ragazzi di vita. Voglia di battuage, pubblicato su Fainotizia, a cura di Susanna D’Aliesio e Maria Tridico.




Lo vedo e ne rimango sconcertato.

Non solo per i toni e la retorica con cui si affronta l'argomento  ma per il falso ideologico con cui sin dal titolo si accomuna il rimorchio tra ragazzi alla prostituzione. 


Il documentario si apre definendo il battuage come attività sessuale promiscua esercitata all'aperto. 


Intervista dunque Marco, che, dice la speaker,  ha cominciato la sua voglia di battuage proprio a montecaprino.

L'intervista a Marco è alternata all'intervista a Sergio Rovasio che parla di prostituzione maschile e, alla fine, anche femminile.


Un accostamento proditorio.
La prostituzione infatti media il rapporto sessuale col denaro.
Il battuage no.

Perchè pagare se basta cercare qualcuno che ci sta?

L'accostamento è proditorio perchè la speaker del documentario non parla mai di prostituzione ma sempre e solo di battuage.
Sono gli intervistati a parlare di prostituzione.

Prima Sergio Rovasio, e poi,  dopo aver parlato dei rimorchi a Montecaprino, di punto in bianco, anche Marco, che ci spiega i motivi che portano i ragazzi a prostituirsi.


Come ha ben spiegato Mario Mieli nel suo libro, di cui questo blog si onora di  riprendere il titolo,
In questo libro io userò sempre il termine battere nel senso gay di andare a cercare (o darsi da fare per trovare, o mettersi «in mostra» aspettando) qualcuno con cui fare all’amore.
Se nel lin­guaggio dei prostituti e delle prostitute battere significa cercate clienti, per noi omosessuali invece battere non vuol dire prostituirsi, bensì, semplicemente, cercare altre persone «che ci stiano» (...).  (Mario Mieli Elementi di critica omosessuale, Einaudi, Torino 1977, nota 1 di pagina 6)
Secondo il resoconto fatto da questo documentario sembra invece che i rapporti occasionali tra ragazzi siano mediati dal denaro.


Vediamone più in dettaglio la retorica di rappresentazione.


Il lessico


Il documentario si apre con queste parole
Una delle tendenze trasgressive passava proprio da qui. Dalla zona storica di roma a due passi dal Colosseo*.
Da molti anni ormai è sulla bocca di tutti ma in pochi ne parlano volentieri. Su internet e nell'ambiente gay la cosa è molto più chiara. A Montecaprino si praticava il battuage. L'attività sessuale promiscua esercitata all'aperto. Il sesso on the road non è certo una pratica riservata a pochi eletti e i luoghi non sono sconosciuti né ai romani né tanto meno ai turisti. Il battuage infatti non si pratica solo nei parcheggi ma anche in zone centralissime come piazza della Repubblica, Eur, villa Borghese, valle Giulia oltre, come nel nostro caso, nel cuore di Roma. Cosa succedeva realmente in questa zona centrale? Ce be parla marco 27enne pugliese che ha iniziato proprio da montecaprino la sua voglia di battuage.
I corsivi naturalmente sono miei.

Il linguaggio con cui la speaker ci informa è ricco di aggettivi che esprimono  giudizi senza lasciar trasparire che si tratta di giudizi espressi da chi descrive.
Ci sono anche molti modi di dire allusivi a qualcosa di proibito, di segreto, di nascosto, di cui non si parla volentieri, qualcosa dunque di cui non andare fieri.

Il registro narrativo è ridondante e usa la negazione per affermare il contrario:

è sulla bocca di tutti ma nessuno ne parla volentieri;

non è una pratica riservata a pochi eletti e i luoghi non sono sconosciuti,

non si pratica solo nei parcheggi ma anche in zone centralissime come piazza della Repubblica, Eur, villa Borghese, valle Giulia oltre, come nel nostro caso, nel cuore di Roma.

Qui c'è una contraddizione duplice.  Si pratica in zone centralissime o nel cuore di roma, cioè due modi diversi di esprimere lo stesso concetto...

..però l'eur non è certo zona centrale sorgendo a sud della città proprio subito prima del tratto della Colombo che porta al mare...

Come sinonimo di battuage viene usato "sesso on the road" sesso sulla strada.

Adesso sembra proprio difficile pensare che in tutti questi posti il sesso si consumi in loco.

In molti dei posti citati (Eur, Valle Giulia, Villa Borghese, i parcheggi) se non hai la macchina non puoi frequentarli perchè quei luoghi sono accessibili con l'automobile.
Il sesso viene consumato in macchina  o altrove.

Montecaprino invece, quello sì, data la sua natura di giardino con molti anfratti dove potersi appartare, è una zona dove consumi in loco, ma non on the road, visto che non stai sulla strada, ma in the park, anzi, in the bushes...

Il Battuage, che è un luogo dive si rimorchia, cioè dove si cerca qualcuno con cui fare l'amore, diventa nel documentario una pratica sessuale.
C'è chi lo fa orale, chi anale, chi s/m o bondage e chi battuage.

Insomma invece di descrivere la sana voglia de scopà dei maschietti qualunque sia il loro orientamento sessuale il battuage è svilito e qausi relegato tra le parafilie...


La retorica dell'intervista.

Marco - che per la speaker non ha voglia di sesso ma voglia di battuage -  viene presentato come ex habituè (con l'accento grave e non con l'accento acuto come andrebbe...) di montecaprino e viene intervistato di spalle e con la voce alterata, per proteggerne la privacy.

Si presenta Marco  come sia il testimone di qualcosa di illegale o che la società considera talmente negativa da non poterci mettere la faccia...

Il battere in senso gay non è illegale a differenza della prostituzione.
Semmai è illegale fare sesso on the road.

Ma questo riguarda anche il sesso tra uomini e donne, sia le coppie che si sono rimorchiate e fanno sesso in macchina (una volta c'era anche il romanticissimo Gianicolo, poi le luci stradali hanno illuminato a giorno le zone dove prima le macchine parcheggiavano indisturbate nel semibuio) sia tra clienti  e prostitute....

Il sesso on the road è più il sesso degli uomini che vanno con le prostitute che quello degli uomini che cercano altri uomini con cui fare l'amore senza la mediazione del denaro.

La competenza degli intervistati.

Marco ha 27 anni. Montecaprino è stato chiuso nel 1998, dunque quando lui frequentava monte aveva 13 anni...

Qualcosa non torna.

Alla fine del documentario in uno dei cartelli si dice che

 








I cancelli a Montecaprino sono comparsi  nel 1998, quando tutte le associazioni romane protestarono con l'allora sindaco della città Rutelli, ma è  vero che, nonostante i cancelli, si è continuato a cercare qualcuno con cui fare l'amore a monte per diverso tempo.

Certo dalla chiusura dei cancelli l'attività di rimorchio è sensibilmente cambiata, anche perchè non si poteva più accedere ai luoghi più appartati dove fare sesso senza essere visti.

Insomma come frequentatore di battauge (e non come praticante come si dice nel documentario)  Marco è un testimone tardo.

Ma questo il documentario non ce lo spiega.

Cosa racconta Marco?
Che si passeggia nel parco, ci si scambia degli sguardi con chi si incontra sperando di piacere a chi ci guarda. Qualcuno parla, qualcuno ti tocca.

Dettagli essenziali per capire le dinamiche del cercarsi per fare l'amore?

O si danno in pasto al grande pubblico dettagli secondari tanto per alimentare il gusto del gossip, del dettaglio trasgressivo e piccante?


In ogni caso quella di Marco ha valore come testimonianza di chi cerca qualcuno con cui fare l'amore. E come ogni testimonazia è soggettiva e vale solo per lui..

Infatti quando Marco ci racconta dei parchi in cui è stato si riferisce ai giardini dell'eur prospicienti il bar Palombini come parco palombini che non esiste, essendo quei giardini parte dell'arredo urbano del quartiere mussolininano...

Un documentario serio e scientificamente fondato non può farlo esprimere, al di là della sua propria esperienza sul battuage, sui motivi che inducono i ragazzi a prostituirsi, come gli fa durante l'intervista.

Sarebbe come accreditare come esperti di prostituzione i clienti delle prostitute, e non invece chi studia l'argomento con degli strumenti sociologici, antropologici, e ha esperienza sul campo come operatore sociale.
Sergio Rovasio invece come presidente dell'associazione radicale lgbt Certi Diritti ha tutt'altra autorevolezza.

Quando Marco smette di parlare di chi cerca qualcuno che ci sta e  senza soluzione di continuità, ci spiega improvvisamente che c'è chi si prostituisce per necessità, chi lo fa perchè si eccita a sentirsi pagato,   ci dà delle ragioni sulla prostituzione maschile (omosessuale) che non sono quelle cui ci hanno abituato gli studi di settore**.

Quel che Marco e il documentario si guardano bene dal dire è che, qualunque sia la provenienza geografica, i prostituti  sono quasi smepre ragazzi etero o bisessuali che si prostituiscono per la facilità con cui si fanno soldi, coi quali poi magari portano a cena la pischella.

Perchè lavorare un giorno intero per guadagnare 50 euro quando puoi guadagnarne anche 100 in mezzora?

Il documentario non parla nemmeno dei clienti dei prostituti che non sono certo i gay, che non hanno bisogno di pagare, visto che ci sono tanti ragazzi che ci stanno,  ma persone etero o bisessuali anche loro, magari sposate o con figli, che non vogliono vivere in maniera approfondita o dichiarata o continuativa questo aspetto della loro personalità ,limitandosi al sesso occasionale senza passare per la fase di rimorchio bypassandola con il denaro.

C'è anche un altro vizio ideologico in questo documentario.

Se si parla davvero di prostituzione maschile allora bisogna parlare anche  dei ragazzi che si prostituiscono con le donne.

Ma di questo il documentario non fa nemmeno un cenno.

Nella sua intervista Sergio Rovasio dice giustamente che viviamo in una società sessuofoba.

Purtroppo i toni usati in questo documentario, nel quale ha la sventura di apparire, sono squisitamente sessuofobi.


Marco rispondendo a una domanda (che non sentiamo) ammette che chi si rimorchia nei luoghi di battuage si sfrutta reciprocamente.

Due adulti consenzienti in che modo si sfruttano a vicenda?


Si sfrutta un terreno senza sostenerlo con adeguate concimazioni,
si sfrutta il lavoro altrui senza remunerarlo adeguatamente,
si mette a profitto un'occasione,
si approfitta di qualcuno.
In ogni caso è un percorso a senso unico.
La reciprocità fa finire lo sfruttamento e dà adito al reciproco vantaggio.

Ma è chiaro il tono e i linguaggio di questo documentario.

Marco insiste.

Potrei sentirmi, tra virgolette, un po' usato, dice, come oggetto sessuale ma è pur vero che io sto facendo esattamente la stessa cosa nei confronti dell'altra persona e in quel momento mi va anche bene, cioè mi fa piacere.  E conclude Perchè l'uomo è un po'... porco.

Dunque cercare qualcuno con cui fare l'amore (una bellissima definizione priva di giudizio alcuno) diventa uno sfruttamento perchè gli uomini sono porci.

Quando Sergio Rovasio spiega l'errore di avere chiuso Montecaprino cioè di avere chiuso un luogo di incontro, per il rimorchio sessuale e non la prostituzione, marginalizzando così le persone in cerca di qualcuno con cui fare l'amore, costrette a rimorchiarsi in luoghi più isolati e dunque pericolosi***  vengono mostrare le immagini, riprese da lontano, dunque spiate, di prostituzione  non di rimorchio.

Purtroppo alcune dichiarazioni di Sergio, che conosco ed è persona intelligente e precisa, sono davvero discutibili e imbarazzanti.


Sergio dice che i ragazzi che si prostituiscono non si fanno controlli sanitari perchè sono vivono nella clandestinità e quindi diventano strumento della diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, scaricando così il cliente di ogni responsabilità.

A questa sua dichiarazione il documentario giustappone quella di Marco che parla di piattole e parassiti, che si è preso due volte, che non riguardano certo la prostituzione ma la promiscuità.


Oppure quando Sergio dice che riuscire a regolamentare questo fenomeno (non dice la parola ma sta parlando di prostituzione maschile) fa parte dei diritti civili.

Non lo sapevo.

Quando io scendo in piazza per denunciare che, in quanto persona omosessuale, non mi sono riconosciuti gli stessi diritti degli altri cittadini e cittadine italiane io sto chiedendo anche il diritto di andare  a mignotti!!!

E io che pensavo di chiedere l'estensione del matrimonio anche tra persone dello stesso sesso o una legge che non permetta a nessuno, nemmeno a un documentario come questo, di discriminare le persone in base al loro orientamento sessuale...



Poi all'improvviso il documentario ha uno smarcamento semantico e non si parla più di prostituzione maschile ma di prostituzione tout-court e Sergio Rovasio da Radicale sostiene una proposta di legge per la legalizzazione della prostituzione, dicendo che così si permetterebbe alle donne che vogliono prostituirtisi di farlo (scusate ma non riesco a tacere il brivido per la schiena che ho provato quando gliel'ho sentito dire...).

Il documentario si chiude con una serie di dati, senza fornire le fonti,  quindi inutilizzabili.
Prima si parte con un'affermazione generale.



Dunque si ammette che si tratta di un problema...


Poi vengono forniti (senza riportare la fonte) alcuni numeri



Numeriche non annoverano la prostituzione maschile perchè, dice un altro cartello,


Prostituti maschi.
Perchè ci sono anche prostituti femmine?

Infine si ribadisce che a Montecaprino ci si rimorchia ancora




Portano avanti sino alla fine il parallelo tra rimorchio tra ragazzi non mediato dai soldi e prostituzione maschile.

Adesso mi chiedo e chiedo prima di tutto alle due autrici, che non conosco, poi a Sergio che conosco: cui prodest?

Spacciare per diritti civili il diritto alla prostituzione, oggi, in un paese arretrato come l'talia, in un reportage in cui si parla di omosessualità; accomunare il battere in senso gay, cioè come lo ha splendidamente definito Mario Mieli, cercare qualcuno con cui fare l'amore, cioè un rimorchiarsi senza denaro, alla prostituzione che, per definizione, è mediata dal denaro; concludere il documentario con i dati sulla prostituzione femminile che riguarda nel 94.5 % le donne biologiche che con i maschi, gay o meno, prostituti o meno, non c'entra nulla, quale causa serve? 

Chi aiuta?

La proposta di legge dei radicali sulla legalizzazione della prostituzione?

Di quale utilità è equiparare il rimorchio tra ragazzi alla prostituzione  perchè si sa che il maschio è porco?

Mai visto un reportage giornalistico così approssimativo, incauto e pieno di pregiudizi, così disinformativo e sessuofobico, vagamente razzista (quei ragazzi dell'est coi quali Marco non va anche se gli piacciono...) e omofobico (battere in senso gay=prostituzione) nonché trans fobico (si annoverano le donne trans tra le prostitute senza spiegare le ragioni sociologiche di natura completamente diversa del loro prostituirsi).
 

*In realtà montecaprino è a due passi da piazza Venezia, dai fori imperiali, dal circo massimo (altro storico luogo di batuage, quando c'erano ancora i cespugli, negli anni 80) Il Colosseo dista in realtà circa un chilometro...

**
Guido Signorino, Pietro Saitta e Mario Centorrino (a cura di), Sex Industry. Profili economici e sociali della prostituzione Think Thanks, Napoli 2009

Enrico Vignoli, Contributo ad una indagine sulla prostituzione maschile: 4, Circolo culturale Benedetto Croce, Savona 1973.


***
la speaker quando parla di Valle Giulia o dei parcheggi si guarda bene dal dire che sono luoghi pericolosi dove spesso uomini e ragazzi che sono lì per rimorchiare vengono picchiati, derubati o, purtroppo, anche uccisi. 

mercoledì 26 dicembre 2012

La naivetè delle società. Sulle reazioni alle parole deliranti di don Piero Corsi, parroco di San Terenzo, Lerici

Don Paolo Corsi
E così basta che un prete esprima quello che in fondo è il pensiero della chiesa, quello che il papa che calza prada ha così ben spiegato nei giorni scorsi che c'è qualcuno che ancora si meraviglia, che rimane basito, e monta un caso, chiede alla chiesa di intervenire, di censurare quel prete così lontano dal resto della gerarchia...

Come se il resto della chiesa non stia sulla stessa lunghezza d'onda...

Insomma succede don Piero Corsi, parroco di San Terenzo nel comune di Lerici, affigge una nella bacheca della chiesa nel quale, secondo la Repubblica, c'è scritto:
 "Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?" "Possibile che in un sol colpo siano impazziti tutti?" "cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti" "Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo andato a cercare".

Contro queste parole si scatena, giustamente, il finimondo.

Quello che però giornalisti e persone giustamente indignate dimenticano è che le posizioni espresse da questo parroco sono quelle della chiesa.

L'apostolo San Paolo nella Prima Lettera a Timoteo, capitolo 2 versetto 11 e seg. contenuta nel Nuovo testamento della Bibbia dice:
La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio. Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; tuttavia sarà salvata partorendo [figli], se persevererà (o meglio: se perseverano) nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia».
Ecco la matrice culturale del femminicidio.

Quella matrice che vuole subordinare la donna al marito, al padre, al fratello, comunque al maschio. quel maschilismo profondo che riguarda tutti gli uomini, anche quelli gay.

Perciò non capisco perchè ci si indigni, ribadisco, giustamente, solo per le parole del parroco di San Terenzo e non per quelle di San Paolo quando la Bibbia, a differenza di don Piero Corsi, è presente in miliardi, ahinoi, di case.


In soldoni: perché Piero Corsi no e san Paolo sì?

La presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli è davvero così ingenua che crede che solo le parole di Don Piero Corsi, siano una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre un'inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse come riporta la Repubblica

Invece le parole di San Paolo, che del discorso di don Piero Corsi sono il presupposto, no...


Ecco il mondo provinciale nel quale viviamo.

Ci meravigliamo di un singolo Don ma non di tutta la chiesa.

Che è un'associazione criminale di misogini maschilisti e omofobi, misoneisti, oscurantisti.

D'altronde siamo sempre pronti a criticare il burqua islamico mai il velo imposto alle suore nel vaticano.

Ci pare normale il ruolo di assoluta secondarietà cui la chiesa cattolica relega la donna.

Non  notiamo mai  né facciamo notare che da lì, anche da lì, nasce la cultura maschilista dalla quale scaturiscono i femminicidi.

Perchè quando il papa che calza Prada ha detto che le donne che abortiscono compiono un attentato alla pace nessuno ci ha fatto caso fa caso perchè fa più notizia il no al matrioni gay e intanto le donne vengono uccise, tutte colpite dalla stessa cultura d'odio che diffonde la chiesa.

Una chiesa che mangia il corpo e beve il sangue del figlio del proprio dio...

Chi può davvero credere che questa religione veicoli amore?

Raggiunto telefonicamente dal giornalista del gr1 Paolo Poggio ecco cosa questo uomo di chiesa gli ha risposto.



Se vedi una donna nuda e non ti fa alcun effetto, e l'effetto non può essere che quello di possederla, anche contro la sua volotà, sei forcio.

Un puro concentrato maschilista che la chiesa diffonde, avvelenando la società.

Purtroppo a leggere i commenti sulla rete alle farneticazioni di questo uomo di chiesa non c'è da stare allegri...
Prete di merda, che ti scopi le mogli e le figlie dei tuoi parrocchiani. Ti impicchino con le tue budella... cmq dalla foto non e' brutto brutto quindi prima di bruciarlo ... violentiamolooooo
Ecco lo stesso bacino di demenza.
Lo stesso bacino di violenza.
Di vendetta anale...

Anche da parte di chi, essendo frocio, dovrebbe capire come il maschilsimo funziona visto che ne vive sulla propria pelle gli efetti.

Invece siamo tutti e tutte intossicati dalla stessa ideologia sadica e misogina.

Ma che almeno le proteste siano più consapevoli e meno naif!


Il matrimonio per tutt*: ovvero dell'importanza simbolica delle cose.

Ricordo quando un amico si sorprese che proprio io sostenessi l'estensione del matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso.
Il proprio io si riferiva al mio essere di sinistra e alla visione del matrimonio come istituto borghese.

Altri amici e qualche conoscente che credono di essere più intelligenti perchè spiegano tutto con l'economia (ma senza le sovrastrutture che la implicano come faceva Marx...) riducono le ragioni per l'estensione del matrimonio al risparmio di soldi per le tasse e altre facilitazioni economiche (quelle che Angela Merkel non vuole riconoscere alle coppie dello stesso sesso unite nella Eingetragene Lebenspartnerschaft la civil partnership esclusivamente pensata per loro).

Ognuno può vederla come vuole.
Tra i motivi per cui due persone possono decidere di sposarci possono essercene queste come altre (come dice  bene Roger Smith su questo blog nel suo primo post, se non lo avete ancora letto andate subito a farlo).

Quello che sfugge ai e alle più è il portato simbolico dell'estensione del matrimonio.
Lo riassume bene in questi giorni  l'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols il quale, commentando la legge che il governo inglese si appronta a varare, commenta come
"Sometimes sexual expression can be without the public bond of the faithfulness of marriage and its ordering to new life.

"Even governments mistakenly promote such patterns of sexual intimacy as objectively to be approved and even encouraged among the young." (fonte huffingtonpost.co.uk)

A volte l'espressione sessuale può esistere senza il legame pubblico della fedeltà del matrimonio e il suo dare nuova vita.

Persino i governi promuovono erroneamente tali modelli di intimità sessuale come fatto che deve essere oggettivamente approvato e addirittura incoraggiato tra i giovani.

Ecco cosa preoccupa davvero la chiesa: la legittimità alle unioni tra persone dello stesso sesso che può derivare dall'estensione del matrimonio.

Dà fastidio il fatto che questo tipo di unione, che al massimo viene tollerato come si tollera un male inevitabile col quale cercare di convivere pacificamente, venga riconosciuto davvero come una delle varianti naturali della sessualità e affettività umane e donnane e che ,dunque i giovani e le giovani possano sentirsi legittimat* a viversi ed esprimersi alla luce del sole senza il peso del ludibrio pubblico che costringe a una vita di auto esclusione.

Alla faccia di chi crede si tratti solamente di soldi (che, anche se fosse... ).

Per cui o si crede che abbiamo tutte e tutti gli stessi diritti e si apre il matrimonio a tutte e tutti o si chiama il matrimonio gay e lo si riconosce  in base non già al diritto di ognun* di sposarsi con chi vuole ma ai diritti dei gay e delle lesbiche di sposarsi anche loro come le persone etero, magari con un istituto equivalente,  persone dalle quali però le persone gay restano separate.

L'uguaglianza non è un contenitore che cancella le diversità.

L'uguaglianza è dare la stessa legittimità alla stessa cosa.

E' ora che i froci della sub cultura gay inizino a capirlo.