lunedì 29 ottobre 2012

Taking a Chance on God.

Taking a Chance on God (USA, 2011) di Brendan Fay, è un documentario sull'86enne   John McNeill, sacerdote gesuita, teologo e psicoterapeuta gay, che si è distinto per il suo contributo alla cosiddetta teologia della liberazione con particolare riferimento alla posizione dottrinale contro le persone omosessuali nell'ambito della chiesa cattolica. Intimato a non esprimersi più sull'argomento pubblicamente (dopo aver ricevuto l'imprimatur per il libro fondamentale The Church and the Homosexual) tornato a parlare in pubblico dell'argomento esprimendo posizioni critiche nei confronti Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, del 1 ottobre del 1986 a firma dell'allora Cardinale Ratzinger, è stato espulso dall’ordine dei Gesuiti nel 1987.

Il documentario dice poco sulla formazione di  McNeill, tace sulla sua formazione da psicoterapeuta, e non ci informa se abbia mai esercitato la professione. Poco ci dice sui suoi studi e le sue idee teologiche, argomento complesso e che avrebbe richiesto sicuramente altre competenze, e si concentra sulla vita privata di McNeill intervistando alcuni amici e amiche, preti, suo marito e McNeill stesso, che ripercorre i punti salienti della propria vita.
La morte della madre quando lui aveva 4 anni.
Il sacrificio della zia che decise di allevare i 5 tra figli e figlie della sorella, sposando il cognato ma facendo atto di castità  (e McNeill commenta che questa decisione di castità esacerbò il nervosismo caratteriale della zia, tacendo sugli effetti della castità sul padre...).
Il sostegno della sorella maggiore che, da bambino, lo difendeva dai bulli della scuola visto che lui era una sissy (feminuccia), sorella che nelle foto vediamo vestita da suora, senza che né McNeill né il documentario accennino al percorso vocazionale della donna.
La chiamata alla vocazione avvenuta quando, durante la prigionia di guerra in Polonia, in mano ai nazisti, un uomo, rischiando la vita, gli diede da mangiare una patata, rispondendo al suo cenno di ringraziamento con il segno della croce e McNeill capì di desiderare di avere una fede così forte che lo sosteneva nell'avere il coraggio di dare da mangiare a un affamato anche a rischio della propria vita.
L'incontro con Charles Chiarelli, che diventa il compagno di una vita (sono ancora insieme, sposati in Canada, da ben 46 anni).
La sua attività di insegnante in un college, nel quale, a memoria di una sua studentessa intervistata, McNeill trattava i suoi studenti come persone che avevano delle proprie idee e non come bambini ai quali andava insegnato cosa pensare.
L'attività a sostegno delle persone omosessuali prima nella chiesa e poi al di fuori.

Un documentario interessante, non particolarmente curato nella forma, che lascia fuori molti argomenti ma stimola alla riflessione e alla ricerca e, cosa importante per chi crede, si fa testimonianza di una fede altra, inclusiva, che accoglie tutti, anche le persone gay lesbiche e transgender.

Non voglio tediarvi con le mie perplessità su chi abbraccia una fede come il cattolicesimo che esprime una posizione precisa contro l'omosessualità definendola, come viene ricordato nel documentario,  an objective disorder un disordine (morale) oggettivo, che i sottotitoli del documentario traducono artatatmente con malattia, così come traducono con outing il coming out di McNeill fatto in tv dopo l'uscita di The Church and the Homosexual nel 1976.

Ammiro chi da dentro la chiesa cerca di cambiare la posizione della dottrina  sull'omosessualità.
Purtroppo sono molte altre le posizioni ufficiali della Chiesa che andrebbero cambiate.
La posizione sulla donna, sul sesso, sulla scienza, sull'aborto, sul divorzio, sull'eutanasia, sulle altre fedi. Insomma una battaglia culturale da far tremare i polsi.

Capisco chi trovandosi all'interno della chiesa e accorgendosi delle sue molte chiusure, per usare un eufemismo, voglia combattere per cambiarle. Capisco meno chi conoscendo queste chiusure prima desideri comunque farne parte.

Ma forse si tratta di un mio pregiudizio. Nessuno nasce imparato. Nessuno cosnoce davvero così bene le dottrine della chiesa.
Così, dopo la proiezione, e dopo il collegamento via Skype con McNeill (ah, prodigi della tecnologia, che è un prodotto umano  e non del creato divino...) Brendan Fay, scherza, gioca e dice che in cima alle sue attività di militanza ci mette Fare il te (o il caffè) cioè la convivialità d'altronde, ricorda, anche Gesù spezzò il pane e offrì il vino, leggendo quei gesti nella loro letteralità ignorando che quel pane è il copro di Cristo e quel vino è il sangue del figlio di dio.

Così si è cattolici per conformismo o perchè si ha una fede del tutto privata che si crede coincida più o meno con quella cattolica anche se a ben vedere non vi coincide affatto.

Tutti da piccoli frequentiamo la chiesa e le cose che io oggi so della chiesa le ho imparate dopo averla abbandonata.
Il motivo per cui l'ho abbandonata non ha nulla a che fare con tutte queste sue chiusure ma col fatto che io non credo né in dio né nella resurrezione né nell'aldilà.

All'epoca delle mie frequentazioni in chiesa, fino ai 12 anni, poi smisi  ricordo che ero possibilista di continuare a farne parte anche se non credevo perchè mi sembrava un posto dove si parlava di argomenti importanti ma quando ho scoperto che non c'è democrazia e che per quanto discuti devi alla fine accettare l'interpretazione delle sacre scritture decise dal vaticano e conformarti come i Borg, ne sono uscito definitivamente.
Ero molto giovane, avevo 12 anni, ma all'epoca già sapevo che il mondo è molto più complesso di quel che sembra e che la sceinza ce lo spiega benissimo se abbiamo la pazienza di capire concetti sottili e non proprio intuitivi e che le spiegazioni di Darwin e Einstein mi sembravano molto più umane di quelle di un dio padre padrone che tutto sa e tutto tace.

C'è una cosa che mi ha colpito del documentario e della vita di McNeill che lui accenna in un passaggio ma che il documentario di per sé ignora completamente.

McNeill viola il celibato senza che questo venga notato, detto, esplicitato.

Non dal documentario e nemmeno da lui, se non quando commenta che col suo compagno e poi marito viveva in molti armadi, nascondendo a molti che faceva sesso e che lo faceva con un uomo.

Agli occhi di chi guarda il documentario la vita privata di McNeill con l'uomo che diventerà il marito appare come un percorso di liberazione.
E' un percorso di liberazione.
Dallo stigma cui la chiesa cattolica è uno dei più diffusi alimentatori e da quella omofobia interiorizzata che, soprattutto per una persona della sua generazione, è un dato di fatto.

Mi sono domandato coesa avremmo pensato di lui se McNeill fosse stato etero e se al posto di Christian ci fosse stato Mary.
Una donna.
Come avremmo giudicato il comportamento di un uomo etero che pur non riuscendo a rinunciare alle donne decide di abbracciare la vocazione pastorale che richiede e prevede il celibato?

Lo avremmo trovato un prete coraggioso o un uomo ipocrita?

Un prete che va contro gli schemi o un uomo che non sa rispettare un impegno?

Mi piacerebbe sapere, come al solito, la vostra risposta.

La mia è che lo avremmo considerato una persona poco seria perchè non riusciva a rispettare il celibato.
Perché farsi prete quando puoi sposarti e essere da laico un bravo cattolico?


Se un uomo è gay e dunque non si può sposare, o, più in generale, le sue relazioni omoaffettive non hanno un posto nella società (tollerate finché le si relega nel privato della camera da letto) qualsiasi suo tentativo di affermare il proprio diritto ad avere una sessualità, di avere una affettività, faranno di lui un eroe, un coraggioso, un esempio da seguire, anche se è un prete. Anche quando ha cioè dei comportamenti che, riscontrati in un uomo etero, ci porterebbero a giudicarlo ben diversamente.

Un prete etero che ha una storia con una donna, fatta di clandestinità, perchè i preti cattolici non solo non possono sposarsi ma proprio non possono scopare, può essere criticato per l'ipocrisia, per l'egoismo,  perchè non decide di spretarsi e sposare quella donna con la quale convive, perchè non è un buon esempio per la chiesa, almeno per gli standard della chiesa che lui dice di rispettare visto che non fa propaganda della propria relazione.

Un prete gay è invece un esempio di liberazione. Non avendo un posto nella società perchè non può sposarsi visto che le sue relazioni sono considerane non legittime è un paria sempre e comunque anche dentro la chiesa.

Solo il giorno in cui anche i preti gay verranno criticati perchè hano relazioni sessual sentimentali con altre persone, non importa il loro sesso di apaprtenenteza, l'omosessualità sarà davvero uguale all'eterosessualità.

Fino ad allora l'omosessualità sarà una categoria diversa non degna nemmeno delle critiche morali pertinenti all'eterosessualità.  

Ecco l'uguaglianza cui io agogno.

Il documentario di ieri sera me lo ha fatto capire suo malgrado.


Corollario

Tra le tante divisioni del movimento lgbt italiano c'è anche il forte pregiudizio del cattolicesimo.
Una persona cattolica e omosessuale è vista con sospetto specialmente quando si fa militante.

Molte le avversioni, non sempre esplicitate e non smepre razionali.
Ce lo ha ricordato ieri sera Imma battaglia intervenuta subito dopo la proiezione del documentario quando ci ha raccontato un suo fatto privato per testimoniare la sua fede e la sua militanza lesbica.

Se la fede è un mezzo tramite cui le persone vivono meglio anche sapendo che di per sé è una forma autoritaria (c'è un dio sopra di noi) e arcaica di pensare (abbiamo bisogno di dio per capire come le cose stanno veramente) io non posso certo fare l'ateo di professione e dire loro le tue sono cretinate non c'è nessun dio e nessun aldilà.
Però mi piacerebbe che anche loro non venissero a rompere a me dicendomi che dio mi ama anche se io non lo voglio.
Ma non credo si possa davvero rimproverare ai cattolici di fare politica o proselitismo. Se sei entusiasta di una cosa ne parli, la vuoi consigliare a tutt*, così per buona fede.
D'altronde se la vivi per te in silenzio, come cosa privata è una fede ben misera.

Mi sembra una questione indirimibile.

Io personalmente oscillo tra un sincero rispetto, pozione che mi sforzo di seguire, e una tolleranza irrispettosa, propri come è irrispettosa la tolleranza verso i gay e le lesbiche.

Purtroppo nessuno mi potrà mai togliere dalla mente che chi crede in dio sia una persona esistenzialmente più  debole e fragile di chi non crede.

Anche qui il giorno in cui dio sarà argomento della storia e basta l'uomo e la donna saranno più liberi e più umani e donnani.



7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Alessandro
Mi sembra di essere terribilmente indisponente ma tu continui imperterrito a usare parole senza senso mutuate da una cultura che rifiuti, non riesco proprio a capire questo tuo atteggiamento considerando come invece sei preciso, dettagliato nel contestare le parole quando derivano da una cultura omofoba e sessista...
Ciò che è reale e inconfutabile è, solo ed esclusivamente, la nostra ignoranza non certo l'assenza di "dio".
Non penso ci sia una inconciliabilità fra la fede (in generale) e l'omosessualità e non penso ci sia inconciliabilità fra il cristianesimo e l'omosessualità, l'inconciliabilità esiste, solo ed esclusivamente, fra cattolicesimo e omosessualità. La chiesa cattolica è qualcosa di ben preciso e circostanziato, c'è il papa che è il capo supremo e indiscutibile della chiesa cattolica, c'è perfino un dogma che enuncia "l'infallibilità papale", se il papa dice che l'omosessualità è "un oggettivo disordine morale" i cattolici tutti sono chiamati a sottoscrivere. Personalmente provo un profondissimo fastidio (secondo me fondatissimo e assolutamente non pregiudiziale o irrazionale) di fronte a quegli omosessuali che si definiscono cattolici, secondo me hanno molta, molta confusione in testa, sono ipocriti, profondamente masochisti, con gravi complessi di inferiorità.
Questo signore di cui parli nel post a me tanto eroe non sembra, nel momento in cui ha preso coscienza della sua omosessualità, della profondissima omofobia della chiesa cattolica perché non è andato via (rimanendo assolutamente cristiano)? Perché ha vissuto nell'ipocrisia? Perché si è fatto zittire? Perché ha aspettato che lo gettassero fuori? Io non ammiro minimamente chi, rimanendo all'interno della chiesa cattolica, esprime timide aperture (non potrebbe essere altrimenti perché in caso contrario ti gettano fuori), non c'è, non ci può essere nulla da cambiare per il banalissimo motivo che la chiesa cattolica non è un'organizzazione democratica ma una monarchia assoluta, quindi, eventualmente, l'unica cosa da smantellare sarebbe proprio questa monarchia assoluta non certo le sue posizioni.
Ultima cosa: personalmente rimprovero, eccome, ai cattolici di fare politica e proselitismo, perché, per esempio, si dice che si dovrebbe mettere fuori legge Forza Nuova ma non il cattolicesimo ? Se si fa una differenza è evidentissimo che anche coloro che si definiscono atei considerano positivamente il cattolicesimo ma allora di cosa ci si lamenta?
Antonio

Alessandro Paesano ha detto...

Caro Antonio. Indisponente no, monotematico sì.

Continui a rimproverarmi che uso parole senza senso...

...a me mica mi pare.

dio è un prodotto dell'uomo e non viceversa. credo che questa sia una certezza. Ogni altra posizione sull'ente dio, qualunque cosa intendiamo con questa parola, non è razionale...

Adoro il precetto socratico. credo però che qualcosa abbiamo dimostrato di saperla. non fosse altro per come riusciamo a manipolare l'ambiente che ci circonda, nel bene e nel male...

Per il resto sono d'accordo con te.
Però mi sembra ingeneroso il tuo giudizio su chi, da dentro la chiesa cerca di cambiarne le cose.

Noi, io e te, possiamo trovarlo non interessante, ma certo chi rimane nella chiesa e non si nasconde (come ha fatto McNeill) non lo chiamerei certo né ipocrita né masochista...

mai detto che c'è inconciliabilità tra fede e omosessualità.

casomai credo ci sia inconciliabilità tra fede e raziocinio ma questo è solo un mio punto di vista...

Anonimo ha detto...

Ciao Alessandro

Non voglio assolutamente essere monotematico quindi cerchiamo di intenderci perché mi sembra che parliamo due lingue diverse e continuare, in questo caso, non avrebbe senso.
Più di una volta nei tuoi post hai sottolineato l'importanza delle parole e la necessità di usare un linguaggio condiviso; tu non solo usi parole che derivano da una ben precisa cultura ma, quel che è peggio, le usi in modo acritico e in una posizione culturalmente subalterna. La parola "dio", lo ripeto per l'ultima volta, non significa nulla eppure tu con tinui a costruire frasi del genere: "qualunque cosa intendiamo con X non è razionale", vorresti razionalmente spiegarmi il significato di una simile frase? Per dire che X non è razionale dovresti prima definire X, ne convieni? Quando gli uomini credevano che fosse il sole a girare attorno alla terra sostituivano un'idea, una fantasia alla verità, poi la conoscenza ha dimostrato che quella era solo un'idea sbagliata, una fantasia, la verità però esiste sempre aldilà di quello che gli uomini, in un determinato tempo e spazio, credono, pensano, fantasticano, questa verità però bisogna raggiungerla; il "dio" di alcuni uomini è solo una fantasia (un riflesso)sconclusionata e abominevole creata da alcuni uomini sconclusionati e abominevoli? Totalmente, assolutamente d'accordo ma la verità qual è? Tu hai solo un'idea del mondo, della vita, di te stesso, di tutto, non una conoscenza, tu parli come se avessi realmente capito qualcosa, come se la tua visione delle cose fosse fissata una volta per tutte ma questo è solo un dogma, un pregiudizio irrazionale che ti sei costruito; tu ti vuoi presentare come una persona razionale ma (scusami), secondo me, non lo sei veramente perché la prima caratteristica di una persona autenticamente razionale è una chiarissima, precisissima coscienza del proprio limite, a me non sembra proprio che tu adori realmente il precetto socratico perché qualcosa credi (credi appunto) di saperla; manipolare l'ambiente poi non significa proprio nulla, secondo me, anche dei semplici insetti manipolano l'ambiente, capire, comprendere, conoscere sono tutt'altra cosa.

Non penso proprio per niente di essere stato ingeneroso con gli omosessuali cattolici, anzi ho accuratamente evitato di infierire (ne avrei un oceano di cose molto pesanti da dire) , il mio discorso è stato volutamente asciutto, semplicemente e banalmente consequenziale; se si è esseri adulti, seri, pensanti non si può da una parte accettare un monarca assoluto e dall'altra lamentarsi o criticare ciò che questo monarca assoluto dice e fa, è una contraddizione in termini, ripeto, l'unico possibile cambiamento sarebbe eliminare questa monarchia assoluta, tutto il resto, secondo me,sono solo fastidiosissime, irritantissime, sconclusionatissime, inutilissime scemenze. Per quanto riguarda ipocrisia e masochismo tu per primo hai sottolineato nei tuoi post l'ipocrisia e il masochismo di certi comportamenti, hai forse cambiato idea?

Antonio

P.S. Simpaticissimo il documento che pubblichi nell'altro post (niente di nuovo), nel 2012, in un paese presunto civile dobbiamo ancora leggere cose simili... gli omosessuali cattolici ora cosa faranno secondo te? Si lamenteranno e criticheranno (con moderazione e rispetto naturalmente)? Chi sa che cosa è che genera in loro questo rispetto a senso unico...Tu che cosa ne pensi?

Alessandro Paesano ha detto...

Antonio facciamo a capirci.
Quando uso la parola dio la uso nel senso che gli danno i cattolici. quindi non la uso né in maniera acritica né in maniera culturalmente subalterna.

Se i cattolici parlano di anima e io dico che il concetto di anima per me non ha senso non sto certo usando quella parola senza criticarla né, solo per il fatto di riferirmi al significato che c'è dietro quella parola come la
intendono le persone cattoliche, la sto usando in maniera subalterna.

La parola "dio" non significa nulla anche per me, ma se voglio criticarne il concetto devo potermi riferire al significato che quella parola ha per
le persone per le quali quella parola un senso ce l'ha.

Anche io penso che la parola dio non abbia un senso ma tu mi vuoi
vietare di usarla perchè altrimenti se la uso, implicitamente ne legittimo
il senso quando un senso non ce l'ha.

Per farla finita col concetto di dio devo poter usare la parola dio...

Allora non possiamo usare nemmeno il concetto di bene, di bello, di giustizia, che non si riferiscono a oggetti concreti ma sono concetti astratti che hanno
senso solo in una determinata società, cultura e periodo storico umani.

Senza le persone queste parole sono prive di significato.

Io rivendico il mio diritto intellettuale di usare tutte le parole che credo e criticarle nei modi e nelle forme che mi pare.

Mi sembra dogmatico da parte tua dire che la verità però esiste sempre aldilà di quello che gli uomini, in un determinato tempo e spazio, credono, pensano, fantasticano,
Meno male che non credi in dio!

Io credo che al di là di noi esseri umani e donnani non esista una verità che è sempre immersa in una cultura (in senso antropologico) in una
storia e in una società squisitamente umane.

Tu hai solo un'idea del mondo, della vita, di te stesso, di tutto, non una conoscenza, tu parli come se avessi realmente capito qualcosa, come se la tua visione delle cose fosse fissata una volta per tutte

Questa affermazione è un po' troppo generica.

Ci sono alcuni concetti che sono fissati una volta per tutti e dai quali non prescindo: il concetto di uguaglianza e di pari dignità, di diritti per tutte e per tutti, l'antirazzismo, l'aintimaschilismo, l'antiomofobia.

In ogni caso non capisco come puoi conciliare la affermazione tua
Tu hai solo un'idea del mondo, della vita, di te stesso, di tutto, non una conoscenza, con quest'altra tua affermazione La parola "dio", lo ripeto per l'ultima volta, non significa nulla . Quale delle
due frasi è vera?

Oppure io non so e tu sai?

Mi rimane un dubbio di fondo.

Siccome non è che diciamo proprio cose diverse, solo che , almeno così mi pare, io le dico in modo un po' più morbido, mi chiedo: perchè ti irrita tanto il mio modo di parlare, di pensare? Cosa è che ti dà fastidio?
Sembra quasi che io sia un agnostico e non uno che afferma che dio è un'invenzione umana e dunque di per sé non esiste...

Perchè mi fai questi appunti quando in sfondo la pensiamo alla stessa maniera? Cui prodest?

Alessandro Paesano ha detto...

Per quando riguarda la tua domanda nel post scriptum: la fede è un atto arazionale e questo spiega quel rispetto a senso unico che a te, giustamente, infastidisce e meraviglia.

Però attenzione ci sono molte persone che si reputano cattoliche e che non la pensano così e, da dentro la chiesa, combattono, criticano, si comportano nella loro vita di tutti i giorni in maniera contraria a quei
precetti che, pure, in quanto cattolici, dovrebbero seguire.

Bada bene, non fanno finta di niente e poi di nascosto fanno come pare loro, ma si impegnano
attivamente e fattivamente per far sì che certe posizioni vengano
cambiate.

Io non chiamerei queste persone ipocrite.
Contraddittorie, non ipocrite.
Ed ecco giustificato il mio aggettivo ingeneroso usato nei tuoi riguardi.

Quando dici che McNeill è ipocrita sei ingeneroso.
Pensiero personale naturalmente.

L'ipocrisia cui mi riferisco io non sta nel suo essere gay E cattolico ma nel suo essere sessualmente attivo (nel senso che fa sesso) E prete, senza che nel documentario (ma non so nella sua vita...) abbia mai speso una parola contro il celibato...

Insomma un altro paio di maniche...

Anonimo ha detto...

No Alessandro, non sono per niente d'accordo, i cattolici sono i primi a non saper dare un senso compiuto e oggettivo alla parola "dio" quindi se tu riprendi questa parola è come se implicitamente riconoscessi che un qualche senso ci sia, riconosci una qualche validità al loro discorso e dimostri una tua subalternità. Se io critico i cattolici non lo faccio certo da una posizione subalterna ma da una posizione paritaria, ogni loro affermazione cerco di smontarla pezzo per pezzo, parola per parola, sillaba per sillaba con l'obiettivo di non lasciare assolutamente nulla in piedi, rifiutando alla base, all'origine l'esistenza stessa dei loro concetti, non dico che "PER ME" la parola non ha senso ma sostengo invece che il concetto non esiste, è molto, molto diverso, la tua subalternità è tutta in quel "PER ME". Non puoi combattere un assolutismo irrazionale con un relativismo razionale perché se no diventi subalterno, gli devi, come si suol dire, restituire pan per focaccia.

Bene, bello, giustizia non sono concetti ma sentimenti.

Tu puoi usare le parole che vuoi e come vuoi (sei nel tuo blog), eventualmente sono io che vado via...

Io non sono per niente dogmatico, la terra non girava forse intorno al sole prima che gli uomini lo capissero? Esisterà pure un ordine delle cose, ne convieni? La verità è semplicemente questo ordine delle cose.

Io non ho mai parlato di concetti "spiccioli" ma di un modo di vedere il mondo, la vita, te stesso, tutto, se tu fossi vissuto in un tempo in cui si pensava che fosse il sole a girare attorno alla terra, secondo me, tu saresti stato fra quelli che pensavano che quella fosse una visione fissata per sempre, quello che rifiuto è che gli uomini molto spesso non riescono a dubitare di ciò che gli appare evidente, inconfutabile, ovvio come il fatto che il sole si muove nel cielo e noi invece stiamo fermi...

Non capisco proprio dove sarebbe, secondo te, l'antitesi fra le mie due frasi, sono entrambe vere...

Tu non mi irriti minimamente anzi, è molto piacevole per me discutere con te, ripeto, rifiuto la subalternità anche perchè, secondo me, è in fondo la stessa (in forma però infinitamente più grave) che genera gli omosessuali cattolici.

La fede io non la combatto minimamente, eventualmente però dovrebbe essere in Cristo non certo nel papa, avere fede nel papa è un'inaccettabile aberrazione, il papa è un uomo esattamente come me e te, è questo che rifiuto categoricamente nei cattolici, non mi importa cosa poi fanno o non fanno, cosa pensano o non pensano, è il fatto che hanno fede in un uomo a non andarmi giù, è il fatto che da questo uomo non riescano proprio a separarsi a non andarmi giù.

Sono perfettamente d'accordo con te che l'ipocrisia sta anche nell'essere sessualmente attivo avendo fatto voto di castità ma c'è un'ipocrisia ancora più profonda rivolta non verso l'esterno ma verso l'interno, certa gente passa la vita a raccontarsi frottole, rifiuta l'evidenza che se A è uguale a B e B è uguale a C, A è uguale a C, la vuoi chiamare ipocrisia, disonestà intellettiva, falsa coscienza, essere contraddittorio, ambiguità, ecc..ecc.., chiamala come vuoi comunque è una menzogna verso sé stessi.

Antonio

Alessandro Paesano ha detto...

Caro Antonio mi fa piacere che le mie parole non ti irritino. In ogni caso non voglio assolutamente né mandarti via né che tu lo faccia.

La differenza centrale dei nostri discorsi mi sembra ben espressa nel primo lungo periodo del tuo ultimo commento.

E sono d'accordo con te. Dio è un concetto ridicolo, irrazionale, inesistente, e anche io ho la presunzione di sapere che è così, così come none esiste un aldilà, l'anima, la resurrezione e tutte queste cazzate.

Purtroppo però il vaticano esiste! Ed è quello che dobbiamo combattere.

Ho capito anche che mi giudichi uno che resta nel mainstream (illuminante l'esempio tolemaico...).

secondo la teoria antropologica solo i geni (le persone geniali) sono ai confini del sentire del proprio tempo.

Io non sono certamente un genio e dunque non posso che pensare secondo il sentire del tempo ma ti assicuro che su un paio di argomenti non sono assolutamente in linea col comune sentire (nemmeno nella militanza gay per esempio).

Comunque ho capito cosa pensi e ti assicuro che, per fortuna mia, i tuoi timori sono infondati.

Il relativismo razionale per me è l'unica pratica di pensiero possibile.
Un relativismo che non mette in discussione proprio tutto (come dicono in vaticano e non solo) altrimenti se tutto fosse relativo non ci sarebbe modo di sapere nulla e questo e quello sarebbero pari.

Non credo in un assolutismo razionale perchè trovo ogni forma di assolutismo dogmatica.

certamente c'è un metodo.Un ordine delle cose come dici tu.

nella scienza è più facile vederlo (newton poi Einstein e poi chissà chi ma Einstein non ha detto che Newton sbagliava, lo ha solo relegato alle piccole velocità) in politica e nella storia (nella società) è più difficile vederlo e applicarlo.
Ma è esattamente quello che facciamo entrambi.

Pensa a quanto ci siamo scannati (come genere umano e donnano non io e te) sui sentimenti (come li chiami tu) di bontà bellezza e giustizia nei secoli. Ognuno pensava a darne una definizione unica e data una volta per tutte ignorando che i concetti desunti da quei sentimenti sono relativi a una determinata epoca storica.

Assoluti nello spazio ma non nel tempo.

Certo quel che è scritto nella dottrina della fede pone il vaticano fuori dal consesso democratico e basterebbe per fare sciogliere quel consesso e arrestare il papa per crimini di odio...

dopotutto la fede cattolica è sadica e criminale già nella stessa eucarestia.

come ci si può fidare di gente che ogni domenica a messa mangia il corpo e beve il sangue del figlio del proprio dio? Non simbolicamente ma concretamente (transustanziazione)?

Cerchiamo però di distinguere le diverse tonalità del grigio altrimenti la tua ferrea intransigenza rischia di semplificare le cose laddove nulla è semplice e tutto è composito...


Buona fine settimana!