sabato 16 giugno 2012

Una volta per tutti: la rinunica volontaria al matrimonio per le coppie dello stesso sesso non piace e continua a non piacere.


Continuano le dichiarazioni e le prese di distanza legali, politiche, storiche, etiche, dalla sciagurata proposta di legge promossa dalla campagna Una volta per tutti. Uno spunto continuo e interessante per riflettere sui motivi della grave inopportunità di questa proposta di legge

Francesco Bilotta, della rete Lanford,  dal suo profilo Facebook scrive:


La bacheca di Billotta è ricca di spunti. C'è quello di Ivan Scalfarotto, che ha scritto una nota alla Commissione diritti del suo partito che ha appena licenziato un documento nel quale si apre alle unioni civili per le coppie omosessuali ma non al matrimonio
Nella lettera si legge
Io credo con profonda convinzione (...) che le persone omosessuali debbano poter accedere al matrimonio in Italia, così come accade già in un numero di paesi che cresce di giorno in giorno.
(...)  Ritengo altresì che l’adozione di una regola “uguali ma separati” che introdurrebbe una differenza, sin dalla definizione di principi generalissimi quali quelli del nostro documento, tra il matrimonio per le coppie eterosessuali e un altro istituto per le coppie omosessuali sia inaccettabile sul piano democratico come lo era quello stesso principio, quando vigeva tra bianchi e neri, negli anni della segregazione razziale negli Stati Uniti d’America.
Limitare i propri orizzonti quando non è richiesto in modo pressante dall’esigenza di un compromesso è per me del tutto incomprensibile. Per questo motivo ritengo che la nostra posizione, in questa fase, avrebbe dovuto essere in linea con le posizioni più avanzate a livello internazionale e non timorosa e conservatrice come appare dal nostro documento.
Del resto, è precisamente questo il motivo per cui non ho firmato la recente proposta di legge di iniziativa popolare sulle Unioni Civili, presentata a Milano nei giorni scorsi, che ai miei occhi limita i propri orizzonti in assenza di qualsiasi necessità di venire incontro a posizioni diverse come accadrebbe nel processo legislativo all’interno del Parlamento.
(...)  Il matrimonio gay è realtà in tutta Europa e nel mondo occidentale, io credo che per quanto la politica italiana possa provare a rallentare questo processo sia solo una questione di tempo anche da noi.
Ancora sulla bacheca di Bilotta c'è un commento di  Carmen Dell’Aversano, docente dell’Università di Pisa:




Quel che molt* sostenitor* della proposta di legge non colgono è che la proposta non si limita a sostenere l'istituzione delle unioni civili per tutte le coppie di ogni assortimento sessuale, Istituto sul quale non si può non essere che d'accordo ma richiede anche una Civil Partnership ad esclusivo diritto delle coppie dello stesso sesso sostitutivi e proditoriamente presentato come equivalente al matrimonio.

Ed è questo quello che si contesta in un documento firmato da Agedo, Famiglie Arcibaleno, Certi diritti e Arcigay Riflessione comune sulla recente proposta di iniziativa di legge popolare nel quale si chiede
ai promotori della legge di riformulare il testo e di indicare come primo traguardo l'estensione del matrimonio civile e non le "unioni civili" per le coppie omosessuali. Potremo in questo modo dedicare tempo e impegno al successo della proposta con tutti i mezzi di cui disponiamo.


Uno degli assunti della proposta di legge e cioè che l’articolo 29 della Costituzione escluda dal matrimonio le coppie dello stesso sesso non è affatto vero come si legge bello stesso documento

L’avvio della campagna di raccolta firme è stato accompagnato dall’insistente ripetizione dell’argomento che la sentenza n. 138/2010 della Corte costituzionale escluderebbe la possibilità di ottenere il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso in Italia.
Questo argomento è completamente inesatto, non solo alla luce della sentenza citata ma anche della più recente sentenza di Cassazione, ed è sostenuta da un numero molto ampio di giuristi e docenti universitari. Non esiste, quindi, un ostacolo costituzionale alla possibilità del Parlamento di legiferare sulla materia, estendendo il matrimoni civile alle coppie costituite da persone dello stesso sesso.


QUESTA LEGGE NON S'HA DA FARE!

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