giovedì 2 febbraio 2012

Ma i froci e le lesbiche non son mignott* né pornograf*: su un articolo (pessimo) di Matteo Mainardi apparso su notizie radicali

Leggo sulla rete questo articolo un po' disgraziato scritto da Matteo Mainardi, Presidente Radicali Marche e membro (ehm...) della Giunta di Radicali italiani, quindi non uno sprovveduto qualsiasi della rete, pubblicato sul sito Notizie radicali.

Disgraziato (l'articolo...) perchè nonostante le evidenti buone intenzioni del Mainardi, cade nei più triti luoghi comuni omofobici.

A leggere il titolo (Se internet libera il sesso) del suo articolo sembra il Mainardi voglia dimostrare come internet sdogani il sesso e sconfigga la sessuofobia.
Beh sai che novità, si sa che, da sempre, su internet il porno è uno degli item più cliccati...
Mainardi però va oltre e afferma che
Dai social network ai forum di dibattito, dai magazine specializzati online ai blog personali, dal porno di gratuito accesso ai siti di incontri, tutto ha portato inevitabilmente ad un impatto ed uno scontro con la sessuofobia italiana.
Porno gratuito, siti di incontri, blog personali insomma per Mainardi basta parlare di sesso o mostrarlo per dimostrare che tutti lo facciamo, lo facciamo bene e che ci stiamo liberando dalla sessuofobia. In barba a Focault che in un suo celebre testo (La volontà di sapere 1976, Feltrinelli) affermava esattamente il contrario e che, cioè, più di sesso ne parliamo, meno lo facciamo e meno siamo coscienti del nostro corpo sessuato.  Ma vai a sapere, il libro di Focault ha quasi 40 anni, vuoi vedere che magari un po' di ragione in fondo Mainardi ce l'ha. Su una cosa sicuramente:  oggi, grazie a internet, è più facile rimorchiare di prima (per me, per esempio, poco avvezzo ai locali, lo è di sicuro).
Insomma sulla sociologia di massa del sesso di consumo quel che dice Mainardi ci può anche stare.
Ma poi ecco che Mainardi vira improvvisamente campo semantico e comincia a dire tutt'altra cosa e cioè che la rete contribuisce a emancipare le persone omosessuali:

Sempre più spesso basta un coming-out online per innescare una catena di persone che si tolgono la maschera di dosso e si mostrano per quello che sono veramente, senza nessuna ingiustificata vergogna: il gay, la lesbica, la persona bisessuale, quella persona che si prostituisce il venerdì sera o che fa filmini porno amatoriali non si nasconde più, ma sempre più spesso esce allo scoperto grazie ad una rete di contatti che si sono precedentemente “liberati”.

Dunque i gay si tolgono finalmente la maschera di dosso e si mostrano per quello che sono veramente (dei rottinculo? delle leccafiche?), senza nessuna ingiustificata vergogna.
Siamo alle solite.
Se sono gay e non lo dico mi nascondo perchè io ne ho vergogna. Non perchè la società mi dice che sono moralmente disordinato, malato, sessuomane e promiscuo (questo è vero ma riguarda tutti noi esseri umani non solo i gay...) e che la famiglia che costituisco col mio compagno, la mia compagna, non ha la stessa legittimità di quella etero.

E no caro il Mainardi!
Un conto è essere gay, lesbiche e bisessuali un conto è prostituirsi (cioè per denaro) il venerdì sera o fare filmini porno.

Che di etero che si prostituiscono e fanno filmini porno amatoriali non ce ne sono?

E togliersi la maschera di dosso per uscire allo scoperto in quanto di mignott* o pornodivi è ben diverso che fare coming out.

Perchè accomunare le cose allora?

Da un lato per il presupposto iniziale da cui il Mainardi parte, il superamento della sessuofobia (andando verso il suo opposto la sessuomania) che è paura del sesso e dall'altro per il solito pregiudizio (solo in parte indotto dalla parola stessa) che liquida la questione omosessuale al solo aspetto del sesso, come sei froci, lesbiche e bisex scopassero solamente e non si innamorassero, non amassero, non convivessero, non mettessero su famiglia magari facendo anche figli.
Se so frocio vuol dire solo che lo prendo (o lo metto) in culo sembra suggerire, in fondo, Mainardi, magari facendomi pagare e mettendo la prestazione filmata su internet...
Le persone trans nell'equazione del Mainardi non ci sono che restino le uniche vittime autorizzate della sessuofobia!

Che queste considerazioni e incauti accostamenti facciano opinione non lo dico io, lo dice il Mainardi stesso:

Contatti che messi in rete producono opinione, sensibilizzano e si mostrano per quello che sono: persone come te.
Scusa Mainardi persone come Te non come me, perchè io non mi prostituisco né metto i mie filmini online (anche se qualcuno ad esclusivissimo uso personale ne ho fatto...), ma saranno anche cazzi miei, no?

Certo ad accostare omosessualità e bisessualità a prostituzione e pornografia amatoriale non ci si può poi meravigliare se le gerarchie ecclesiastiche gridano allo scandalo della “depravazione”.

Ma dai Ale, mi direte, sei sempre tu che non leggi di fino, sulla rete ci sono tante cose, Mainardi le sta analizzando insieme ma non vuol dire che le equipari.

E no mie care lettrici, è Mainardi a equipararle, non io....

Ma nel frattempo, pian piano, gli italiani si liberano dai pregiudizi cambiando idea sulla prostituzione, sull'industria del porno, sul mondo LGBTI.

Quindi nonostante QUALCHE gerarchia ecclesiastica (Qualche? Non è il Papa in persona?) o qualche perbenista si scandalizzi, mignotte e froci oggi vengono visti con meno pregiudizi.

Bel discorso! Nemmeno un tantinello omofobico. Complimenti!


Mainardi non vede quanto sia omofobo quando accosta problemi di sessuologia all'omosessualità...
Gli italiani sono sempre meno spaventati dal sesso e dalle sue frange grazie alle piazze multimediali dove sul sesso si scherza, si dibatte, si chiedono consigli.
Facendo una passeggiata tra i forum si possono trovare tantissime domande sul tema. Dalle più banali “fa male masturbarsi?”, “cos'è il petting?” a quelle più complicate del tipo “ho 18 anni e non riesco a mantenere l'erezione. Da che medico devo andare?”, “datemi consiglio per dire a mio padre che sono lesbica”.
...ignorando che l'omosessualità, la bisessualità (e anche il transgenderismo di cui tace) non è un problema sessuologico ma di mancanza di diritti.


Qualcuno che lo conosce dica a questo sprovveduto quanto si sta sbagliando per cortesia!


* * * 

Riporto di seguito il botta e risposta tra me e l'autore dell'articolo, proseguita su faccialibro, per completezza d'informazione.


  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Aiuto, quante cose hai scritto :) Ti ringrazio per questa critica ma l'articolo non si riferiva solo al mondo LGBTI che io non vedo ma, da Radicale, al mondo LGBTIE. Ecco perchè nel mio elenco di "maschere calate" ho inserito omosessualità e prostituzione: non perché sono la stessa cosa ma perché sono tabù sessuali ancora da "liberare" completamente. Per un limite della persona interessata? No, per un limite della società che, come dici nella tua critica, blocca le persone a "liberarsi". E su questo, a mio avviso, internet sta dando un grande aiuto. Grazie ancora dell'ascolto!
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Se ho ben capito dunque il mondo LGBTI (anche se le persone trans e intersessuate non vengono mai menzionate nel tuo articolo) non sono prese in considerazione come categoria discriminata (altrimenti non capisco a cosa ti riferisci quando scrivi che "l'articolo non si riferiva solo al mondo LGBTI che io non vedo ma, da Radicale, al mondo LGBTIE") ma solo ad uso e consumo delle persone etero che possono goderne come godono della prostituzione e della pornografia? Questa giustificazione mi sembra ancora più raccapricciante e conferma tutto l'impianto omofobico che io critico nel tuo articolo. Non si tratta di sesso, ma di diritti e di affetto. Fosse solo per quello che facciamo a letto e con chi lo facciamo che senso avrebbe parlarne? Ma quando l'unica dignità che viene riconosciuta alle persone GLBTQI è quella sessuale quando ci volgiono liberi solo a letto ma non di dirlo fuori dalle lenzuola quando non si riconosce dignità umana ma solo sessuale la discriminazione omofbica continua a incidere sulla dignità di cittadini cui vengono negati certi diritti proprio come fai tu nel modo che hai di vedere e di proporre, in un articolo, non in un blog online. la questione che è offensivo e omofobico.
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano Guarda, ho scritto tantissime volte di diritti LGBTIE quindi ti dico che ti stai arrampicando sugli specchi. Mi occupo di omogenitorialità e riforma del diritto di famiglia con CertiDiritti quindi puoi immaginare che l'omofobia non è cosa per me. Credo tu abbia travisato completamente l'articolo che non vuole parlare di diritti, ma di come internet abbia favorito l'emergenza di un aspetto della società. Tutte le restanti tue critiche si riferiscono ad interpretazioni tue che io non ho mai avanzato.
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi beh scripta manent...
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Io non metto in discussione il tuo operato. Metto in discussione l'articolo nel quale non parli certo di omogenioirialità... ma metti nella stessa frase coming out con chi si prostituisce e mette filmini porno amatoriali sulla rete. L'hai scritto tu mica io. Dov'è che ho mal interpretato?
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    P.S. nota che l'articolo non è nella categoria "diritti" ma nella categoria "antiproibizionismo".
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano il coming-out di chi si prostituisce non è mica meno serio del coming-out degli omosessuali!!!
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Non ho detto mica che sia meno serio, ho detto che sono due cose che non c'entrano nulla l'una con l'altra...
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano secondo me nell'ottica della sessuofobia, macrocategoria in cui è anche inserita l'omofobia, c'entrano eccome. Se avessi parlato solo di omofobia avresti ragione ma in questo caso confermo le mie parole. Naturalmente possiamo avere visioni diverse ma, ti prego, blocca tutti quelli che mi stando dando dell'oofobo sul tuo sito perchè, come avrai capito non lo sono proprio... anzi! :)
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Il problema è che l'omofobia non ha a che fare con la sessuofobia ma col patriarcato, col maschilismo, col machismo... che sono be altre cose... la sessuofobia è paura del sesso. L'omofobia e non riconsocere dignità alle persone omosessuali al di là del sesso (ci sono i sentimenti, l'affettività, la spiritualità). Ridurre la questione omosessuale al solo sesso è di per sé un modo di vedere omofobico. Per cui questo pensiero, come il tuo articolo, non già tu (si critica sempre il pensiero e mai la persona), sono omofobici. E lo confermano le tue spiegazioni che non si schiodano di un millimetro dall'assunto di fondo che vuole l'omosessualità come una questione di sesso mentre è molto di più. Se le persone omosessuali e bisex chiedono il matrimonio non lo chiedono certo per poter scopare no?

    Nel mio blog che non è un social network non viene bloccato nessuno. A meno che non si passi alle offese personali. Nel qual caso eliminerei il commento che ti offende IN QUANTO PERSONA. ma le critiche alle tue idee e ai tuoi articoli quelle sono legittime. Le tue considerazioni quando riduci l'omofobia alla sessuofobia SONO omofobiche (le considerazioni non già tu). Fattene una ragione! Se credi sie libero di rispondere a ci ti critica sul mio blog (sempre senza offendere nessuno...)
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano E lo vieni a spiegare a me che l'omosessualità non è solo sesso? Ma dai :)

5 commenti:

FC ha detto...

e poi ci meravigliamo se gli omosessuali vengono visti solamente come persone che scopano con altri dello stesso sesso! troppo spesso leggendo articoli di fantomatiche associazioni o siti aggregatori sul mondo lgbt o di persone che dovrebbero conoscere la tematica e saperla trattare viene da chiedersi: ma che fine ha fatto la lotta per i diritti?
Ultimamente inizio a dubitare della buona fede di alcuni. Forse non è solo colpa della cricca degli ex-dc se c'è ancora tanto pregiudizio e se non si fanno passi avanti concreti nella legge

Alessandro Paesano ha detto...

Anche io dubito molto della buonafede di Mainardi come di molti altri...

E' un piacere rileggerti!

Matteo Mainardi ha detto...

Aiuto, quante cose hai scritto :) Ti ringrazio per questa critica ma l'articolo non si riferiva solo al mondo LGBTI che io non vedo ma, da Radicale, al mondo LGBTIE. Ecco perchè nel mio elenco di "maschere calate" ho inserito omosessualità e prostituzione: non perché sono la stessa cosa ma perché sono tabù sessuali ancora da "liberare" completamente. Per un limite della persona interessata? No, per un limite della società che, come dici nella tua critica, blocca le persone a "liberarsi". E su questo, a mio avviso, internet sta dando un grande aiuto.

P.S. sicuramente mi sono spiegato male nell'articolo ma darmi dell'omofobico quando da anni sto facendo battaglie per l'omogenitorialità mi sembra un po' troppo :)

Alessandro Paesano ha detto...

La discussione (o, meglio, il botta e risposta tra me e Mainardi) è proseguita su faccialibro. La riporto in calce al post per completezza d'informazione.

Anonimo ha detto...

che tristezza, se penso cosa erano i radicali una volta. Tanto tempo fa. Troppo tempo fa. Erano persone che capivano, comprendevano, decostruivano. Caro Mainardi, ti si perdona perché quello che scrivi più che essere solo bieco, è oltretutto ingenuo, grezzo e disavvezzo alla dialettica e all'intelligenza. Del resto siete fra quelli che tempo fa avete sdoganato Fagioli. L'ambiguità triste e senile di Pannella vi avvolge e vi plasma. Delle tue 'battaglie' (ah ah ah) ne facciamo volentieri a meno, radicale dei miei stivali
Gendibal