domenica 26 febbraio 2012

Lettera aperta a Nicola Porro a proposito del suo articolo Anche i gay sono figli di mamma Rai

Le scrivo a proposito del suo articolo Anche i gay sono figli di mamma Rai  nel quale, mi sembra le sfugga la questione centrale. Proverò a spiegarmi con un esempio.

Mettiamo che nel Mondo i giornalisti siano invisi.  Non come lo sono in quello reale, ma molto di più. Mettiamo che l'opinione pubblica e la scienza medica li considerino dei malati, dei deviati, dei criminali tanto che la parola "giornalista" viene usata per insultare le persone.
Mettiamo che in questo mondo i giornalisti vengano insultati, picchiati, uccisi, segregati in ospedali psichiatrici con la pretesa di "curarli". Mettiamo che solo per il fatto  di essere giornalisti si finisca in galera.
Mettiamo che in quanto giornalisti non si possa accedere a una serie di diritti sanciti dalla Costituzione.
Mettiamo che la Chiesa li tolleri basta che non esercitino la professione cioè non possano essere quello che sono giornalisti.
Mettiamo infine che i giornalisti siano morti nei campi di sterminio di Hitler come le altre tante vittime del nazismo.

Mettiamo ora che io per ribadire il diritto di opinione dica che difenderei  anche chi afferma che i giornalisti debbano andare nei campi di concentramento.
Lei, che è giornalista, come si sentirebbe?

Quello che le sfugge, o fa finta di non capire, è che l'indignazione da lei tanto criticata e vilipesa (complimenti la battuta sugli ortaggi è davvero degna del giornale per cui  scrive) non scaturisce dal fatto di essere stati "nominati" ma che nel suo ragionamento per assurdo Lucia Annunziata abbia accreditato l'incitamento all'odio per i gay come libertà d'opinione.

Che a lei dei gay non interessi nulla non è certo un crimine, ma un suo diritto,  anche se, in quanto cittadino e in quanto giornalista, dovrebbe indignarsi che una una categoria di persone - il cui comportamento non è illegale e non lede nessun diritto altrui-, sia vittima di odio e di discriminazioni.

Ma che lei usi le discriminazioni contro i gay per fare critica politica su altre questioni (guardi che nel libro paga della Rai c'è stato anche lei come si legge nel suo cv) è di un cinismo e di una furbizia senza precedenti.
Nel suo articolo non fa solo disinformazione - basta vedere quanto sono disinformati i lettori che hanno lasciato commenti al suo articolo che sembrano usciti dagli anni 80: c'è addirittura chi crede ancora che l'aids colpisca solamente gli omosessuali...
Al suo posto a leggere tanti commenti disinformati mi vergognerei come un ladro di avere dei lettori così ignoranti.
Ma che lei minimizzi l'odio omofobico per fare un discorso politico "contro" i clientelismi Rai e i soldi pubblici ecco questo ha in sé qualcosa di criminale. Purtroppo qui in Italia solo moralmente.
Fossimo negli Stati Uniti o in altri paesi occidentali anche da un punto di vista legale.
Forse se vivesse anche solo per un'ora nel mondo ipotetico da me descritto cambierebbe atteggiamento e opinione. Forse.

sabato 25 febbraio 2012

Ma per me Gay.it è molto MOLTO peggio di Annunziata (per tacer di Signorini)...

Obnubilato dal pettegolezzo, che sembra l'unica ragione di essere di Gay.it e di chi ci scrive (per lo più anonimamente, ma poi Bolle viene accusato perchè non fa coming-out) leggo su questo sito, che è sempre di più un fogliaccio paraomofobico, l'ennesimo rivoltante articolo dal titolo Signorini, outing di Bolle: a Carnevale vestivo da Roberta sulla presunta omosessualità di Bolle il cui sottotitolo spiega Durante la sua trasmissione radiofonica, Alfonso Signorini racconta di quando i genitori lo vestivano da ballerino. E chiama l'etoile al femminile. Outing volontario o solo gaffe? 

Ecco come una mente malata di pettegolezzo restituisce una notizia in realtà di tutt'altro genere.

Questi i fatti (desunti dallo stesso articolo ma restituiti nella loro prospettiva neutra, priva di malizioso pettegolezzo):

Alfonso Signorini  nel corso del suo programma radiofonico "Alfonso Signorini Show" [l'articolo non dice quale radio, ve la dico io: Radio Monte Carlo] raccontando aneddoti sul tema della tramissione[sic!] "Come i genitori ci vestivano a Carnevale" ha detto:
«Da bambino i miei genitori mi vestivano da principe azzurro, avevo una calzamaglia attillata che già metteva in evidenza tutto. Ero bellissimo, sembravo Roberta Bolle».

Dov'è l'outing? Io vedo solo un modo odioso e omofobico per insinuare che un ballerino, che è uomo, sia gay, col vecchio cliché del cambio di genere. Se sei un uomo e ti piacciono gli uomini allora sei femmina.


Ma agli occhi di chi ha scritto questo "articolo" conta più l'outing che il maschilismo, l'omofobia, l'errore epistemologico che confonde identità di genere con orientamento sessuale. Come se bastasse chiamare Bolle al femminile per provare la sua omosessualità e farne dunque outing.

Un outing che evidentemente, anche se non viene detto esplicitamente, è autorevole perchè Signorini è gay a sua volta (Signorini ha fatto coming out sulle pagine di Panorama nel 2007).

Come dire se un frocio dice di un uomo che è frocio allora quello lo è con più probabilità che se a dirlo fosse un etero... Ma questi sono pensieri miei che attribuisco all'articolo...
 Forse l'autore dell'articolo di Gay.it non ha considerato offensive le parole di Signorini perchè l'ha considerata una battuta tra gay. Ma ciò non toglie che, in una trasmissione pubblica, chiamare un uomo al femminile per riferirsi al suo orientamento sessuale sia e resti una battutaccia omofobica e irricevibile.

Un outing che per l'autore dell'articolo potrebbe essere d'aiuto un esempio positivo apertamente gay ai tanti ragazzi che si avvicinano al mondo della danza classica e per questo vengono derisi e discriminati.

Infatti chiamare Bolle Roberta è un esempio positivo.  Già lo si dileggia senza che sia venuto allo scoperto. Figuriamoci (ammesso che lo sia gay) se lo avesse fatto.

Tra l'altro l'autore dell'articolo non sembra avere le idee chiare sul significato politico del coming out che non è quello di essere d'aiuto ai tanti ragazzi che si avvicinano al mondo della danza classica e per questo vengono derisi e discriminati.
Ma come ragiona questo? 
Se tu vuoi fare il ballerino (solo di classica, eh) ti prendono in giro perchè ti dicono che sei frocio. Sapere che Bolle lo è ti aiuta? A che?
Aaah ecco!!! Perchè prendono in giro Bolle che frocio lo è davvero e non te  che sei etero!

Forse il coming out serve di più in quei campi dove il cliché non vedrebbe mai l'omosessualità. O in quei campi artistici più popolari e non così colti come quello della danza classica (perchè anche se ti piace la classica e la vai semplicemente a vedere sei preso in giro...).

Con tutto il rispetto per Bolle è più importante il coming out di Tizano Ferro (che Signorini sulle pagine di Tv sorrisi e canzoni criticò dicendo che "un artista deve poter essere giudicato in base a ciò che produce e non in base a quel che fa sotto o sopra le lenzuola) seguito da milioni di giovani che Bolle seguito da un pubblico di nicchia.

Insomma non si spezza una lancia a favore delle persone omosessuali se un ballerino dice sono gay (e tutti pensano grazie cara già lo sospettavamo).

Ha più importanza politica se a fare coming out sono tutti quelli e quelle che esercitano professioni notoriamente ritenute non da omosessuali: muratori e sportivi, mamme e casalinghe.

L'autore dell'articolo infine non sa nemmeno bene il significato politico dell'outing.
Infatti si fa outing cioè si rende nota pubblicamente l'omosessualità di un personaggio pubblico SOLO QUANDO IL PERSONAGGIO PUBBLICO HA POSIZIONI ESPLICITAMENTE OMOFOBE.

Non mi risulta che Bolle sia omofobo. E certo non si può accusare di omofobia chi - ammesso sia davvero gay (ma di Bolle lo diciamo solo perchè è ballerino) - decide di non venire allo scoperto.

Costringere una persona omosessuale al coming out non per le ragioni politiche dell'outing è un atto di omofobica prevaricazione.

OGNUNO HA DIRITTO A RIMANERE NASCOSTO e a uscire fuori quando meglio crede.Anche se sicuramente facessimo tutti e tutte coming out la visibilità aiuterebbe a sdoganare l'omosessualità. Forse. Ma chi sono io per dire come un altro deve vivere la propria vita?

Dunque, ricapitolando, invee di inorridire perchè si p fatta una battuta omofobica ai danni di un presunto gay si inneggia all'outing di un gay vigliacco che si nasconde il cui coming out aiuterebbe quei cari ragazzi che vorrebbero fare la classica e invece poverine vengono presi in giro.

E' proprio vero. I primi nemici dei gay sono i gay stessi.




venerdì 24 febbraio 2012

Lucia Annunziata e l'uso criminale della democrazia.




Se quello che ha detto Lucia Annuziata a spese delle persone omosessuali fosse vero e sostenibile io potrei esprimere senza tema di ripercussioni legali e non che se qualcuno la gambizzasse farebbe bene.
Ma davvero esprimessi questo pensiero (sic!) potrei essere denunciato dalla diretta interessata e ne avrebbe donde.

Io invece purtroppo non posso denunciarla. Perchè non solo l'unico gay e quindi quella frase per assurdo mi mette in pericolo senza che io possa difendermi.
Mi mette in pericolo prima ancora che come persona omosessuale come cittadino di una democrazia.

Perchè è ora di finirla con questa retorica cattofascista che scomoda Voltaire per difendere pensieri e affermazioni insostenibili.

Quel che Annunziata fa troppo furbescamente finta di ignorare è che un conto è difendere l'opinione di qualcuno come quella di Celentano su Avvenire e Famiglia Cristiana che non ha conseguenze né sulle cose né sulle persone, un conto è ratificare posizioni criminali di odio che possono avere conseguenze disastrose per le persone qui ed ora.

Perchè non sono le opinioni ad essere censurabili ma le conseguenze che quelle opinioni hanno sulle persone (specialmente se dette in eurovisione nel programma tv più visto dagli italiani).

La pericolosità dell'affermazione per assurdo di Annuziata è peggio ancora di chi i gay li picchia con l'intenzione di picchiarli perchè si balocca con frasi per assurdo senza curarsi quel che le sue ipotesi per assurdo mettono in ballo e rischiano di far correre a persone in carne ed ossa.

Annunziata è figlia del patriarcato come Mussolini e Hitler.
E se difenderebbe Celentano come ha detto di fare difenderebbe anche Ciarrapico che quella frase criminale l'ha detta per davvero.

D'altronde una che per attestare stima ad Avvenire e Famiglia Cristiana (avete mai letto le cazzate che scrive Famiglia Cristiana sul rock come musica del diavolo? Io sì) dice che sono due giornali coi controcoglioni è chiaro che il livello culturale è quello che è, cioè zero.

Ho letto che qualcuno del movimento glbtqi andrà alla sua trasmissione a parlare con lei.
Spero che nessuno ci vada perché andarci significherebbe legittimare lei che, con quello che dice e con quello che fa, non può essere una interlocutrice degna di legittimazione.

In democrazia il silenzio vale quanto l'indignazione.




venerdì 17 febbraio 2012

I soliti idioti il matrimonio e gli omosessuali a Sanremo. Idioti e omofobi.


Non ho ancora visto San remo quest'anno e non per snobismo radical chic di chi si vanta di non vederlo.
Lo vedo ben prima che per me diventasse un esercizio di lettura antropologica (giuro!) datomi all'università dalla "mia" docente di antropologia culturale. E' sempre stata una tradizione di famiglia, da quando ero piccolo, tutti  a sentire le canzoni, a dare i voti alla voce al testo alla musica... L'ho rifatto anche di recente, quando ero felicemente sposato con Daniele.

No, se non ho visto Sanremo p perché non ho potuto: impegni più (scuola) o meno (teatro) lavorativi mi hanno tenuto lontano. L'ho registrato Sanremo ma non ho avuto modo di vedere ancora nulla. So far. Avevo letto delle polemiche su Celentano e poi di quelle sui soliti idioti dei quali ignoravo l'esistenza e che ho conosciuto quando sono venuti a X Factor.
Trovo l'imitazione isterica di donna presentata da uno dei due prima di tutto offensiva e maschilista e poi non mi fa ridere, ma nemmeno un po'. Poi ho letto del loro sketch sulle persone omosessuali che tanto ha fatto indignare anche se qualcuno non lo trovava poi così offensivo. Beh non avendolo visto non ne ho potuto parlare. Ora l'ho visto e rispetto quanto è stato detto e scritto, la loro rappresentazione dell'omosessuale, la battuta di Morandi preferiscono Belen, hanno tutti giocato sporco senza contestualizzare i primi né la seconda.

La battuta di Morandi è e resta maschilista ma non nasce come commento al matrimonio tra i due gay da lui officiato come è stato scritto ma come risposta a uno dell'orchestra che, dopo il bacio in bocca datogli da uno dei due idioti  ha commentato con un non male al quale Morandi risponde non ho nulla contro gli omosessuali ma preferisco Belen, un po' come fece Pippo Baudo a un Sanremo di qualche anno fa (il 1994...) quando commentò dopo la performance di Elton John in Dont' Go Breaking My Hearth, accompagnato da Ru Paul nota drag queen, quini né omosessuale né trans, disse che lui preferiva le donne.

Però nonostante tutto Baudo per quanto possibile dimostra più classe di Morandi, infatti mentre Baudo si prese il bacio in bocca di Benigni con classe e ridendo,

Morandi si netta la bocca con uno smaccato gesto di disgusto manco lo avesse baciato Jabba the Hut...



E veniamo allo sketch sui gay (e già questo ha di per sé qualcosa di omofobico...) dei due idioti.
La prima parte dello sketch, lunga ripetitiva e con un Morandi pessima spalla  sfotte alcuni comportamenti o modi di vestire che non riguardano il mondo gay ma che qualcuno molto disinformato e maschilista  può leggere in quella chiave. Siamo alle solite di un popolo italiota che vede omosessualità dappertutto basta un vestito coi colori sgargianti o un capello da pseudoemo per parlare di omosessualità.
I loro due gay sono meno offensivi di quelli ritratti nel pessimo film Il vizietto pur ripescando nella stessa matrice ideologica.  Nessuno dei due idioti è vestito da donna o schecca, si comporta piuttosto da quattordicenne malcresciuto che non conosce il borghese concetto del pudore .



Qui non si sfottono i gay esagerando su una loro presunta caratteristica qui si improvvisa in maniera dilettantesca su cosa sembra gay ai due idioti (o chi scrive loro gli sketch)...

Dà fastidio, anzi, no, fa proprio incazzare, che si scherzi in maniera così inconsistente sul matrimoni tra persone dello stesso sesso visto che in Italia non solo non ci si può sposare ma non si ha nessun riconoscimento e dunque nessuna tutela legale e che, dunque, questo sketch mostrando come due strani e bizzarri personaggi si sposino alla leggera, per capriccio, non contribuiscono alla causa ma sminuiscono l'importanza di un diritto negato.
Lo sketch si fosse fermato qui saremmo ancora nell'alveo del nomen omen da idioti appunto.

Come imitazione dell'omosessuale trovo personalmente,  molto più offensivo lo spot Cynar di Elio e le storie tese quando si ritraggono come stilisti vistosamente e ferocemente effeminati.

Purtroppo però lo sketch non finisce qui. Infatti nella seconda parte i due idioti  cantano una loro canzone, non inedita ma facente parte della colonna sonora del film che porta il loro nome (che poi + quello di una pessima sit-com di MTV italia che, pure, ha riscosso tantissimo successo. Canzone che i due idioti  cantano non certo per la causa ma per le royalties che incassano oltre al compenso dato loro per questa performance (e poi tutti a criticare i soldi dati a Celentano che almeno li ha devoluti in beneficenza...). D'altronde col testo che ha la canzone è casomai contro la causa:


Omosessuale
lo capisce anche mia nonna
è proprio come esser donna
senza il ciclo mestruaaaleee
omosessuaale
...l'hanno scritto anche i giornali
che noi siamo tali e quali
con dei crimini ormonaali
omosessuaale
Quando vado all'ospedale
creo sempre un gran scompiglio
vorrei tanto avere un figlio
ma che sia omosessuaaalee!
un pò strano un pò normaale
te lo dico chiaro e tondo
te lo dico stretto e lungo sono...
OMOSESSUAAALEEE eee

tu che ti vanti di essere normaale
transigente della tua scelta genitaale
prima o poi vedrai c'è un dubbio che ti assaale
sarò mica omosessuaalee ee 

I neretti sono miei





Dunque nella canzone prima si confermano tutti i peggiori cliché del caso (anche quello sui figli degli omosessuali che vengono anche loro omosessuali) e poi si spezza una lancia in loro favore insinuando il dubbio che chi è tanto intransigente sotto sotto omosessuale lo è anche lui...

Roba da vomitare per un anno e mezzo come diceva la Cicciona mia omonima di B.C.

Per fortuna stavolta, tranne qualche amico cristiano che, si sa, deve porgere sempre l'altra guancia, la comunità, con un po' di ritardo, si è incazzata e le proteste sono arrivate.
Ivan Scalfarotto dice (e non potremmo più essere d'accordo con lui) :

«Le cose che abbiamo visto e sentito non sono ammissibili in nessun Paese civile. Dire che i gay sono come donne senza il ciclo non offende solo Sanremo e i gay, ma le donne, gli uomini, la vita.
I Soliti Idioti parlano ai ragazzi, in un momento in cui il bullismo omofobico è una piaga, in cui gli adolescenti non ce la fanno a sostenere il peso, si suicidano. E Morandi ha peggiorato la situazione, dicendo che non ha niente contro gli omosessuali ma preferisce Belén Rodriguez. Mi aspetto che il direttore generale della Rai Lorenza Lei con la stessa sollecitudine con cui si è affrettata a scusarsi con il Vaticano le intemperanze di Celentano, lo faccia anche con noi per questa parentesi di cattivissimo gusto, per questo spettacolo inverecondo».
 Anche Patanè ha parole dure:
«Trovo orribile che il giorno in cui il governo decide di aderire al programma europeo contro le discriminazioni nei confronti degli omosessuali, la Tv di stato, attraverso la sua tribuna più popolare, decida di dare ospitalità a una rappresentazione grottesca e becera. Il ministro Fornero ha detto che la discriminazione si combatte con l'educazione. Ecco: quale sia il messaggio educativo dei Soliti Idioti mi sfugge. La satira si fa sulle opinioni, non sulle condizioni personali, non sull'identità sessuale, non sulle minoranze. Una Tv di stato che riduce i gay come macchiette vanifica decenni di battaglie, distrugge in cinque minuti il nostro senso di lotta, che ha un'altra profondità.
Anche se poi non perde occasione per farsi pubblicità (ma si sa Patanè ha come molti rappresentanti delle associazione GLBTQI l'anima del piazzista)
C'è un video, sul nostro sito, che racconta l'amore

omosessuale in modo semplicissimo. E' girato da, su e per gli adolescenti. Voglio vedere se Sanremo ha il coraggio di trasmetterla».
(la fonte di queste dichiarazioni è Vanity Fair)

Certo la cassa di risonanza mediatica di Sanremo è la prima in Italia, ma i soliti idioti (e omofobi) non è la prima volta che remano contro la causa propalando una campagna contro-omosessuale

e non tanto nella canzone Pene ano


dove come i ragazzini si divertono a dire parolacce e a sussumere l'omosessualità al coito anale,
ma soprattutto in questo sketch



nel quale gli omosessuali sono degli esibizionisti sessuomani isterici e petulanti.

E pensare che negli anni 70 si gambizzava per molto meno...

martedì 14 febbraio 2012

Ti sposerò. Il video prodotto da Orlando, Comitato provinciale Arcigay Brescia e Una Zebra a Pois -- Gruppo giovani Arcigay Orlando Brescia

Il Videoclip è stato diffuso il 14 febbraio 2012 per San Valentino .

Nasce nell'ambito del Comitato provinciale Arcigay di Brescia e del Gruppo giovani Una Zebra a Pois da un'idea e dalla sceneggiatura scritta da Davide Parrotta, volontario di Arcigay Brescia.
La regia è di Luca Cerlini che la frima assieme al gruppo artistico Secret Wood da lui fondato. 
Il video è stato possibile anche grazie alla concessione da parte di Jovanotti e della Universal Music Italia della canzone Ti sposerò tratta dall'album Quinto mondo (2002).




Regia di: Luca Cerlini, Secret Wood


Sceneggiatura: Davide Parrotta


Prodotto da: Orlando, Comitato provinciale Arcigay Brescia
Una Zebra a Pois -- Gruppo giovani Arcigay Orlando Brescia


Con il patrocinio di:


Arcigay -- Associazione lesbica e gay italiana
AGEDO -- Associazione genitori e amici di omosessuali
Comitato nazionale Bologna Pride 2012


Il video manca completamente di claim e di simboli (loghi etc) finali, non si sa se perchè presentato nella versione neutra o perchè così concepito. Magari per accordi con la Universal che non voleva la canzone di Jovanotti associata a una sigla politica. Certo diffuso così manca di un messaggio scritto finale.
Possibile che ai suoi autori non hanno sentito la necessità di concluderlo con uno slogan anche neutro senza bandiere politiche?
Uno slogan anche banale e retorico come la citazione del III articolo della nostra Costituzione o con un banalissimo L'amore è lo stesso qualunque sia l'orientamento sessuale o un altro qualsiasi slogan migliori di quelli da me suggeriti?
Qualcosa di semplice che concluda e riassuma in uno slogan quanto mostrato nel video?


Sembra sempre che noi italiani siamo incapaci di proporre una comunicazione valida ed efficace. 
Anche il video australiano da me tanto criticato alla fine comunica con uno slogan ineccepibile  e condivisibile. 
Così com'è questo video sembra un esercizio la prova generale di un video da fare poco male basta montare in coda al medesimo uno sloga, si è sempre in tempo.


I contenuti del video non si discostano dai valori centrali dell'Arcigay che sono incentrati sempre sul privato (la vita familiare e amicale) anche se stavolta qualche novità c'è. 


Intanto c'è la schiettezza e la semplicità di una coppia ritratta in alcuni dolcissimi momenti di intimità con delle immagini che valgono mille parole immagini e situazioni vere sincere non retoriche e eteronormate come nel video australiano. 




Tanti bei momenti indimenticabili: 


il gesto di commozione di uno dei due sposi quando vede il coniuge vestito di tutto punto e si copre la faccia col cappello...


...la quotidiana convivenza fatta di piccoli gesti come lavarsi i denti insieme davanti lo specchio (con la mdp che ne prende il posto). 


Ancora la proposta di matrimonio fatta al ricevimento degli sposi da una ragazza alla sua innamorata (uno dei rari casi in cui gay e lesbiche convivono davvero nello stesso video).
 
 




E poi, viva la faccia, un vero bacio dopo il matrimonio 



Il video funziona ed è uno dei meglio riusciti qui in Italia.


C'è la visibilità della coppia di ragazzi che si concedono morigerati ma evidenti cenni di intimità affettiva in pubblico

 
 attirando occhi non troppo indiscreti


 vengono ritratti in timidi momenti di vita del movimento poco politici però, una scampagnata,
 che fa parte del leisure time e il gay pride che è il momento di collettivizzazione. 



Manca la vita di circolo che forse era più sintomatica (e politica) e che avrebbe fatto fare capolino almeno in qualche modo al grande assente anche di questo video: il lavoro, la scuola, lo studio, cioè i luoghi sociali meno protetti dove dobbiamo avere la stessa visibilità e lo stesso rispetto  delle persone straight e dove invece la società non ci vuole e il massimo che la comunità glbt sa fare è accusare chi da solo non ce la fa a fare coming out di vigliaccheria, come se fosse solo una questione personale, e non di gruppo.

L'unico frame dove uno dei due protagonisti è probabilmente al lavoro, 

ma dura qualche secondo ed è solo, mancano i colleghi (naturalmente un lavoro artistico, da designer grafico, si vedono penne e un rande schermo pc, come a dire tutti i gay grandi artisti...) ma un barista o un operaio un maestro no?


Insomma un video che commuove ed emoziona ma che comunica più al cuore (cioè alla pancia) che alla mente.

Un primo passo importante ma c'è ancor a tanta strada da fare!!!






 




mercoledì 8 febbraio 2012

Fisica e chimica, dopo una scena dolcissima una che calca sui più triviali clichè

Ho già avuto modo di parlare di questa serie adolescenziale e per adolescenti, per difenderla dagli attacchi fascisti dell'Aiart.
Stavolta ne scrivo per constatarne la limitatezza e l'omofobia di fondo...

Infatti dopo una scena dolcissima alla fine dell'episodio trasmesso ieri da Rai4 nella quale David del tutto inaspettatamente bacia Fer e gli chiede di non arrabbiarsi con lui...




...nell'episodio di oggi, dopo che David dimostra di non ricordare quel bacio, Fer si dispiace e ne parla con una delle sue amiche...



...alla quale dice che non sa se David sia gay o etero visto che non si è dichiarato e che fino a l'altro ieri aveva la ragazza (bisex no, eh?). Al che, la ragazza invece di dirgli che l'importante è quel che provano l'uno per l'altro al di là del coming out (visto che essendo David un ragazzo di prima liceo dovrebbe esser ancora molto giovane, sui 14 anni...) gli consiglia di verificare se è gay mandando una ragazza che ci provi con lui (David) se è più interessato ai vestiti che al suo corpo vuol dire che è gay. Al che Fer invece di darle una capocciata sul naso per il consiglio a dir poco omofobico dice che è una bella idea...


Così mi trovo sullo stesso piano dell'Aiart, certo dall'altra sponda rispetto loro (ehm). Anche io mi chiedo quale messaggio questo telefilm mandi ai nostri adolescenti, gay e non.

Che solo un gay può dare un bacio a un altro ragazzo mentre il bacio di David poteva essere un bacio tenero, di affetto di riconoscimento di Fer, non di investimento sessuale ma affettivo non necessariamente finalizzato al sesso.

Che se hai avuto la ragazza e hai baciato un ragazzo e quindi probabilmente ti piacciono entrambi i generi DEVI SCEGLIERE uno dei due, perchè tutti e due non si può.

Che essere gay è una scelta, e per capire che lo sei non basta avere affetto e o attrazione sessuale  per le persone del tuo stesso sesso ma, contemporaneamente, l'altro sesso deve esserti del tutto indifferente (anche se fino a ieri non lo era...).
La bisessualità non solo non è una opzione possibile ma proprio non esiste.

Che se sei un ragazzo per stabilire se sei gay basta che dimostri di apprezzare più il vestito di una ragazza che la ragazza, considerazione questa tra le più fasciste e patriarcali, che dicono a un ragazzo etero che se non mette subito le mani sule tette di una ragazza rispettandola, è frocio.

Allora senza arrivare alle proposte censorie dell'Aiart, tutto sommato,  sono contento che questo telefilm sia consigliato a un pubblico adulto.
Certo per il telefilm è un fallimento visto che si rivolge ai ragazzi e alle ragazze.
Per Rai4 è un altro fallimento visto che comunque il telefilm racconta di un gruppo di adolescenti ma si sconsiglia loro di vedere il telefilm (almeno che gli adolescenti non rientrino tra il pubblico adulto).


Insomma che non solo perchè l'Aiart lo vuole censurare Fisica e chimica è un telefilm gayfriendly o illuminato...

Che tristezza.

martedì 7 febbraio 2012

Giampaolo Dossena, del maschilsimo omofobico (ma il libro è del 1994) e dei poeti gay del 1500

Mentre preparo delle lezioni di letteratura italiana del 1500 per una classe nella quale insegno (neve permettendo...) sto rileggendo Storia confidenziale della letteratura italiana IV volume di Giampaolo Dossena, (Rizzoli, 1994) si quello dei wutki su Linus, scomparso nel 2009, dove a un certo punto (pp. 22-23) elenca una serie di poetesse (nessuna stagione della letteratura - dice Dossena - italiana ha tante poetesse come questa). E poi leggo un commento che mi ferisce (il neretto è mio):

La napoletana Laura Terracina (1519?-dopo il 1577) scrive al maschile, come fosse un uomo. Quanto a inversione di sessi, il perugino Francesco Beccuti detto il Coppetta (1509-1553) scrive versi d'amore per un tal Francesco Bigazzini. Eran perugini anche Marino Céccoli e Cecco Nùccoli (1369 4—). Michelangelo Buonarroti (---> 1521) scrive versi per Vittoria Colonna e per Tommaso Cavalieri. Il parmigiano Iacopo Marmitta (1504-1561) spira nelle braccia di Filippo Neri (1515-1595). Il napoletano Bernardino Rota (1508-1575) scrive un intero canzoniere in morte della moglie. Il modenese Francesco Maria Molza (1489-1544) e il fiorentino Agnolo Firenzuola (1493-1543) sono sifilitici. Luigi Tansillo riesce a farsi mettere all'Indice già nel —> 1559; ne riparleremo alla data del — 1583, in connessione a Giordano Bruno. Due nobili napoletani, Angelo Di Costanzo (1507-1591) e Galeazzo Di Tarsia (1520-1553) hanno noie con il governo spagnolo; sono esiliati, il primo nel suo feudo di Cantalupo (al giorno d'oggi Cantalupo nel Sannio in provincia di Isernia), il secondo nel suo feudo di Belmonte (al giorno d'oggi Belmonte Calabro in provincia di Cosenza). Il secondo è veramente cattivo e muore assassinato.
Insomma mentre scopro un fiore di poeti che amano altri uomini e un fiore di poetesse al di là delle  note Vittoria Colonna e e Gaspara Stampa (in calce al post l'elenco delle altre poetesse che Dossena fa) leggo una cattiveria con cui Dossena bolla questi poeti gai sotto il segno dell'inversione sessuale secondo le teorie terzosessiste ottocentesche di Karl-Maria Benkert.

Andrò dunque alla scoperta di questi ...Lauri e Beatrici  no, non per parlarne ai miei studenti, che mi crucefigerebero ma per parlarne a voi mie lurker... (sempre che esistiate davvero).







Massimo interesse suscitano i particolari biografici delle poetesse
Vittoria Colonna è una gran dama e a lei dedichiamo una voce apposta, sotto la data del --> 1525. È una vera signora anche Veronica Gàmbara (1485-1550) benché nasca a Pratalboino (al giorno d'oggi Pralboino in provincia di Brescia; e scrive sulla bellezza di Brescia); poi sale un po' nella nostra considerazione perché va a Correggio (tavola XII). La padovana Gaspara Stampa (1523-1554) è di famiglia nobile ma fa la cantante e forse la cortigiana. L 'Al-tra padovana Isabella Andreini (1562-1604) è un'attrice. La romana Tullia d'Aragona è cortigiana ma viene dispensata dal portare il contrassegno del velo giallo per meriti poetici. La veneziana Veronica Franco (1546-1591) è cortigiana senza dispense e sulla sua professionalità alla grande sappiamo tante tante cose; verso il 1580 abbandona la professione e si dà a penitenze e beneficenze. La lucchese Chiara Matraini (1514-1597?) ha un giovane amante morto assassinato. Più ricca di assassini' è la vita di Isabella di Morra; le dedichiamo una voce apposta, sotto la data del
1546.


Uno scherzo o no? Due ragazzi mimano un amplesso all'ipppodromo di Trondheim

Durante la quarta gara di trotto, all'ippodromo di Trondheim, in Norvegia (e non allo Stadio di Oslo come riporta Leggo) mentre una telecamera riprendeva la corsa sono stati inquadrati due spettatori a bordo pista.
Il ragazzo di dietro che mostra il sedere quasi completamente scoperto, cinge il ragazzo che ha davanti e muove ripetutamente il bacino in quello che sembra un movimento sessuale, come si può evincere dal video.



Subito rimbalzato sulla rete il video ha fatto scalpore. Mentre il quotidiano sportivo danese ekstrabladet riporta la notizia per quello che è, una goliardata di due amici, Leggo e il blog ilgrandecolibri non solo danno per scontato che si tratti un vero atto sessuale ma il primo prende una cantonata e il secondo non resiste a fare commenti salaci (e omofobici).

Per Leggo infatti i due spettatori sono un uomo e una donna così descritti: pantaloni abbassati e movimento di bacino per lui, lei appoggiata alla ringhiera.
Non è l'unica cantonata dell'articolo visto che i fatti accaduti vengono riferiti a Oslo e non a Trondheim (che dista da Oslo 500 km...)


Adesso mentre l'articolo danese (citato dal blog il grande colibrì) sottolinea come sembri strano che i due stiano facendo sesso ma come la cosa abbia scandalizzato i norvegesi bene raccontando di come in Norvegia si discute se il gesto immortalato sia finto o no, il blog colibrì, che avevo incautamente messo nel mio bloggroll riporta la notizia con degli aggettivi che fanno vomitare e al suo autore non sfiora mai il dubbio che possa trattarsi di una goliardata.

Ecco un regesto del peggio del post (i neretti sono miei):

(...) se due amici sono contenti per qualche cosa di positivo accaduto loro, è difficile pensare ad un modo migliore per festeggiare.

Ora il protagonista, riconosciuto dalle telecamere dell'ippodromo di Trondheim ed individuato (mentre dell'amico che stava davanti a lui a ricevere il grazioso omaggio non è stata resa nota l'identità) nega che quel movimento a bordo pista fosse un vero atto sessuale - anche se è difficile credere che si sia abbassati i pantaloni insistendo a percussione sul fondoschiena che aveva davanti senza questo valido motivo...

Ørjan ha diciott'anni, vive a Byåsen ed aveva appena vinto 2000 corone norvegesi (circa 250 euro) grazie al cavallo Soløy Morten quando con il cavallo dei propri pantaloni abbassato ha festeggiato in compagnia di uno dei due amici con cui era andato a vedere le corse.


Anche se nega che le sue "acrobazie" fossero di carattere sessuale, Ørjan non esclude di compiere di nuovo simili gesti e conclude: "Il gruppo dei miei amici pensa che l'esperienza sia stata divertente. Siamo un gruppo molto aperto". Sicuramente qualcuno del gruppo più degli altri...
Se non sono commenti sminuenti questi...

Non oso pensare come riporteranno la notizia i siti frociaroli italiani...


sabato 4 febbraio 2012

Quando il conformismo diventa omofobico. A proposito di un articolo su Cambell Kenneford, giovane dolescente trans.

Sul mio post di ieri sul potere offensivo della parola ricchione un mio lettore (ma allora ci sono!!!9 mi scrive che lui sente quella parola offensiva perchè politicamente corretta, come la parola negro, anche he saw my point.
Purtroppo il politicamente corretto non solo non sembra essere sufficienti e ma a volte propala se non il pregiudizio omofobico la standardizzazione banale e appiattente secondo i canoni del conformismo borghese relegando argomenti complessi e attuali (nel senso che sono in pieno cambiamento paradigmatico) nei canoni di una visione normalizzata e normalizzante.
E' il caso di un articolo di gay.it che parla di un giovane sedicenne che sta transitando verso l'altro sesso. Dal punto di vista del politicamente corretto l'articolo è (quasi) inappuntabile, eppure...
Nel parlare di Cambell Kenneford che ha già iniziato la transizione per diventare donna l'autore dell'articolo (non firmato) come spiegazione del motivo che sta portando Cambell a transitare verso il genere femminile riporta un vetusto e trito cliché della bambina intrappolata nel corpo di un bambino con annessi corollari di miseidentificazione di un'infanzia e un'adolescenza [non ancora conclusa...] difficile, passata a tenere la sua natura chiusa dentro il suo corpo e a sopportare le angherie e le vessazioni dei coetanei che lo [forse la sarebbe stato più coretto, ma sto sotilizzando] credevano gay. 
L'autore (l'autrice?) dell'articolo riporta le dichiarazioni di Cambell senza alcun commento, interpretazione, vaglio critico, seguendo una retorica della transessualità non solo data ormai per scontata e acquisita, ma evidentemente chiara e non necessitante di ulteriori spiegazioni.

"Il mio idolo in assoluto è Lady Gaga - racconta -. Lei mi ha ispirato a rivelare la verità, ossia che io sono una donna intrappolata nel corpo di un uomo". "Ho iniziato a mettere lo smalto e a farmi crescere i capelli da quando avevo 11 anni - spiega a chi le chiede di raccontare com'è iniziata la sua consapevolezza -. Mi piace indossare pantaloncini, top stretti e tacchi alti per tutto il tempo. E molti mi dicono che somiglio alla Lohan, che io d’altronde adoro tanto". 
Dunque si è ragazze trans, cioè  bambine intrappolate nel corpo di un uomo, perchè si indossano pantaloncini, top stretti e tacchi alti per tutto il tempo. Quel di cui Cambell e l'autrice (autore?) dell'articolo non si rendono è la pressione sociale che grava su questo ragazzo che percepisce se stessa e vuole essere percepita come ragazza che, per farlo, abbraccia i più biechi e maschilisti stereotipi di genere, gli stessi coi quali si confrontano molte ragazze biologiche qui esacerbato all'ennesima potenza.
Davvero essere ragazza vuol dire indossare pantaloncini, top stretti e tacchi alti per tutto il tempo?
Davvero se un ragazzo vuole indossare pantaloncini, top stretti e tacchi alti si sente o, comunque, è, un a ragazza?
40 anni di movimento femminista e glbtqi non sono serviti a nulla se da un lato i ragazzini che transitano al femminile hanno del femminile una concezione così stereotipata e superficiale (immagino che se Cambell voglia essere percepita come donna sia per un motivo più interiore che l'esteriorità del vestire) e se, d'altro canto, la società permette ai ragazzini di indossare pantaloncini, top stretti e tacchi alti per tutto il tempo solo se si eteronormalizzano e diventano femmine.

Per l'autore (autrice?) dell'articolo non c'è nient'altro da dire, nient'altro da spiegare e, soprattutto, lo step successivo (oltre la terapia ormonale per modificare i caratteri sessuali secondari) il lungo e doloroso percorso di transizione non può che condurre alla sua naturale conclusione il riassegnamento chirurgico di sesso.
Cioè proprio quell'obbligo legale per vedere riconosciuto sul documento il cambio di sesso che sempre più persone trans mettono in discussione considerandolo castrante (se perdonate il pessimo gioco di parole).


Così mentre le persone transgender stanno davvero mettendo in discussione ruoli e stereotipi di genere e stanno ridisegnando l'identità sessuale le persone omosessuali (sopratutto i maschietti ma questa è un mio sospetto che non posso dimostrare...) sono sempre più schiave di stereotipi e cliché tanto da raccontare un'infanzia e un'adolescenza difficile, passata a tenere la sua natura chiusa dentro il suo corpo e a sopportare le angherie e le vessazioni dei coetanei che lo  credevano gay, dando per scontato che chi si veste da donna sia gay e che chi è gay si vesta da donna, mentre queste due affermazioni sono solo ancora e sempre il frutto di un equivoco epistemologico tra identità di genere e orientamento sessuale.




venerdì 3 febbraio 2012

Ma dare del frocio a qualcuno può essere mai un insulto?


Durante la seconda puntata de L'isola dei famosi la regia manda una clip (cioè un filmato preregistrato non in diretta e dunque censurabile),  nel quale Mariano Apicella risponde a Malgioglio che gli ha detto tu sei senza arte né parte dicendogli  io sarò senza arte né pare ma tu si ricchione e io no.


Subito dopo la messa in onda della clip Vladimr Luxuria, che dell'isola è inviata, ha commentato così:



Quel che giustamente  fa notare Vladimr non è l'insulto, ma LA DISCRIMINAZIONE subita da Malgioglo. Apicella cioè non ha voluto offeso Malgioglio dicendogli quel che è, ma partendo da quel che è lo ha voluto sminuire (tu sei ricchione e io no).

L'offesa non sta nel dare a qualcuno del frocio, poco importa se la persona a cui lo diciamo lo sia o meno.
L'offesa sta nell'attribuire questo orientamento sessuale a qualcuno per trarne una conseguenza negativa.


Se per strada qualcuno mi dice a frocione e basta io mi giro e non rispondo come si permette? ma e orgoglioso di esserlo!!!
Se mi offendo vuol dire che io per primo reputo l'essere omosessuale una cosa negativa. Invece se qualcuno mi dice  tu sei frocio e quindi:
ti meno,
non ti servo (come è successo a un cliente di una banca)
sei malato,
sei moralmente disordinato
allora sì che mi offende.
L'offesa non sta nel riscontro dell'omosessualità ma in quel che di negativo ne deriva per chi solleva la constatazione.

Sottigliezze?
Mica tanto.

Perchè se una legge contro l'omofobia intervenisse anche nell'impedire a qualcuno di dare semplicemente del frocio a qualcun altro troverei che lede il diritto di opinione e di libera espressione.
Ben diversamente se, in base alla omosessualità, presunta o vera, di qualcuno, quel qualcuno lo discrimina. Solo allora la legge deve interviene per ristabilire l'equità, come nel caso del bancario che si è rifiutato di servire un cliente (lei è ricchione non la servo).


Al di là del significato che vogliamo dare alla parola omofobia quel che non può passare è che la parola ricchione, frocio, etc etc sia di per sé un'offesa PERCHE' NON LO E' anche se chi la usa lo fa con quella intenzione. 

L'offesa non è nella parola ma nell'intenzione.

Finché continuiamo a percepire la parola ricchione (e tutti glia altri sinonimi) come offensiva di per sé siamo noi i primi omofobi.

Non so a quanti froci sia chiaro il concetto che non si tratta di offesa ma di discriminazione. E da quel che leggo sui siti dedicati non lo è affatto se Gayprider scrive
In questo trionfo di persone arcobaleno poteva mai mancare un omofobo? A questa risposta risponde Mariano Apicella, il quale ha offeso Malgioglio dandogli del ricchione.

So che non lo è per la stampa e per la rete dove tutti parlano indistintamente di offesa e nessuno di discriminazione come fa Vladimir, e come fa Malgioglio stesso che non se l'è presa con Apicella ma con la decisione dei produttori di mandare la clip con quella considerazione omofobica (badate CONSIDERAZIONE non INSULTO).

Tutti infatti titolano così:

Cristiano Malgioglio sbrocca all'Isola dei Famosi, offeso da Apicella (tv blog.it)

Malgioglio offeso infiamma L'Isola dei Famosi (TGcom)

Ieri sera, durante la seconda puntata del reality Malgioglio viene offeso e vuole andarsene dall'Isola (il giornale, nel catenaccio).


Che ne dite anche per voi sentirsi dare del frocio è un'offesa?

giovedì 2 febbraio 2012

Ma i froci e le lesbiche non son mignott* né pornograf*: su un articolo (pessimo) di Matteo Mainardi apparso su notizie radicali

Leggo sulla rete questo articolo un po' disgraziato scritto da Matteo Mainardi, Presidente Radicali Marche e membro (ehm...) della Giunta di Radicali italiani, quindi non uno sprovveduto qualsiasi della rete, pubblicato sul sito Notizie radicali.

Disgraziato (l'articolo...) perchè nonostante le evidenti buone intenzioni del Mainardi, cade nei più triti luoghi comuni omofobici.

A leggere il titolo (Se internet libera il sesso) del suo articolo sembra il Mainardi voglia dimostrare come internet sdogani il sesso e sconfigga la sessuofobia.
Beh sai che novità, si sa che, da sempre, su internet il porno è uno degli item più cliccati...
Mainardi però va oltre e afferma che
Dai social network ai forum di dibattito, dai magazine specializzati online ai blog personali, dal porno di gratuito accesso ai siti di incontri, tutto ha portato inevitabilmente ad un impatto ed uno scontro con la sessuofobia italiana.
Porno gratuito, siti di incontri, blog personali insomma per Mainardi basta parlare di sesso o mostrarlo per dimostrare che tutti lo facciamo, lo facciamo bene e che ci stiamo liberando dalla sessuofobia. In barba a Focault che in un suo celebre testo (La volontà di sapere 1976, Feltrinelli) affermava esattamente il contrario e che, cioè, più di sesso ne parliamo, meno lo facciamo e meno siamo coscienti del nostro corpo sessuato.  Ma vai a sapere, il libro di Focault ha quasi 40 anni, vuoi vedere che magari un po' di ragione in fondo Mainardi ce l'ha. Su una cosa sicuramente:  oggi, grazie a internet, è più facile rimorchiare di prima (per me, per esempio, poco avvezzo ai locali, lo è di sicuro).
Insomma sulla sociologia di massa del sesso di consumo quel che dice Mainardi ci può anche stare.
Ma poi ecco che Mainardi vira improvvisamente campo semantico e comincia a dire tutt'altra cosa e cioè che la rete contribuisce a emancipare le persone omosessuali:

Sempre più spesso basta un coming-out online per innescare una catena di persone che si tolgono la maschera di dosso e si mostrano per quello che sono veramente, senza nessuna ingiustificata vergogna: il gay, la lesbica, la persona bisessuale, quella persona che si prostituisce il venerdì sera o che fa filmini porno amatoriali non si nasconde più, ma sempre più spesso esce allo scoperto grazie ad una rete di contatti che si sono precedentemente “liberati”.

Dunque i gay si tolgono finalmente la maschera di dosso e si mostrano per quello che sono veramente (dei rottinculo? delle leccafiche?), senza nessuna ingiustificata vergogna.
Siamo alle solite.
Se sono gay e non lo dico mi nascondo perchè io ne ho vergogna. Non perchè la società mi dice che sono moralmente disordinato, malato, sessuomane e promiscuo (questo è vero ma riguarda tutti noi esseri umani non solo i gay...) e che la famiglia che costituisco col mio compagno, la mia compagna, non ha la stessa legittimità di quella etero.

E no caro il Mainardi!
Un conto è essere gay, lesbiche e bisessuali un conto è prostituirsi (cioè per denaro) il venerdì sera o fare filmini porno.

Che di etero che si prostituiscono e fanno filmini porno amatoriali non ce ne sono?

E togliersi la maschera di dosso per uscire allo scoperto in quanto di mignott* o pornodivi è ben diverso che fare coming out.

Perchè accomunare le cose allora?

Da un lato per il presupposto iniziale da cui il Mainardi parte, il superamento della sessuofobia (andando verso il suo opposto la sessuomania) che è paura del sesso e dall'altro per il solito pregiudizio (solo in parte indotto dalla parola stessa) che liquida la questione omosessuale al solo aspetto del sesso, come sei froci, lesbiche e bisex scopassero solamente e non si innamorassero, non amassero, non convivessero, non mettessero su famiglia magari facendo anche figli.
Se so frocio vuol dire solo che lo prendo (o lo metto) in culo sembra suggerire, in fondo, Mainardi, magari facendomi pagare e mettendo la prestazione filmata su internet...
Le persone trans nell'equazione del Mainardi non ci sono che restino le uniche vittime autorizzate della sessuofobia!

Che queste considerazioni e incauti accostamenti facciano opinione non lo dico io, lo dice il Mainardi stesso:

Contatti che messi in rete producono opinione, sensibilizzano e si mostrano per quello che sono: persone come te.
Scusa Mainardi persone come Te non come me, perchè io non mi prostituisco né metto i mie filmini online (anche se qualcuno ad esclusivissimo uso personale ne ho fatto...), ma saranno anche cazzi miei, no?

Certo ad accostare omosessualità e bisessualità a prostituzione e pornografia amatoriale non ci si può poi meravigliare se le gerarchie ecclesiastiche gridano allo scandalo della “depravazione”.

Ma dai Ale, mi direte, sei sempre tu che non leggi di fino, sulla rete ci sono tante cose, Mainardi le sta analizzando insieme ma non vuol dire che le equipari.

E no mie care lettrici, è Mainardi a equipararle, non io....

Ma nel frattempo, pian piano, gli italiani si liberano dai pregiudizi cambiando idea sulla prostituzione, sull'industria del porno, sul mondo LGBTI.

Quindi nonostante QUALCHE gerarchia ecclesiastica (Qualche? Non è il Papa in persona?) o qualche perbenista si scandalizzi, mignotte e froci oggi vengono visti con meno pregiudizi.

Bel discorso! Nemmeno un tantinello omofobico. Complimenti!


Mainardi non vede quanto sia omofobo quando accosta problemi di sessuologia all'omosessualità...
Gli italiani sono sempre meno spaventati dal sesso e dalle sue frange grazie alle piazze multimediali dove sul sesso si scherza, si dibatte, si chiedono consigli.
Facendo una passeggiata tra i forum si possono trovare tantissime domande sul tema. Dalle più banali “fa male masturbarsi?”, “cos'è il petting?” a quelle più complicate del tipo “ho 18 anni e non riesco a mantenere l'erezione. Da che medico devo andare?”, “datemi consiglio per dire a mio padre che sono lesbica”.
...ignorando che l'omosessualità, la bisessualità (e anche il transgenderismo di cui tace) non è un problema sessuologico ma di mancanza di diritti.


Qualcuno che lo conosce dica a questo sprovveduto quanto si sta sbagliando per cortesia!


* * * 

Riporto di seguito il botta e risposta tra me e l'autore dell'articolo, proseguita su faccialibro, per completezza d'informazione.


  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Aiuto, quante cose hai scritto :) Ti ringrazio per questa critica ma l'articolo non si riferiva solo al mondo LGBTI che io non vedo ma, da Radicale, al mondo LGBTIE. Ecco perchè nel mio elenco di "maschere calate" ho inserito omosessualità e prostituzione: non perché sono la stessa cosa ma perché sono tabù sessuali ancora da "liberare" completamente. Per un limite della persona interessata? No, per un limite della società che, come dici nella tua critica, blocca le persone a "liberarsi". E su questo, a mio avviso, internet sta dando un grande aiuto. Grazie ancora dell'ascolto!
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Se ho ben capito dunque il mondo LGBTI (anche se le persone trans e intersessuate non vengono mai menzionate nel tuo articolo) non sono prese in considerazione come categoria discriminata (altrimenti non capisco a cosa ti riferisci quando scrivi che "l'articolo non si riferiva solo al mondo LGBTI che io non vedo ma, da Radicale, al mondo LGBTIE") ma solo ad uso e consumo delle persone etero che possono goderne come godono della prostituzione e della pornografia? Questa giustificazione mi sembra ancora più raccapricciante e conferma tutto l'impianto omofobico che io critico nel tuo articolo. Non si tratta di sesso, ma di diritti e di affetto. Fosse solo per quello che facciamo a letto e con chi lo facciamo che senso avrebbe parlarne? Ma quando l'unica dignità che viene riconosciuta alle persone GLBTQI è quella sessuale quando ci volgiono liberi solo a letto ma non di dirlo fuori dalle lenzuola quando non si riconosce dignità umana ma solo sessuale la discriminazione omofbica continua a incidere sulla dignità di cittadini cui vengono negati certi diritti proprio come fai tu nel modo che hai di vedere e di proporre, in un articolo, non in un blog online. la questione che è offensivo e omofobico.
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano Guarda, ho scritto tantissime volte di diritti LGBTIE quindi ti dico che ti stai arrampicando sugli specchi. Mi occupo di omogenitorialità e riforma del diritto di famiglia con CertiDiritti quindi puoi immaginare che l'omofobia non è cosa per me. Credo tu abbia travisato completamente l'articolo che non vuole parlare di diritti, ma di come internet abbia favorito l'emergenza di un aspetto della società. Tutte le restanti tue critiche si riferiscono ad interpretazioni tue che io non ho mai avanzato.
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi beh scripta manent...
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Io non metto in discussione il tuo operato. Metto in discussione l'articolo nel quale non parli certo di omogenioirialità... ma metti nella stessa frase coming out con chi si prostituisce e mette filmini porno amatoriali sulla rete. L'hai scritto tu mica io. Dov'è che ho mal interpretato?
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    P.S. nota che l'articolo non è nella categoria "diritti" ma nella categoria "antiproibizionismo".
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano il coming-out di chi si prostituisce non è mica meno serio del coming-out degli omosessuali!!!
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Non ho detto mica che sia meno serio, ho detto che sono due cose che non c'entrano nulla l'una con l'altra...
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano secondo me nell'ottica della sessuofobia, macrocategoria in cui è anche inserita l'omofobia, c'entrano eccome. Se avessi parlato solo di omofobia avresti ragione ma in questo caso confermo le mie parole. Naturalmente possiamo avere visioni diverse ma, ti prego, blocca tutti quelli che mi stando dando dell'oofobo sul tuo sito perchè, come avrai capito non lo sono proprio... anzi! :)
  • Alessandro Paesano · Top Commentator · Universoità degli studi di Roma "La Sapienza"
    Matteo Libre Mainardi Il problema è che l'omofobia non ha a che fare con la sessuofobia ma col patriarcato, col maschilismo, col machismo... che sono be altre cose... la sessuofobia è paura del sesso. L'omofobia e non riconsocere dignità alle persone omosessuali al di là del sesso (ci sono i sentimenti, l'affettività, la spiritualità). Ridurre la questione omosessuale al solo sesso è di per sé un modo di vedere omofobico. Per cui questo pensiero, come il tuo articolo, non già tu (si critica sempre il pensiero e mai la persona), sono omofobici. E lo confermano le tue spiegazioni che non si schiodano di un millimetro dall'assunto di fondo che vuole l'omosessualità come una questione di sesso mentre è molto di più. Se le persone omosessuali e bisex chiedono il matrimonio non lo chiedono certo per poter scopare no?

    Nel mio blog che non è un social network non viene bloccato nessuno. A meno che non si passi alle offese personali. Nel qual caso eliminerei il commento che ti offende IN QUANTO PERSONA. ma le critiche alle tue idee e ai tuoi articoli quelle sono legittime. Le tue considerazioni quando riduci l'omofobia alla sessuofobia SONO omofobiche (le considerazioni non già tu). Fattene una ragione! Se credi sie libero di rispondere a ci ti critica sul mio blog (sempre senza offendere nessuno...)
  • Matteo Libre Mainardi · Collaboratore presso Radicali Italiani
    Alessandro Paesano E lo vieni a spiegare a me che l'omosessualità non è solo sesso? Ma dai :)