mercoledì 21 settembre 2011

Quel che manca al movimento è la solidarietà di classe. Ancora sull'outing. Stavolta il parere di Rosario Duca Segretario Provinciale Arcigay Messina

Leggo un comunicato di Rosario Duca Segretario Provinciale Arcigay Messina che scrive sul blog nebrodi e dintorni.

Secondo Rosario gli omofobi da outingare sono quelli segretamente gay. e lo si fa per vendetta.

Non rendendosene conto Rosario applica un pregiudizio di origine maschilsita.
Per Riccardo chiunque ha dei rapporti sessuali (ma ci sono anche quelli affettivi...) con persone dello stesso sesso è omosessuale, in barba a chi magari è sposato ha dei figli e dunque non è gay o lesbica, ma bisex.
Ma si sa cosa il movimento pensa delle persone bisex...

Se vai con una persona del tuo stesso sesso, anche solo una volta in vita tua sei marchiato come gay a vita proprio come lo stigma vuole.



Ma davvero quel che l'outing indica è che queste persone omofobe siano gay?

Solo chi pensa che l'omosessualità sia qualcosa da nascondere può vedere le cose sempre e solo in questo modo.

Chi pensa che a rivelare l'omosessualità altrui gli si fa una vendetta (come Riccardo) evidentemente vede l'omosessualità come qualcosa di negativo, di infamante.
Ebbene, anche Riccardo, come molti altri, non coglie il punto fondamentale dell'outing che non riguarda né la (presunta) omosessualità velata, né il volersi vendicare,  ma riguarda la coerenza, l'onestà intellettuale, la trasparenza che in queste perosne manca eche viene denucniata.
La (presunta) omosessualità è solo una parte dell'equaizione che da sola non ha valore alcuno nell'outing ma lo acquista solo accanto all'altra parte fondamentale che è la pratica discriminatoria concreta.
La parola omofobia forse devia, perchè  è una parola passpartout che viene usata spesso a sproposito.
Non si fa outing delle persone velate.
Non si fa outing nemeno di tutte le persone omofobe.
Si fa outing solo dei personaggi pubblici che grazie al loro potere politico o persuasivo contribuiscono fattivamente alla discriminazione e allo stigma.
Se si tiene conto di questo elemento che per comodità sussumiamo nell'aggettivo omofobico tutte le considerazioni di chi si dichiara contro l'outing cadono non avendo pertinenza.

Non posso credere però alla buona fede di questi avversori dell'outing. Perchè Riccardo, almeno a parole, dimostra di avere capito bene cosa sia l'outing: 
uno strumento (...) nei confronti di chi ricopre dei ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale, per svelare la doppia morale di chi nega diritti ai più e consolida i privilegi propri e di pochi.
Nonostante questa bella definizione (che credo gli ruberò sempre citandone l'autore beninteso)  anche Riccardo scende in difesa della casta, buttandola in caciara, come si dice a Roma, cioè adducendo scuse e motivazioni senza alcuna consistenza.
Riccardo infatti dice che
l’outing dovrebbe essere fatto quotidianamente nel nostro Paese, e non soltanto per rendere noto l’orientamento sessuale.
rimangiandosi la definizione appena data... Arrivando a proteggere la casta scomodando le persone velate che non ricoprono carica pubblica alcuna
se ogni tanto si provasse ad essere seri ed a ragionare con il cervello acceso, ci si renderebbe conto che prima di fare la lista dei politici gay omofobi e contrari alle istanze del movimento bisognerebbe fare la lista delle tante persone comuni, cittadini e cittadine omosessuali che sono altrettanto omofobi ed ostili alle ragioni della comunità lgbtq. Bisognerebbe fare la lista di chi, gay, lesbica o transgender, vota per gli omofobi che stanno in Parlamento e ci rappresentano. Bisognerebbe fare la lista dei tanti omosessuali che la notte vanno nei locali gay e di giorno, in famiglia o al lavoro nascondono e fingono.
Capita l'antifona? Riccardo vuol far passare l'outing come punizione per l'essere velati  e non (cito le sue stesse parole) la denuncia
di chi ricopre dei ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale, per svelare la doppia morale di chi nega diritti ai più e consolida i privilegi propri e di pochi.
Se accusiamo chi ricopre ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale dobbiamo accusare - dice Riccardo -  anche chi
gay, lesbica e transgender è contro i Pride oppure ai Pride ci va perché è una festa, si balla e ci si diverte ma quando in Parlamento si fa scempio della nostra dignità e dei nostri diritti di cittadinanza per strada e nelle piazze non si vede a protestare ed a fare casino. Bisognerebbe fare la lista dei tanti omosessuali che vanno in chiesa a battersi il petto, che ascoltano in silenzio le prediche omofobe, che vanno ai raduni del Santo Padre e lo acclamano, che si professano cattolici apostolici romani ma poi li trovi in giro nei boschetti o nelle saune dove in ginocchio non ci stanno per pregare.
Non è forse questo lo stesso punto di vista di chi critica l'omosessualità? Non è questa la stessa pasta di cui è fatto lo stigma?
Insomma, bisognerebbe fare una lunghissima lista di chi vive quotidianamente secondo i canoni della doppia morale di cui i parlamentari sono solo i nostri “degnissimi” rappresentanti ed interpreti.
Quindi siccome nessuno è immune quelli della casta vanno salvati.

Manca a Riccardo, ma manca a tutti gli italiani, in tutti i campi, al solidarietà di classe.
Riccardo in questo è un italiano tipico. Forte coi deboli e debole coi forti, come ci ha insegnato il fascismo che sta nel dna di ognuno di noi.

Quel che Riccardo sembra (o fa finta di) non capire è che mentre le tante persone comuni, cittadini e cittadine omosessuali se pure col loro comportamento non contribuiscono alla causa non hanno alcun potere oltre il proprio comportamento individuale con cui discriminare mentre chi ricopre dei ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale ha un potere immenso e per questo va fermato.
Perché ogni singolo cittadino ha il diritto di essere velato ma non un\una rappresentante del popolo che non si comporta più a titolo privato ma in nome del popolo che rappresnta. TUTTO IL POPOLO. Anche quello omosessuale che non può discriminare seguendo una propria convizione morale che non ha basi scientifiche né politiche e nemmeno etiche. Una base morale che pretende solo gli altri osservino perchè lui nel privato privilegiato e difeso può fare quel che cazzo gli pare.

Ma a tutti quelli che sentono la seduzione di chi ha potere  vien spontaneo difenderli adducendo la colpa dei cittadini comuni...
Se non è un modo di pensare fascista questo...


Ma quel che mi fa più specie di questo militante omosessuale al quale evidentemente bisogna spiegare tutto (dovremmo fare anche noi delle scuole come faceva una volta il PCI) è che cade a più pari in un paragone a dir poco ridicolo:


Tanto come eleggiamo un corrotto e puttaniere Presidente del Consiglio continueremo a votare e ad eleggere gli omofobi, gay o etero che sia non fa alcuna differenza.
Quel che Riccardo dimentica (e non si capisce come faccia) è che Berlusconi non fa leggi contro il ...puttanismo, né dichiara che finché sarà lui al governo le mignotte non avranno mai riconosciuti i loro diritti.


Riccardo dimentica che i motivi dell'outing sono politici non morali.
Si denuncia non chi ha una doppia morale ma chi discrimina certe persone contribuendo allo stigma dal quale lui (o lei) è esente per i privilegi datigli dalla carica pubblica che ricopre.

E se io, cittadino comune, devo ricordarlo a un Segretario Provinciale Arcigay vuol dire che i quadri dirigenti della militanza glbtqi sono pericolosi e completamente inutili