mercoledì 24 agosto 2011

Le puttanate di Gay. Wave. Marco Mengoni come Daniel Argentino.

Cosa hanno in comune Marco Mengoni e Daniel Argentino (Mister Gay 2011)?

Sono tutti e due ragazzi?
No!
Sono tutti e due belli?
No!
Sono tutti e due giovani?
No!
Sono tutti e due famosi?
No!
Sono tutti e due gay?
No (anche se per l'autore del post Marco è presumibilmente della parrocchia!

Hanno in comune la voce.
Sì la voce, non quella del cantante ma la “voce di tutti i giorni” parola di Mik, autore dell'articolo, che sul sito GayWave afferma che, sono stati proprio diversi fan a farci notare questa divertente somiglianza tra la voce di Marco e quella di Daniel.

Basta confrontare le due voci. A voi la risposta.





In realtà le due voci sono molto diverse. Più profonda e vagamente tamarra quella di Daniel e più alta e gentile quella di Marco. Ma cosa non si farebbe per poter titolare il post

Marco Mengoni a Mister Gay Italia 2011? No, è Daniel Argentino!

 

Claudia de Lillo e le persone trans: un articolo piccolo e miope su D di Repubblica



Di solito non mi capita di leggere D(onna) di Repubblica. Molto per caso mi imbatto in questo articolo radical chic falsamente aperto e ben disposto alle persone trans, con la classica sinistra ipocrisia di chi si sente antiberlusconiano e dunque crede di avere presentato la sua patente di persona tollerante e progressista, mentre invece vive nella melma del più bieco pregiudizio. E' quello  che capita ad Elasti, al secolo Claudia de Lillo, l'autrice di questo scritto, che crede di avere uno sguardo sul monto aperto e tollerate e invece cade nei più tri(s)ti luoghi comuni. Vediamo.
Il carrello della spesa e tutti quei perché
Ritrovarsi a spiegare il mondo a un bambino mentre sei alla cassa del supermarket nella città di A
di Elasti
Oggi mi è successa una cosa terribilmente imbarazzante",
Le virgolette non aperte non sono un errore mio ma un errore d'impaginazione di D, visto che la O secondo una consuetudine grafica è di corpo (dimensione del carattere) ben maggiore di quella del resto dell'articolo sarebbe dovuta essere la virgoletta al posto della O che invece, semplicemente, è andata persa. 
ha detto mio marito, rientrando a casa dal Dipartimento di Economia dell'Università di A, in Massachusetts, dove lui incontra economisti marxisti con cui sognare l'equazione della rivoluzione proletaria mentre noi, gli altri quattro quinti della famiglia, trascorriamo le vacanze.
Come dire un modo molto poco marxista di dire descrivere qualcosa di marxista. Il marito - maschio - lavora e la donna e i figli stanno in vacanza...
Era nell'ufficio assegnatogli dall'università, immerso nell'analisi del fondamentale testo A future for Socialism?,
è un libro di John E. Roemer, pubblicato negli USA dalla Harvard University Press, Cambridge (Mass., 1994), e tradotta in italiano col titolo "Un futuro per il socialismo" e pubblicato da Feltrinelli. Nel libro si propone un socialismo liberale nel quale, tra le altre cose, i lavoratori hanno una forte compartecipazione azionariale in modo da mitigare la tendenza dei capitalisti al litigio facile... Insomma un libro socialista nel mondo pragmatico americano...
Però vuoi mettere citare il titolo di un libro di politica ed economia senza nemmeno citare l'autore, e in inglese, dando per scontato (su una rivista dedicata alle Donne non alle donne imprenditrici o che studiano economia o politica...) che tutti lo (ri)conoscano, fa più fico no?
quando l'addetto
addetto, quindi un uomo
alle pulizie aveva bussato, chiedendo permesso con una possente voce baritonale. "Good Morning, Sir", aveva salutato l'assorto economista
il marito di chi scrive che si rivolge al consorte in terza persona...
senza distogliere lo sguardo dalla pagina. "I am not a Sir", aveva risposto piccato
piccato, di nuovo al maschile
l'inserviente che aveva una gonna a balze, una camicia scollata, un seno prorompente e un paio di vezzose treccine e che no, non era un signore nonostante la barba ispida e i polpacci da terzino.
Ecco l'apoteosi di chi crede di essere spiritoso e invece tradisce il più bieco odio per le persone trans.
Dalla descrizione che Elasti ne fa l'inserviente ci appare più come Freddy Mercury nel video di I want to Brake Free che una persona trans realmente esistente.
Ora non si capisce con quella descrizione contraddittoria a chi o a cosa Elasti voglia riferirsi.
La gonna a balze, la camicia scollata, il seno prorompente e il paio di vezzose treccine
sono i segni esteriori di un'immagine del femminile alquanto stereotipata ma se Elasti si permettesse di insinuare che quella persona è meno donna (qualunque sia il suo sesso biologico) perchè non ha quei segni esteriori le femministe la sgozzerebbero per berne il sangue (e farebbero bene). D'altronde i polpacci da terzino e la barba ispida dovrebbero tradire il sesso biologico di un uomo anche se una donna può avere lo stesso polpacci sviluppati senza essere per questo meno femminile e avere una peluria diffusa sul viso. Per cui non si capisce chi Elasti stia descrivendo se una dona canonicamente considerata meno femminile, un uomo travestito da donna (come sembra dalla descrizione) o una trans (parola che per il momento l'autrice si è ben vista dall'usare). Una trans ben strana però dato che almeno una rasata un uomo che si sente donna può darsela senza mettere mano all'elettrocoagulazione... basta un rasoio come fa qualunque uomo che va a lavorare in un posto pubblico e ci va rasato perchè la barba ispida risulta una forma di trasandatezza. Ma invece di notare tutte queste incongruenze scaturite dalla sua descrizione (che poi e indiretta visto che l'inserviente l'ha incontrata suo marito) Elasti dà per scontato che per la persona in questione avere in sé questi segni contraddittori di maschile e femminile sia una cosa pacifica e infatti commenta come segue.
Già. Nella bizzarra città di A,
quindi l'inserviente è una persona bizzarra come la città di A...
dove nella biblioteca pubblica si legge tutti insieme Il Capitale,
perchè chi legge Il Capitale è bizzarro...
dove le donne sono liberate e non si depilano le gambe,
la liberazione non passa per l'autodeterminazione, per l'emancipazione lavorativa,  che comunque non evita la sperequazione salariale dato che le donne negli States prendo circa il 30% in meno degli uomini a parità di professionalità (e se nella città di A, contrariamente al resto degli States ciò nona viene magari andrebbe sottolineato...), la liberazione c'è e basta e le donne non si depilano le gambe...
dove per la strada si gira a piedi nudi ("Allora anche io, mamma!". "Prima devi camminare sul mio cadavere, amore") e a scuola si allevano camaleonti, la ricerca di se stessi passa anche attraverso qualche ossimoro.
Ossimoro: accostamento di due termini in forte antitesi tra loro. Una figura retorica  costituita da una combinazione di parole tale da creare un originale contrasto, ottenendo spesso sorprendenti effetti stilistici. Esempi: disgustoso piacere, illustre sconosciuta. (da wikipedia)
Quindi Elasti conferma il proprio pregiudizio. Per lei una donna barbuta è ossimorica proprio quanto un uomo con la gonna (esclusi probabilmente i Kilt). Insomma non siamo lontani dal gossip di peggiore specie (ha visto come va in giro conciata quella? sembra una trans)...
Però la ricerca di se stessi ancora non individua l'inserviente la cui unica cosa che sappiamo è che non ama che ci si rivolga a lei dandole del signore (I'm not a Sir)
L'altro giorno ero con i miei figli in coda alla cassa del supermercato. "Hai visto quello?". "È una femmina, non vedi?". "No, è un maschio!". "Porta un vestito a fiori...". "Ha la barba". "E i capelli lunghi". "Mamma, è un uomo o una donna?". "Mamma, perché?".
E qui si compie il delitto più odioso spacciare una serie di stereotipi di genere come perplessità infantile scaturita da una persona trans.
"Porta un vestito a fiori...". "Ha la barba". "E i capelli lunghi". Sono stereotipi di genere, anche abbastanza vetusti.
Gli uomini portano i capelli lungi da sempre. Anche io li porto e non sono per questo meno uomo (=appartenente al genere maschile). Lo stesso dicasi per un vestito a fiori (qui la parola vestito è ambigua perchè non si capisce se si riferisce a un capo di vestiario normalmente pensato per uomini la cui incongruenza sono i fiori sopra disegnativi, come dovrebbe essere se si sottolineano i fiori, nel qual caso anche Formigoni diventa una trans


oppure vestito si riferisce a vestito femminile (dress in inglese...) nel qual caso secondo lo stereotipo di genere è un abito poco consono agli uomini a prescindere dalla fantasia stampata sul tessuto con cui è fatto...

Per cui cara Elasti, prima ancora di rispondere cercando di spiegare ai tuoi figli chi è la persona che hanno incontrato al supermercato, dovresti far presnete ai tuoi figli che non è il vestito a fiori o il capello lungo che fanno di una persona una donna e nemmeno la barba visto che anche le donne hanno dei peli (anche se meno ispidi di quegli degli uomini beninteso). Per cui quale ce sia l'entità del freak che i tuoi figli hanno visto dovresti correggere in loro, facendogli notare l'inconsistenza, i luoghi comuni sessisti con cui catalogano le persone in base al loro aspetto esteriore.
Ma Elasti non mi sente e prosegue inesorabile


"Sono 75 dollari", comunicò il cassiere, o la cassiera che sul petto portava una targhetta con il nome: "Chris", unisex e inutile nella ricerca di risposte certe e rassicuranti.
Quindi l'ambiguità di queste persone (uomini? donne?) è tale che bisogna cercare conferma al sesso di appartenenza nel nome e se anche questo non aiuta allora è la fine.
Quel che non è chiaro è il punto cui Elasti vuole arrivare. A cosa serve questo discorso? Cosa ci viole comunicare Elasti?
Quando servono, gli economisti marxisti sono sempre altrove.
Cioè il marito, il maschio, l'unico che in una situazione di emergenza è in grado di sostenere la povera, fragile e sprovveduta donna.
Mi ritrovai sola, con il carrello colmo di spesa e l'urgenza di un gigantesco interrogativo sospeso. "Spiegare il mondo a un bambino è l'esperienza più arricchente, stimolante e gratificante che conosca", avevo spavaldamente dichiarato un giorno, senza immaginare che uno scandalizzato "Mamma, perché?", alla cassa del supermercato, pronunciato da un cinquenne conformista e inquisitorio avrebbe dato la misura della mia inadeguatezza. Certi "perché?" sono più impegnativi e terrificanti di altri e la responsabilità di consegnare a qualcuno la propria visione dell'universo è un fardello troppo gravoso per un carrello della spesa, un giovedì pomeriggio di agosto, a 6.300 chilometri da casa. "... Mmmh... Ehm, cof cof... Ci sono persone che nascono maschi ma vorrebbero essere femmine e altre che nascono femmine ma vorrebbero essere maschi" "Io, per esempio, se fossi nato femmina mi sarei suicidato". "Pure io". "Di questo parliamo dopo.
Come di questo parliamo dopo?! Questo è forse il cuore del perchè ci sono persone Trans (che non sopportano il fardello dello stereotipo di genere tanto da preferire approdare al sesso opposto) e tu invece di correggere tuo figlio gli dici che ne parlate dopo?
Quello che volevo dirvi è che ci sono persone che vivono intrappolate nel loro corpo e vorrebbero averne un altro.
Intrappolate nel corpo o nelle convenzioni sociali come te Elasti?
Si guardano allo specchio e non si riconoscono. Sono uomini fuori e donne dentro o viceversa. Sono in prigione e non possono uscire o scappare". "Allora si travestono da quello che non sono?".
Si travestono da quello che non sono. Ed ecco spiegato perchè tutti i giornalisti e le giornaliste continuano a rivolgersi alle trans m to f al maschile perchè non vedono donne trans ma dei travestiti, degli uomini che si travestono da quello che non sono.
"Già. Cercano di somigliare a quello che vorrebbero essere. A volte però sono tristi perché non basta un vestito a fiori per trasformarli in una bella signorina".
Ed ecco l'apoteosi dello stereotipo di genere. Se anche una donna biologica non si trucca come una quarantenne anche se ha vent'anni  viene considerata meno femminile figuriamoci un uomo che transita verso l'altro sesso...
Vediamo le cose sempre con l'occhio del pregiudizio: Ci sono donne biologiche diversissime eppure tutte diversamente femminili, e ci sono trans m to f diversamente femminili esattamente allo stesso modo
"Un bel vestito a fiori però può aiutare...".
E qui viene sfiorato un altro punto ignorato e invece interessante. Il fatto cioè che le trans m to f per apparire più femminili iperboilizzano i tratti dello stereotipo di genere diventando iperfemminili. Un'altra occasione mancata per Elasti
"Certamente. In ogni caso, quando vedete un uomo vestito da donna o una donna che sembra un uomo, non dovete ridere o indicare con il dito. Si tratta di persone che cercano di essere se stesse. E voi dovete essere rispettosi e gentili".
Magari però Elasti prima di insegnare ai tuoi figli di essere  rispettosi e gentili dovresti imparare a esserlo per prima tu evitando di dare certe descrizioni o di fare certi commenti.
Loro rimuginano, mentre io infilo la spesa nel bagagliaio della nostra macchina in affitto, automatica, americana e, come dicono i miei figli, "molto tamarra". "Ho visto che Chris non ha un braccialetto". "E nemmeno un cerchietto, povero. Potremmo regalargli le tue cose da femmina la prossima volta che veniamo al supermercato. Va bene, mamma?". "Mamma, perché non ti dipingi le unghie di viola, come Chris?".
Le tue cose da femmina. Anche il futuro è bell'e ipotecato...

Ho scritto una mail ad Elasti. Se mi risponde ve lo faccio sapere.