venerdì 30 settembre 2011

1° ottobre Rete Internazionale per la Depatologizzazione Trans

Il primo ottobre non è solo la giornata di SEL che ha indetto la manifestazione stanziale (nel senso che non ci sarà corteo) Ora tocca a noi (dalle 15 e 30 a Piazza Navona)


Il primo ottobre alle 15.30 in piazza Navona a Roma saremo tanti e tante. La manifestazione lanciata da SEL è diventata rapidamente qualcosa di molto più ampio. Ci saranno altre forze politiche come l’IdV ed esperienze di impegno sociale e culturale. Hanno aderito figure importanti come Dario Fo, Don Gallo e Amelia Frascaroli. Ci sarà la base di tutte le forze che in questi anni hanno contrastato non solo Berlusconi ma l’intero impianto del berlusconismo. E’ lecito sperare che alla fine l’opposizione ci sia tutta. Per la nostra gente sarebbe il segnale più atteso.La posta in gioco va molto oltre la stessa fine del peggior governo della storia repubblicana. Non dovrà essere solo un’altra manifestazione di protesta e giusta indignazione contro questo governo. La parabola del berlusconismo è arrivata alla conclusione: questione di giorni, settimane o mesi, non di anni.
Berlusconi è all’ultimo atto, ma da quanto resisterà e da come alla fine cadrà dipenderà in buona parte il nostro futuro.
Perché la fine di Berlusconi sia anche il tramonto del berlusconismo, perché la parola ritorni al popolo con le elezioni democratiche e non alle élites con un governo tecnico, perché a decidere il nome dei/le candidati/e, a partire da quello per la guida del governo, siano le primarie e non le segreterie dei partiti, perché, dopo questo ventennio populista, non ne arrivi un altro diverso nelle forme e identico nella sostanza, è imprescindibile che a far cadere il governo di Silvio Berlusconi sia la democrazia e non la tecnocrazia, siano i lavoratori e le lavoratrici e i cittadini e le cittadine, sia il ritrovato protagonismo di un popolo.
Un popolo del centrosinistra che si ritroverà sabato pomeriggio in piazza Navona.
Nichi Vendola



Sempre il 1° ottobre, dalle 17 alle 22 ci sarà anche un altro evento
Un pride BOX indetto da orgogliosamentelgbtiq un pomeriggio di inform\azione

dalle ore 17 a largo Goldoni, via del Corso






Nel volantino che verrà distribuito domani si chiede la depatologizzazione della transessualità, cioè l'espunzione dai manuali diagnostici dell'APA (associazione americana degli psichiatri) e dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) del transessualismo come disforia di genere, cioè disturbo dell'identità sessuale.

In Italia, dal lontano 1982 si permetteva alle persone di transitare da un sesso all'altro, venendo operate nella sanità pubblica, lo si doveva al riconoscimento che il transessualismo era una patologica psichiatrica e che le persone che ne erano affette dovevano essere aiutate.
Una legge (la 164\82) all'avanguardia basata su un compromesso odioso, quello che considerava il transessualismo una malattia dalla quale si poteva guarire con l'operazione di riattribuzione del sesso (che era la meta delle persone trans), una legge che era, ed è, alquanto coercitiva: obbligo di un anno a vestire nei panni del sesso di transito, PRIMA dell'operazione, e cambio del nome nei documenti solo a operazione effettuata (per gli uomini vaginoplastica, per le donne basta l'asportazione dei seni e non la falloplastica) con tutte le problematiche del caso 8come posso trovare lavoro se a guardarmi sono Maria ma sui documenti c'è scritto che sono Mario?

Una barbarie direte, ma era il lontano 1982, l'omosessualità era ancora considerata una malattia mentale e dunque una legge, dati i tempi, tutto sommata all'avanguardia.

Dal 1982 a oggi le cose sono cambiate ma non per le persone trans che, nel frattempo, hanno scoperto che stanno bene anche senza vaginoplastica o falloplastica solo che la legge non riconosce loro il diritto la cambio di sesso nei documenti.
Per cui esiste da qualche anno un movimento internazionale che vuole la depatologizzazione del transessualismo (che allora era l'unico motivo per cui si riconosceva il diritto a cambiare sesso).
Il motivo principale della depatologizzazione è quello di consentire il cambio di sesso sui documenti senza che sia obbligatoria la riattribuzione chirurgica.

Infatti a differenza della patologizzazione dell'omosessualità che non le dava legittimità di status 8era una malattia dalla quale guarire) la disforia di genere proprio in quanto malattia dà il diritto alla riattribuzione chirurgica di sesso proprio come soluzione a un disagio medico psichiatrico. Quindi la depatoligizzazione evita l'obbligo della riattrobuzione di sesso ma apre un nuvo capitolo sulla condizione delle persone trans che non può essere dato per scontato


Purtroppo a leggere il volantino si danno invece per scontati molti elementi e si confondo diversi piani, politici, medici, psichiatrici.

Nel volantino si proclama l'autodeterminazione di trans, lesbiche, gay intersex, bi e queer
Adesso, con tutto il rispetto parlando, lesbiche gay e bisex sono già depatologizzati, quindi che c'azzeccano qui?

Si tratta di una rivendicazione che unisce lotte di diverse categorie discriminate in base allo stesso pregiudizio, solo che questo nel volantino non viene spiegato col rischio di contribuire così a confermare l'equivoco, ancora diffusissimo, che confonde identità di genere (sentirsi uomini o donne al di là del sesso biologico di nascita) con l'orientamento sessuale (l'attrazione sessual-sentimentale per il proprio sesso piuttosto che quello opposto oppure per entrambi i sessi).

Ma tant'è.

Nel volantino si critica la psichiatrizzazione del transessualismo, senza ricordare però il percorso storico della legge e il fatto stesso che 30 anni fa la riattribuzione chirurgica era l'unica via contemplata dalle stesse persone trans che parlavano di fonte disagio ad abitare un corpo che non riconoscevano come il proprio.

Rivendicando l'autodeterminazione delle persone trans e di quelle intersex d'altro canto equipara due cose completamente diverse. Un conto è il transessualismo (che è il transitare da un sesso all'altro con o senza riattribuzione chirurgica del sesso) un conto l'intersessualità che riguarda invece le persone che presentano più o meno completamente entrambi i caratteri sessuali, primari o secondari. Si tratta di una disfunzione cromosomica che finora è stata risolta alla nascita seguendo il parere del medico e dei genitori scegliendo uno dei due sessi e cancellando l'altro senza ascoltare le persone interessate. Oggi però si tende a rimandare l'assegnazione del sesso alla prepubertà quando la persona è in grado di scegliere autonomamente. Certo la scelta è sempre tra uno dei due sessi... E se uno si considera completo in quanto intersessuale?
Bisognerebbe distinguere caso per caso, ascoltando sempre il parere della persona interessata. Basterebbe questo per garantire il diritto all'autodeterminazione.

Il volantino invece va oltre e attacca, criticandola come scelta ideologica e normativa, la diade maschio femmina ascrivendola a un'origine politica (nemmeno culturale o sociologica). Insomma per proclamare il sacrosanto diritto all'autodeterminazione si riprende la pericolosa via del terzosessismo...

La pratica corrente di queste istituzioni, motivate da interessi di stato, religiosi, economici e politici, riflette e riproduce il binomio maschio/femmina, spacciando questa posizione per quella “vera” e naturale.
Questo binomio suppone la sola esistenza di due corpi (maschio o femmina) e associa un determinato comportamento a ciascuno di essi (maschile o femminile).
Il collegamento genere e stereotipo di genere è spiazzante.
Perchè mentre è indubbio che lo stereotipo di genere è determinato socialmente, antropologicamente e anche economicamente, e pur riconcedendo che anche il corpo sessuato è un costrutto sociale, dal determinismo sessuale che vuole le persone di sesso maschile o femminile (senza che questo implichi alcuna differenza nei diritti o nei doveri nella dignità o nelle capacità) si sfugge difficilmente senza introdurre pericolosi distinguo terzosessisti.

Di qui parte una attacco aprioristico alle istituzioni mediche e psichiatriche alle quali si impone un passo indietro lasciando ai diretti interessati il come e il se del proprio transessualismo (continuando a pretendere, si suppone, che chi vuole operarsi per la riattribuzione di genere lo possa fare a spese della collettività...) e si introduce un tertium alla diade maschile femminile che viene poi rimangiata quando si rivendica (giustamente) il

Diritto di cambiare nome e sesso sui documenti ufficiali senza doversi   sottoporre a valutazione medica o psichiatrica. 
Insomma si è solo maschi e femmine o esiste una terza possibilità? E questa terza possibilità dove va a finire se si richiede il cambio di sesso sui documenti visto che i sessi ufficiali sono due?

Insomma questioni serie risolte con qualche slogan da studenti alternativi figli di papà che stazionano all'università fino e oltre i trent'anni...


Domani andrò e chiederò lumi...

Intanto ci si vede alle 15e 30 a piazza Navona!!!




Dal 6 ottobre nuovo ciclo di film a tematica glbt all'Acrobax (ex Cinodromo), via della Vasca Navale, 6


Riprendono le proiezioni, con ingresso a offerta libera, all'Acrobax (ex Cinodromo), via della Vasca Navale, 6 (metro s. Paolo) il giovedì alle 20 e 30 (ma i film non iniziano mai prima delle 21)  di film a tematica gay e lesbica inediti in Italia e sottotitolati da Buzz intercultura

Ecco la programmazione di OTTOBRE e NOVEMBRE.

Prima di ogni film vengono proiettati cortometraggi e estratti video (pubblicitari, telegiornalistici) che spesso sono più interessanti dei lungometraggi stessi.
L'acrobax è un centro sociale accogliente dove si può bere e mangiare a prezzi modici prima della proiezione.
Una serata diversa della quale vi innamorerete e vorrete farne un appuntamento fisso!

Come al solito andrò, vedrò e vi racconterò.

mercoledì 28 settembre 2011

Le parole per dirlo: ancora sull'outing e sull'omofobia

In questi giorni di polemiche sull'outing che tutti a parole dicono di volere ma che in realtà, con la scusa che quello fatto da listaouting è anonimo e senza prove, nessuno in realtà vuole (ragioni giustissime ma usate come motivazioni sbagliate, infatti in Italia nessuno crede legittimo questo strumento di lotta politica) e la foga dell'indignazione si staglia con tutta la sua ombra sull'outing confondendo le critiche di merito con quelle di metodo (c'è chi è arrivato persino a dire che il metodo rimette in discussione il merito...) due elementi sono emersi con chiarezza.


1) Bisogna ridefinire il significato della parola omofobia.
In realtà la parola non andrebbe proprio usata perchè, costruita come le altre fobie, l'omofobia sarebbe una sorta di malattia dalla quale si va curati e non certo accusati. Anzi c'è chi giocando proprio su questa ambiguità arriva a dire che l'omofobia non esiste (e come malattia è vero, non esiste,  nessuno è omofobo perchè si sente male quando vede un gay come capita a chi ha paura, che ne so, dei ragni...).
C'è chi intende omofobia come omosessualità repressa, altro termine odioso, perchè represso non ha il significato politico o sociologico di coatto, cioè costretto dallo stigma sociale e dal ludibrio (anche interiorizzato) per l'omosessualità propria e o altrui. Anche in questo caso si tratta quasi di una malattia. La pensa così, per esempio, Filippo Riniolo che su Faccialibro rispondendo a me scrive:
non serve la psicanalisi per capire il collegamento fra il senso di colpa nel sentirsi sbagliati e condannare l'omosessualità. io ho fatto coming out a 14 anni ma per secoli gli omosessuali vivevano la loro omessualità completamente immersa nel senso di colpa e nell'omofobia. e molto lo fanno tutt'ora.
Questa argomentazione psicologica che fa l'essere velati un elemento da trattare con rispetto e non come arma, secondo i detrattori dell'outing dimostra come il concetto stesso di omofobia sia ambiguo e che non ha il signficatoche invece dovrebbe avere.

Wikipedia parla di paura e l'avversione irrazionale.


Per il dizionario Hoepli Online è una Avversione ossessiva.

Per il dizionario Fasterdiccom è paura dell'omosessualità e/o conseguente avversione contro gli omosessuali, basata sul pregiudizio, in analogia al razzismo o alla xenofobia.

Insomma da tutte queste definizioni emerge che l'omofobia:
è irrazionale
è una avversione
è un pregiudizio.
Insomma, sembrerebbe quasi dire, in fondo, questi omofobi, poverini, che pena...

In questo modo la pensa per esempio Rita De Santis presidente (incauta) dell'AGEDO, che dice:  essere omofobi invece è un indice di pregiudizio figlio dell'ignoranza.


Adesso passi l'equivoco dei dizionari sulla parola costruita su un'analogia linguistica assai infelice, ma che pezzi di movimento (Riniolo, AGEDO) possano avere la stessa ingenuità politica la dice lunga sulla salute e l'efficacia delle lotte di rivendicazione glbtqi.

Al di là di questi elementi che non nego in alcuni casi possano essere presenti o determinanti, le ragioni dell'omofobia, le sue cause e i suoi effetti nella società sono squisitamente politiche.
Se posso credere che l'avversione per i migrati della mia vicina di casa sia costruita su un pregiudizio (alimentato ad hoc da stampa e tv) non mi sfiora nemmeno l'idea che Bossi, Calderoli, Forza nuova o chi volete voi siano vittime del pregiudizio quando vomitano la loro merda xenofoba.

Una vittima la curo, la educo, non la combatto politicamente.

Dire che alla base dell'omofobia c'è il pregiudizio, la paura irrazionale, non vuol dire solo assolvere l'omofobo dalle sue responsabilità morali e politiche significa misconoscer egli effetti sociali, morali e politici dell'omofobia.

L'omofobia vuol dire non riconoscere dignità umana all'orientamento sessuale gay,  lesbico e bisex che viene percepito, definito, catalogato come immorale, disdicevole, nocivo per la società e per questo riprovevole, e promuovere con le parole e con gli atti politici, intellettuali, fisici e concreti la discriminazione sociale, legislativa, amministrativa e morale, delle persone omosessuali (lo stesso vale per la transfobia che riguarda le persone transessuali) contribuendo ad alimentare lo stigma che tiene omosessuali e trans ai margini della società.

La radice dell'omofobia è proprio la percezione che si ha dell'omosessualità e riguarda anche persone insospettabili come Rita De Santis che considera infamante l'aver detto di alcuni politici che sono gay.

Ancora oggi per offendere un uomo gli si dà del frocio. Finché ci si sentirà offesi non dall'intenzione di offendere di chi ci dice frocio ma dalla parola di per sé a noi attribuita non saremo mai liberi dall'omofobia.

Ecco una spiegazione in più alla domanda infelice e fascista che Biagi (un trombone di giornalista diventato santo dopo che Berlusconi lo ha ostracizzato) e Gaber (un compagno e si sa cosa pensano anche i compagni dell'omosessualità)  (si) fecero a proposito dell'orgoglio gay: ma cosa avranno mai da essere orgogliosi?

Sono orgoglioso di essere quello che per (gran parte del)la società è una parola usata come offesa.


L'omofobia è una ostilità discriminatoria che si origina e si propaga attraverso un preciso, lucido, e cosciente progetto politico. Progetto politico costruito sul maschilismo patriarcale e misogino.

Nella migliore delle ipotesi l'omosessualità è tollerata (e già questo di per sé è discriminatorio e dunque omofobico) e relegata nella camera da letto. Ogni volta che amici, compagni di partito ci rimproverano che parliamo sempre di gay la discriminazione è ancora tutta lì.

La vera rivoluzione la stanno facendo le coppie gay e lesbiche stabili (mediamente stabili, come quelle etero) e le famiglie omogenitoriali.

Loro stanno mostrando di essere nella società, visibili, con i propri affetti esattamente come le coppie etero (non dovremmo nemmeno starlo a ribadire non ci fosse la discriminazione) mentre il movimento e i militanti si baloccano col politicamente corretto e stigmatizzano pure l'outing.

2) Nell'equazione dell'outing ci sono almeno tre elementi. Il primo in ordine di importanza è l'essere omofobi (e adesso sappiamo meglio cosa intendiamo) a definire gli altri due però abbiamo un po' di difficoltà.

L'essere nascosti (o velati per usare un aggettivo caro al movimento).
Ci si nasconde per ovvi motivi.
Ma questi motivi sono davvero così chiari?
Non mi interessa qui fare il punto sull'essere velati, questione complessa che richiederebbe un post a sé. Qui voglio solo ricordare come, nella discussione sull'outing, tutti si sono profusi a spiegare e ribadire che quello alla velatezza è un diritto.
Strano come le persone che hanno criticato l'outing (nel merito non nel metodo davvero indifendibile) sono le stesse che poi, nel loro privato, criticano chi è velato. Se tutti facessimo coming out l'omosessualità, dicono, sarebbe accettata più facilmente. Registro solo le opinioni in proposito, ad analizzarle lo faremo un'altra volta.

Certo è che i motivi di velatezza dei politici omofobi (quelli colpiti dall'outing) non sembrano almeno apparentemente poi così diversi da quelli dei privati cittadini.
Come io ho paura che se dico al posto di lavoro che sono gay mi licenziano (magari il problema fosse solo l'essere "presi in giro") i politici hanno paura che se dicessero apertamente sono gay perderebbero dei voti.

Qualcuno potrebbe pensare che anche i gay votano ma nel mondo della politica dove le categorie contano solo per le percentuali di voti, i voti che spostano i froci sono solo il 2%, tanti per un partito piccolo come SEL (che infatti ne fa una sua battaglia) quasi insignificanti per un partito di massa come il PD (che infatti ne parla solo perchè costretto).
Certo non tutti i politici velati sono omofobi.

E certo il connubio velatezza e omofobia è davvero difficile da spiegare.
Per questo per qualcuno l'essere velati e al contempo omofobi  si spiega con considerazioni psicologiche, quelle che vengono dal fraintendimento dell'etimo omofobia (la fobia per i gay non il disprezzo consapevole) si disprezza negli altri quel che non si accetta nemmeno in se stessi.
Una spiegazione troppo stretta e che non funziona sempre.
Anche perchè ci si dimentica che non ci sono solamente gli e le omosessuali, ma anche i e le bisex vero fumo negli occhi per il movimento. E qui arrivimimo al cuore di questo post.

Delle tre componenti dell'equazione omofobia: essere omofobi essere velati ed essere gay. La terza componente è quella che dà più problemi ad essere descritta a cominciare dal sito listaouting dove possiamo leggere (in realtà oggi non più quel primo psot è stato sostitutivo dall'elenco dei 10 nomi...):
L’outing (...) è uno strumento politico [che] (...) consiste (...) [nel]  dichiarare pubblicamente la pratica omosessuale o di altre differenti sessualità di politici preti, persone note e influenti, che attraverso azioni concrete e prese di posizione offendono e discriminano le persone gay, lesbiche e transessuali.
la pratica omosessuale o di altre differenti sessualità. E' talmente difficile da descrivere che si ricorre a un triste giro di parole.
Una semplificazione simile la fa Riccardo Camilleri in un suo articolo sul sito tr3nta , peraltro molto interessante, quando dice In attesa che si plachino le polemiche attorno alla rocambolesca azione di Outing all’amatriciana sui politici di centrodestra che, pur su posizioni omofobe, praticherebbero sesso con omosessuali o transessuali.
Insomma è talmente difficile indicare chi fa cosa e con chi che Riccardo ha pensato bene di riassumere il tutto indicando l'orientamento sessuale dei partner degli omofobi velati ai quali si fa outing.

Lo stigma, l'omofobia, fa mancare parole chiare, pratiche descrittive limpide e non sospettabili di omofobia.
E forse è venuto il tempo di rispondere una volta per tutte ad alcune domande che, evidentemente, nemmeno noi militanti ci siamo mai posti.

Un uomo sposato, con figli, dunque etero, che va a letto con un altro uomo, diventa Gay? O lo è smepre stato e il suo matrimonio è una copertura?
Da un punto di vista  semplicemente descrittivo, senza fare processi alle intenzioni, un etero che fa sesso gay diventa o è un bisex (con buna pace dell'ala estremista del movimento). Pensare che solo perchè ha avuto dei rapporti con persone dello stesso sesso il matrimonio sia solo una copertura è pensar da maschilisti, da omofobia.
Lo stesso vale per la persona con cui si fa sesso. Io uomo faccio sesso con un altro uomo, non con un omosessuale. e non solo perché potrei fare sesso con un altro bisessuale come me, ma perché ci sono anche gli etero.
Insomma l'aggettivo omosessuale, anche quando viene usato come sostantivo, non individua una condizione oggettiva, un modo di vedere il mondo. Non tutti siamo gay allo stesso modo. L'aggettivo indica solo l'assortimento sessuale tra i partner dello stesso sesso (omo) o di sesso diverso (etero). Non conta l'orientamento sessuale ma solo il sesso di appartenenza. Insomma io faccio sesso gay se vado a letto con una persona del mio stesso sesso, non se vado a letto con un gay, un bisex, etc.
Che poi la parola gay indichi un comportamento sociale, una nicchia di mercato, una categoria di consumatori, questo è un altro paio di maniche. L'outing non sindaca sul tipo di gay che sei, critica solo chi fa sesso con persone del proprio sesso ma pubblicamente discrimina i diritti delle persone omosessuali.
Lo stesso vale per le persone trans. Nonostante quel che pensano molti (anche tra i militanti stessi) Marrazzo non è gay perchè ha fatto sesso con una trans. Una trans per definizione è un uomo che ha transitato (sta transitando) verso il sesso femminile. Dunque desiderando una donna trans Marrazzo è  e resta eterosessuale. Solo chi vede in una trans un ex uomo (distinzione transfobica) può pensare che Marrazzo sia gay.

Purtroppo l'aggettivo\sostantivo omosessuale ingenera moltissimi equivoci, come quello che vede il matrimonio per persone dello stesso sesso un matrimonio tra gay. A parte i (le) soliti(e)  bisex ignorati, la legge italiana non impedisce il matrimonio tra gay, ma tra persone dello stesso sesso. Anzi nessuno può impedire che io, dichiaratamente gay, e una mia amica, dichiaratamente lesbica, ci si sposi.

Ecco perchè, per quanto scomode e lunghe da leggere, non si possono usare certi aggettivi, perchè confondono i paini e i livelli.
Dunque si dirà matrimonio anche tra persone dello stesso sesso (perchè è lo stesso matrimonio cui fanno uso le persone etero) e, nel caso di omofobi cui fare outing, si dirà che hanno relazioni sessual-sentimentali con persone dello stesso sesso o con persone trans.

Tra l'altro dire dei politici outingati che fanno sesso con persone dello stesso sesso impedisce loro di giustificarsi dicendo: Ci sono «centinaia di donne in apprensione» per me come Mario Baccini (Misto-Pdl). Così come dire che c'è chi fa sesso con persone trans senza implicare un orientamento sessuale altro rende irrilevante la specificazione sono un banale eterosessuale, come fa Maurizio Gasparri.
Non importa quello che sei importa quello che fai.

Perchè le parole portano con loro smepre un giudizio implicito che non dobbiamo mai dimenticare di esplicitare e mostrare di essere consapevoli e davvero intenzionati a usare quella parola con quel significato.
Altrimenti dall'omofobia non ne usciamo più.





sabato 24 settembre 2011

Anche l'AGEDO cade sull'outing: Rita De Santis fa un lapsus da omofoba prima della classe.

Si legge su AgenParl ma non sul sito dell'Agedo il segeunte comunicato a firma di Rita De Santis, Presidente Nazionale:

L'Agedo associazione di genitori, parenti e amici degli omosessuali, dopo ampio dibattito interno si schiera contro l'uso dell'outing come arma di diffamazione
DIFFAMAZIONE? Cosa c'è di diffamatorio ne l dire di qualcuno che è gay?  Di dire che qualcuno è omofobo? Nel caso dell'omofobia non è una offesa ma una constatazione.
riprovevole di per se e ancora di più quando avviene nell'anonimato. Ribadisce comunque che essere omosessuali non è una attribuzione negativa,
però fare outing è pratica diffamatoria...
essere omofobi invece è un indice di pregiudizio figlio dell'ignoranza.
Ed ecco il cattolicesimo che perdona! L'omofobia non è figlia dell'ignoranza, non nel parlamento. E' una scelta politica chiara e precisa. Gli unici ignoranti mi sembrano quelli dell'Agedo che hanno eletto come loro presidente una persona che rilascia incaute dichiarazioni come questa.
Chiede comunque con i politici di tutto l'arco costituzionale un incontro aperto e costruttivo per evitare che le esasperazioni implementino continuamente posizione violente.
Le esasperazioni? Qui si parla di  discriminazioni, di stigma, di violenze e aggrssioni, fisiche e morali, di feriti e di morti.
  Maquelli dell'AGEDO dove vivono??? E, soprattutto, da che parte stanno?

No outing! L'Oscar per le cazzate va a Pierluigi Battista

Più leggo articoli contro l'outing più mi accorgo di come tutta la vicenda della listouting stia facendo del bene, magari inavvertitamente, non per l'azione di outing, davvero timida e banale, ma per le cose che qil sito fa dire a tutti (e tutte) stanando i peggiori bugiardi presenti nei nostri media d'informazione.

E' il caso di Pierluigi Battista che tre giorni fa ha scritto un articolo sul Corsera contro l'outing senza nemmeno sfiorare le questioni politiche che l'outing mette in campo ma individuando bene quali sono i capisaldi dell'omofobia in Italia.
L'articolo è breve e va commentato frase per frase.


Ancora una volta, nel nome della trasparenza assoluta, si consuma il delitto dell'annientamento della vita privata.
Gli omofobi vogliono che l'orientamento sessuale di minoranza resti una questione privata. Nascondendo il fatto che l'orientamento sessuale di maggioranza, quello etero è pubblico ogni qualvolta che usciamo dalla camera da letto, ogni volta che portiamo u nostro compagno (o marito o moglie) al cinema, a una cena ufficiale, a una cerimonia dello stato, ogni volta che vivendo nella società il nostro orientamento sessuale parte considerevole della nostra personalità emerge nel suo esistere


Il 23 settembre uscirà, secondo quanto minacciato tronfiamente da un sito gay,
Intanto è un blog. E poi in che cosa listaouting sarebbe un blog gay? Puro pregiudizio di Battista. MA lo sapiamo, se anche hai avuto una sola esperienza gay in vita tua, rimani frocio a vita (le donne, lesbiche o etero che siano, non esistono).

l'elenco completo dei politici e dei ministri omosessuali che vorrebbero tener celato il proprio orientamento sessuale.
Ovviamentelsi vede bene dal menzionare che l'outing riguarda politici e i ministri omofobi e non solamente omosessuali. Omette, sapendo di omettere.

Credono, in questo modo, di condurre una crociata contro l'ipocrisia, ma lavorano all'ingrosso per ridurre la libertà. Pezzetto dopo pezzetto, fino alla sua consunzione.

La libertà di dire o di nascondere.

La libertà di vivere la propria condizione sessuale senza che il mondo pubblico eserciti il suo controllo occhiuto e intimidatorio.
I politici e i ministri sono nostri delegati. Credo che il controllo del mondo pubblico sia un diritto\dovere di ogni democrazia rappresentativa.

Senza che il tribunale pettegolo e spietato dell'opinione pubblica sia messo a conoscenza di ogni segreto e di ogni zona della vita di ciascuno deliberatamente tenuta nella discrezione e nella penombra.
Di nuovo si omette che questi ministri e politici col loro agire politico discriminano una categoria di persone con atti e decisioni.

Se i politici omosessuali non vogliono dirlo, non si deve dire.
Infatti nessuno lo dice. Qui si parla di politici omosessuali, bisex ed etero che sono omofobi.


Punto, non dovrebbe esserci discussione.

Sono i paladini della trasparenza, questi spioni che fanno del male alle persone credendo di far del bene al progresso, che invece contribuiscono a sprofondare nella barbarie della sorveglianza totale ogni barlume di libertà personale.
Di nuovo la libertà personale di discriminare gli altri perchè tanto per se stessi il potere assoluto di cui godono li protegge da ogni controllo come questo signore richiede in nome del privato

Sono anni che i maniaci dell'outing, a partire dagli Stati Uniti, vogliono sostituirsi agli omosessuali che per le più varie e insindacabili ragioni non intendono fare coming out della loro condizione.
Di nuovo. L'outing è un'altra cosa...
Sono dei terroristi, nel senso tecnico della parola: spargono terrore e angoscia. Massacrano le loro vittime con la scusa di fare loro del bene.
Per tacere del male che fanno i politici che hanno molto più potere di chi fa outing visto che sono loro nella stanza dei bottoni. MA battista pensa di parlare proprio con dei bambini?


Non si sa se il sito
è un blog...
che promette la propalazione dei nomi sia un covo di millantatori o di ricattatori.

Magari è solo un grottesco annuncio mediatico per un insperato quarto d'ora di pubblicità.
Ma se sono anonimi...

Di certo non conoscono il rispetto delle persone, dei loro diritti, della sfera privata inviolabile che dovrebbe essere tutelata.
Il bue dice cornuto all'asino. Mai vista una faccia di bronzo (di culo?) peggiore di quella di Battista.

Adesso, con la scusa delle intercettazioni che stanno rendendo di pubblico dominio frammenti di vita privata dei «potenti», vogliono portare fino alle estreme conseguenze la violenza del ludibrio per chi non ha nessuna colpa da nascondere, ma pur sempre il diritto di nascondere qualcosa.
Capita l'antifona...? Magari ci fosse stata uno straccio di prova!


Contro il mito tribale della trasparenza.
Certo. Perchè i potenti che già fanno come cazzo gli apre continuano a farlo in barba al popolo...

E pensare che una volta sul Corriere ci scriveva Pasolini!

Michele Serra sei intriso di omofobia e nemmeno te ne rendi conto. Sull'articolo di Repubblica contro l'outing

Essere etero o gay non garantisce nessuna sicurezza né di simpatia né di antipatia.
Ci sono etero e gay di destra come di sinistra. Etero e gay maschilisti, misogini, patriarcali (tanti) e etero e gay aperti al femminile, alle donne e contro il patriarcato.

Ma quando leggo articoli come quello di Michele Serra su La Repubblica non posso pensare che solo un etero possa scrivere, pur con le migliori intenzioni, un articolo così offensivo delle persone omosessuali.
Solo un etero che non sa e non si può nemmeno immaginare cosa sia lo stigma contro l'omosessualità, che non si rende conto cosa vuol dire appartenerne a una minoranza, irrisa, discriminata, aggredita, vilipesa, uccisa.

L'articolo di Serra mostra come gli intellettuali di sinistra devono fare i conti UNA VOLTA PER TUTTE con l'omofobia radicata in loro sin dai tempi del PCI più che nella Chiesa e nel Vaticano. Perchè nessuno mai scrivendo un articolo di difesa, che si pretende progressista e di sinistra, ha usato parole così offensive.

Per Serra gli omofobi denunciati dall'outing (non quello all'amatriciana ma quello ben più serio e politico degli altri Paesi) sono gay in privato perchè se ne vergognano e adottano politiche discriminatorie nei confronti delle persone omosessuali e trans  in reazione a questa vergogna. La questione così da politica viene ridimensionata alla sfera privata, del patologico, dello psicologico, della morale. Per Serra è questione di dibattito non di diritti calpestati, rubati, non riconosciuti. La sua miopia politica è direttamente proporzionale al pregiudizio omofobico col quale liquida una lotta politica di emancipazione in base a una discriminazione per l'identità di genere e l'orientamento sessuale.
Serra ne fa un questione morale costruita su categorie oppositorie di un moralismo degno del peggiore Stalin:
essere monogami o promiscui, donnaioli o sodomiti, possa o debba mutare in qualche modo il solo dovere che tutti ci accomuna, che è il rispetto degli altri, dei loro diritti, della loro integrità personale. 
 La promiscuità non è certo solo dei gay, e un uomo che scopa con tanti uomini è virile come un donnaiolo, mentre i sodomiti non sono tutti Gay, lo sapeva anche Dante che nel XVI canto dell'inferno accanto a Brunetto Latini mette Tegghiaio Alodbrandi che usava la sodomia (il coito anale) con sua moglie. Ma per Michele Serra i gay sono tutti rottinculo e meno virili degli etero donnaioli.
Nel subconscio stalinista di Serra l'omosessualità è talmente una malattia che (lapsus?) per descrivere i gay dichiarati usa l'aggettivo conclamato che, guarda caso, è quello che si usa quando una persona sieropositiva va in aids conclamato.
Poco importa se Serra vuol dire che essere gay non garantisce l'illuminazione o se votare una legge omofoba è grave a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Queste considerazioni nascono da chi (e sono molti, moltissimi) credono che il quid dell'outing sia l'omosessualità velata, o l'omofobia. Qualcuno sottolinea l'una ora l'altra variabile dell'equazione outing ma nessuno considera l'outing nella sua interezza e, avulgendone uno degli elementi fa come chi parlando di ossigeno e di idrogeno crede di parlare d'acqua che si ha solo dall'unione inscindibile dei suoi elementi.

L'outing non denuncia una colpa.
E se vogliamo proprio cercarla questa colpa non sta nell'essere omosessuali nascosti, né nell'essere omofobi, ma sta nell'esercizio di potere che si compie nel momento in cui si discrimina una minoranza con uno stigma che non toccherà mai se stessi dato che il potere che si ha permette di vivere altrimenti.

Discriminazione delle persone omosessuali tramite potere politico+pratica privata  dei comportamenti che si stigmatizzano ecco cos'è l'outing.

L'errore politico più grave di Serra, se si professa ancora persona di sinistra, è nel considerare che l'orientamento sessuale riguardi la sfera privata della persona, quando lui, eterosessuale conclamato può parlare di donne, di mogli e di compagne, in pubblico e in maniera pubblica, reputando però l'orientamento sessuale (quello degli altri naturalmente) come fatto privato.

La sua volgarizzazione dell'outing La pratica dell'outing (che non significa dire: io sono omosessuale. Significa dire: lui è omosessuale, ma si vergogna di ammetterlo) è irricevibile e segno di uno che non ha capito nulla.

E che la sinistra (o almeno quella che si crede tale) ha persona un'altra occasione per rimanere in silenzio.

Listaouting all'amatriciana e indigesta a tutti.

Bufala, occasione persa, svuotamento del suo significato politico, anche questo blog oggi ha preso posizione come tutti sulla pubblicazione dei 10 nomi, secchi, tutti di uomini, pubblicata dal blog. Ieri La Stampa pubblica un articolo nel quale raccoglie dichiarazioni varie che si distinguono per la consonanza di idee tra persone che dovrebbero essere su fronti opposti:

Mauro Cutrufo (Pdl), prima coglie l’occasione per attaccare internet definendolo «un’arma pericolosissima». E poi invoca l’intervento del ministro dell’Interno per fermare «il massacro mediatico».


Secondo il Garante per la Privacy, Francesco Pizzetti, «è assolutamente illecito» pubblicare i dati sulle tendenze sessuali delle persone senza il loro consenso, «indipendentemente dal fatto se si tratti di eterosessuali o omosessuali». «È una bufala che fomenta l’ignoranza», interviene anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, nonché una «diffamazione gratuita». Quest’ultimo termine però piace poco a Dario Ginefra (Pd). Definire qualcuno omosessuale, replica, «non può essere considerato un insulto e quindi neanche una diffamazione».

Il Palazzo reagisce. Così si «distrugge la privacy», continua il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. È un altro esempio di «sistema Boffo», sostengono i radicali. È un modo «estremo di fare battaglia politica che non fa parte della mia cultura», afferma Paola Concia (Pd) che, della battaglia contro l’omofobia, ne ha fatto una bandiera. Molti dei diretti interessati reagiscono. Chi con ironia. Chi con indignazione. Ci sono «centinaia di donne in apprensione» per me, ribatte Mario Baccini (Misto-Pdl). A cominciare «da mia moglie». Meglio nella lista dei gay che in quella degli «interisti occulti», dice da buon juventino Massimo Corsaro (Pdl). Sono un «banale eterosessuale», taglia corto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. «Fantasie malate, tutte sciocchezze», reagisce più piccato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Ma se gli altri politici tirati in ballo scelgono il silenzio, quasi tutte le associazioni omosessuali contestano l’iniziativa.

Secondo il presidente dell’Arcigay [Patanè] la lista di proscrizione pubblicata sul sito è solo «un’operazione spregevole che ridicolizza» le battaglie contro la discriminazione di genere. [sic!]  È solo «un outing all’amatriciana», minimizza il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo. Si tratta di un’iniziativa irricevibile», osserva Rossana Praitano del Circolo Mario Mieli. L’unico che giustifica la pubblicazione dell’elenco è Aurelio Mancuso, un esponente del mondo gay considerato da molti l’ispiratore della trovata: «È il frutto dell’indignazione di chi quotidianamente subisce violenze e insulti», ribatte. «È una denuncia contro l’ipocrisia della politica».
A parte lo svarione che confonde  orientamento sessuale con identità di genere è interessante notare come tutti quelli citati (evidenziati in nero) siano contro l'outing, mentre gli unici  a dire qualcosa di sensato, e di positivo per la causa, siano Aurelio Mancuso e Dario Ginefra (PD) evidenziati in rosso.

Mi chiedo, e vi chiedo, come mai questa consonanza di interventi? Questa difesa a oltranza della casta? Fatta così con l'accetta, generalizzando, senza fare distinguo confondendo merito con metodo?

Certo molto lo si deve al giornalista (anonimo) che ha scritto il pezzo e che lascia fori voci altrettanto autorevoli che invece hanno spiegato le ragioni dell'outing (quelle vere).


Così Giuseppina La Delfa presidente di Famiglie Arcobaleno sul blog gayfreedom sostiene  l'outing ricordando come
Tutti noi cittadini abbiamo il diritto di conoscere i potenti a cui affidiamo le sorti della nazione, e il pubblico in generale ha il diritto di sapere a chi ha a che fare. Reputo i parlamentari e gli ecclesiastici omosessuali omofobi, ipocriti e bugiardi, doppiamente responsabili delle violenze che la mia comunità subisce ogni giorno, responsabili dei suicidi, degli assassini, responsabili delle difficoltà grandi e piccole del nostro vivere quotidiano.

Oppure Aldo Busi sul blog Dagospia inneggia "fuori i nomi", ricordando che i

politici o uomini pubblici italiani, quali giornalisti, artisti, ecclesiastici che, omosessuali (...) si macchiano del crimine dell’omofobia, cioè che contribuiscono, notamente in Parlamento e nelle chiese e nei giornali e nelle televisioni, ad affossare ogni legge favorevole ai diritti delle persone dello stesso sesso desiderose di convivere stabilmente (e di adottare e di godere della reversibilità della pensione e dell’affitto e dell’eredità patrimoniale) tutelate come le comuni coppie formate da campioni del sesso opposto – le quali, a ben vedere, contraddittoriamente alle insane politiche procreazioniste e quindi religiosamente guerrafondaie, godono di ogni diritto anche se, proprio come una comune coppia omosessuale, non hanno generato nient’altro, reddito a parte.

(...)

Grazie all’outing (...) non è l’omosessuale nascosto che viene costretto a uscire allo scoperto, bensì il modo omertoso, mafioso, ricattatatorio che costui, un ricattato ben prezzolato e un ammalato con tanti servizievoli e sevizievoli dottori al suo capezzale, ha di vivere la sua omosessualità ledendo, per eccessiva difesa di uno stato patologico suo personale (corroborato e facilitato però dal privilegio del potere e dal potere del privilegio), il comune cittadino omosessuale che vive apertamente la sua naturale opzione sentimentale e sensoriale sprovvisto di ogni legittimazione e tutela legislativa.

Quindi ben venga ogni possibile outing, poiché la violenza al libero arbitrio che con l’outing subirebbero questi gay occulti delle alte sfere omofobe e reazionarie del Paese è infinitamente minore della violenza che da sempre le loro corsie preferenziali, i loro stipendi e pensioni, i loro clan, la loro vampiresca ipocrisia fanno subire ai più e al Paese tutto e alla Comunità Europea intera. (...)

Ma, nonostante queste autorevoli eccezioni, dà nell'occhio la difesa a oltranza della privacy degli omofobi.
Così mentre mentre tutti i rappresentanti delle associazioni gay citati nell'articolo de LA Stampa non sanno nemmeno distinguere tra gay, bisex ed etero che vanno con le trans (e se non fanno nemmeno questo MA CHE COSA CI STANNO A FARE?) i diretti interessati presentano le credenziali di eterosessualità glissando sul fatto che esiste la bisessualità e che si è etero anche se si va con le trans.


C'è poi chi deve distinguersi facendosi pubblicità in maniera sfacciata come Alessio De Giorgi, direttore del sito Gay.it che sul suo sito partendo da considerazioni condivisibili rimarcando la totale assenza del supporto di prove (fotografie, testimonianze o altro) e ponendo alcune domande ineludibili Chi ha deciso quali nomi pubblicare e quali no? Come sono stati raccolti questi nomi? Sulla base di quali prove è stato deciso di inserirli in questa lista? Cosa c'è a supporto di queste affermazioni? Siamo proprio sicuri che tutti i personaggi inseriti in questa lista siano effettivamente omosessuali o piuttosto sono solo pettegolezzi, dicerie, discorsi da bar?
spaccia furbamente per outing un articolo pubblicato tempo fa (e del quale questo blog si era già occupato) che era un puro articolo di gossip:
Nel 2008 Gay.it fece il primo "outing" della storia italiana. Oggetto dello "svelamento" della sua omosessualità fu Beppe Convertini, che a quei tempi era un attore sulla cresta dell'onda, un personaggio che si presentava in tutti i rotocalchi italiani come "fidanzato ideale" delle donne italiane in compagnia di belle ragazze.

De Giorgi glissa sul fatto che, però, Convertini non è un omofobo,  è solo un bisex velato (e nell'articolo la bisessualità è ridotta a mera omosessualità) la cui unica colpa era presentarsi come etero e non come bisex. Cioè questo sì un atto che viola la privacy d un personaggio pubblico per pura pruderie da pettegolezzo (come il sito ci ha ben abituato) che, e ci vuole fegato, De Giorgi presenta come inchiesta giornalistica.




Insomma questi e quello pari sono





venerdì 23 settembre 2011

Lo scippo è compiuto. L'outing è stato svuotato di ogni significato politico. Corriere della Sera in testa

Ecco come commenta il corsera la pubblicazione dell'elenco dei 10 nomi di politici omofobi e gay:
Un blog pirata ha diffuso alle 10 di venerdì 23 settembre una lista con dieci nomi di politici gay che però non lo dicono pubblicamente.
L'omofobia rimane nel titolo ma non dell'articolo e quel però la dice lunga sullo snaturamento dell'outing.
Bell'effetto boomerang. Non c'è che dire. Però continuo a ribadire che l'outing, quello vero, serve ed è importante e che sono sospetti quelli che vi si sono opposti la cui critica non verte sul metodo, davvero insostenibile che il blog listouting ha adottato.

Listaouting: sono usciti i nomi. Tout ça pour ça?

Senza un rigo di descrizione, di informazione (quelli nell'elenco chi sono? Sono omofobi perché...?) è uscito l'elenco sul blog listaouting.

Un elenco di rilevanza zero, senza una prova, senza una fonte, senza niente.
Dieci nomi e basta.
La montagna ha partorito il topolino.
1.    FERDINANDO ADORNATO
2.    MARIO BACCINI
3.    PAOLO BONAIUTI
4.    ROBERTO CALDEROLI
5.    MASSIMO CORSARO
6.    ROBERTO FORMIGONI
7.    MAURIZIO GASPARRI
8.    GIANNI LETTA
9.    MARCO MILANESE
10. LUCA VOLONTE’
Rilevanza zero.
Parliamo di cose più serie...

Outing: 23 settembre ore 10

Fra poche ore sapremo.
Sapremo se il blog anonimo listaouting è un bluff oppure no.
Sapremo come diranno e che prove addurranno. Sapremo se l'iniziativa è seria o se, dopo tutto, avevano ragione gli avversori.

Io so solo una cosa. So che quel che listaouting non deve fare è questo:
Roberto Calderoli è finocchio. Ecco perché non fa che prendersela con i gay e non parla d'altro (se si esclude qualche occasionale stronzata sulla Padania, il Dio Po, il ritorno alla Lira eccetera).
Direte voi: e come lo sai? Beh, me lo hanno detto, ripetuto e confermato un po' di persone, molte provenienti dal Nord Italia e molte "per conoscenza personale" del fatto. Tra queste persone, anche un famoso editore (tranquillo signor Achab, non ce l'ho mica con te: ho scritto "famoso"). Allora, sapete come si diceva una volta? Vox populi, vox dei. Io a Dio non ci credo, ma al popolo eccome.
E adesso denunciami, caro ministro Calderoli. Stando alla legge sulla privacy le tue abitudini sessuali non sono protette da segreto perché tu sei una persona pubblica e pubblicamente impegnata contro - guarda tu - proprio i diritti civili dei gay. Eventualmente, in tribunale, chiamo a testimoniare le persone che mi hanno assicurato di avere una "conoscenza personale dei fatti". A' la guerre, comme à la guerre.
p.s. Si ringraziano gli amici blogger nei commenti per la segnalazione della foto del nostro ministro colto in posa virile e padana da "Repubblica".

E' un vecchio post (ne manca l'incipit in cui spiega la differenza tra outing e coming out) di Anellidifumo, del lontano 2005, squisitamente omofobico e maschilista.

Un post nel quale si fa tutto quello che nell'outing (quello vero) non si è mai fatto.

Si dice che Tizio è finocchio. Ma all'outing non interessa l'orientamento sessuale.
Come prova si cita un coraggiosissimo e deontologicamente parlando ridicolo "me l'hanno detto".
Attenzione non una fonte certa da tenere nascosta per ovvi motivi (uno dei pilastri del giornalismo americano)  ma un disgustoso me lo hanno detto, ripetuto e confermato un po' di persone, molte provenienti dal Nord Italia e molte "per conoscenza personale" del fatto. Tra queste persone, anche un famoso editore (...). Allora, sapete come si diceva una volta? Vox populi, vox dei. Io a Dio non ci credo, ma al popolo eccome.
Uno stile delatorio degno del miglior Mussoliniano.

Non si specifica bene quali siano gli atti omofobici se non un generale ecco perché non fa che prendersela con i gay e non parla d'altro (se si esclude qualche occasionale stronzata sulla Padania, il Dio Po, il ritorno alla Lira eccetera). 
Tra l'altro anellidifumo si improvvisa psicologo e, nei commenti, spiega come Calderoli sia  un uomo politico ossessionato dalla sua omosessualità e per questo capeggia una violenta campagna omofobica (...)  la sua posizione politica di forte omofobia passa dalla categoria appunto della politica a quella della fissazione personale, della patologia da disturbo della personalità e dell'identità psicologica, quindi si depotenzia alla radice. Un'omosessualità così male accettata è infatti sicuramente fonte di disturbo della personalità e, di conseguenza, è patologica. 

Capita l'antifona? Non si colpisce il comportamento del politico, ma si colpisce la persona, non solo accusandola di essere un finocchio ma di essere un finocchio egodistonico e dunque  patologico. 
Invece di criticare politicamente atti e comportamenti politici si cerca di demolire direttamente la persona usando l'omosessualità (egodistonica) come un'arma. 

Se non è omofobia questa... Il bue dice cornuto all'asino.

Tra l'altro fosse vero quel che dice anellidifumo Calderoli andrebbe aiutato, curato e non certo messo alla gogna mediatica con l'outing.

Inoltre, anche se fosse, Calderoli non è gay ma bisex visto che è stato sposato e oggi ha una compagna. Ma il maschilismo non fa considerare queste relazioni etero legittime e vere. Se sei frocio lo sei per tutta la vita,e le storie con donne millantate, una copertura.


Quel che non capisce Anellidifumo è che non c'è bisogno di addurre una omosessualità egodistonica per spiegare l'omofobia. E' una spiegazione naif oltre che maschilista. Maschilista perchè vede negli omofobi dei gay repressi, naif perchè per spiegare la contraddizione tra omofobia e omosessualità adduce spiegazioni personali (con una psicologia da cartine di cioccolatino) e non quelle, più rilevanti e pertinenti, politiche e di gestione del potere. E questo è il vero cuore dell'outing. Si denunciano persone che impongo una visione politica che discrimina e delegittima le persone omosessuali e trans e poi nel privato si fa come si vuole perchè il potere che si ha consente di fare come cazzo pare e piace.
E' una questione politica, non morale. D'altronde come diceva Andreotti il potere logora chi non ce l'ha.



Infine, ciliegina sulla torta, come prova (l'unico straccio di prova che anellidifumo produce) viene presentata una foto, segnalatagli dai lettori che ritrae Calderoli in posa virile e padana da "Repubblica".

Peccato che considerare un uomo gay perchè poco virile sia esattamente la mentalità dalla quale scaturisce lo stigma e che vedere un gesto poco virile (ammesso e non concesso che quello ritratto nella foto lo sia) come esclusivamente omosessuale è omofobico, maschilista e patriarcale.

Ecco, spero proprio che stamane non saremo costretti a leggere queste cazzate omofobiche anche su listaouting che, nonostante l'anonimato non lasci ben sperare, non si tratti di un volgare pettegolezzo basato su un pregiudizio omofobico, ma di una denuncia seria basata su prove concrete e con argomentazioni un po' meno omofobiche di queste.

mercoledì 21 settembre 2011

Quel che manca al movimento è la solidarietà di classe. Ancora sull'outing. Stavolta il parere di Rosario Duca Segretario Provinciale Arcigay Messina

Leggo un comunicato di Rosario Duca Segretario Provinciale Arcigay Messina che scrive sul blog nebrodi e dintorni.

Secondo Rosario gli omofobi da outingare sono quelli segretamente gay. e lo si fa per vendetta.

Non rendendosene conto Rosario applica un pregiudizio di origine maschilsita.
Per Riccardo chiunque ha dei rapporti sessuali (ma ci sono anche quelli affettivi...) con persone dello stesso sesso è omosessuale, in barba a chi magari è sposato ha dei figli e dunque non è gay o lesbica, ma bisex.
Ma si sa cosa il movimento pensa delle persone bisex...

Se vai con una persona del tuo stesso sesso, anche solo una volta in vita tua sei marchiato come gay a vita proprio come lo stigma vuole.



Ma davvero quel che l'outing indica è che queste persone omofobe siano gay?

Solo chi pensa che l'omosessualità sia qualcosa da nascondere può vedere le cose sempre e solo in questo modo.

Chi pensa che a rivelare l'omosessualità altrui gli si fa una vendetta (come Riccardo) evidentemente vede l'omosessualità come qualcosa di negativo, di infamante.
Ebbene, anche Riccardo, come molti altri, non coglie il punto fondamentale dell'outing che non riguarda né la (presunta) omosessualità velata, né il volersi vendicare,  ma riguarda la coerenza, l'onestà intellettuale, la trasparenza che in queste perosne manca eche viene denucniata.
La (presunta) omosessualità è solo una parte dell'equaizione che da sola non ha valore alcuno nell'outing ma lo acquista solo accanto all'altra parte fondamentale che è la pratica discriminatoria concreta.
La parola omofobia forse devia, perchè  è una parola passpartout che viene usata spesso a sproposito.
Non si fa outing delle persone velate.
Non si fa outing nemeno di tutte le persone omofobe.
Si fa outing solo dei personaggi pubblici che grazie al loro potere politico o persuasivo contribuiscono fattivamente alla discriminazione e allo stigma.
Se si tiene conto di questo elemento che per comodità sussumiamo nell'aggettivo omofobico tutte le considerazioni di chi si dichiara contro l'outing cadono non avendo pertinenza.

Non posso credere però alla buona fede di questi avversori dell'outing. Perchè Riccardo, almeno a parole, dimostra di avere capito bene cosa sia l'outing: 
uno strumento (...) nei confronti di chi ricopre dei ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale, per svelare la doppia morale di chi nega diritti ai più e consolida i privilegi propri e di pochi.
Nonostante questa bella definizione (che credo gli ruberò sempre citandone l'autore beninteso)  anche Riccardo scende in difesa della casta, buttandola in caciara, come si dice a Roma, cioè adducendo scuse e motivazioni senza alcuna consistenza.
Riccardo infatti dice che
l’outing dovrebbe essere fatto quotidianamente nel nostro Paese, e non soltanto per rendere noto l’orientamento sessuale.
rimangiandosi la definizione appena data... Arrivando a proteggere la casta scomodando le persone velate che non ricoprono carica pubblica alcuna
se ogni tanto si provasse ad essere seri ed a ragionare con il cervello acceso, ci si renderebbe conto che prima di fare la lista dei politici gay omofobi e contrari alle istanze del movimento bisognerebbe fare la lista delle tante persone comuni, cittadini e cittadine omosessuali che sono altrettanto omofobi ed ostili alle ragioni della comunità lgbtq. Bisognerebbe fare la lista di chi, gay, lesbica o transgender, vota per gli omofobi che stanno in Parlamento e ci rappresentano. Bisognerebbe fare la lista dei tanti omosessuali che la notte vanno nei locali gay e di giorno, in famiglia o al lavoro nascondono e fingono.
Capita l'antifona? Riccardo vuol far passare l'outing come punizione per l'essere velati  e non (cito le sue stesse parole) la denuncia
di chi ricopre dei ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale, per svelare la doppia morale di chi nega diritti ai più e consolida i privilegi propri e di pochi.
Se accusiamo chi ricopre ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale dobbiamo accusare - dice Riccardo -  anche chi
gay, lesbica e transgender è contro i Pride oppure ai Pride ci va perché è una festa, si balla e ci si diverte ma quando in Parlamento si fa scempio della nostra dignità e dei nostri diritti di cittadinanza per strada e nelle piazze non si vede a protestare ed a fare casino. Bisognerebbe fare la lista dei tanti omosessuali che vanno in chiesa a battersi il petto, che ascoltano in silenzio le prediche omofobe, che vanno ai raduni del Santo Padre e lo acclamano, che si professano cattolici apostolici romani ma poi li trovi in giro nei boschetti o nelle saune dove in ginocchio non ci stanno per pregare.
Non è forse questo lo stesso punto di vista di chi critica l'omosessualità? Non è questa la stessa pasta di cui è fatto lo stigma?
Insomma, bisognerebbe fare una lunghissima lista di chi vive quotidianamente secondo i canoni della doppia morale di cui i parlamentari sono solo i nostri “degnissimi” rappresentanti ed interpreti.
Quindi siccome nessuno è immune quelli della casta vanno salvati.

Manca a Riccardo, ma manca a tutti gli italiani, in tutti i campi, al solidarietà di classe.
Riccardo in questo è un italiano tipico. Forte coi deboli e debole coi forti, come ci ha insegnato il fascismo che sta nel dna di ognuno di noi.

Quel che Riccardo sembra (o fa finta di) non capire è che mentre le tante persone comuni, cittadini e cittadine omosessuali se pure col loro comportamento non contribuiscono alla causa non hanno alcun potere oltre il proprio comportamento individuale con cui discriminare mentre chi ricopre dei ruoli pubblici di rappresentanza politica ed istituzionale ha un potere immenso e per questo va fermato.
Perché ogni singolo cittadino ha il diritto di essere velato ma non un\una rappresentante del popolo che non si comporta più a titolo privato ma in nome del popolo che rappresnta. TUTTO IL POPOLO. Anche quello omosessuale che non può discriminare seguendo una propria convizione morale che non ha basi scientifiche né politiche e nemmeno etiche. Una base morale che pretende solo gli altri osservino perchè lui nel privato privilegiato e difeso può fare quel che cazzo gli pare.

Ma a tutti quelli che sentono la seduzione di chi ha potere  vien spontaneo difenderli adducendo la colpa dei cittadini comuni...
Se non è un modo di pensare fascista questo...


Ma quel che mi fa più specie di questo militante omosessuale al quale evidentemente bisogna spiegare tutto (dovremmo fare anche noi delle scuole come faceva una volta il PCI) è che cade a più pari in un paragone a dir poco ridicolo:


Tanto come eleggiamo un corrotto e puttaniere Presidente del Consiglio continueremo a votare e ad eleggere gli omofobi, gay o etero che sia non fa alcuna differenza.
Quel che Riccardo dimentica (e non si capisce come faccia) è che Berlusconi non fa leggi contro il ...puttanismo, né dichiara che finché sarà lui al governo le mignotte non avranno mai riconosciuti i loro diritti.


Riccardo dimentica che i motivi dell'outing sono politici non morali.
Si denuncia non chi ha una doppia morale ma chi discrimina certe persone contribuendo allo stigma dal quale lui (o lei) è esente per i privilegi datigli dalla carica pubblica che ricopre.

E se io, cittadino comune, devo ricordarlo a un Segretario Provinciale Arcigay vuol dire che i quadri dirigenti della militanza glbtqi sono pericolosi e completamente inutili

domenica 18 settembre 2011

Perchè l'outing dà tanto fastidio?

Come sapete l'outing preannunciato da Aurelio Mancuso e ora passato in mano a un blog di anonimi (per motivi di sicurezza...) non piace a nessun nome noto del movimento.
Da Patanè a Battaglia, da Grillini a Dall'orto, tutti a dire di no, tutti omettendo la vera ragione politica dell'outing e tutti facendo finta che Mancuso, il blog di anonimi o chi per loro voglia sputtanare chiunque sia gay (o lesbica) ma non lo voglia dire.

Chissà se ci fanno o ci sono...

Comunque sia tutti prendono l'outing per il verso sbagliato partendo dall'effetto e confondendolo con la causa. Tutti partono cioè dall'omosessualità degli sputtanandi
come elemento base dell'outing e non dalla loro omofobia.
Eppure Peter Tatchell uno dei primi sostenitori dell'outing disse chiaramente che la comunità gay e lesbica ha il diritto di difendersi contro le figure pubbliche che abusano del loro potere e della loro influenza per appoggiare politiche che infliggono sofferenze agli omosessuali. (fonte wikipedia)

Dire che si fa outing agli omofobi pur se sostanzialmente preciso è ancora troppo vago. Si fa outing ai personaggi pubblici che con le loro azioni contribuiscono a discriminare le persone omosessuali e trans.

Invece secondo questi dirigenti (o ex dirigenti)  delle associazioni glbt  questa becera operazione scandalistica offende la dignità delle persone. Tutti hanno il diritto alla sua [sic!] privacy. Costringere le persone ad uscire allo scoperto è inaccettabile (Patanè).
L'outing è un gesto aggressivo e violento, che invade incredibilmente la vita delle persone e sposta l'ago dell'attenzione da quello che è un problema politico (Battaglia). Se sputtano al mondo i nomi dei parlamentari omosessuali non risolvo il problema e forse mi metto contro chi in incognito potrebbe aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo da qualche tempo (Grillini).

Nessuno dei tre (ma tanti altri esempi, anche meno illustri, si potrebbero fare)  sembra aver capito qual è lo spirito dell'outing CHE NON RIGUARDA LE PERSONE OMOSESSUALI.
Riguarda le persone pubbliche, che hanno un potere politico e/o di pressione sociale e che lo usano per mantenere lo stigma e la discriminazione delle persone omosessuali e trans (di cui tutti sembrano dimenticarsi).

Non si fa outing per rendere pubblico l'orientamento sessuale altrimenti celato dei politici, questo né Mancuso né il blog anonimo si sono mai sognato di dirlo.

Solo Patanè e Grillini  vedono la cosa così perchè evidentemente nelle persone che Mancuso e il blog di anonimi vogliono denunciare loro non vedono delle persone che discriminano vedono dei gay.

Sono loro i primi a essere discriminatori e omofobici perchè vedono gay dappertutto, anche dove ci sono bisex o etero che vanno con le trans.

Battaglia invece si chiede come faccio a stabilire chi è omofobo che è solo un esercizio di retorica perchè si parla di personaggi pubblici che con i loro gesti concreti diffondono la discriminazione, contribuiscono a tenerla in piedi e impediscono di smantellarla, non mi sembra difficile da stabilire con questi criteri chi è e chi non omofobo.

Il problema non è sapere che tizio o caio sono gay, l'outing non interviene sull'orientamento sessuale (o sul comportamento sessuale come sarebbe meglio specificare che è cosa diversa dall'orientamento: io posso scopare con gli uomini ma sentirmi etero, percepirmi tale e pretendere di esserlo) interviene su chi contribuisce alla discriminazione e poi nel suo privato ha comportamenti sessuali che vanno nella stessa direzione di quanto ufficialmente combatte.

Non sono gay omofobi, sono omofobi con comportamenti sessuali non etero o transfobici che in segreto le trans le frequentano.

Dov'è la violenza nel denunciarli? E la loro violenza quando dicono che i matrimoni sono solo per coppie etero? O quando dicono che i gay sono malati? O moralmente disordinati?

La questione della privacy è ridicola per almeno due ordini di motivi.
1) Sono personaggi pubblici, la privacy vale per i privati cittadini non per quelli che occupano cariche di potere. Altrimenti non vedremmo nessuna foto di Berlsuconi, Fini, attori, cantati, giornalisti, prelati, e non leggeremmo tutti i bei gossip, magari pubblicati sui siti come gay.it, gay.t, gay wave.. dove si allude all'omosessualità di quell'attore o quel cantante. Lì però nessuno di questi signori ha gridato allo scandalo o ha chiamato la difesa della privacy anche quando ce ne sarebbe bisogno perchè il motivo per cui si fa outing in questo caso è il frivolo pettegolezzo che evidentemente per qualcuno fa tanto gay...
2) Perchè l'omosessualità dovrebbe far parte del privato quando l'eterosessualità è pubblica? Fermo restando il diritto di ognuno a decidere per conto suo quando e se fare coming out, chi fa politica glbt non può difendere il principio (pur difendendo il diritto individuale) di rimanere velati. Se tutti i gay e le lesbiche italiani facessero pubblicamente coming out la visibilità migliorerebbe sicuramente l'accettazione e la constatazione della maggioranza che i gay e le lesbiche sono tra di noi, che siamo diffusi in tutta la società.
Non solo ma relegare l'omosessualità alla sfera del privato si fa lo stesso discorso dei tanti che dicono che non c'è bisogno di ostentare la propria sessualità e che a letto ognuno fa quello che vuole. Infatti il movimento non chiede diritti nella camera da letto ma al di fuori di essa. Non è così per i borghesi Patanè e Grillini, i gay della giacca e cravatta anche al mare...
Ma non sono questi i motivi dell'outing. Non si fa outing perchè i gay o le lesbiche sono velate, si fa outing a chi discrimina gay lesbiche e trans e poi celato dalla privacy fa quello che pubblicamente critica ferocemente.
Un po' come tutti i politici che sostengono il proibizionismo per le droghe pesanti e poi consumano coca. Saperne i nomi non li renderebbe forse poco affidabili, ridicoli?
Il paragone non è proprio calzante perchè l'omosessualità non è un reato, ma per questi politicanti se avessero le mani libere non lo diventerebbe forse? Quando Giovanardi dice che i matrimoni omosessuali (lui li chiama così) sono anticostituzionali non intende dire forse che sono illegali (o dovrebbero esserlo?). Giovanardi mente proprio come Patanè e Grillini (o Scalfarotto) perchè nessuna legge in Italia vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso proprio come l'outing voluto da Mancuso e da listaouting non è per tutte le velate pubbliche ma per tutte le persone strettamente omofobe che hanno potere.


Insomma di che parlano Patanè, Grillini, ma anche Dall'orto, Marrazzo?
Disinformano e menano il can per l'aia, perchè presentano l'outing come qualcosa che outing non è.

Certo il blog anonimo, la minaccia degli elenchi che verranno pubblicati (nei prossimi mesi e anni) non sono proprio un esempio di trasparenza e credibilità, ma i detrattori del blog e di Mancuso non fanno distinguo tra merito e metodo e dicono che questo e quello pari sono rispedendo al mittente l'outing per principio.
Grillini arriva a dire (chissà su quali basi) che l'outing è uno strumento di lotta superato.

Per Grillini L’outing deve essere utilizzato solo contro i gay che occupano una posizione importante e si comportano da omofobi che è esattamente quel che dicono Mancuso e il blog anonimo, facendo intendere invece che Mancuso voglia fare outing di tutti i gay velati a prescindere se siano omofobi o no...

Insomma Mancuso deve avere colpito nel segno se dà tanto fastidio da indurre tutti a mentire, sviare, depistare, confondere le acque, in una parola, disinformare.

Motivo in più per cui, ferme restando le riserve già ampiamente dette sul metodo, bisogna difendere il merito di Mancuso che non solo è condivisibile ma auspicabile, anzi dati i tempi di recrudescenza omotransfobica in Italia, direi necessario e indispensabile.

Il capolavoro però viene da Ivan Scalfarotto, vicepresidente del PD, quei pavidi democristi che un giorno sì e uno no dicono dei gay e delle trans tutto il male possibile.

Scalfarotto contrario all'outing per principio si è dimesso dal Comitato d’Onore di Equality Italia con la lettera che ha inviato ad Mancuso (che di Equality Italia è il presidente).

Scalfarotto ha pubblicato la lettera sul suo blog nella quale spiega le ragioni delle sue dimissioni.
Leggiamola:

Londra, 17 settembre 2011
Caro Aurelio,
ho appreso dalla stampa della tua volontà di avviare nei prossimi giorni un programma di outing che denuncerebbe, al di là o addirittura contro la loro volontà,
Scalfarotto non conosce evidentemente la pratica politica dell'outing (e nemmeno il significato del termine) che si basa proprio sull'assenza di consenso (dunque anche contro la loro volontà) delle persone su cui si fa outing. 
l’omosessualità – o presunta tale –
ed ecco la disinformazione. L'outing, quello vero, funziona solo su prove certe e inconfutabili, non sul sentito dire, altrimenti non è outing ma diffamazione... Né Mancuso né il blog anonimo parlato di persone presunte gay, ma è pià comodo per Scalfarotto insinuarlo per giustificare meglio il suo gesto pavido e ipocrita (degnissimo vicepresidente del PD)
di un numero imprecisato di personalità pubbliche.
veramente su listaouting si legge:  

Il primo elenco che pubblichiamo, altri ne seguiranno nei prossimi mesi e anni, è composto da 10 politici. Disponiamo dei nominativi di una decina di alti prelati, di altre personalità del mondo dello spettacolo e della tv. 

Quindi Scalfarotto mente sapendo di mentire. 
Trovo questa una decisione molto grave, che non condivido e che mi preoccupa molto. Si tratta di un modo di fare politica che trovo intrinsecamente violento, poiché combatte e colpisce le persone e non le loro idee.
ed ecco il tentativo davvero da pretino democristiano, apparentemente educato e mite, ma profondamente reazionario e fascista (=prepotente) che essendo contrario per motivi personali e non politici confonde pesantemente le carte in tavola, e cerca di dare all'outing un significato che l'outing non ha.

L'outing colpisce le persone. Vero. Ma quali persone colpisce?
Leggiamo su listaouting (siamo sicuri che Scalfarotto se lo è letto? Io mica tanto...):
L’outing (termine che viene usato in modo sbagliato dai giornalisti italiani che sono in molti casi ignoranti e pigri) è uno strumento politico duro ma giusto. In cosa consiste: dichiarare pubblicamente la pratica omosessuale o di altre differenti sessualità di politici (single, sposati, conviventi), preti, persone note e influenti, che attraverso azioni concrete e prese di posizione offendono e discriminano le persone gay, lesbiche e transessuali. (i neretti sono miei)
Più chiaro di così.
Ora non si tratta di criticare le idee di questi omofobi, secondo il nobile e qui proditoriamente usato pensiero liberale, e non le persone.

Qui si tratta di censurare le azioni di persone di potere che coi propri atti discriminano le persone omosessuali (e trans) cercando di impedire loro di continuare a farlo.

Purtroppo in Italia mentre si va in galera se discrimini qualcuno per motivi religiosi e razziali (i privati cittadini, non i politici che possono continuare a dirlo come i leghisti o i fascisti di ogni sorta) visto che gli stessi politici dei quali Mancuso vuole fare outing hanno contribuito a non far promulgare la legge che avrebbe esteso la legge Mancino anche all'orientamento sessuale, l'outing è un'arma per ridimensionare questi ipocriti, forse non efficace,  ma sicuramente giusta, politicamente, eticamente, strategicamente, perchè smaschera l'ipocrisia dell'omofobia.

Come faccio a difendere il diritto di opinione di un omofobo? Dire che i gay sono malati è un'opinione? NO E' una bugia. Dire che i gay non possono sposarsi è una opinione? Lo è se te la tieni per te, se la diffondi, se in suo nome intervieni affinché la legge sull'allargamento del matrimonio anche per le persone dello stesso sesso non venga promulgata non stai esercitando una opinione stai discriminando in base a una convinzione personale che è ben altra cosa. Possibile che debba essere io, comunissimo cittadino, a doverlo speigare al vicepresidente del maggior partito di opposizione (beh, si fa per dire...)?

Solo un omofobo può difendere il diritto di compiere atti omofobi (non si tratta solo dell'opinione, ma di una opinione che si traduce in discriminazione e per di più di un personaggio pubblico e di potere, non del mio vicino di casa...)  in nome della democrazia.
Solo un politicante talmente furbo da non inimicarsi nessuno perchè non si sa mai chi vince domani le politiche e per mantenere il proprio potere sa che non deve pestare i piedi a nessuno.
Credo proprio sia meglio per Scalfarotto addurre motivazioni di realpolitik che non le questioni di principio che ci ammannisce dalle quali esce fuori con una credibilità  politica sotto lo zero.

Ho vissuto a lungo all’estero e ho lavorato per più di dieci anni gomito a gomito con gli anglosassoni. Posso dire che rifarsi all’esperienza di quei Paesi per lanciare questa iniziativa non ha molto senso. Esiste infatti una grande differenza tra il senso dell’etica pubblica e del comportamento che si pretende dagli uomini pubblici in Italia e nelle grandi democrazie liberali.
Da noi, scoprire e denunciare l’omosessualità perfino di un Giovanardi o di un Gasparri, e indico i peggiori omofobi che mi vengano in mente, ci darebbe forse un’effimera soddisfazione ma non toglierebbe nessuna carica né all’abiezione né, purtroppo, alla popolarità delle loro tesi.
Altro che politicante, la furbizia di Scalfarotto è degna di quella di Berlusconi. Un conto è infatti criticare l'outing per principio come ha fatto finora, un conto è criticarne l'efficacia politica. Una cosa può rimanere politicamente giusta anche se non ha alcuna efficacia. Allora perchè criticarne la legittimità se si vuole dire solo che non è efficace? 
Qualunque cosa pur di di sostenere la propria opinione che è insostenibile e pavidissima.
Anche se fosse vero che fare outing non ha efficacia in Italia, mentre è tutto da stabilire, perchè non provarci comunque? Se è vero che non si fa danno perchè non provare comunque?
Siamo governati da una persona i cui discutibili comportamenti e i cui vizi privati sono stati resi pubblici (“outed”) in ogni modo e questo non impedisce a questa persona di sedere a Palazzo Chigi e di decidere dei destini del Paese nel momento di peggiore crisi che l’Italia ha conosciuto dal dopoguerra.
Ecco un altro paragone proditorio. Quel che Scalfarotto si dimentica di dire è che Berlsuconi non si è mai sognato di dire che chi fa sesso con le escort è un amato, o un immorale, o non ha diritti, anzi ha sempre rivendicato con orgoglio quel che fa, tant'è che la gente comune delle sue escort ha commentato (almeno va con le donne, ricordate? Una signora nel film di Sabina Guzzanti sul terremoto dell'Aquila...).

E, opinione personale, se Giovanardi andasse a letto con un uomo come lui e non perdesse solo credibilità ma assaggiasse un po' di quel ludibrio che contribuisce a creare io non ci vedrei niente di male. Un po per uno per cortesia!
Il tuo progetto non è altro che una modalità innovativa per replicare le solite dinamiche da cortile della politica italiana e che trascinerà verso il basso il livello, già infimo, della lotta politica in Italia.
Invece la politica del PD tutta fatta di se e di ma e di nessuna proposta concreta ha regalato il paese al berlusconismo... Scalfarotto dovrebbe solo tacere.
Finiremo con il confondere le sacrosante ragioni di milioni di cittadini GLBT e la vita delle loro famiglie con gli urlatori e i guastatori televisivi della destra e con la tecnica della “macchina del fango” dei loro giornali.
ed ecco lo slittamento semantico. Se io denuncio l'ipocrisia e l'incoerenza (come minimo) di un omofobo che predica bene e razzola male sto allestendo una macchina del fango. Solo che il fango si basa sulle bugie mentre l'outing dimostra una verità accertata.
Sarà probabilmente un’efficace campagna promozionale che assicurerà una copertura mediatica gratuita a te ma certo non ai milioni di concittadini che confidano in persone con la tua storia e il tuo profilo: il prezzo sarà la distrazione di energie preziose, che servirebbero in questo momento come il pane.
Come può lo sputtanare un omofobo che poi si scopa i ragazzi distogliere energie preziose Scalfarotto me lo deve proprio spiegare.
Energie che andrebbero rivolte ad educare sia gli italiani che il partito stesso in cui entrambi militiamo sulla necessità che alle persone GLBT sia riconosciuta – senza tentennamenti, prudenze e distinguo – la stessa dignità e lo stesso diritto a una piena cittadinanza.
Scalfarotto invece di colpire chi impedisce con il potere che ha che questo riconoscimento avvenga anche a livello istituzionale, protegge gli omofobi  per dovere di casta.
Uno sforzo probabilmente oscuro e faticoso, estraneo alla luce dei riflettori, ma quello che a mio avviso è richiesto oggi a una classe dirigente responsabile.
Nessuno vieta di fare entrambe le cose.
Di nuovo perchè non provare anche con l'outing? D'altronde nessuno ha mai detto che l'outing è l'unica soluzione...
Qualche mese fa mi hai chiesto di entrare a far parte del Comitato d’Onore della tua costituenda associazione, Equality Italia, invito che avevo accettato con gratitudine e piacere. Ero convinto di partecipare alla costruzione di una nuova voce che laboriosamente si mettesse al servizio del progresso dei diritti civili in Italia.
E invece i metodi che intendi utilizzare sono diametralmente opposti a quelli che ho inteso perseguire e ho perseguito dal momento in cui ho cominciato a fare politica: fare dell’Italia un paese normale,
Forse a fare outing, che viene fatto per stessa ammissione di Scalfarotto nei paesi anglosassoni dove lui ha vissuto (e ce lo sbandiera pure... Privilegiato del cavolo!) anche qui da noi renderebbe  l'Italia un'anticchia più vicino alla normalità, no?
aumentare il livello di civiltà del Paese, contribuire a transitare l’Italia a
si transita verso non a... (qui transita non significa passare ma spostare)
una democrazia matura come compete a una grande civiltà come la nostra.
Quindi i paesi anglosassoni, in cui l'outing si fa non sono paesi a democrazia matura... Oppure prima di poter fare l'outing l'Italia dovrebbe diventare una democrazia matura? In ogni caso quelli del PD se hanno occasione di procrastinare lo fanno...
Non posso condividere la responsabilità di una scelta che mi pare scorretta e sbagliata
Gli omofobi fanno affermazioni che non hanno riscontro politico, etico né scientifico ma a essere scorretto è l'outing.
e, anche per rispetto all’incarico che ricopro nel Partito democratico, ti chiedo di voler accettare con effetto immediato le mie irrevocabili dimissioni dal Comitato d’Onore di Equality Italia.
Con la cordialità di sempre,
Ivan
Adesso più che mai dobbiamo ricordarci della pavidità di chi si dichiara a parole difensore dei diritti civili delle persone omosessuali e trans discriminate ma invece al primo rischio di sporcarsi le mani scappa a gambe levate.

Vedremo nei prossimi giorni se e quanto le previsioni di Scalfarotto si avvereranno.

Ma chi ha potere e non vuole mai che quel suo potere serva a mettere in discussione il potere altrui ha in sé qualcosa di malato e pericoloso.

(rivisto e in parte modificato il 19 settembre 2011)

sabato 17 settembre 2011

Premio per la disinformazione a La stampa in un articolo anonimo e dal titolo ridicolo.

Ecco il titolo e il catenaccio dell'articolo:

Outing "coatto" e anonimo su un sito
"Il 23 settembre i nomi di politici gay"


Un gay pride (foto scattata a Sidney)

Lo scopo degli ideatori:
«Riveleremo la vera identità
sessuale di prelati, deputati
e note personalità pubbliche.
Tra loro anche ministri»

Qualcuno spieghi al deficiente (o alla deficiente*) che ha scritto questo titolo che l'outing è per sua stessa natura coatto e che lo scopo non è di rivelare la vera identità
sessuale di prelati, deputati e note personalità pubbliche
ma solo di quelle personalità pubbliche apertamente omofobe.
Non si tratta di rivelare i politici gay ma quei politici che contribuiscono alla discriminazione delle persone omosessuali e trans e che poi a vario titolo si intrattengono in relazioni sessual sentimentali con persone dello stesso sesso e\o trans... non ci sono solo i gay, ci sono le lesbcihe, ci sono i e le bisex e gli etero che vanno con le trans...


Cosa c'entra la foto di un gay pride (di Sidney poi!)?

L'articolo vero e proprio è più o meno sullo stesso tono:


«Il primo elenco che pubblichiamo - altri ne seguiranno -è composto da 10 politici». Comincia così un comunicato pubblicato su un sito internet 
è un blog...
creato appositamente, che promette di rivelare, cominciando alle 10 del 23 settembre, i nomi di persone molto famose, politici e prelati, che, pur essendolo, non si sono mai dichiarati gay, ma che anzi pubblicamente li discriminano.
anche qui il principio dell'outing è messo la contrario:
qui si dice che a) quelli cui fare outing sono gay e b) pubblicamente li discriminano.
In realtà è vero il contrario: 
discriminano e vengono outizzati perchè vanno a letto o hanno relazioni sentimentali con perosne dello stesso sesso (ma non per questo sono gay) o con perosne trans (idem)
Un modo di «riportare un pò di giustizia in un paese dove ci sono persone che non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva». Lo annuncia il sito «Listaouting», creato da un gruppo di persone che chiedono di restare anonime, come spiega Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia.

È Aurelio Mancuso, leader storico del movimento gay, a dare notizia dell’esistenza di «un gruppo di persone, anonime, che si appresta a rendere pubblica la prima lista di politici gay ma omofobi». «Tutto è iniziato dopo la bocciatura in Parlamento della legge contro l’omofobia. Mi ero sfogato su Facebook dicendo che in Italia ci vorrebbe un bell»outing’ che riveli quanto sono ipocriti alcuni politici italiani. E c’è chi mi ha preso in parola: sono stato contattato via mail da un gruppo di anonimi che mi ha annunciato che il 23, equinozio d’autunno, sarà resa pubblica la prima lista di politici gay. Dovrebbero essere dieci, non so se tra loro c’è anche qualche ministro. Mi fa piacere che il mio sfogo pubblico si concretizzi, ma preciso che non si tratta di una mia iniziativa. E, soprattutto -aggiunge Mancuso- l’associazione Equality che presiedo non c’entra nulla.
Non arrestate me insomma...
Sono curioso di vedere come va a finire, è positivo che ci sia qualcuno disposto a dare seguito concreto alle mie riflessioni su Facebook».

Sul sito www.listaouting.wordpress.com gli anonimi spiegano che «l’outing è uno strumento politico duro ma giusto» e consiste «nel dichiarare pubblicamente la pratica omosessuale o di altre differenti sessualità
il neretto è mio, una vera specifica omofoba...
di politici (single, sposati, conviventi), preti, persone note e influenti,
ma non giornalisti...
che attraverso azioni concrete e prese di posizione offendono e discriminano le persone gay, lesbiche e transessuali». A questo primo elenco, promettono, «ne seguiranno altri nei prossimi mesi e anni: disponiamo dei nominativi di una decina di alti prelati, di altre personalità del mondo dello spettacolo e della tv».

Il gruppo ha deciso di «iniziare con questi primi dieci nomi per far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano viga la regola dell’ipocrisia e della discriminazione: i politici di cui conosciamo le vere identità sessuali - spiega - sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull’omofobia». Pertanto, avverte, «da ora in poi quando avverranno attacchi nei confronti della comunità lgbt da parte della gerarchia cattolica, del mondo dell’informazione, della politica, ci riserveremo la facoltà di rispondere adeguatamente». Quest’iniziativa «non è nuova in altri paesi», commenta Mancuso, soprattutto «quando c’è un attacco alle persone» con diverso orientamento sessuale.
E pensare che la Stampa un tempo era un giornale serio...


*Che presenta carenze, in assoluto o relativamente a qualche ambito

Ma, nonostante tutto, io sto dalla parte di Aurelio. Outing la saga! Sulle dichiarazioni contro l'outing prospettato da Aurelio Mancuso.

Riassunto delle puntate precedenti. 
Con un metodo non proprio cristallino, che ha scelto l'anonimato per ragioni non del tutto chiare (se ci sono problemi legali, o qualunque siano i motivi,  perchè non informare la pubblica opinione?) Aurelio Mancuso, prima, e un blog anonimo, poi, hanno annunciato che il 23 p. v. faranno il nome di 10 parlamentari gay ma omofobi come riporta Repubblica.
Insomma una iniziativa che parte col piede sbagliato se il catenaccio dell'articolo specifica come prima cosa l'orientamento sessuale dei deputati e non la loro omofobia...
D'altronde il rischio che a fare outing si esponga al pubblico ludibrio non all'incoerenza tra quel che dice contro le persone omosessuali (e trans parola nemmeno scritta nell'articolo di Repubblica, mentre nel blog, pur se riportata nell'elenco delle persone discriminate leggiamo questo giro di parole altre differenti sessualità) è sempre presente soprattutto in un paese poco abituato a parlare bene, dunque  a pensare bene, e refrattario alle regole della democrazia, quella vera.
Le prime risposte negative sono arrivate da Patanè presidente Arcigay Nazionale, l'uomo che all'Europride, orgoglioso di avere lasciato a Lady Gaga i contenuti politici del medesimo, in un momento di euforia ha detto "Signor presidente del Consiglio, lei a questo Paese ha regalato un dittatore in una tenda: noi abbiamo portato Lady Gaga" (fonte repubblica) il quale, oltre a rimarcare sacrosantamente l'errore e l'ambiguità di fare outing tramite un blog anonimo, dà una definizione di outing non esatta Per Arcigay, l’outing, e cioè la pratica di fare i nomi di omosessuali o lesbiche che per diverse ragioni hanno scelto di vivere segretamente il loro orientamento sessuale, è una pratica di estrema violenza, del tutto estranea alla nostra storia, cultura e orizzonte politico omettendo scientemente il fatto che
1) si tratta di personaggi pubblici,
2) si fa outing solo di chi discrimina le persone omosessuali e trans, non semplicemente di tutti i personaggi pubblici velati
e afferma che difenderà i nomi dei soci arcigay (cioè tutti quelli che in Italia vogliono entrare in un locale gay, poco importa sia un bar o una sauna dove fare sesso...) che non verranno mai diffusi (escusatio non petita...).
Patanè purtroppo non è solo e inizia la valanga di opinioni contrarie. Quasi mai per le ragioni giuste. Così sulla stessa repubblica oltre all'articolo sull'outing compare un articolo (sempre a firma di Marco Pasqua) nel quale si descrive la reazione dei pezzi grossi del Movimento (no io non ci sono pezzi grossi è una metafora...)

Sull'outing spaccati i gruppi gay
"Anche questa è macchina del fango"

Annunciata per il 23 su un sito registrato all'estero una lista di dieci politici "omosessuali e omofobi". E scoppia il caso: "Mossa volgare e violenta"

ROMA - Una "pratica violenta" oppure un "atto dovuto e responsabile"? L'outing di massa, con la pubblicazione, a partire dal 23 settembre, di una prima lista di dieci politici omosessuali non dichiarati e omofobi,
Non si tratta di politici omosessuali, ci sono i bisex e quelli che vanno con le trans che non sono certo gay... Il problema non è che non siano dichiarati il problema è che nel loro lavoro politico discriminano le persone omosessuali e trans (che spariscono dall'equazione come al solito...). Insomma la questione è posta male. Nessuno si sogna di svelare gay e lesbiche velate, ma di sputtanare chi dice che la scelta gay è immorale e poi va a letto coi ragazzi (con le ragazze) o con le trans...
Con una brutale generalizzazione ci sono almeno due categorie di persone pubbliche omofobe: quelle bisex, come Cole Porter, sì, lui, il musicista, il quale, sposato per amore e per sesso, non per una copertura, da bisex ogni tanto faceva sesso coi ragazzi, senza sognarsi mai di intessere una relazione sentimentale con loro (e la moglie infatti lasciava fare tanto sapeva poi tornava da lei)  e quelle invece davvero gay, nel sneso che hanno relazioni snetimentali che tengono ben nascoste. Una terza categoria a sè quella dei... marrazzi, quelli che vanno con le trans e che non sono certo gay (se gay vuol dire che ti piacciono le persone del tuo stesso sesso...). Insoma non si tratta di smascehrarei i gay velati ma di smascherare gli omofobi.
divide le associazioni dei gay e i militanti omosessuali. Una spaccatura netta sul metodo da seguire nella difficile lotta per garantire pari diritti alle persone Glbt. C'è chi respinge con fermezza l'outing, paragonandolo alla violenza omofoba di cui spesso sono vittime gli omosessuali. Chi, invece, è convinto che "dire la verità non significhi commettere una violenza". Con la differenza di Paola Concia, deputata lesbica del Pd, che, parlando di un "rimedio estremo", sottolinea quanto operazioni di questo genere "siano una consuetudine in America o nel Regno Unito". Le bacheche di Facebook, intanto, si stanno infiammando con commenti di critica e approvazione, analoghi a quelli che dividono la blogosfera. Il giudizio più duro è quello di Paolo Patané, presidente di Arcigay, che non solo "si dissocia dall'operazione", ma la "condanna nella maniera più totale", arrivando a parlare di una "macchina del fango". "Quella che sollevo io è, intanto, una questione di pratica politica: un'associazione o un gruppo di individui che si battono contro le discriminazioni e la violenza, non lo possono certo fare con la violenza - sottolinea - E, inoltre, si tratta di una mossa davvero volgare, perché dopo essere stata astutamente lanciata, è stata improvvisamente camuffata dietro all'apparizione di un sito e di un gruppo di cybernauti non meglio identificati. Siamo di fronte ad una macchina del fango, fatta di persone senza volto; quella stessa macchina che da tempo inquina la politica italiana e il movimento Glbt".
E su questo, vale sempre la pena di ricordarlo, Patanè ha ragione da vendere.
Per il presidente della più grande associazione gay italiana, "questa becera operazione scandalistica offende la dignità delle persone. Tutti hanno il diritto alla sua [sic!]  privacy. Costringere le persone ad uscire allo scoperto è inaccettabile".
E qui Patanè omette il motivo per cui si fa uscire allo scoperto le persone...

Insomma sociologicamente parlando non si è gay solamente perchè si fa sesso con perosone dello sesso. Altrimenti saremmo tutti gay. Si è gay quando oltre al sesso ci sono di mezzo anche i sentimenti.
Considerare Marrazzo, sposato, con dei figli, gay perchè va con le trans (sic!) vuol dire ragionare ancora come quelli che vorrebbero l'omosessualità una questione privata e non politica che deve rimanere nella privacy della camera da letto. Quel che chiedono le persone omosessuali e  trans non è il permesso di fare quel che vogliono in camera da letto. QUELLA LIBERTA' LA ABBIAMO TUTT*. Quelloche chiediamo è il diritto alla visibilità senza che la gente ci picchi, ci prenda in grio. E' il riconoscimento della dignità dei nostri sentimenti esattamente come per le persone etero. Argomenti squisitamente politici e pubblici che niente hanno a che fare col sesso.
Ci son personaggi pubblici che non vogliono permettere questi riconoscimenti e che, nella migliore delle ipotesi dicono, il problema trans gay non esiste perchè nella camera da letto ognuno fa quel che vuole.  E non c'è bisogno di occuparsene. E quindi votano no alle proposte di matrimonio per le persone dello stesso sesso o votano no alle leggi che tutelano le persone omosex e trans dalle discriminazioni. Poi però, nel privato della loro vita si intrattengono anche e in misura diversa in rapporti sessual sentimentali esclusivi o non occasionali o no con persone dello stesso sesso e \ o con persone trans.
E' IRRILEVANTE L'ORIENTAMENTO SESSUALE DI QUESTE PERSONE PUBBLICHE. Bisex etero gay, poco importa. Quel che conta è che dicono una cosa e si comportano in un altromodo. Diconoche l'omosessualitò è una malattia e poi ne fanno uso anche loro, dinascsoto, in silenzio.
ECCO PERCHè SI RIVELANO I LORO COMPORTAMENTI SESSUAL SENTIMENTALI.
Questo è chiaro a tutto il resto del mondo (soprattutto quello anglosassone dove l'outing è nato) ma non agli italiani, alle italiane.
IN CULO C'ENTRA IN TESTA NO.
Frase maschilista ma pertinente.

Patané fa notare che Arcigay "custodisce i dati sensibili di decine e decine di migliaia di iscritti. Non escludo che ci possano essere nomi noti, ma non lo voglio sapere, perché possono essere solo queste persone a decidere cosa vuole fare della loro sessualità. Noi tuteleremo la loro privacy a spada tratta".
Traduzione: non ce ne frega un cazzo di fare politica l'importante è che non toccate il nsotro giro di affari.
Una posizione che trova d'accordo la leader di Digayproject, Imma Battaglia: "Non condivido l'outing, né dal punto di vista umano e né da quello politico. E, poi, come stabiliamo chi è omofobo? Chi vota contro la legge sull'omofobia è omofobo?
Sì Imma chi vota contro la legge sull'omofobia, chi dice che il matrimonio è solo per persone di sesso diverso, chi dice che l'omosessualità è un disordine morale, una malattia, sono persone omofobe.  e se si scopre che nonostante queste loro dichiarazioni o decisioni politiche poi quando e come vogliono, protette dalla presunzione di eterosessualità anche loro intrattengono relazioni sessual sentimentali omosessuali beh, allora forse è il caso di farlo sapere all'opinione pubblica, la stessa alla quale loro diffondono le loro idee discriminatorie.
Io non sono d'accordo. L'outing è un gesto aggressivo e violento, che invade incredibilmente la vita delle persone e sposta l'ago dell'attenzione da quello che è un problema politico".
No. L'outing è estremante politico, perché dimostra ipocrisia e contraddittorietà di certe persone.
La Battaglia punta anche il dito contro il movimento omosessuale italiano, che "ha un livello di credibilità molto basso", grazie anche "ad operazioni del genere. Questa non è politica, ma è qualcosa che fa male ai gay e alle lesbiche".
Qui si tratta di far provare a chi diffonde lo stigma gli effetti devastanti dello stigma stesso.
Su una posizione intermedia si colloca Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, che punta sull'ironia: "Di questi tempi, l'unica notizia interessante di questa iniziativa sarebbe se venisse fuori che Berlusconi è gay, o bisex, o se ha avuto una relazione con George Clooney o se è la ragione della separazione tra Clooney e la Canalis". "Mi hanno chiamato e scritto molti gay - sottolinea poi Marrazzo - che sono contenti che finalmente ci sia qualcuno che fa i nomi, altri molto perplessi, altri decisamente contrari. Almeno sta facendo discutere. Ma non basta discutere e far vendere qualche giornale in più o leggere qualche blog in più. Una notizia più interessante sarebbe quella che i gay si mettono a fare politica sul serio e che puntano a entrare in massa in Parlamento
Marrazzo ci prendi per deficienti? Con l'attuale sistema elettorale NESSUNO PUO' ENTRARE IN PARLAMENTO visto che le candiature le decino le segreterie di partio.
Un'occasione persa per rimanere in silenzio.
per ottenere leggi, senza guardare dal buco della serratura". All'interno del Pd, Paola Concia esprime una posizione di mediazione: "Mi rendo conto che quello dell'outing è un rimedio estremo, che nasce anche da una condizione, quella degli omosessuali italiani, di cittadini senza diritti. Del resto, siamo di fronte a qualcosa che all'estero avviene regolarmente: si vuole punire l'incoerenza di certe persone. L'outing mette in evidenza una contraddizione, che è riassumibile nel motto italiano del 'predicare bene e razzolare male'".
Come al solito è difficile non essere d'accordo con Paola...
Decisamente negativo il giudizio del vicepresidente del Pd e militante Glbt, Ivan Scalfarotto: "La pubblicazione di quei nomi è scorretta, volgare e violenta. Non è il mio stile.
Sti cazzi sclafarò che non è il tuo stile. STI CAZZI. Qui non si palra di te. Non è un programma tv che ti hanno chiesto di condurre (e tu lo sai bene..) ma un'azione politica (che evidenziamento conosci meno bene...).
In genere in politica preferisco i toni civili del confronto sui contenuti, e penso che siamo di fronte ad una forma di vendetta".
Come ogni politico ha solidarietà di classe per i politici come lui. E chiede civiltà chi dice che l'omosessualità è un fatto privato del quale lo Stato non deve occuparsi e poi magari convive con una persona del suo stesso sesso da anni. Dov'è qui la civiltà? Dov'è l0inciviltò nel dire a tutti di che pasta sono queste persone?
"Non sarà questo outing a migliorare la nostra condizione. Se qualcuno è così intrinsecamente 'coerentè da essere omofobo e gay ha bisogno di un ottimo psicoterapeuta. Io non combatto le persone, ma le loro idee",
eccoli i pavidi del PD, quelli sempre pronti a fare marcia indietro quando si tratta di sporcarsi le mani, di schierarsi inequivocabile da una parte o dall'altra. D'altra parte con tutti si soldi che ha è facile fare il gay come fa Scalfarotto.
dice Scalfarotto che, intanto, ha lanciato una rete per i diritti delle persone Glbt all'interno del suo partito.
Già un partito che ha detto chiaramente (e non mi riferisco certo a Dalema)  che il PD non sosterrà mai il matrimonio gay (parola di Ettore Martinelli – Responsabile diritti PD)
Ha le idee molto chiare anche Giuseppina La Delfa, storica presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno, che, sulla sua pagina Facebook, difende, senza mezzi termini, l'operazione del gruppo di internauti anonimi (ispirati da Mancuso): "Mentre noi arranchiamo o moriamo uccisi o feriti da fratelli omofobi, mentre noi siamo rifiutati da genitori leghisti o cattolici integralisti, altri, seduti sui banchi del parlamento e del senato, quelli e quelle che votano leggi contro di noi o che ignorano le nostre difficoltà o le negano, vivono di nascosto la loro omosessualità. E nel buio delle stanze, nella vergogna e la paura, come topi di fogna, fanno compagnia a preti, vescovi e prelati di ogni tipo che quando non sono pedofili, rasando i muri come fantasmi o scendendo nelle cantine della vergogna, quelle delle loro teste malate, consumano sesso senza il coraggio di creare legami aperti e degni e facendo danni a se stessi e a tutti noi. Personalmente, verso questa gente, non avrei nessuno rimorso a trombettare alto e forte la loro omosessualità al pubblico".
Parole sacrosante anche se pure Giuseppina cade nel tranello della semplificazione gay.

Insomma, nonostante il metodo non proprio condivisibile, nonostante la semplificazione gay che non risparmia quasi nessuno l'outing va difeso perchè fa trasparenza una cosa che in questo paese non paice a nessuno, perchè ognuno, nel nsotro piccolo abbiamo paura di perdere quel piccolo, piccolissimo privilegio che abbiamo conquistato.
Beh è giunta or anche qualcuno quel privilegio inizi a sacrificarlo per un bene collettivo la libertà e la dignità delle persone omosessuali e trans quelle ricoperte quotidianamente di merda anche (ma purtroppo non solo) dalle persone cui si vorrebbe fare outing.