mercoledì 8 giugno 2011

le differenze tra giornalisti nella stampa italiana: su Amina Arraf

Mentre mi documentavo per scrivere il post precedente su Amina Arraf per il quale ho utilizzato due articoli di Repubblica e Corsera sono incappato in alcune particolarità lessicali dei due articoli.

Per dire che in Siria l'omosessualità è illegale, cioè fuorilegge, cioè non permessa, Repubblica utilizza uno strano giro di parole:
[Amina] Era tornata in Siria nell'estate 2010 e sul suo blog raccontava la vita di una ragazza omosessuale in Siria, dove l'omosessualità è considerata un reato come in gran parte dei Paesi arabi
Considerata un reato? O è un reato? Cioè è una questine di opinione pubblica o di leggi dello stato?

Molto più equilibrato e diretto Corsera che afferma:
L'omosessualità è illegale nel Paese.
Molto più preciso e diretto.
Riferendosi alla fidanzata di Amina, Repubblica dice:
La sua partner Sandra Bagaria, intervistata in Canada dal New York Times, ha raccontato che la Arraf "ha vissuto in quattro o cinque appartamenti in quattro o cinque diverse città" da quando due giovani si sono presentati in casa sua a Damasco qualche settimana fa. [...] . Con la Bagaria aveva in programma una vacanza a Roma, ma la donna racconta che Amina non se l'era sentita di lasciare la Siria e magari non potervi fare ritorno: "Voleva incontrare la gente, poter partecipare alle manifestazioni".
Partner,  la Arraf, la Bagarria, l'articolo usa un tono asettico, distante, chiamando la blogger e la sua donna, fidanzata, compagna, per cognome.
Molto più informale il Corsera:
Amina è stata in 4 o 5 città diverse, girava velata, una volta si è nascosta in uno scatolone in un furgone - ha detto al New York Times la sua fidanzata, Sandra Bagaria, che sta a Montreal e ha lanciato l'allarme via Twitter (la pagina Facebook «Free Amina Arraf» ha già oltre 300 sostenitori).
Viva la faccia!

Entrambi gli articoli sono scritti da due donne. Meditate gente, meditate...

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