giovedì 23 giugno 2011

L'orientamento sessuale non esiste. Parola di donna.

Dopo il reading di ierisera, penultimo spettacolo del Garofano Verde, entro in libreria per chiedere notizie dell'autore del testo. Ma nemmeno il libraio trova nulla sul testo (Il grande mago) di Valerio Moroni che Isabella Ferrari ha letto in un modo tutto suo, efficace e incantevole. Il libraio scopre di cosa parla il testo (un uomo, padre, che transita di sesso e approda a quello femminile)  e si illumina. Sta scrivendo un testo (una sceneggiatura?) che parla propri di una trans, mi dice. Gli spiego come il testo che cerco affronta l'argomento (da un punto di vista maschile). Trova le mie osservazioni ideologiche ma interessanti. Poi si ricorda delle critiche che sollevai al film cui ha contribuito anche lui alla sceneggiatura e conferma che trova interessante il punto di vista dal quale faccio critica. Iniziamo a parlare di transessualismo. Tra clienti della libreria ce pagano, chiedono informazioni, senza imbarazzo né paura che i clienti possano non gradire l'argomento della nostra conversazione. Poi una donna chiede informazioni sui libri di mitologia greca. Il libraio, che fa davvero quel mestiere, le propone due testi miliari come Graves e Karenyi.  Mi lascio sfuggire che sono due testi difficili (io avrei in mente di suggerirle Vernant e Vidal-Naquet, ma visto che in libreria non c'è rimango zitto). Lei si stranisce sul fattoche io le abbia detto che Karenyi è un libro difficile dice che mi prendete per scema? Che vuol dire che un libro è difficile? Le spiego cosa significa (in italiano) che un libro è difficile. Lei soppesa un po' i volumi portigli e si allontana. Ritorna dopo un po'. Intanto io e il libraio parliamo di indentità e, evidentemente, non ci capiamo sul termine. Perché io intendo identità sessuale e lui parla di identità della persona.
La cliente ritornata ha scelto uno dei volumi. Il libraio la serve subito, lei dice di sentirsi esclusa dalla discussione che stiamo facendo e di avere idee ben diverse. La invitiamo  a unirsi a noi. E lì' lei esordisce dicendo basta co' 'sta cazzata dell'orientamento sessuale. E' un errore scientifico. Come per la razza. ti piace il cazzo? Ti piace la fica? E a me cosa cambia? Che me ne frega? Al libraio sembra una posizione equilibrata mentre le risposte mie e di un altro cliente, anche lui gay, vengono dette ideologiche, e sbagliate. sbagliate così in assoluto, non da un punto di vista politico, o di rivendicazione sociale. Le chiedo come intende conciliare il fatto che secondo lei l'orientamento sessuale non esiste (e che comunque non identifica una persona) con l'ammanco di diritti civili e risponde o combatti di più o rifiuti la categoria (e chissà perchè mi viene in mente l'indovina di Ladri di biciclette "o la trovi subito o nun la trovi più"). Si aggiungono altri clienti. Una ragazza si inserisce sulla mia osservazione che nessuno sceglie di essere etero o essere gay dicendo (è vero, ci si nasce, tranne i bisex che diventano così in seguito a qualche trauma). E' il delirio. Tutti concionano di omosessualità senza essere né gay né lesbiche con la presunzione di insegnare qualcosa a chi lo è. Come se io, bianco (ma la tipa dice confondendo i piani, che non si può essere sicuri di riconsocere la razza e che la rqzza non è fatta dal colore della pelle ma dai geni) dicessi a un nero come deve fare la propria lotta di emancipazione. Invece di essere solidale con lui vado e gli dico: "Ma che cazzata questa cosa della differenza di colore della pelle. Io sono bianco tu sei nero ma questa distinzione non si basa su nulla di campato, non è scientifica quindi non la usare, non è il colore della pelle che ti definisce". Non sono io che faccio il paragone con la razza. E' la cliente che imposta tutto il suo ragionamento su questo parallelo tra razza e orientamento sessuale. Il libraio trova molto più sensato il discorso suo che il mio minimizzando sull'ammanco di diritti che vessano gay e lesbiche (per tacer delle e dei trans che non fanno più parte della discussione). E quando le faccio notare che essere gay non significa solo che ti piace il cazzo mi risponde ma guarda che io non sono razzista. Mentre il libraio, ciliegina sulla torta, commenta che quello politico è un gusto, proprio come il sesso. Trotsky uu gusto?. Ora capisco perchè pensa che la mia critica sia ideologica.
Queste persone sono in piena lobotomia semplificatoria e credono che chi fa politica è meno oggettivo e imparziale di chi non la fa. 
Me ne vado, ho un autobus da prendere (eheheh com'è inglese questa costruzione)  e credo che rimanere sarebbe tempo perso. Il discorso che fanno la cliente e il libraio è un discorso teorico non concreto che ignora il motivo per cui gay e lesbiche (e trans)  lottano.
Non s se mi stupisce di più la presunzione o l'ignoranza...

venerdì 17 giugno 2011

Lunedì 20 giugno ore 22 Festa di Sinistra Ecologia Libertà. A spasso tra i generi


A SPASSO FRA I GENERI

Cosa sono l'identità e l'orientamento affettivo sessuale?
Perché si parla di omofobia e transfobia?

Viaggio alle radici del pregiudizio, per vincere l'ignoranza, divertendoci e partecipando insieme alla discussione. Ne parliamo in modo semplice in una conversazione con:

- Guido Allegrezza (Resp. Diritti civili ed umani di SEL Lazio, co autore di "Amore Civile")
- Paola Biondi (www.psicologiagay.com)
- Alessandro Paesano (docente precario, esperto di media e pregiudizi)
http://www.facebook.com/event.php?eid=205161946194463
 Lunedì 20 Giugno ore 22
"Ricomincio da SEL " - Festa di Sinistra Ecologia Libertà - Spazio Cinema
Via delle Terme di Caracalla, incrocio Via Antonina
Rome, Italy

Se questo è un medico: Fabio Federico sindaco di Sulmona e le aberrazioni genetiche degli omosessuali

L'attuale sindaco di Sulmona, il medico Fabio Federico (Pdl)nel 2006, quando era consigliere comunale di minoranza di An, durante un programma di una televisione locale rispondendo a uno spettatore che aveva chiesto delucidazioni su certe sue affermazioni sui pacs si sente rispondere così.


Una prima versione di questo video è stata rimossa da youtube per ordinanza del tribunale, in seguito a una richiesta del diretto interessato, perchè montato in chiave satirica.
Ma non la versione integrale (che ha lo stesso alcuni tagli) che infatti agevolmente pubblico.
Ecco alcune perle tratte dal video:
"Se hai degli ormoni maschili se hai un genoma di tipo maschile, se hai i cromosomi XY invece dei cromosomi XX fai il maschietto se c'hai gli XX fai la femminuccia. Il contrario è un po' fuori natura. Probabilmente c'è qualche problema di tipo... ci sono dei problemi... ci sono delle possibilità anche di composizioni intermedie di questi assetti genetici ci sono gli XXY ci sono gli XXXY e. Ci sono delle aberrazioni genetiche che determinano il fatto che non si sia né perfettamente uomo e né perfettamente donna"ma appunto le ho chiamate aberrazioni  perchè sui libri sono descritte come patologi. (...)
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di scelte fatte per un gusto personale. Niente a che dire sul gusto personale. Ogni omosessuale può vivere la sua vita sessuale come meglio crede. Se gli piace, gli piace. Non è che posso giudicare se azzecca o se sbaglia.
Quello che intendevo dire caro telespettatore è che non posso pensare che una coppia gay (...) non poso pensare che queste famiglie possano regolarmente adottare dei bambini
Il condizionamento psicologico sarebbe tale e così forte, che questi bambini avrebbero sicuramente dei problemi se si trova due papà uno che fa il papà uno che fa la mamma non si è capito bene come funziona insomma.
Queste dichiarazioni le ho trascritte direttamente dal video e differiscono in alcuni punti su quelle riportate dall'articolo di Repubblica.

Repubblica asserisce che, interpellato telefonicamente,
Fabio Federico conferma integralmente quelle dichiarazioni: "Penso ancora le cose che ho detto".
(...)
"Da una parte ci sono delle questioni psicologiche, interne o esterne alla famiglia, che determinano le scelte sessuali dei ragazzi e delle ragazze. Ma ci sono, invece, dei casi di aberrazioni nella produzione ormonale. Ci sono dei ragazzi che hanno un aspetto femminile, e hanno la ginecomastia. In alcuni casi, c'è una iperproduzione di estrogeni. Quelle sono malattie, da curare". E se tornasse a casa e sua figlia le dicesse di essere lesbica?: "Cercherei di capire se ha problemi di carattere ormonale. Voglio capire se la scelta dipenda da una problematica di tipo fisico o medico. Se sei femmina e la natura ti ha fatto femmina, e invece ti piacciono le femmine, avrò il diritto di sapere cosa c'è che non va?".
Le dichiarazioni di Federico (è un cognome...) sono state travisate dalla stampa (e come ti sbagli?) ma anche dall'UAAR che ha scritto
una lettera nella quale chiede al Sindaco se la pensa ancora nello stesso modo, nella quale rileva che il medico (ricordatevi che questo è un medico) considera l'omosessualità una patologia chiedendo numi sui libri citati da Federico in trasmissione. Errore! Federico è furbo. Quando parla di aberrazioni genetiche non le collega all'omosessualità ma cita semplicemente dei casi clinici di persone con più di due cromosomi sessuali e quelle, sono aberrazioni, ciò "errori" di natura. Li c'è poco da contestare... Dov'è che sbaglia Federico? Quando surrettiziamente sussume il genere all'orientamento sessuale. E' lì che può essere facilmente contraddetto (arriva addirittura a dire che tra i due padri non si sa chi fa il padre e chi la madre!).
Non so se L'UAAR ha scritto quella lettera basandosi solamente sull'articolo di repubblica (dal quale sembra che le aberrazioni genetiche di cui parla Federico riguardino l'omosessualità) ma mai fidarsi dei giornali. Andare sempre alle fonti, perchè il discorso di Federico è altro.

In ogni caso una lettera scritta a Federico è inutile. I
o scriverei all'ordine dei medici chiedendone la radiazione visto che quello che lui dice sono cose grossolane e non basate su evidenza scientifica.
A Federico ricorderei casomai che una coppia di uomini fanno entrambi l'uomo visto che sono uomini e non donne. Ma da un ex di AN che ti aspetti?

martedì 14 giugno 2011

Mal comune: fessi in due. Dalla rete impressioni su questo pride non necessariamente simili alle mie ma anche sì!

Cominciamo con Livingston il blog di Marco Mazzei del quale riporto per intero il post.

Sono stato all’Europride di Roma, e non mi è piaciuto per nulla. Lo dico così, senza troppi giri di parole, aggiungendo che giudico da puro spettatore: ho seguito distrattamente e da lontano il lavoro preparatorio, non so che cosa sia successo nei giorni precedenti la parata (sono arrivato a Roma venerdì e sono ripartito domenica), probabilmente sono condizionato anche dal mio cattivo umore del periodo. Fatta questa premessa, e detto che mi dispiace per i volontari che hanno lavorato tanto – evidentemente non ce l’ho con loro, ma capisco che magari possano sentirsi in qualche modo offesi, ecco che cosa penso.
Non so che numero di pride sia per me, ormai iniziano a essere parecchi; alcuni sono stati molto belli (Napoli l’anno scorso su tutti), altri meno, molto spesso sono stati per me una parentesi di quelle che si aspettano per mesi. Ho già scritto altre volte del clima, del fatto di trovarsi improvvisamente in mezzo a una famiglia, di aver voglia di abbracciare tutti. Ho scritto del sottile dolore che unisce persone tanto diverse tra loro e di quel senso di intesa che c’è negli sguardi sorridenti e orgogliosi.
Il fatto di aver partecipato a tanti pride mi toglie forse l’emozione di parlare delle Famiglie Arcobaleno e di Agedo: sono sempre i carri che fanno battere il cuore e venire qualche lacrima, però quando sei abituato a vederli, ecco, diventano più ordinari. Lo dico e lo penso con un po’ di tristezza, ma anche i bambini sul trenino arcobaleno, ecco, adesso ho voglia che diventino grandi, che portino nel mondo il valore delle diversità.
Comunque, anche questa volta ci sono state tutte queste cose (un po’ meno, per me, ma sono certo si tratti di una mia predisposizione d’animo diversa), ma sono mancate clamorosamente tutte le altre:
  • mi aspettavo una città con segni evidenti dell’evento, mi immaginavo l’arcobaleno della bandiera sparso qua e là in un vicolo, un cappello, un manifesto: nulla di nulla, se non sapevi che c’era l’EuroPride non te ne accorgevi (a parte quei pochi luoghi-ghetto dove ci sono stati eventi e a parte la parata); tanto che io girando con bandane e magliette e faccia colorata mi sono a volte sentito quasi a disagio (ma ti pare?);
  • mi aspettavo l’Europa dell’EuroPride: non pervenuta; sono certo che tecnicamente e formalmente è stato Euro, ma nella pratica di questa internazionalità poco o nulla, comunque non più di quella che normalmente c’è in una città come Roma;
  • piccole cose stupide: centinaia di persone fuori dai locali delle feste ufficiali il venerdì e il sabato notte, tutte a cercare un taxi, nessuna indicazione, trucco, consiglio, e nemmeno la predisposizione di un qualche servizio; ok erano feste e amen, però difficile non pensare al classico articolo di cronaca (due ragazzi pestati fuori da una discoteca), difficile non pensare che succede quasi sempre a Roma, difficile non pensare che se si organizzano delle feste e si portano migliaia di persone non si può lavorare solo al botteghino (20 e 30 euro senza consumazione, per la cronaca); il lato positivo è che ho visto due albe a Roma, per strada – e anche che nessuno mi ha pestato mentre vagavo sotto qualche tangenziale;
  • mi aspettavo un’invasione di preservativi: c’è stata? anche nei locali, c’erano? io non li ho visti, ma magari mi sono sfuggiti (e comunque se mi sono sfuggiti forse non erano così numerosi); un messaggio troppo coraggioso da portare in una città invasa dai pullman di Roma Cristiana?
  • le due ore al Circo Massimo tra l’arrivo del corteo e l’intervento di Lady Gaga sono state, come posso dirlo?, umilianti e deprimenti: centinaia di migliaia di persone davanti a un palco e sopra il palco: nulla; un paio di penose esibizioni di non so chi, la musica per ballare quando era evidente che nessuno ne aveva (più o ancora) voglia; dopo due ore sono poi arrivati Gerini, Patané, Praitano e giuro che mi sono vergognato per loro: il vuoto cosmico con il nulla attorno; non vuoi fare nulla di politico? chissà perché, ma ok va benissimo, allora riesci a portarmi qualcuno che intrattenga il pubblico per quelle due ore? tutta quella gente, tutta quella visibilità mediatica e tu non fai nulla? ma non ti accorgi che questo sarebbe il momento perfetto? hai letto i giornali? hai visto quel che è successo a Milano, vedi quel che sta succedendo per i referendum? ti accorgi che è un momento speciale? che le persone hanno solo voglia di essere coinvolte?
  • sono stati bravi a portare Lady Gaga, questo sì; e lei è stata brava e una vera sorpresa (che voce!), ma mentre teneva il suo discorso ogni tanto mi davo dei pizzicotti: è una cazzo di cantante pop che sta facendo un intervento da capo di stato! le mie rivendicazioni sono affidate alla voce di una show girl
  • la nuova Milano arancione di questa primavera deve diventare un modello anche per il movimento, che avrebbe bisogno di un Pisapia come rappresentante (a me non viene in mente nessuno, ma magari esiste già)
Interessanti anche i commenti (e non perchè ce ne sia anche uno mio) per i quali rinvio direttamente al blog.

Il vuoto pneumatico sul palco dell'Europride è un dato incontrovertibile del quale gli organizzatori tutti di questo Europride dovranno dare spiegazioni alla comunità. Mi spiace solo per le Famiglie Arcobaleno che reputo l'unica ricchezza del comitato (oltre al MIT) mentre Mario Mieli e Aricgay (o, meglio, Praitano e Patanè) dobbiamo mandarli a casa, per sempre, a fargli rivedere la figuraccia europea che hanno fatto salendo su quel palco a dire cretinate immani. E che qualcuno insegni loro come si sta su un palco, che Praitano sembrava un'operaia in cerca del praticabile... 

lunedì 13 giugno 2011

Roma Europride 2011: de che te lamenti?

"Ma cosa hai da lamentarti?", mi chiede un amico su Faccialibro, leggendo il mio post precedente. Lui crede che ci sia rimasto male di non aver trovato stranieri da intervistare prima della partenza del corteo, e che abbia rotto gli occhiali perchè di stranieri ce n'erano eccome, solo che, dice, non li ho visti io. Crede che mi lamenti solo di questo e io invece mi lamento di ben altro! Ora che tutto è (finalmente!) finito, in attesa dei risultati sul referendum, issue molto più importante della riuscita di questo pride..., provo a rispondere così, all'impronta, a questa domanda, ampliandola dal significato originale col quale il mio amico me l'aveva fatta e espandendola a tutto il pride.
Di che ti lamenti?

1) il localismo italiano. Questo pride sembrava un pride locale, al limite nazionale, ma del tutto italiano. Non basta la presenza di cittadini europei, non basta nemmeno quella di militanza dei vari gruppi e associazioni venuti da tutta Europa (c'è un elenco degli accreditati, degli aderenti?).  E' stato pensato uno spazio dove incontrarsi, confrontarsi, parlarsi? Come dite, c'erano i quattro chioschi con la bira e la pizza, a 7 euro e 50 del Pride Park?!?! Io parlo di uno spazio politico. Nulla si è fatto per rendere questo pride europeo oltre al suo nome. Sul palco del dopo sfilata le solite drag che fanno tanto colore (locale) ma che di politico non hanno (più) nulla. Vi immaginate la loro pochezza se non ci fosse stata Lady Gaga? Pochezza di idee a partire dal manifesto politico il peggiore a memoria di pride italiano, il più pavido, omocentrato, privo di una vera analisi politica che vada al di la della froceria.
Un pride tutto in italiano in barba a chi l'italiano non lo parla. D'altronde NESSUNO DI NOI PARLA INGLESE! E allora chi ha capito cosa ha detto sabato sera Lady Gaga? Nessuno a leggere la traduzione che gira per la rete...

2) Rivendicazioni politiche.
Dopo il discorso di Lady Gaga in inglese Praitano e Patanè hanno leccato il culo a chi ha dato loro soldi e/o patrocini: regione provincia e comune, ringraziandoli profusamente (facendo finta di dimenticare le dichiarazioni omofobiche di Alemanno e Polverini...) e non ringraziando (ma che modo democristiano di parlare) il parlamento che non ci fa una leggina (uffa sob)!
Non una critica ai tagli alla cultura, alla politica di controllo dei flussi migratori,  ai non riconoscimenti alle famiglie di fatto etero, non una critica alle condizioni economiche degli operai che prendono stipendi dimezzati rispetto il resto d'Europa, nessuna critica ai tagli alla scuola, nessuna esortazione ad andare a votare al referendum  (senza esprimere una dichiarazione di voto, ma ricordare di farlo...).
Questo Pride vive in un mondo parallelo avulso dal resto d'Italia, d'Europa e del mondo, dove tutte le froce sono contente se una tipa qualunque che ha avuto la fortuna di conquistare l'attenzione dei media con azzeccate strategie di marketing è lì, privilegiata com'è, piena di soldi com'è, a dirci che noi poveri gay  e lesbiche siamo poveri e emarginati.

3) Il liberismo di questo pride.
A cominciare dallo sfruttamento dei volontari e delle volontarie che non hanno percepito un centesimo (i soldi servivano a pagare l'hotel a Lady Gaga...) nemmeno l'obolo di stagista, secondo lo stesso principio di sfruttamento dei padroni. E allora la CGLIL avrebbe fatto bene  a pensarci prima di aderire a questo pride che è stato organizzato con lo stesso principio di sfruttamento dei padroni  (e pensare che c'è chi ha avuto la faccia tosta di fare un pezzo su di loro ma che bel contentino!!!).
Un pride tutto consumi (a prezzi non certo da festa dell'unità) e pochi contenuti politici  e culturali (gli eventi proposti al Pride Park seguiti da poca gente e tutti rigorosamente in italiano) non certo pensati per una comunità internazionale ma per i soliti quattro gatti che invece di andare a ballare vogliono pensare...
Ballo sballo e sesso (le saune romane facevano orario continuato...) per tacere dei 600 euro che si pagava all'organizzazione per ogni carro (ce n'erano 35...).

4) Lo spessore politico della parata. Slogan? Pensiero rivendicativo? Manifesto diffuso e discusso? Ma no si è partecipato alla parata cantando RAFFAELLA CARRA' come si va a Cannes o a Venezia, perchè è un evento mondano e si sa la mondanità è frocia.
E invece di fare la rivoluzione francese perchè raiuno manda la diretta del pride solo perchè c'è Lady Gaga ce ne compiacciamo come di una conquista acquisita. Infatti appena Gaga finisce, tutti vanno via, di corsa, pronti a riversarsi alla festa al Palalottomatica (per la modica cifra di 30 euro). 
Un pride che è lo specchio di un paese svuotato di cultura e di politica, senza curiosità né spirito critico, totalmente obnubilato dall'agenda setting della televisione attraverso i cui occhi si cerca di leggere un mondo complesso con lenti di plastica finte di un consumismo che si spaccia per benessere mentre asfissia le ultime menti libere.

5) Le lotte interne del movimento, per cui una parte si sente di non riconsocere la parte avversaria e non gli permette in quanto realtà associativa consolidata di partecipare al pride perchè non riconosciuta (da chi?).
E' tutto merito di Praitano e Patanè ai quali non interessa fare un discorso politico (Presidente! Lei ha portato a Roma un dittatore, noi abbiamo portato Lady Gaga!) ma incassare il successo mediatico di un pride fatto a colpi di ospiti e lustrini e dove la politica è al minimo storico.

6) Il tutto sulle spalle della comunità glbt, pessima gestione di una rappresentanza che non ha più ragione di essere, svuotata com'è da qualunque contenuto che non sia la discoteca e il bere e le sigarette (siamo il paese europeo col più alto numero di tabagisti e alcolisti).
Perché io che non rappresento che me stesso (e che non sono nessuno) a un incontro organizzato dal Coordinamento Roma Pride sono potuto intervenire senza problemi, mentre  al comitato stesso non è stata data possibilità di partecipare (magnanima democrazia italiana) al pride.

E questi sono solo i primi punti che mi vengono così, a caldo, per cui ci sarebbe da lamentarsi.

E ora torniamo alle cose serie e vediamo i risultai del referendum.

Amina Araf? Ha 40 anni e vive in georgia, USA.

Nel 1993, Peter Steiner sul New Yorker disegnò una vignetta che ritrae un cane davanti al computer con sotto scritto: Su Internet, nessuno sa che sei un cane” Una frase diventata il simbolo dell’anonimità che si può avere sulla rete.

Purtroppo siamo state tutti vittime di questo anonimato. 

E' stato scoperto infatti che Amina Araf  la blogger che tutti credevamo arrestata dalle forze dell'ordine siriane non è mai esistita. A gestire il suo blog e a spacciarsi per lei è Tom MacMaster un americano  di 40 anni, della Georgia che per 4 mesi si è finto una coraggiosa dissidente siriana.

Lo ha confessato lui stesso quando, messo alle strette da alcuni quotidiani e molti siti internet, ha pubblicato un post sul blog di Amina intitolato “Scuse ai lettori” firmandolo col suo vero nome Tom MacMaster, Istanbul, Turchia, 12 giugno 2011 dove l'uomo si è recato in vacanza con la moglie.
Non mi aspettavo un livello di attenzione del genere - scrive sul blog-. Mentre il personaggio era di fantasia, i fatti raccontati su questo blog sono veri e non fuorvianti rispetto alla situazione sul campo. Io credo di non aver danneggiato nessuno. Gli eventi vengono plasmati dalle persone che li vivono su base quotidiana. Ho solo cercato di gettare luce su di essi per un pubblico occidentale. Questa esperienza ha tristemente confermato i mio modo di sentire riguardo alla copertura spesso superficiale del Medio Oriente e la presenza pervasiva di forme di Orientalismo liberale. In ogni caso sono rimasto profondamente toccato dalle reazioni dei lettori.

Il primo indizio sulla vera identità di Amina sono state le sue foto che sono risultate falseessendo di una ragazza londinese, Jelena Lecic come scrive il Wall Street Journal. Prego che Amina ritorni sana e salva alla sua famiglia ma è chiaro che io non sono lei, nonostante la mia foto sia legata a questa storia, ha detto Lecic in un comunicato stampa.
Il Washington Post e il sito Electronic Intifada hanno seguito alcune tracce che portavano fino a MacMaster e a sua moglie Britta Froelicher. Dapprima i due hanno negato tutto. Poi, domenica sera, poco prima della pubblicazione del post, Froelicher ha confessatoSiamo in vacanza in Turchia e vogliamo solo stare tranquilli e non avere a che fare con la follia del momento. MacMaster ha inviato un email al sito Electronic Intifada, in cui afferma: Faremo una prima intervista con un giornalista di nostra scelta tra 12-24 ore. Dopodiché prenderemo in considerazione gli altri media.

I primi sospetti sono emersi quando si è scoperto che un forum su Yahoo, chiamato “thecrescentland”, era stato creato da qualcuno che usava il nickname ”Amina” e che aveva fornito l’indirizzo di una abitazione a Stone Mountain, in Georgia. Il cui proprietario è proprio Thomas MacMaster, che risultava residente lì con la moglie fino al settembre 2010 (aveva invitato via Facebook gli amici per un barbecue).
MacMaster aveva annunciato su Facebook (e illustrato con foto) il suo trasferimento all’Università di Edinburgo (per un master). La moglie Britta Froelicher partita con lui per seguire corsi sullo “sviluppo economico siriano”.
Nell’album fotografico online della donna c’erano foto di un viaggio dei due in Siria (oscurate ieri notte) e almeno una delle immagini era stata utilizzata anche da “Amina” nel blog.
Il sito Lez Get Real che ospita il blog di “Amina” ha rivelato che aveva notato che l’indirizzo IP dal quale i post erano stati scritti rimandava all’Università di Edinburgo, ma non vi  aveva dato peso perché "Amina"  aveva detto (via email) di usare un proxy anonimo per mascherare il luogo reale da cui digitava (come fanno molti blogger dissidenti).
Anche se questa immensa bufala fa parte dei rischi della rete e ci si è messo poco a scoprire la verità mi stupisco ancora della millanteria della gente, e non mi riferisco al solo MacMaster ma anche a una delle fan del sito che si è spacciata per fidanzata di Amina. Certo quel che colpisce è la verosimiglianza di quanto raccontato e che casi simili già in passato sono successi veramente.
Certo è che su internet passa di tutto e bisogna verificare tre volte prima di credere veramente a quel che si legge. Una doccia fredda per tutt* ma anche un monito per il futuro.

(questo post è costituito sull'articolo, rimaneggiato, di Viviana Mazza pubblicato su il corriere della sera)

Roma Europride 2011

...volevo intervistare gli stranieri e le straniere venut* a Roma per il Pride. Volevo tastare il polso alla partecipazione condivisa e politica di un Pride di respiro Europeo. Volevo chiedere loro cosa pensassero dell'Italia e cosa ne sapessero dell'ammanco di diritti per la comunità glbtqi. Avrei chiesto anche come si erano sentit* accolt* e se avevano da dire qualcosa. Ma gli unici stranieri che ho visto erano turisti che non erano venuti per il pride.
Mi sono dunque limitato a scattare foto con la splendida Nikon di Maicol  e ne ho ricavato un video tributo alle facce belle, bellissimi dei e delle giovani italian*, gay e lesbiche, che hanno riempito le vie di Roma più come dato di fatto come come scelta politica. Erano al Pride perchè ci sono non perchè hanno abbracciato una battaglia politica di visibilità, di richiesta, di rivendicazione. nessuno slogan durante il corteo, nemmeno il trito, ma oggi rimpianto, "lesbica trans e gay fiero di essere quel che sei" scandito da Valdimr Luxuria durante i pride degli anni 90 politicamente distanti anni luce da questo scempio orgiastico di puro consumismo.
Gli unici diritti che la comunità glbtqi sembrano aver guadagnato dopo 40 anni di lotte è il diritto a spendere soldi, in palestre, capi di vestiario e oggetti per la cura della persona, a giudicare dalle presenze al pride, e dagli scatti fatti col mio occhio, parzialissimo e sensibile a quella classica bellezza da cliché, ma chi ha mai detto che la consapevolezza rende immuni?
Ho visto ragazzi  e ragazze partecipare a una festa, a un evento mondano, la cui presenza era sì politica ma solo come gesto partecipatorio, non certo come scelta consapevole e meditata.
Delle facce belle, commoventi, delle facce normali, dove la carnevalata di qualche anno fa è stata sostituita da una fiera e omogenea uniformità.
Eccovi il video.


Ragazzi  e ragazze non italiani c'erano sicuramente ma si sono  inseriti lungo tutto il corteo fino al circo massimo dove 500 mila persone (non il milione millantato da Patanè e soci) hanno riempito poco più di un terzo dell'ex stadio di Roma antica.
Un'organizzazione italiana improvvisata, provinciale, locale, basti pensare che sul palco dopo il corteo gli interventi di Patanè e Praitano non sono stati tradotti in inglese e chi ha tentato di leggere due righe in quella lingua era completamente incomprensibile.
Un pride i cui contenuti politici non sono stati letti, detti, fatti dal Comitato Organizzatore ma da una cantante pop che ha letto in inglese senza la benché minima traduzione il suo proclama.


Ecco la trascrizione del suo discorso, che ho ricavato revisionando il testo pubblicato su Gagatribe thru QueerBlog che si è preso molte licenze interpretative, e non ha riportato le cose proprio come Lady Gaga le ha lette. Ecco la MIA traduzione (sicuramente piena di errori ma almeno più fedele al testo originale)
“Ciao Roma. Quando mi sono imbarcata per la prima volta in questo viaggio artistico e musicale come giovane donna italo-americana, nata in una famiglia completamente di seconda generazione di origini italiane Stefania Joana Angelina Germanotta non conoscevo ancora la passione e il fervore per l'uguaglianza e la giustizia sociale che sarebbero cresciute così profondamente dentro di me. Mano a mano che mi sono avvicinata a ognuno di voi attraverso la musica  la danza, l’arte e la moda, la celebrazione della nostra individualità, mi è apparso chiaro che la mia più grande missione era di diventare parte della gioiosa mobilitazione della comunità Lgbt di tutto il mondo.
Oggi [si toglie gli occhiali da sole] e ogni giorno noi combattiamo per la libertà, combattiamo per la giustizia, chiediamo compassione comprensione e sopratutto vogliamo piena uguaglianza ADESSO! (urlando).
Sono arrabbiata come tanti di voi lo sono qui oggi ma dobbiamo trasformare questa piazza italiana in una cappella elettrica? Esercitiamo la nostra rabbia e battezziamo il nostro dolore e stiamo qui forti oggi proclamiamo la difesa dell’amore.
Per alcuni governi i diritti gay non sono una priorità politica o sociale, e i principi della non discriminazione sono ambigui. Nel mio Paese la trasparenza della democrazia è diventata similarmente affollata e confusa dalla procedura  politica. Mi ritrovo a cercare su google, cambiando da canale a canale dalla radio alla stampa solo per rivelare un atomo di verità politica in relazione alla giustizia sociale.  Io, come voi, voglio vedere le argomentazioni e far parte di questo dibattito, in democrazia mi è stato detto che ho voce in questo dibattito. Sebbene negli Stati Uniti possiamo celebrare i diritti gay e protestare pacificamente noi siamo modellati dalla politica e il processo legislativo ci viene nascosto nel suo continuo cambiare avanti e indietro. [si riferisce alla legge sul matrimonio in California prima fatta, poi cancellata, ora in qualche modo ripristinata]
Ma adesso parliamo di Europride.
Tutti quanti, alzate i vostri palmi in alto per l'Europa.
Questa non è solamente una festa o solamente una manifestazione pacifica è lo spirito dei diritti umani di base. Siamo qui oggi per difendere l’amore. Voglio dire grazie a tutte tutte le belle persone che sono convenute qui oggi: Ciao Roma! [in italiano]. Mi sono svegliata stamattina nel mio albergo dal quale posso vedere la piazza tra le voluttuose lenzuola italiane di seta, ero nuda, e là all'improvviso ho cominciato a sentire i mashup di Paparazzi, Judas e Born This Way… Grazie grazie tantissimo per aver permesso alla mia musica di far parte del questo vostro giorno gioioso. Sono onorata di essere qui. A tutti gli organizzatori dell’Europride e ai leader dello FRA ( European Union Agency for Fundamental Rights) che combattono ogni giorno per i cittadini Lgbt di tutta l'unione europea, abbiamo tutti bisogno di voi. Grazie e bravo.
Al sindaco di Roma Gianni Alemanno [il pubblico fischia e fa boo unanime] vi ringraziamo per aver coordinato questo evento che ci ha consentito di essere qui oggi per celebrare insieme.
Per me è un onore essere qui e vorrei inoltre fare un caloroso ringraziamento a Donatella Versace: oggi lei ha reso possibile ogni mio sogno gay italiano [si riferisce al vestito]. Oggi indosso esclusivamente abiti dell’ultima collezione di Gianni Versace.
Guardo nella folla e c'è una pletora di associazioni di cittadini europei molti governi dei quali ancora bloccano la libertà di base della libera riunione: celebrazioni come quella odierna in molti paesi è ancora illegale. Viaggiando per il mondo incontrando e baciando e toccando e celebrando con tutti voi è la vostra audacia e il vostro coraggio che mi ispira adesso. Le storie di tutti i miei bellissimi fan: i giovani soldati, la gioventù senzatetto glbt,  la violenza contro i gay gli effetti che la negazione del matrimonio per le persone dello stesso sesso ha sulle famiglie queste sono le storie che devono essere raccontate al mondo, queste sono le storie che cambieranno il mondo, queste sono le storie che parlano in difesa dell’amore.
Siamo qui oggi perchè non valiamo di meno.
Siamo qui oggi per proclamare la nostra forza la nostra risolutezza intelligenza. Non saremo trattati niente di meno che come umani. nella notte del 27 giugno 1969 nel cuore della mia casa nel West Village di Manhattan è nato il movimento gay: noi eravamo tutti insieme quella notte come stiamo qui oggi: in solidarietà per il cambiamento Ma oggi siamo qui con bandiere di pace sperando per lo stare insieme e sebbene è così semplice come suona mi ripeto: dobbiamo andare avanti nella difesa dell’amore. Siamo qui insieme per richiedere e difendere i diritti umani di base, piena uguaglianza, e fine all'intolleranza e alla discriminazione. Siamo arrivati così lontani dai giorni di Stonewall ma nonostante i progressi politici fatti in termini di diritti e visibilità come popolo Lgbt, è tristemente vero nei fatti che l'omofobia e la violenza anti-gay  e il bullismo sono vivi e reali veri.
Ho parlato in tutto il mondo, ripetutamente e con forza di queste questioni. Mi è stato chiesto il perché di così tanti discorsi gay. Mi è stato chiesto spesso: Quanto sei gay Lady gaga ? Perché ne parli? Perché questo argomento è così importante? La mia risposta è: Io sono figlia della diversità. Sono una della mia generazione, io sento un obbligo morale come donna, o come uomo di esercitare la mia potenzialità rivoluzionaria e fare del mondo un posto migliore. E, su una scala gay da uno a dieci, io sono una cazzo di Judy Garland 42.
Sono consapevole che molti Paesi e Governi in tutto il mondo ancora fanno restrizioni ai loro cittadini dal venire a conoscenza di questioni che riguardano i gay e questa è la sfida più importante per la mia carriera rimanere in contatto coi mie fan, io voglio che ognuna delle vostre storie sia ascoltata dal mondo. Una grandissima censura dai più grandi mezzi di comunicazione di massa credo che sia il muro gigante che si pone sul nostro cammino ed è mia profusa convinzione che le vostre potenti storie faranno da ponte tra i vuoti dell'umano stare insieme. Abbiamo tutti lo stesso dna. Siamo nati così [cita una delle sue canzoni].
È l'impedimento di queste storie lgbt a venire alla luce che perpetua l'odio e la discriminazione impedendo alla gente di vedere i tremendi effetti della diseguaglianza sulla mia generazione e sulle generazioni a venire.
Vorrei nominare alcuni di questi governi ora: Lituania, Russia, Polonia, noi lottiamo per Budapest [capitale dell'Ungheria], per il Libano, i Paesi del Medio Oriente.[grande applauso del pubblico la chiamano Gaga Gaga]. Non si tratta solamente di una legge o di un esempio. Queste leggi che non sono ancora passate per volontà di un Presidente e molte giovani persone sono affette ][dalla loro mancanza]: suicidi odio per se stessi isolamento incapacità di trovare lavoro o di integrarsi basati sulla paura. così io sono qui oggi  non solo come donna di origini europee ma come donna del mondo e chiedo ai Governi con voi di tutto il mondo di facilitare il nostro sogno di uguaglianza: aiutateci a lottare insieme  pacificamente vi preghiamo non divideteci. sono consapevole e rispettosa della storia religiosa e dei libri. Sono solidale con le giovani persone e le famiglie che onorano sacramente il loro lignaggio ma chiedo semplicemente al mondo concedi il cambiamento. Le moderne questioni sociali sono reali sono serie e la loro mancanza e il confinarli hanno un effetto pesante su tutta l'umanità. I Presidenti dei governi sono così influenti ed è per questo che noi siamo qui perchè noi cittadini Lgbt non abbiamo accesso al dibattito politico ma lo avremo. Per i quindicenni che lottano con la propria identità a chi e a cosa dovranno guardare? Dov'è il loro giorno in cui si sposeranno? Quando il sogno delle loro potenzialità potrà non avere limiti? Roma come possiamo trasformare l'oppressione del passato nella liberazione del futuro? Facciamo nascere una nuova ideologia internazionale, mettiamoci insieme per sintetizzare le nostre nell'oggi Dobbiamo essere rivoluzionari dell'amore e usare i nostri poteri umani, il nostro veramente forte potere umano, per salvare vite e incoraggiare l'unità in tutto il mondo.  Grazie!”



sabato 11 giugno 2011

Non tutto il marketing vien per nuocere o della vocazione liberista di questo Europride, del movimento e di Lady Gaga

Una fiera interamente dedicata al mondo gay, lesbian bisex e transgender (Glbt): e' 'Expo turismo gay' che si svolgera' a Bergamo, enll'ambito della manifestazione 'NoFrills' il 23 e 24 settembre prossimi e che oggi e' stata presentata a Roma anche dal momento che la capitale, fino al 12 giugno, ospita l'Europride. Circa il 10% del fatturato mondiale del comparto turistico è generato dal Turismo GLBT. In Italia questo segmento rappresenta il 7% del fatturato complessivo pari a circa 3,2 miliardi di euro, un'importante nicchia di mercato, ma non ancora abbastanza se si pensa che negli Usa vale 61 miliardi di dollari.

Questo target spende in media il 38% in più di un turista eterosessuale. Inoltre la spesa più grande in assoluto in un anno è quella destinata al turismo (31%) seguito a grande distanza da mobili e oggetti per la casa (18%)e dall'automobile (17%). Si tratta poi di un turista colto: una volta giunto a destinazione nel 51,7% va a trovare amici della comunità GLBT o frequenta bar e locali gay friendly (44,8%), ma non perde, nel 49,8% dei casi, le principali attrattive culturali e turistiche, e segue almeno un evento culturale, come un concerto o una mostra, nel 42,6% dei casi. Va poi a fare shopping di beni di qualità (40,3%). Per manifestazioni come l'Europride in atto a Roma, oltre il 20% della comunità GLBT si sposta per passare almeno una notte nelle località dove si tiene l'evento di orgoglio gay, soprattutto tra i giovani tra i 21 e i 35 anni. Il mezzo di trasporto prediletto per lo spostamento è l'aereo (55,2%), seguito dall'auto propria (36,4%) e dal treno 6%.

Tra le mete preferite dagli italiani, in patria c'è da annoverare la Toscana che ha uno storico atteggiamento gay friendly in Versilia, anche con portali dedicati per il segmento. Nel medio raggio le tradizionali Canarie (Gran Canaria in particolare) lasciano spazio alle notti di Tel Aviv, nuova capitale di questo turismo da due anni a questa parte. In inverno per gli short break sono immancabili Colonia e Dusserdorlf e in genere tutte le città dove si presta attenzione al design, all'arte moderna, alla cultura, oppure dove ci sono eventi pride come la Svizzera che ogni hanno ha una settimana dedicata al GLBT.

Sul lungo raggio Usa, Canada - in particolare Toronto e Vancouver, ma anche Whistler che ogni anno organizza il Gay Sky Week - e la Thailandia sono le mete dominanti. Il viaggiatore GLBT annualmente organizza almeno 3 vacanze da solo o con il compagno/amici e una stragrande maggioranza aggiunge a queste vacanze anche un paio di vacanze con la propria famiglia e almeno un viaggio per motivi di affari. ''In Italia - ha commentato Andrea Giannetti, presidente di Assotravel Confindustria - talvolta questa offerta di settore, pur esistendo, rimane celata, non è abbastanza 'comunicata', tranne per qualche raro esempio, come in Versilia, in cui è promossa con iniziative che Assotravel ha sempre sostenuto. Al contrario all'estero questo turismo è considerato molto appetibile: basti pensare che in Nord America ci sono associazioni turistiche GLBT che contano 3 milioni di iscritti; un popolo di consumatori che ha un'aspettativa leisure cui il mercato deve saper rispondere con operatori e strutture adeguate". (fonte Ansa)
BUON PRIDE A TUTT*

mercoledì 8 giugno 2011

le differenze tra giornalisti nella stampa italiana: su Amina Arraf

Mentre mi documentavo per scrivere il post precedente su Amina Arraf per il quale ho utilizzato due articoli di Repubblica e Corsera sono incappato in alcune particolarità lessicali dei due articoli.

Per dire che in Siria l'omosessualità è illegale, cioè fuorilegge, cioè non permessa, Repubblica utilizza uno strano giro di parole:
[Amina] Era tornata in Siria nell'estate 2010 e sul suo blog raccontava la vita di una ragazza omosessuale in Siria, dove l'omosessualità è considerata un reato come in gran parte dei Paesi arabi
Considerata un reato? O è un reato? Cioè è una questine di opinione pubblica o di leggi dello stato?

Molto più equilibrato e diretto Corsera che afferma:
L'omosessualità è illegale nel Paese.
Molto più preciso e diretto.
Riferendosi alla fidanzata di Amina, Repubblica dice:
La sua partner Sandra Bagaria, intervistata in Canada dal New York Times, ha raccontato che la Arraf "ha vissuto in quattro o cinque appartamenti in quattro o cinque diverse città" da quando due giovani si sono presentati in casa sua a Damasco qualche settimana fa. [...] . Con la Bagaria aveva in programma una vacanza a Roma, ma la donna racconta che Amina non se l'era sentita di lasciare la Siria e magari non potervi fare ritorno: "Voleva incontrare la gente, poter partecipare alle manifestazioni".
Partner,  la Arraf, la Bagarria, l'articolo usa un tono asettico, distante, chiamando la blogger e la sua donna, fidanzata, compagna, per cognome.
Molto più informale il Corsera:
Amina è stata in 4 o 5 città diverse, girava velata, una volta si è nascosta in uno scatolone in un furgone - ha detto al New York Times la sua fidanzata, Sandra Bagaria, che sta a Montreal e ha lanciato l'allarme via Twitter (la pagina Facebook «Free Amina Arraf» ha già oltre 300 sostenitori).
Viva la faccia!

Entrambi gli articoli sono scritti da due donne. Meditate gente, meditate...

In piazza per Amina Arraf: venerdì 10 Giugno alle ore 13 davanti l'anbasciata di Siria a Roma



Amina Arraf è diventata popolarissima negli ultimi tempi per essere una giovane donna araba che aveva fatto coming out  tramite il blog A gay girl in Damascus sul quale  raccoglie appunti privati, notizie e commenti di natura politica che testimonia anche la fase di violenta repressione delle manifestazioni di piazza contro il regime di Assad. Dallo scoppio delle proteste anti Assad del marzo scorso  gran parte dei giornalisti stanieri sono stati espulsioni dal Paese  e il blog di Amina è diventato una delle poche fonti per la stampa internazionale.

Amina è stata prelevata da agenti della polizia segreta, armati e in borghese, e condotta in una località sconosciuta come è stato denunciato sul suo stesso blog: fermata da tre agenti in borghese armati Amina è stata costretta a entrare nella loro auto nei pressi della piazza degli Abbasidi della capitale siriana.
"Purtroppo- ha scritto la cugina di Amina sul suo blog - ci sono almeno di 18 diverse polizie in Siria, oltre a bande e gruppi paramilitari. Non sappiamo chi l'ha presa e dunque a chi chiedere il suo rilascio. E' anche possibile che stiano cercando di deportarla. Da altri membri della famiglia che sono stati imprigionati, possiamo supporre che verrà rilasciata presto. Se avessero voluto ucciderla lo avrebbero fatto subito. Almeno, questo è ciò che speriamo e per cui preghiamo".

Trentasei anni, musulmana osservante, cresciuta tra gli Stati Uniti d'America, dov'è nata la madre, e la Siria, patria del padre, Amina era tornata in Siria nell'estate 2010 dove si è messa a insegnare inglese. A febbraio del 2011 ha creato il blog dove ha pubblicato poesie erotiche, racconti, franchi e a volte buffi, dei suoi innamoramenti e sul rapporto aperto con il padre: Deve pensare che sia meglio una figlia lesbica piuttosto che etero e promiscua. L'omosessualità è illegale in Siria. È dura essere lesbica in Siria ma di certo è più facile essere una dissidente sessuale piuttosto che politica, ha scritto e sul suo blog raccontava la vita di una ragazza omosessuale in Siria come in gran parte dei Paesi arabi.
Sin dal primo post sul suo blog Amina si è detta ispirata dal «vento di cambiamento» in Medio Oriente. Se riusciamo a uscire allo scoperto in modi diversi, gli altri potranno seguire il nostro esempio», rifletteva. E ancora: Devo fare qualcosa di coraggioso e visibile. Io posso, perché ho doppia cittadinanza e parenti con ottimi contatti politici. Alcuni familiari, secondo The Guardian  sono nel governo e altri nella Fratellanza musulmana. Ma non è servito a proteggerla (e non è la prima volta: nel 2009 la blogger Tal al Mallohui, 17 anni, fu accusata d'essere una spia degli Usa e condannata a 5 anni di carcere anche se un parente è ex ministro di Assad).


Da un mese Amina viveva nascosta, dopo aver ricevuto avvertimenti e minacce. La sua compagna Sandra Bagaria ha raccontato al New York Times che Amina da quando due giovani si sono presentati in casa sua a Damasco vissuto in quattro o cinque appartamenti in quattro o cinque diverse città della Siria. Amina e sandra avevano in programma una vacanza a Roma, ma Amina non se la sentiva di lasciare la Siria temendo di non potervi fare ritorno voleva incontrare la gente, poter partecipare alle manifestazioni.

La rete e non solo si è mobilitata per  richiedere l'immediato rilascio di Amina.

venerdì 10 giugno alle ore 13

il Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito, l’Associazione Radicale Certi Diritti e Radicali Roma promuovono un sit-in davanti all’Ambasciata di Siria (lato Piazza San Marco -Roma) per per chiederne l’immediata liberazione.

Al sit-in parteciperanno parlamentari e militanti Radicali.



(fonte per questo post La Repubblica e Corsera)

martedì 7 giugno 2011

Mettiamoci la faccia

Sempre, tutti.
Stavolta lo fanno studenti e professori dell'Università Bocconi di Milano dove
 150 tra studenti, professori e collaboratori dell’ateneo hanno posato per una campagna fotografica di sensibilizzazione contro gli attacchi verificatisi all’interno del campus. Prima l’aggressione a uno studente che attaccava i manifesti dell’associazione studentesca Best (Bocconi Equal Students), poi le scritte che invocavano i campi di sterminio per gli omosessuali. Davanti all’obbiettivo del fotografo di moda Filippo Fior, giovani e docenti hanno posato con un finocchio in mano e alcuni di loro hanno indossato una maglietta con la scritta 'il Principe azzurro è gay'. Tra i partecipanti anche molti professori, tra cui Maurizio Dallocchio e Paola Profeta (fonte La repubblica)
Ecco alcuni scatti in attesa dei risultati della session...




BEST è presente su Youtube e su facebook

Omogenitorialità al Pride Park

Pride park
Giovedì 9 giugno ore 19.00 presso palco centrale

Conferenza/incontro “I ragazzi stanno bene”

Clement Denoix ha 21 anni e vive a Nantes: ha due mamme. Ci racconta la sua storia insieme a Giuseppina La Delfa, presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, Alexander Schuster, giurista esperto di legislazione europea relativa alle famiglie omogenitoriali e Maria Von Kaenel, vicepresidente di Famiglie arcobaleno della Svizzera tedesca e rappresentante di NELFA (rete europea delle associazioni omogenitoriali)

Giovedì 9 giugno ore 21.00 presso il palco centrale

Spettacolo teatrale Tuttonostro
Tra quattro mesi Marco e Andrea avranno un bambino. E Andrea comincia ad avere paura. Marta vuole un figlio con Anna. Ma Anna no. Anna un figlio non lo vuole davvero. Paolo vorrebbe un bambino tutto suo, però non può. E deve lottare col bisogno disperato che Maria ha di essere madre. Cosa succede quando il desiderio si scontra con la paura, l’impossibilità, la burocrazia?
Regia Alessandro Di Marco, Claudio Renzetti
con Alberta Andreotti, Marika Cazzaniga, Alessandro Di Marco, Michela Fabrizi, Claudio Renzetti, Claudio Strinati
disegni Francesca Romana Gaudiano


Lo spettacolo verrà presentato il 16 Giugno al teatro Belli  dutante la XVIII edizione di Garofano Verde

Apre la XVIII edizione di Garofano Verde rassegna di teatro omosessuale

La rassegna Garofano Verde scenari di teatro omosessuale compie diciotto anni. Anche per questa XVIII edizione la rassega è sostenuta e promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico del Comune di Roma cui quest’anno si è affiancato l'appoggio dell’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma.
Garofano Verde in diciotto anni di attività ha prodotto cultura in risposta a forme di violenza e di emarginazione, favorendo la nascita e la diffusione di spettacoli importanti, attirando un pubblico di cultori e di curiosi, spettatori coinvolti e frequentatori solo motivati dalla qualità degli spettacoli proposti.
La strategia con cui si sono scelti e prodotti gli spettacoli è mutata in questi diciotto anni partendo dalla selezione e messa in scena di spettacoli altrimenti trascurati alla sollecitazione di nuove scritture sul tema, grazie al lavoro di autori teatrali che che hanno tratto testi anche da una dimensione autobiografica, o per riflettere su autori, poetiche, linguaggi e costumi artistici.
In questa diciottesima edizione Garofano Verde vuole effettuare un riscontro e risistematizzare l’uso della parola teatrale applicata alla coscienza e alla sensibilità gay. Una vera e propria operazione di recupero della coscienza e dell’emozione riallacciabili a un’etica omosessuale che ha raccolto le straordinarie adesioni di Giuliana Lojodice, Maddalena Crippa, Isabella Ferrari, Peter Stein che percorrono affrontano e interpretano nell'elegante formula della lettura-spettacolo, diversi testi, romanzi, ma non solo, della letteratura internazionale.
Giuliana Lojodice diretta da Luca de Bei, interpreta una donna che vive una condizione lesbica talmente sofferta da  contrapporsi, con la logica dello stalking, all’ordine borghese di una  comunità, nella lettura-spettacolo del romanzo di Zoe Heller La donna dello scandalo che apre la rassegna il 7 Giugno.
L'8 Giugno Peter Stein ripercorre alcune pagine significative del Diario del ladro  di Jean Genet mentre Maddalena Crippa si cimenterà con materiali forti e poetici di omosessualità femminile.
Dal 10 al 12 Giugno andrà in scena verrà Altri Amori  Corti Teatrali Gay, a cura di Francesca Staasch che presenta 15 atti brevi di altrettanti drammaturghi italiani.
Il 13 Giugno è la volta di Der Puff - frammenti cantati di corpi internati, di Francesca Falchi una elaborazione della memoria per il trattamento che i nazisti riservarono alle donne lesbiche tedesche.
Proseguendo in una linea di approfondimento musicale il 14 Giugno torna, dopo il successo dello scorso anno,  Spell - volume II (parola/emozione) di Alessandro Fea, una partitura contemporanea secondo il format del concerto-reading, tra rimandi culturali giovanili, introspezioni letterarie e analisi delle poetiche inquiete di diverse generazioni che parlano, a distanza, la stessa lingua.
E' poi la volta di tre spettacoli già allestiti che la Rassegna ospita con grande interesse.
Il 15 Giugno va in scena Zoo, ispirato all’omonimo romanzo di Isabella Santacroce,  adattato per il teatro da Giovanni Franci e diretto da Alessia Innocenti e Corrado Russo, nel quale Alessia innocenti si fa interprete di una declinazione violenta e impropria dei sentimenti all’interno dello spazio domestico familiare.
Il 16 Giugno Tuttonostro di Alessandro Di Marco, Valentina Reginelli e Claudio Renzetti affronta il tema della genitorialità
affrontando inedite prospettive gay e lesbiche accanto a quella  eterosessuale.
Il 17 e 18 Giungo Cala ‘a saudage di Giuseppe L. Bonifati con la compagnia Divano Occidentale Orientale affronta il travaglio dei sogni e dei progetti dei travestiti che devono misurarsi con la realtà intolleranti del nostro meridione.
La rassegna si conclude con tre progetti prodotti da Garofano Verde.
Il 20 e 21 Giugno va in scena il reading curato da Valentino Villa di A Single Man il romanzo di Christopher Isherwood, recentemente portato sul grande schermo, nel quale l'elaborazione del lutto per la morte del compagno del protagonista diventa strumento per il bilancio di tutta una vita.
Il 22 Giugno Gender oltre le frontiere dell'identità  vedrà Isabella Ferrari affrontare la lettura di brani tratti da testi e autobiografie di storie transessuali
Infine dal 24 al 26 Giungo Il caso Braibanti di Massimiliano Palmese per la regia di Giuseppe Marini racconterà del forse primo clamoroso caso di plagio omosessuale nell'Italia dei primi anni ’60
Diventato maggiorenne Garofano Verde dimostra come il teatro sia un prezioso strumento per testimoniare,  porre accenti, eliminare tabù e facilitare la comprensione reciproca facendo della scena non solo una tribuna emozionale ma soprattutto il luogo riflessivo di culture altre.

GAROFANO VERDE SCENARI DI TEATRO OMOSESSUALE
dal 7 al 26 giugno 2011
TEATRO BELLI
Roma • Piazza S. Apollonia, 11/a • Tel. 06 5894875
Orario spettacoli: 21.00 • Prezzi dei biglietti: € 15,00 - € 10,00 - € 8,00
www.garofanoverde.info (fonte Teatro.org)

Seguirò l'intera rassegna per i siti www.teatro.org e www.persinsala.it

lunedì 6 giugno 2011

a proposito dei kit anti omofobia ritirati in Brasile: le bugie del sito dell'Unione Cristiani Cattolici Razionali

Aggiornamento: Sul sito UCCR avevo scritto rilevando le bugie pubblicate nel loro sito. Il mio commento è stato adesso cancellato...

Grazie alla rete mi imbatto in questo articolo. E' tratto dal sito della UCCR Unione  Cristiani Cattolici Razionali:


leggiamolo:
Verso fine maggio la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha posto il veto contro l’utilizzo del cosiddetto “kit-anti-omofobia” (costato tre milioni di reais, circa due milioni di dollari) nelle scuole pubbliche, reputandolo “inappropriato” e “fuori luogo”.
Quel che l'autore, anonimo, della notizia si guarda bene dal dire è che il materiale è stato giudicato inopportuno dai 74 parlamentari del partito evangelico che con un’azione insistente di lobbying, anche minacciando ostruzionismo in Parlamento, sono riusciti ad ottenerne la sospensione della distribuzione (fonte GAYintv.it.
In particolare sotto processo è finito il video allegato.
In realtà i video sono 3. Nel primo si racconta di un ragazzo che scopre di essere bisessuale. Nel secondo due ragazze decidono di non nascondere il loro affetto e si abbracciano a scuola. Il terzo vede per protagonista una trans m to f che racconta i problemi quotidiani di uno studente che si sente studentessa e vuole farsi chiamare Bianca.
Come tutti si aspetterebbero avrebbe dovuto contenere giuste informazioni sulla discriminazione a base sessuale, richiami al rispetto della diversità o testimonianze di omosessuali perseguitati.
Questa semplice descrizione contiene una precisa agenda politica su come si deve fare informazione antiomofobica nelle scuole. Cioè non mostrando la normalità dell'omosessualità, della bisessualità o del transessualismo, ma generici richiami al rispetto del diverso o testimonianza dei discriminati in quanto vittime.
Invece i tre spot in questione fanno molto di più.
Ve li propongo tutti e tre.
Sono in portoghese ma si capiscono bene lo stesso.

Vi consiglio di guardarli (soprattutto il secondo e il terzo) perchè vengono messi direttamente in causa dall'articolo.





In realtà -poche agenzie di stampa lo ha riportato- lo scopo del video era semplicemente quello di promuovere l’omosessualità nelle scuole.
Ecco il dolente punto. Se mostri gay lesbo e trans come vittime va bene ma se li mostri felicemente inseriti nella società allora si fa promozione dell'omosessualità.
Come se fosse una cosa negativa e contagiosa.
Ancora più subdolamente se ne promuovi l'accettazione e financo l'indifferenza (lo spot portoghese docet) allora la promuovi. Naturalmente non si può promuovere l'omosessualità visto che non è una moda, un atteggiamento, una malattia, ma un modo di essere, un orientamento sessuale che non si sceglie e non si cambia, proprio come quello maggioritario eterosessuale,  se ne può promuovere l'accettazione che è ben altra cosa. Ma proseguiamo nell'articolo. Reggetevi forte.
Il video infatti mostra un ragazzino di 14 anni di nome Ricardo, che “si innamora” di un altro compagno quando lo vede urinare nel bagno della scuola. Lo stesso ragazzo più avanti dirà al suo insegnante di voler essere chiamato “Bianca” al posto di Ricardo.
L'autore dell'articolo (sic!) fa il finto tonto e confonde belluinamente identità di genere con orientamento sessuale (ancora!). Ricardo infatti non si innamora di nessuno, né tanto meno vede un altro (se vedete il video Ricardo è sicuramente un adolescente ma non un ragazzino) ragazzino urinare.
L'articolo è talmente in malafede che afferma l'impossibile. Ricardo, che si sente donna e vuole farsi chiamare Bianca, non vorrebbe proprio andare nel bagno dei maschi ma in quello delle femmine, e, come è chiaro nel video, l'argomento bagno è utilizzato per questo e solo per questo motivo.
Il filmato mostra anche due fanciulle di 13 anni che annunciano la loro relazione sessuale lesbica a tutta la classe scambiandosi un bacio sulla bocca.
A parte il fatto che l'unica relazione sessuale che due ragazze possono avere è lesbica (come potrebbe essere etero?) e dunque l'aggettivo è ridondante e pruriginoso come si vede nel video le due ragazze CHE NON HANNO CERTO 13 ANNI si abbracciano ma non si baciano né sulle guance né tanto meno sulla bocca.
L’amministrazione brasiliana, in un comunicato ufficiale, ha dichiarato di aver «deciso che da ora in poi qualsiasi materiale che si occupa di costumi sociali verrà creato dopo una più ampia consultazione».
Recentemente il Supremo Tribunal Federal ha stabilito che il governo dovrà riconoscere le unioni omosessuali in modo paritetico, perché la loro discriminazione infrange la clausola costituzione dell’uguaglianza. Anche se di uguaglianza fra i due tipi di “unione” ce n’è molto poca.
E si sa l'opinione dell'UCCR è di caratura superiore a quella del Supremo Tribunal federal Brasiliano...
La Rouseff si è dichiarata favorevole alle parntership civili, ma ha comunque rimarcato il suo ferreo “no” al matrimonio omosessuale.
Invito tutti e tutte a subissare il sito del'UCCR di commenti di protesta e di chiedere una rettifica della notizia falsamente riportate.
  
Contraddiciamo questi bugiardi omofobici!

Queering Roma II edizione. Un bilancio

Si è conclusa iersera la II edizione di Queering festa del cinema glbt.
Questa seconda edizione si è caratterizzata per una media della qualità dei film superiore a quella della prima edizione. meno film festivalieri e più film da vedere, nel bene e nel male. L'affluenza è stata sensibilmente inferiore a quella della scorsa edizione agli esperti della piazza romana un'analisi seria.  Io posso solo suggerire qualche ipotesi azzardata.

1) la pubblicità. Non si sono spesi soldi perchè non ce ne sono ma a roma ci sono miliardi di cose da fare...

2) la contemporaneità con altri eventi. I froci romani preferiscono fare lo struscio al Pride park (dopo le 22) che vedere dei film al chiuso di una sala, per giunta in lingue straniere coi sottotitoli

3) il prezzo del biglietto non proprio politico, 6 euro a film (5 se compri almeno 3 biglietti ognuno per una proiezione diversa) non è così inferiore al prezzo normale di sala. Forse un prezzo inferiore visto che la manifestazione è stata finanziata da soldi pubblici, avrebbe se non attirato più gente almeno fatto fare migliore figura agli organizzatori

Per il resoconto dei film rimando al pezzo che ho pubblicato su al cinema.org


Qui volevo fare una considerazione diversa. Queering ha una fisionomia particolare. Non è un festival, non propone film inediti, ma ripropone una selezione di film presentati in altri festival italiani (di uno di Torino e due di Bologna). Un compito importante, una occasione, al di fuori delle logiche di consumo veloce dei festival di ricevere film con maggiore oculatezza e spirito critico. Ma in questo  Queering è sprovvisto e completamente mancante. Nel programma solo due righe di sinossi (per giunta non verificate e spesso sbagliate) senza informazioni sul regista, sul paese di origine (qual è la situazione glbt in Cina? E in Iran?) Bastava una persona competente e una settimana di lavoro per fare un programma degno di essere conservato anche dopo la proiezione dei film. Capisco che organizzare tavole rotonde o dibattiti a Roma è difficile ma almeno l'anno scorso FAbio Bo introduceva ogni film dando qualche informazione minima, quest'anno invece i film sono stati presentati senza commento critico e anche quando il regista era in sala non è stato favorito il dibattito con lo spettatore. Data la natura compilatoria di Queering questa funzione non può mancare. Così è stato invece. e il fatto che Queering sia stato presentato nell'ambito delle manifestazioni per la settimana dell'Europride ha portato solo vantaggi al pride che ha potuto sfoggiare Queering come fiore all'occhiello ma non alla festa che non ha avuto alcun sostegno organizzativo alla macchina festival. Insomma è mancato un progetto culturale vero all'interno del quale Queering fosse espressione di qualcosa di condiviso. Evidentemente non ci sono state urgenze che si sono trasformate nell0istanza dell'europride ma c'era da organizzare l'europride e si sono cercate cose da fare in concomitanza.Le solite cose all'italiana (e alla romana...). Eppure la programmazione di certi film, soprattutto il controverso e xenofobo nonché criptomofobico Die Jungs Vom Bahnhof Zoo  (Germania, 2010) di Rosa von Praunheim avrebbero richiesto un intervento di un esperto che poi desse la parola agli spettatori. Se infatti qualcuno alla fine ha addirittura applaudito molti se ne sono andati prima della fine... Chissà magari un altr'anno...

giovedì 2 giugno 2011

Giugno 2011: un'agenda fitta d'impegni - Il programma del Lounge bar "Vivi Queer" alla Festa cittadina di Sinistra Ecologia Libertà Ricomincio da SEL che si svolgerà presso Caracalla dal 7 al 19 giugno.


Eventi "Aperitivo con..." organizzati presso il Lounge bar "Vivi Queer"!


Ore 18.30

9 giugno
Andrea Pini e il suo libro "Quando eravamo froci". Con Gian Pietro Leonardi.

12 giugno
Leo Gullotta, l'arte e l'impegno civile.

13 giugno
Andrea Bergamini, editoria queer. Con Gian Pietro Leonardi.

14 giugno
Cecilia D'Elia (Assessore alla Cultura della Provincia di Roma), cultura queer e non solo. Durante l'incontro è prevista l'esibizione del "Roma Rainbow Choir" diretto dal Maestro Giuseppe Pecce.


16 giugno
Fabio Grossi e Fabio Pasquini, reading teatrale.

17 giugno
Massimiliano Smeriglio, diritti e lavoro.


18 giugno
Marino Buzzi e il suo libro "Confessioni di un ragazzo perbene". Con Francesco Gnerre.


19 giugno
La Karl du Pignè, come diventare una drag queen.

il 20 o 21 giugno ci sarà una sorpresa di cui presto vi dirò!

Lucia Ocone per l'europride

mercoledì 1 giugno 2011

Si parte! 1 - 12 giugno 2011 Roma Europride



In attesa della Big Pardade (dal percorso alquanto little) (per tacer dei referendum) partono da stasera gli eventi al Pride Park (nome alquanto felice devo ammettere).

Eccone l'elenco:

01/06/2011

Gaytech.

Grazie alla rete e ai gadget tecnologici negli ultimi quindici anni la vita dei gay e delle lesbiche è cambiata: l'amicizia, la seduzione e la sessualità hanno abbandonato i luoghi reali e conquistato nuovi, infiniti territori virtuali.   In questa mostra-gioco  continua ...

01/06/2011

Conversazioni sui diritti al Pride park

Mercoledì 1 giugno dalle ore 20 alle ore 21   Avvocatura per i Diritti LGBT – Rete Lenford ti invita a partecipare ogni giorno presso il proprio stand alle sue conversazioni sui diritti delle persone LGBT, dove potrai essere anche protagonista rivolgendo le tue domane.   Dall'1 continua ...

01/06/2011

My Spirituality

Mercoledi 1 - sabato 12 giugno     "All'interno della sezione di eventi su "Fede e persone GLBT", intitolata "Anime, avanzate!""      Mostra di ritratti di volti e anime di persone glbt cristiane a cura di Luca Lo Iacono.   Raccontare continua ...

01/06/2011

Bearpride is Bodypride

Mercoledì 1 - sabato 12 giugno     Sguardi sul corpo e sull'immaginario ursino. Mostra di illustrazioni, foto, disegni a cura di Subwoofer e Feed the bears.  Powered by Eagle Club Roma   Fanno colazione nudi. Si abbracciano e si baciano. Si sorridono. continua ...

02/06/2011

Queer in action

2 giugno ore 21   Proiezione film   Save me di Robert Cary - USA 2007 – 93'   Premi e festival: Sundance 2007   Save me racconta la storia di un ragazzo gay (Mark) dedito al sesso occasionale e alla tossicodipendenza.   Dopo aver rischiato la morte per overdose, continua ...

03/06/2011

Visibility

Venerdì 3 giugno  dalle 16,30 alle 19,45.   Visibilità e percezione dell'identità di genere nella letteratura, nel cinema e nei media     Coordina Luca La Pietra   Monica Cristina Storini (Sapienza, Università di Roma), Storie femminili  continua ...

03/06/2011

Queering Roma

3, 4 e 5 giugno   Festa del Cinema LGBTQ della Capitale – Seconda edizione   2 GIUGNO Giovedì 2 giugno, per tagliare il nastro di Queering Roma 2011, a partire dalle ore 20, appuntamento  per l'aperitivo inaugurale sulla terrazza di Angelina a Testaccio, in via Galvani continua ...

03/06/2011

LadyPride

Venerdi 3 giugno ore 21     LadyFest Roma presenta LadyPride     Alla scoperta di Ladyfest (intro, 20' min)     Warm Up Dj set LadyMaru     Giulia Anania       Performance di Lilith Primavera  continua ...

04/06/2011

Don Giovanni

Sabato 4 giugno 20:30   Don Giovanni è una storia antica, ben più antica di quel  29 ottobre 1787 in cui venne rappresentata a Praga per la prima volta.   È una storia ancestrale, ricca di riferimenti simbolici oltre che di un potente motore narrativo.   Don continua ...

04/06/2011

Gender Erotica 2011 contaminazioni di arte queer

4 giugno ore 13.00   DREAMKING – IL Workshop (aperto a donne, transgender, intersex, ermafrodit*, transessuali, transform queergender)   Condotto da Romeo Koyote Rosen, Sündikat (Zurigo)    Dream = Dressed As Me. Dare un immagine/forma, alla persona che ci si continua ...

04/06/2011

Mostri di bellezza e corpi fuori mercato

Sabato 4 giugno ore 15.00   Arcilesbica nazionale    Conferenza - dibattito: Mostri di bellezza e corpi fuori mercato.  Estetica femminile e corpo lesbico nell'Italia berlusconiana con proiezione del film documentario 'Diversamente etero"   Intervengono:  continua ...

04/06/2011

Solleticon

Sabato 04 Giugno 2011, dalle 18 alle 24   SolletiCon è il primo "tickle party" che farà incontrare persone da tutta Italia. SolletiCon è musica, giochi e tante risate!    Nella bellissima cornice della Domus Talenti, una galleria d'arte a tre piani circondata continua ...

04/06/2011

Presentazione della casa editrice “Lo Stampatello”.

Sabato 4 giugno ore 18.00 “Lo Stampatello” è una nuova casa editrici specializzata in libri per l’infanzia sul tema dell’omogenitorialità e dintorni. Già usciti i volumi  “Piccola storia di una famiglia” e “Più ricca di un re”.   Il continua ...

04/06/2011

Burlesque

Sabato 4 giugno re 21.00   Serafino Iorli mette in scena una esilarante carrellata di personaggi attraverso un sorprendente trasformismo e una smaliziata satira politica. Nelle esibizioni si gusta uno spettacolo comico e mimico, folle e imprevedibile come il personaggio che lo anima. Una comicità continua ...

05/06/2011

Reading Letterario

Domenica 5 giugno     Esiste un legame tra letteratura e impegno? Cinque scrittori svelano i loro segreti – i primi passi verso la composizione e l’idea.   Racconti tra loro differenti che hanno in comune il linguaggio di chi vive, di chi crede, di chi è costretto continua ...

06/06/2011

Convegno O.N.I.G (Osservatori Nazionale sull'identità di Genere)

Lunedi 6 giugno 9:00 alle 16:30     Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere: CONVEGNO NAZIONALE  “I servizi e le associazioni per le persone transessuali e transgender: tra ricerca e buone pratiche” Ore 9.00-9.15: Registrazione dei partecipanti Ore continua ...

06/06/2011

Visibility

Lunedì 6 giugno  ex vetrerie Sciarra, Sapienza Università di Roma, ore 09,30-13,00   Studi di genere: visibilità e letteratura     Coordina Monica Cristina Storini   Marina Zancan (Sapienza, Università di Roma),  continua ...

06/06/2011

Taking A Chance on God

Lunedì 6 giugno ore 22     "All'interno della sezione di eventi su "Fede e persone GLBT", intitolata "Anime, avanzate!""      Premiere mondiale del film "Taking a Chance on God", alla presenza del regista Brendan Fay e di John continua ...

06/06/2011

Quando Eravamo Froci Gli omosessuali nell'Italia di una volta

Lunedì 6 giugno ore 21:00-22:30.   Presentazione del libro  "Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell'Italia di una volta" di Andrea Pini, a cura del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.    Introduzione di Laura Laurenzi (Repubblica) e Andrea continua ...

07/06/2011

Queer in action

7 giugno ore 21   Ebraismo e Omofobia   Dibattito: Religione e Omofobia a cui parteciperanno:   Jacopo Minniti Consulente sessuologo dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma e collaboratore presso la cattedra di Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale  continua ...

07/06/2011

Genderotica – The Show

7 giugno ore 21.30 Bridge Markland (Berlino) Bridge Markland è virtuoso della trasformazione e del gioco di ruolo. Un’artista che  attraversa i confini tra arte underground e raffinata, tra danza e teatro, performance, letteratura, clownerie, cabaret, burattini. La sua specialità continua ...

09/06/2011

Conferenza/incontro “I ragazzi stanno bene”

Giovedì 9 giugno ore 20.00   Clement Denoix  ha 21 anni e vive a Nantes: ha due mamme.   Ci racconta la sua storia insieme a Giuseppina La Delfa, presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, Alexander Schuster, giurista esperto di legislazione europea relativa alle continua ...

09/06/2011

Spettacolo teatrale “Tuttonostro”

Giovedì 9 giugno ore 22.30    Tra quattro mesi Marco e Andrea avranno un bambino. E Andrea comincia ad avere paura. Marta vuole un figlio con Anna. Ma Anna no. Anna un figlio non lo vuole davvero.   Paolo vorrebbe un bambino tutto suo, però non può. E deve lottare continua ...

08/06/2011

Workshop: L’universo BDSM

Mercoledì 8 Giugno, dalle 21 alle 22.30   Seminario sul mondo bdsm: feticismo, dominazione, gioco di ruolo.   Deborah Di Cave, Dominazione al femminile: dalla Donna al femdom   Massimo Fusillo, Teoria e prassi dei feticismi   Vanja Stenjus, Sottomissione e giochi  continua ...

09/06/2011

Pavarotti Accademy incontra Europride

Giovedì 9 Giugno     La Fondazione Luciano Pavarotti è stata fondata da Nicoletta Mantovani con un duplice scopo quello di mantenere viva la memoria del Maestro Pavarotti e quello di aiutare i suoi allievi, e più in generale i giovani che si affacciano al canto lirico, continua ...

09/06/2011

Nuda Proprietà

9 giugno 16.00/24.00   Un progetto di Glory All   A cura di Roberto D’Onorio   Nuda Proprietà, nuove forme dell’abitare, analizza attraverso un segno di protesta, la deflagrazione della libertà di espressione, che è strettamente collegata alla continua ...

10/06/2011

Europa 2020: crescita inclusiva e diritto all'uguaglianza

10 giugno ore 9-19   Cgil Nuovi Diritti e Segretariato Europa in collaborazione con l'Ilga Europe e la Confederazione Europea dei Sindacati presentano:   Europa 2020: crescita inclusiva e diritto all'uguaglianza. Orientamento Sessuale e Identità di Genere Sindacato e Contrattazione continua ...

10/06/2011

4 International GLBT Business Leader Forum

Venerdì 10 giugno Il 4° International GLBT Business Leader Forum è un importante evento rivolto a tutti coloro che vogliono innovare i vecchi schemi e ricevere ispirazione per nuove idee sulla gestione della diversità e dell’inclusione in azienda.   Ideata per i continua ...

10/06/2011

Kesbilè Speciale Europride

Venerdì 10    14,30 Apertura Bar - Giardino   15.00 Proiezione Documentario - Sala Simonetta Tosi   16.30/18.30 Presentazione Libri: Bli, L'uovo Fuori Dal Cavagno Di Margherita Giacobino e Le Circostanze Dell'amore Di Alessia Muroni  continua ...

10/06/2011

In Corpore

Venerdì 10 giugno 2011 9:00-17:30 c/o Città dell'Altra Economia –Roma.   L’Associazione Maschile Plurale propone per l’Europride 2011 In Corpore, un percorso esperienziale che mette a tema la costruzione sociale dei generi.   Ideato con l’intento continua ...

10/06/2011

Queer in action

10 giugno ore 21 spazio dibattiti Proiezione documentario A Jihad for Love di Parvez Sharma - USA/UK/France/Germany/Australia 2007 – 81' premi e festival: Premio Miglior Documentario al Togay 2008 - Milano Festival Mix 2008: menzione speciale "Se Uno lassù vi ha dimenticati, continua ...

10/06/2011

Persone GLBT e le chiese cristiane in Europa: paure e opportunità per una piena accoglienza e inclusione

venerdì 10 giugno 2011, ore 15     "All'interno della sezione di eventi su "Fede e persone GLBT", intitolata "Anime, avanzate!""        Prima parte: Tavola rotonda moderata da Valerio Gigante (redattore dell’agenzia “Adista”). continua ...

10/06/2011

"Disgusto e umanità"

Venerdì 10 giugno alle ore 17.00 In occasione dell'uscita del libro di Martha Nussbaum "Disgusto e umanità" (Il Saggiatore) discuteranno del tema dell'orientamento sessuale di fronte alla legge: Stefano Rodotà, Paola Concia e Francesco Bilotta.   Interverranno: continua ...

La vostra inviata cicciona (si spera non più fra qualche mese) vi rendiconterà su quanti più eventi potrà. (Ho fatto la rima!).