venerdì 5 novembre 2010

più siamo divisi e più ci possono insultare...

(a proposito delle affermazioni dell'arcivescovo belga Andre Joseph Leonard)

Basta che un deficiente qualsiasi parli, che noi cittadini glbqti  (e amici) siamo solleciti a dargli eco mediatico riportandone su blog e siti le affermazioni irriportabili. E' successo anche con l'arcivescovo belga Andre Joseph Leonard che ha affermato che l'aids è una punizione divina per i gay (come al solito le lesbiche non contano...). Una posizione vecchia di 20 anni, quando l'aids era la peste dei gay, e la stampa dava ragione a questo errore enorme tanto da causare il contagio di molti uomini etero e di tutte le donne...
Nel 2010 è una posizione ridicola, contraddetta dalle cifre di qualunque rapporto sull'aids che vede i gay in buonissima compagnia etero...
Grazie a googole incappo in questo post su un sito che non conosco dal titolo One Woman... e penso che, dato il titolo, sia un sito che alle donne debba essere particolarmente interessato. Invece, nell'articolo si leggono affermazioni grossolane quanto quelle dell'Arcivescovo e nemmeno due parole, due, sulle donne. Leggiamo:
L’AIDS, un grave problema che affligge l’intera umanità e soprattutto le popolazioni meno sviluppate, sarebbe la giustizia intrinseca per gli omosessuali.
Perché non specificare genere e orientamento sessuale e limitarsi a un generico e retorico intera umanità? L'arcivescovo si sporca le mani, lo faccia anche Floriana Giambarresi, l'autrice del post...
Non è una nostra affermazione, ovviamente, ma quella dell’arcivescovo belga Andre Joseph Leonard, che ha espresso tali dure parole verso il popolo gay nel corso di una recente intervista.
Innanzitutto è bene sottolineare che l’arcivescovo in questione aveva in passato dichiarato che i sacerdoti colpevoli di aver abusato sessualmente di bambini e ragazzi minorenni potrebbero anche non essere puniti perché questa non deve essere considerata come una vendetta nei loro confronti.
Questa che?La pedofilia, poi, non è solo omosessuale, per ogni bambino abusato dai preti ci sono due bambine... Ma si sa, l'omofobia è davvero in agguato dentro ognuno di noi
Gli omosessuali, che fanno sesso come tutto il resto del mondo, invece devono essere puniti con l’AIDS.
Quindi invece di evidenziare l'errore logico dell'affermazione dell'arcivscovo Floriana preferisce arrampicarsi sugli specchi del se noi siamo colpevoli perchè gay voi lo siete perchè pedofili...
Per quale motivo?
me lo chiedo anche io...
Secondo il prelato, l’omosessualità è una parodia della natura, e quando si tenta di maltrattare la natura questa tende a vendicarsi da sola. Ed ecco spiegato il perché della sieropositività.
Un dato sulle donne sieropositive? Sugli uomini etero sieropositivi? Sui due milioni di africani eterosessuali, sposati e con prole, che muoiono all'anno?  Un cenno alla sessuofobia del Vaticano? Alle dichiarazioni deliranti di Benedetto XVI che nega il valore dei profilattici per combattere la diffusione dell'aids in Africa?
Macchè ci si limita al compitino antiomofobia che, francamente, inizia a rompermi i coglioni.
Dichiarazioni a dir poco omofobe che non mancheranno di far discutere e che hanno tra l’altro portato alle dimissioni del suo portavoce Juergen Mettepenningen, secondo quanto si dice nelle ultime ore.
Fare discutere  PERCHE' SONO SCIENTIFICAMENTE FALSE o perchè esprimono una opinione omofoba?
Ma se l'aids non riguarda solo i gay e qualcuno dice che invece lo è, chi risponde sei un omofobo invece di ricordare che l'aids riguarda anche le donne e gli etero non lo è anche lui (lei) un pochino? Perché pensa che ricordare ai froci che si crepa di aids è omofobo come sei di aids crepassero solo i froci?  Invece di criticare l'illogicità dell'equazione aids=omosessualità si grida all'omofobia ma allora quel collegamento, quell'equazione, anche per chi critica l'arcivescovo un senso logico ce l'ha.Insomma aids e omosessualità hanno ancora un canale privilegiato, nel 2010 in barba ai dati statistici
Pertanto, l’AIDS sarebbe una punizione che la natura darebbe alle persone responsabili di violenze. Peccato che quando si parla di omosessualità si parla di amore, si parla di due persone che si amano l’un l’altra come qualunque altra coppia eterosessuale, e non si parla di violenze, almeno non nei casi di normalità.
Mia cara sprovveduta scrittrice, quando si parla di aids si parla  di sesso, di promiscuità, qualunque sia l'assortimento sessuale della coppia, di mancanza di protezione (un profilattico riduce la possibilità del contagio praticamente a zero, non proprio, ma quasi) non di amore. Non è l'amore a contagiarti ma il sesso non protetto!
Visto che in Italia grazie anche al Vaticano campagne di informazione non ce ne sono ecco una bella occasione mancata per ricordare cosa fare per non farsi contagiare...
Risulta davvero molto difficile pensare all’eliminazione dell’omofobia quando sono le guide spirituali delle comunità a negare questa possibilità.

E anche quando autrici come te mia cara Floriana continueranno a scrivere mancando del tutto l'obiettivo!
 

giovedì 4 novembre 2010

E a me spiace che il figlio di Santanchè abbia lei come madre!

Mio figlio ha 14 anni e sono contenta che sia etero. (...)
Mi sembra evidente che tutte le mamme preferiscano un figlio eterosessuale che omosessuale per due motivi: in primis per un problema di procreazione perché tutte vogliamo diventare nonne; secondo perché auguro a mio figlio una vita più semplice e essere omosessuale la complica.

Lo ha detto, nel corso della trasmissione 'la Zanzara' su Radio 24, il sottosegretario all'Attuazione del programma Daniela Santanchè. (fonte Virgilio notizie)

Ora a parte il fatto che sulla rete è sempre più difficile verificare la fonte delle notizie riportate (non ho trovato la registrazione audio della trasmissione,  quindi devo fidarmi dell'autorevolezza della fonte, altre trascrizioni delle dichiarazioni di Santanchè girano sulla rete, se qualcuno sa come arrivare alla fonte mi contatti per favore) quel che mi sorprende sono i commenti a questi suoi (s)ragionamenti che rimangono sul vago, accusando l'omofobia del sottosegretario, senza entrare in merito alla questione.

Che a Santanchè i gay non piacciano da estrema fascista qual è non mi meraviglia, né mi interessa.  Non solo perchè siamo in uno stato libero e ognuno ha diritto  pensarla come vuole, ma perchè in quanto cittadino, e in quanto gay, non chiedo certo agli altri il permesso di vivere la mia vita come meglio credo dentro e fuori dal letto.
Se il ragionamento di Santanchè ha un vizio di forma perchè offuscato da un pregiudizio allora non è per la causa ma per il buon uso della logica che intervengo.
Che molte madri di figli gay possano temere per i loro figli una vita più difficile è vero, così come temo per i loro figli una vita di solitudine senza una vera famiglia.
Questo perchè per motivi molto diversi, fino ad oggi, per il resto d'Europa fino a una decina d'anni fa, i gay erano incentrati sull'edonismo e consumismo sessuali e anche le mamme sanno che dalle scopate nelle dark non nasce una famiglia...
Ma oggi i gay chiedono di diventare famiglia, e in molti Stati Europei lo sono, le fanno, compresi i figli.
Figli che lo hanno da relazione precedenti con persone dell'altro sesso, oppure fanno in virtù della famiglia che hanno formato col partner omosessuale.
In quanto alla solitudine che nasce dal pubblico ludibrio purtroppo è un serpente che si morde la coda.  Finché non ci saranno mamme contente che il proprio figlio (o la propria figlia, ma Santanchè sembra pensare solo agli uomini, da brava fascista è abituata a pensare che che le donne non contano un cazzo) sia gay piuttosto che razzista, o maschilista, non si potrà certo sperare che gay  e lesbiche possano vivere bene. Ma è un falso problema: chi è contro la violenza, contro la disonestà, contro l'ignoranza, culturale e comportamentale, oggi vive male in questo mondo. eppure nessuna madre si preoccupa se il figlio studia pianoforte...  
Honi soit qui mal y pense
Ma veniamo alla vera BUFALA del ragionamento di Santanchè. Siccome le persone omosessuali scelgono di vivere con partner dello stesso sesso si pensa per questo che siano virtualmente sterili, come disse un annetto fa e oltre il ministro (sic!) Carfagna. Ma le famiglie omogenitoriali sparse un po' ovunque in tutta Europa (e oltre) dimostrano il contrario. D'altronde il nostro è un paese a crescita zero i cui dati stanno cambiando grazie ai figli dei migranti che nascono qui non certo agli italiani\e CHE FANNO SEMPRE MENO FIGLI. Una madre di figlio (di una figlia) gay ha le stesse probabilità di diventare nonna della madre di un figlio (una figlia)  etero.
Se le differenze ci sono è anche grazie a Santanchè e al governo di cui fa parte, che ha partorito la legge sulla procreazione assistita che, tra le altre cose, ha fatto di tutto non solo per umiliare la donna, ma per impedire alle donne lesbiche di fare figli con gli aiuti di Stato.
Di una donna che dice di essere a favore delle donne e poi ne umilia continuamente la componete con un orientamento sessuale a lei non gradito non si può non notare la disonestà intellettuale.
Santanchè potrà anche essere contenta che suo figlio sia etero. A me fa pena quel figlio che ha una madre così piena di odio e così ipocrita.
Non vorrei che un figlio cresciuto con i valori (sic!) fascisti come quelli seguiti da lei e dal suo governo, diventato adulto, possa rivoltarsi contro la madre e arrivare a picchiarla o ucciderla come succede purtroppo in tante famiglie normali.
Potete pure pensare che sia un mio desiderio.
Io so che è solo un'eventualità che mi fa paura.
Ma, come si dice, chi causa il suo mal...


mercoledì 3 novembre 2010

Meglio gay che Berlusconi



Ieri sera c'è stato un sit-in di fronte Palazzo Chigi, sul lato di Piazza Colonna. Ma l'uscita di Berlusconi, per quanto volgare, reazionaria e idiotic come ha detto ieri mattina Julian Moore (rispondendo a una domanda di Maria Pia Fusco) è solo la mossa furba di chi vuole distogliere l'attenzione dia veri problemi del paese. Capisco l'indignazione, ma forse, fare il sit in, al quale ho partecipato anche io, rischia alla fine di fare il suo gioco.
Dovremmo trovare altre forme di protesta e, in quanto gay ricordare al premier di occuparsi dell'Italia e dei suoi problemi, come ha ricordato Niki Vendola.

The Rocky Horror Glee Show: a very first disappointment for a terrific show!

You Know I Do love Glee, since the Pilot. Some episodes are better some are worse, but it's a great show.
Until the latest episode aired in USA October 26th. The entire episode was an hommage to The Rocky Horror Picture Show but the authors made an unbearable, unforgivable mistake: they gave the role of Frank 'N Further to a woman. everything was revolutionary, outraging anti-bourgeois was killed by that switch of genre.
Frank is a sweet transvestite, a sweet Transvestite,  but he doesn't really wear a dress. He's more a bisexual than a transvestite. He sleeps with men and women and he doesn't care if that can be a risk for his masculinity. So he says fuck it I'm a transvestite, I'm not afraid to be like that, I'm so full of sexual energy that I can take the risk of loosing a little of it. 'Cause I've plenty of it because I'm a transvestite from Transsexual Transylvania. He is ALL: man, woman, transvestite, transsexual. Giving that part to a woman,  without reversing all those implication kills the character, gives his extraordinary subversive power away. I'm so disappointed and disillusioned that I want to stop watching Glee!

Wonder why I wrote this post in English...

Anyhow compare the Glee version of it with the original Sweet Transvestite...



martedì 2 novembre 2010

The Kids Are Alright, il film un po' meno

Dal titolo pensavo si trattasse di un film nel quale si voleva dimostrare che i figli di una coppia omogenitoriale stano bene ma, come mi ha spiegato Julian Moore in conferenza stampa, quel kids si riferisce a tutti non solo ai figli.
Sto parlado di The Kids Are Allright (USA, 2010) di Lisa Cholodenko unico film a tematica off Hollywood presente alla quinta edizione del Festival Internazionale del film di Roma.
Il film ha il pregio di mostrare la famiglia composta da due donne, Annette Bening e Juliane Moore, che hanno usato seme dello stesso donatore crescendo insieme due figli (una diciottenne, l'altro quindicenne) come una famiglia normale che non deve dimostrare di possedere gli standard di genitorialità di una famiglia etero. Le due donne sono una famiglia e sono mamme. Punto.
Al contempo però il film ha il difetto di raccontare una storia dove l'omogeitorialità non ha alcun elemento specifico e di spacciare una trama da film anni 50 di corna (grazie Elio!) per novità data la presenza di due lesbiche.

E anche se nel film, come ha risposto Julian Moore alla mia domanda, non si fa una questione di eterosessualità e omosessualità, preferendo la prima alla seconda, ma solo una questioe di sesso coiugale (lesbico) e sesso extraconiugale (etero), nessuno mi leva dalla testa che il film sia sessista.
Il sesso tra le due donne è fatto di routine, di vibratori, di film porno (gay) per eccitarsi, tutto sotto le coperte, mentre Julian Moore si dà da fare con Annette, non vista.
Il sesso extraconiugale, è fatto con un uomo, dove la novità è il cazzo (letteralmente, Julian spoglia il loro donatore di sperma e dice al suo membro benvenuto) secondo il peggiore cliché sessista e maschilista che due donne a letto senza uomo mancano di qualcosa.
Se fosse solo una questioen di routine contro novità, perchè mostrare un'altra copula che il donatore consuma con una giovane ragazza nera, in molte delle posizioni del Kamasutra? A cosa serve quella scena se non a ripristinare l'ordine naturale mostrando quante cose in più si possano fare quando di mezzo c'è un uomo?
Quello che il film sembra dire è che col cazzo è tutto un altro andazzo. La cosa che mi disgusta è che i miei amici froci trovano il film eccezionale (con l'apologia del cazzo che vi si fa a ben vedere non dovrei meravigliarmene più di tanto) e che solo quelli etero notano l'inganno, l'impianto stantio della trama, il sessismo e il maschilismo di fondo...
Sono stufo di lottare su due fronti. I froci sono i peggiori nemici di loro stessi.
Beh, non proprio tutti.

Postilla (del giorno dopo). In sala, durante la conferenza stampa,  una donna alquanto sinistra, più giovane di me ma con delle idee talmente arcaiche da far sembrare Benedtto XVI un rivoluzionario, ha detto che ciò che nel film l'ha meravigliata è come viene trattato il padre.
E' inutile che Julian Moore si è prestata a specificare, come fa il personaggio di Annette Bening nel film, che si è genitori quando si crescono i figli, non solo per averli messi al mondo. Il donatore di sperma secondo la sinistra giornalista non diventa padre quando conosce i sui figli da adolescenti ma lo è a prescindere, per essere il ...proprietario del seme che ha fecondato le due donne.
Per comprendere bene l'assunto vi devo raccontare un po' di trama, quindi ATTENZIONE SPOILER se non volete sapere niente della trama del film non andate oltre.
Laser, il figlio 15enne, (sì si chiama così) ha cercato lui il "padre" che lo ha  concepito nemmeno con un atto sessuale (come dire lui e sua madre si sono piaciuti almeno per il tempo di una scopata) ma che ha solo donato lo sperma. Poi mentre sua sorella che all'inizio era scettica entra più in contato col "padre" il ragazzo mantiene con l'uomo un rapporto freddo (che il padre rispetta. C'è più imbarazzo tra maschi il padre nemmeno lo abbraccia a differenza di quanto fa con la figlia, gli dà solo delle virili pacche sulla schiena o gli mette un braccio sulle spalle). Il rapporto col padre lo porta comunque a notare (da solo però) l'inadeguatezza di un suo amico scemo col quale Laser si accompagna sempre (tanto che le sue due madri hanno pensato possa essere gay) quando questi vuole pisciare in testa (letteralmente)  un cane randagio che incontrano per strada. Laser gli dice che è matto, l'amico gli dà un pungo in faccia e Laser se ne va sputandogli ai piedi il sangue che gli ha fatto uscire.
Quando la famiglia rischia di sfasciarsi perchè Annette, che non è stupida, scopre la tresca che Julian ha con lui, entrambi i figli reagiscono percependolo come un intruso che ha messo zizzania a casa. Così quando, nel finale del film, il donatore cerca di ricucire lo strappo e, dalla finestra, saluta Laser, questi si alza incazzato uscendo dalla visuale del padre. Chiaro il perchè no?
Io ti ho cercato perchè ti volevo conoscere, ti sei messo a fare l'amico e poi scopi con la donna di mia madre, madre di mia sorella, tu che sei padre di entrambi?
La giornalista sinistra si è meravigliata di questa reazione sciorinando il suo manuale di psicologia adolescenziale maschile dicendoci (ammorbandoci) si sa che a quell'età un ragazzino, ha davvero usato questo termine, ha bisogno di una figura maschile di riferimento. Modo davvero pessimo di ragionare, come a dire che se non hai un padre accanto non impari bene a fare il maschio (non a essere uomo perchè sei uomo e non hai bisogno di altri per esserlo, lo sei già!) cioè a come ci si tocca il pacco quando passa una ragazza che ti vorresti scopare...
Invece Laser ha dimostrato esattamente (e questo il film lo dice, ma bisogna saperlo vedere) come, nonostante l'assenza di una figura paterna, sia cresciuto molto più equilibrato del suo amico che è stato cresciuto da un padre bullo che trova divertente le pisciate sui cani (c'è un'altra scena di fisicità padre figlio, il cui contatto intimi è sublimato in qualche modo dagli odori corporei papà hai le ascelle che puzzano di culo bruciato gli dice).
Non che il padre dell'amico bullo di Laser sia per forza un cattivo padre questo il film non ce lo dice. Ci dice però che un figlio per crescere equilibrato può fare a meno di un padre basta che ha una famiglia armoniosa che lo cresce.
In ogni caso il donatore non è padre solo per aver dato lo sperma.
Non lo sarebbe stato nemmeno se avesse fatto l'amore con la madre di Laser per metterla incinta. Un padre è una persona che cresce un figlio insieme alla madre o da solo. E NON IMPORTA IL LEGAME GENETICO CHE HA O NON COL FIGLIO. Un padre è tale anche se il figlio che cresce non è suo. Odio questa espressione. Il figlio è di un padre non per i geni che li accomunano ma per la storia in comune. Perché il padre ha cresciuto il figlio. Il figlio è stato cresciuto da quella persona.
Invece siamo (beh qualcuno di noi lo è) talmente obnubilatati dall'idea aristotelica della famiglia, di una famiglia nominale, astratta, da non prendere in considerazione quella concreta che effettivamente cresce i figli (nel nostro caso due donne) a  non batte ciglio nel vedere quella famiglia sfasciarsi pur di riconoscere posto e diritti a un padre che non c'è mai stato perchè non doveva esserci, il suo ruolo essendo solo quello di donare lo sperma non di fare un figlio.
Mi fa specie che una donna, dinanzi un film che dimostra come l'importante è la famiglia e non la sua composizione di genere, senta comunque il bisogno del maschio, malgrado il film mostri che percorsi alternativi sono possibili.
Mi fa specie anche perchè, nel caso di una coppia omogenitoriale femminile, il percorso non è solo ed esclusivamente lesbico ma, prima ancora e al contempo, un discorso di autonomia femminile, di diritto della donna di crescere il figlio da sola, come fanno tante madri, per scelta o perchè il marito durante il percorso è andato via.
Capisco un po' di più, ma non giustifico lo stesso, se a far notare la cosa è un maschio, come il mio amico Claudio, che si sente messo da parte e vuole rivendicare il diritto del padre.
Nessuno però pensa al diritto del figlio.
Perché è il figlio a decidere di non voler vedere il padre biologico, il donatore dello sperma. Il figlio che non sopporta che qualcuno faccia soffrire sua madre, ma nemmeno la donna di sua madre che per lui è un'altra madre.
Laser è di Julian Moore e quando Julian parla alla famiglia (Annette, Laser e la sorella) per chiedere scusa per quello che ha fatto (andare a letto col donatore di sperma suo e della sua compagna) è il ragazzo a prendere per mano Annette, cioè non già la madre biologica, ma la donna che sua madre biologica ama e che lui ama più del padre biologico, perché lei lo ha cresciuto, mentre al padre biologico lo conosce da pochi giorni.
Quel gesto della mano è il maggior riconoscimento di come gli equilibri familiari non riguardino l'assortimento sessuale dato in natura (ci vogliono un maschio e una femmina per fare un figlio) ma quello dato dalla cultura (in senso antropologico) e dalla storia, la storia della tua famiglia, la tua storia. Anche se Laser ha cercato il padre, anche se sua madre biologica è andata a letto con suo padre biologico e quindi la natura potrebbe reclamare un diritto di priorità, di naturalità, rispetto Annette che non è madre biologica di Laser, Laser prendendole la mano le riconosce il diritto morale di un padre (dico padre perchè la famiglia naturale è femmina maschio). E' te che considero mio genitore dice Laser ad Annette con quel gesto, non mio padre biologico.
E se Laser non vuole saperne del padre biologico, anche se è stato lui a cercarlo, io non ci vedo un ammanco dei diritti del padre, ma l'affermazione dei diritti del figlio. Perché tutti concionano di famiglia ma sanno pensare solamente a una cosa astratta e non sanno vedere invece gli esseri umani che ci sono in ogni famiglia, anche quelle omogenitoriali o quelle omoaffettive, senza figli.
Perché SIAMO TUTTI PERSONE al di là dell'orientamento sessuale. E tutti costruiamo famiglie, che a Benedetto XVI e suoi accoliti piaccia o no.