sabato 14 agosto 2010

La lotta all'omofobia è una cosa seria.

Su Repubblica di ieri si può leggere questa notizia:
Qualche giorno fa, proprio al centro di piazza Venezia, due uomini - 37 anni uno, 24 anni l' altro - alle due e trenta del mattino, sono stati notati da un carabiniere in servizio in zona. Il militare, prima di intervenire ha chiamato il collega. Ma i due giovani hanno negato. «Ancora una volta ci state criminalizzando per qualche effusione», ha iniziato a gridare uno dei due, seminudo, al centro della piazza. «Non è possibile che abbiate questo atteggiamento omofobo». I carabinieri, malgrado le accese proteste, li hanno comunque portati alla vicina compagnia di piazza Venezia e, dopo averli identificati, per i due è scattata una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. «Non conosco la dinamica dell'episodio del bacio sulla spiaggia di Ostia di qualche giorno fa - ha dichiarato il generale Vittorio Tomasone, comandante del Comando Provinciale - ma, in questo caso, non si è trattato di semplici baci. I due stavano consumando un rapporto al centro della piazza. E la misura che abbiamo adottato nei confronti di persone dello stesso sesso sarebbe stata la stessa che avremmo adottato nei confronti di una coppia eterosessuale».
Quando avevo parlato su questo blog del caso di Poetto (Cagliari) (una coppia chiama i carabinieri perché due ragazzi si stavano baciando in spiaggia) leggendo le dichiarazioni di Massimo, uno dei due "discriminati", avevo sollevato il dubbio che forse quel che aveva dato fastidio a Massimo  non fosse il pregiudizio omofobo della coppia che ha chiamato i Carabinieri ma lo spirito berlusconiano del fare quel che ci pare che, a quanto pare, era stato leso.
Mi dispiace dirlo ma ci avevo preso. La coppia dice che i due non si stavano solo baciando, vai  a sapere qual è la verità ma se a Massimo danno fastidio gli eccessi dei Gay pride non è allora così diverso, come mentalità, dalla coppia che ha chiamato i carabinieri... Quel che gli ha dato fastidio non è l'atto omofobo ma l'arbitrio di una copia che poneva un limite al suo comportamento. Già, i limiti del civile convivere. evidentemente il berlusconismo ci ha preso tutti.
Come si può pensare di fare sesso nel mezzo di piazza Venezia? Con Monte Caprino a poche centinaia di metri? E con quale faccia si dice al Carabienere, braghe ancora calate, "omofobo!"?
E' vero ormai che non viviamo più insieme, che non c'è né partecipazione né solidarietà di classe, ma chi crede di poter far sesso in mezzo alla via e poi accusare chi giustamente li arresta di omofobia deve essere isolato e moralmente processato dalla comunità intera.
Primo perché svuota di significato la lotta all'omofobia e, secondo, perché continua a confermare quel che la maggioranza pensa di noi, che siamo degli assatanati di sesso al punto tale da non saperci trattenere nemmeno a Piazza Venezia, anche se sono le due passate di notte.

Ma c'è anche un altro effetto.
La denuncia di queste discriminazioni private, siano blande (la coppia che chiama i carabinieri a Poetto), o da codice penale (i gay pestati a sangue a Pesaro), di fatto costituiscono le uniche occasioni di denuncia di una omofobia che è invece molto più vasta e radicata, magari fisicamente meno violenta, ma altrettanto grave:
l'omofobia dello Stato che non riconosce ai cittadini gay e alle cittadine lesbiche gli stessi diritti riconosciuti agli e alle etero, l'omofobia di uno Stato che rimane in silenzio di fronte i giornalieri attacchi del Vaticano e dei suoi accoliti, che possono vomitare tutto il loro odio omofobo facendo scempio dei principi della nostra carta costituzionale senza che nessuno si periti di zittirli, anche in malo modo.
La violenza istituzionale di un parlamento la cui maggioranza, bipartisan, dei suoi membri propaga un pensiero oscurantista, reazionario, patriarcale, maschilista, sessista e omofobo, continuando a spingere il paese nelle retrovie dell'arretratezza degli anni 50, dove l'omosessualità è considerata una malattia (in barba alla commissione mondiale della sanità)ogni innovazione medica che allevia le sofferenze umane considerata contronatura o, peggio, contro la vita (e un papa che afferma che i profilattici non servono a proteggersi dall'aids andrebbe arrestato per crimini contro l'umanità o internato in un manicomio di massima sicurezza). Dove la morale di pochi viene imposta per legge come morale di tutti.
Troppo comodo additare come omofobi solamente i singoli cittadini, come questa omofobia venisse fuori dal nulla (come pare suggerire la gay help line stessa con la sua pubblicità)  e non fosse coltivata da chiesa e stato, scientemente.
Purtroppo le associazioni omosessuali roane invece di denunciare questo clima medievale della peggiore classe dirigente del mondo occidentale, preferiscono trastullarsi coi bacetti e con casi privati di omofobia, perchè, finanziati da chi si professa omofobo (come Polverini e Alemanno) come possono criticare chi dà loro da mangiare?
L'inverno sarà caldo anche perchè dobbiamo licenziare una volta per tutte questi professionisti dell'omofobia, questi sciacalli che sfruttano le vittime di un paese retrogrado e medievale per un posto al sole, in vista della imminente campagna elettorale (e vedremo chi si candiderà e dove tra i tanti furbi che cavalcano l'emergenza omofobia per una poltrona).
Questi loschi figuri vanno identificati, isolati, pubblicamente sconfessati e destituiti.
perchè quando Alemanno dà i soldi alla gay help line di Marrazzo, il sindaco crede di dare soldi alla comunità gay. Perché quando Alemanno dà i soldi al gay Village di Imma Battaglia, il sindaco crede di dare i soldi alla comunità gay mentre sta favorendo solo dei privati cittadini non certo la comunità.
Per favorire la comunità c'è bisogno di educazione, non di discoteche gay, di (in)formazione fatta per gli etero, non basta solo il sostegno ai gay della help line se non si eliminano le cause del disagio psicologico (prima motivazione che spinge gli utenti della gay help line a chiamare).
L'omofobia la si previene combattendola nelle scuole, negli uffici, pubblici e non, nelle fabbriche, negli ospedali e anche nel nostro parlamento.
Lo possiamo fare tutti insieme, cittadini gay e etero, cittadine etero e lesbiche, trans e bisex, tutti uniti nella più grande epurazione che il movimento glbt italiano aspetta da tempo per poter finalmente comunicare ad esistere.

Ed educare ogni singolo cittadino  che crede che libertà sia fare un po' come cazzo ci pare. Qualunque cittadino, etero, e ahimè, anche gay.
D'altronde perchè mai dovrei fidarmi di un un gay solo perchè abbiamo in comune l'orientamento sessuale?

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