mercoledì 7 luglio 2010

Marrazzo e Battaglia commercianti senza scrupoli

Leggo un articolo alquanto inutile* di Repubblica.

Denuncia dal Gay Village
"Danneggiate tre auto" 

Almeno tre auto sono state danneggiate nella notte tra sabato e domenica, quando al Gay Village si è tenuta la festa in onore del Gay Pride romano. A denunciarlo, su Facebook, Danilo Nota, responsabile diritti civili giovani Idv Lazio, che ha pubblicato le foto dei vetri infranti. Lo stesso ha anche presentato una denuncia ai carabinieri di via Clitunno.

"Hanno spaccato il finestrino della mia Honda Civic per niente - dice Danilo - Hanno lasciato tutto dentro: chiavi di casa, documenti, radio, soldi e occhiali, era tutto a posto. Unico particolare: la mia auto era parcheggiata davanti all'ingresso del Village".

Sul caso è subito intervenuta Imma Battaglia, presidente di Dìgayproject e organizzatrice del Gayvillage, secondo la quale forse bisogna andare a guardare nel mondo dei parcheggiatori.  "Come avviene in tutte le grandi città italiane, c'è un problema: quello dei parcheggiatori abusivi, che litigano in continuazione. Sono anche arrivati ad accoltellarsi".
Cioè non  è colpa degli omofobi ma di quei sporchi parcheggiatori abusivi.
"Abbiamo aumentato la sicurezza - osserva la Battaglia - sabato, in occasione della festa post-Pride abbiamo avuto oltre seimila persone, e alla nostra security non è stato segnalato nessun problema". La Battaglia fa anche notare come sia stato istituito un servizio di navette, tra Colosseo e Gayvillage, che vuole risolvere il problema del congestionamento delle auto: "L'invito è ad usarlo sempre di più, proprio per evitare il problema della sosta". "Il Gayvillage - conclude la militante Glbt - è un luogo stra-sicuro, quindi nessuna preoccupazione".
Cioè "Venite al mio locale non ci sono problemi c'è pure la navetta pagata da soldi pubblici"...
Di parere diverso Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma che offre supporto per sporgere denuncia e conferma di essere in contatto con gli organizzatori della manifestazione e con le forze dell'ordine per fare piena luce sulla dinamica di quanto accaduto". "I proprietari di alcune auto - continua Marrazzo - si sono già rivolti a Gay Help Line per denunciare quanto accaduto, tra cui Danilo Nota".
Cioè "Usate la mia Gay Helpine, pagata anche quella con soldi pubblici. Se non la usate che cavolo l'ho fatta a fare?"
"Se fossimo di fronte - aggiunge Marrazzo - a un episodio di omofobia, per di più a poche ore dalla conclusione del Roma Pride, sarebbe un episodio inaccettabile verso una piazza che poco prima aveva reagito con forza a ogni forma di violenza. Ci auguriamo, quindi, che la dinamica dei fatti sia chiarita al più presto perché la mobilitazione contro l'intolleranza di tutti i cittadini e della comunità lesbica, gay e trans non si fermerà".
Cioè "Magari sono posteggiatori abusivi come ha detto la mia nemica (amica solo per il tempo del Pride)  ma se sono attacchi omofobi (come spero tanto se no la mia gay helpline a che cazzo serve) mi raccomando CHIAMATE LA GAY HELP LINE!"

Ora quando finiremo di dare i nostri soldi a questi commercianti senza scrupoli?




*I giornalisti dovrebbero coordinarsi con le forze dell'ordine. Se si ratta di vandalismo a sfondo intimidatorio meglio tacere pere evitare emuli, se si tratta di ripicca di posteggiatori abusivi una retata di questi dilettanti del pizzo sarebbe più auspicabile di un articolo che non merita più di tre righe in cronaca. La notizia così come è riportata serve solo a fare pubblicità a un esercizio commerciale (Gay Village) e un servizio "pubblico" (cioè pagato con soldi pubblici) che non si capisce bene quale funzione assolva: se counseling per froci pavidi che non sanno come dirlo a mammà (a guardare la nuova campagna pubblicitaria) o strumento di denuncia per aggressioni omofobe nel qual caso, meglio la polizia o i carabinieri...

3 commenti:

Fabio ha detto...

Paesanini me faj morì!

Anonimo ha detto...

Cioè fammi capire: giudichi la funzione della GayHelpLine in base alla pubblicità che viene fatta e non in base alla funzione che essa svolge? E' una pisciata fuori dal vaso, se mi consenti. La linea per i froci pavidi funziona benissimo, per quanto ne so, e svolge una funzione essenziale che per chi, a quanto pare diversamente da te, trova problemi a vivere la propria situazione di omosessuale.La GHL si occupa di lotta alle discriminazioni, di prevenzione, informazione sanitaria, assistenza psicologica e legale (e medici, psicologi e avvocati fanno tutto pro bono, come i counseilors).Diverso è il GayVillage che è tutto commerciale, pagato centesimo per centesimo.
Per favore, saresti un buon blogger se evitassi, pur di colpire l'odiato Marrazzo, di non essere obiettivo.

Alessandro Paesano ha detto...

Nessuno mette in dubbio che ci sono gay (e lesbiche, ma la pubblicità è tutta al maschile) che hanno problemi a fare coming out ma, come ho spiegato in un altro post, la pubblicità non indica le cause di questa paura. O meglio le individua nel contingente, nel privato, nella famiglia o nella società omfobe. Nella sua pubblicità, che dovrebbe essere il momento di massima comunicazione con i suoi potenziali clienti, la Gay help line non ti spiega perchè la famiglia o la società sono omofobe. Dalla pubblicità sembra che i gentiori sono omofobi di per sè così come la scoietà. Mentre le colpe ci sono e sono riscontrabili nella Chiesa, nei fascisti con la loro ideologia di merda, come Alemanno e Polverini, ma la gay help line prende soldi anche da loro come potrebbe criticarli? Così non solo non li critica ma fornisce a questi fascisti omofobi una patente di ...gayfriendevolezza del tutto fuori luogo.

ALLA FACCIA DELLA LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI!!!

Tu elenchi diverse funzioni: prevenzione (di che?), informazione sanitaria (da che si distingue dalla prevenzione?), assistenza psicologica e legale, ma la pubblicità non sottolinea tutte queste funzioni, ma ti dice di chiamare se tu figlio hai problemi a dire ai genitori che sie frocio e tu genitore se hai problemi a dire che tuo figlio è frocio.
Una funzione sociale di aiuto ha chi ha un problema oggettivo come se l'omosessualità fosse un problema di per sé come una malattia o una menomazione fisica e non un problema contingente per motivi sociali. E tutto questo solamente dall'immaginario che la pubblicità evoca!
Tra l'altro ti dimentichi di elencare la chat funzione niente affatto fondamentale per un servizio pubblico. (Non ho nulla contro le chat, anche Io uso le chat ma mi rode il culo che questo strumento di svago venga pagato coi soldi dei contribuenti...)

Se la gay help line fosse davvero quello che dici tu dovrebbe già fare informazione, formazione e tutto il resto nella pubblicità.
Invece per convenienza politica distingue le cause dagli effetti, non parlando dei primi e concentrandosi solo sui secondi.

Tra l'altro non si capisce perchè nella campagna si è scelto l'argomento dei parenti quando dall'ultimo report disponibile (che risale al 2008) le chiamate fatte per motivi parentali sono solo il 2 % delle chiamate totali, quelle legali il 7 % mentre quelle psicologiche e sociali il 46 % e 36 % rispettivamente. Dunque se la maggior parte di chi usa la gay helpline lo fa per problemi psicologici o sociali se la gay helplne facesse davvero lotta ala discriminazione e informazione dovrebbe denunciare i mandanti dell'omofobia. Ma questo nella pubblicità non lo fa. Cccoti spiegati i motivi del mio post.

Io non voglio colpire Marrazzo facendo false accuse alla gayhelpline. Io critico la gayhelpline e il modo con cui viene concepita e pubblicizzata. E accuso Marazzo e Battaglia di usare la campagna mediatica "Omofobia" (gonfiata ad hoc dai giornalisti come questa NON notizia dimostra) per i loro interessi economici e politici come credo di avere spiegato a sufficienza nello spot.

Io potrò non essere un bravo blogger (anche se non ti riconosco l'autorità di dare patenti in tal senso), ma sicuramente tu sei un lettore distratto superficiale e anonimo...