lunedì 12 aprile 2010

Queering Roma deve ancora inziare e solleva già tanti dubbi.

Non fraintendete. Ci andrò, ne parlerò, sarà un'occasione per vedere dei film non distribuiti normalmente e dunque invisibili, è bello ci sia il patrocinio (e i soldi?) della Provincia di Roma, ma... ci sono tanti piccoli dettagli che mi fanno alzare il sopracciglio (come quando si stupisce Mr. Spock...).


Il manifesto
ROSA?

Siamo tornati al 1991 quando Raitre fece una trasmissione speciale su gay e lesbiche, condotta da Gad Lerner,  dove parlarono solo uomini (e Graziella Bertozzo allora presidente di arcilesbica poté parlare solo a fine trasmissione, verso le 23...).
L'immagine delle gambe che si intrecciano non è certo originale ma, soprattutto, è sessista!
I maschietti portano le scarpe da ginnastica e le femminucce i tacchi a spillo.

Bel cliché eterosessista...



I film

Ecco l'elenco dei film in programma.

Programma Queer
                                                           
29 titoli tra lunghi medi e cortometraggi, tutti in formato digitale, anche quelli che in origine sono in pellicola (come lo splendido When Night Is Falling di Patricia Rozema) proiettato in versione digitale non sappiamo per quale motivo (ma sicuramente il digitale costa meno della pellicola).
Un problema tecnico per esperti, direte voi, invece no. Una educazione dello spettatore (della spettatrice) irrinunciabile.
I film al cinema si vedono nel supporto originale, quello digitale sostitutivo va bene per la visione privata casalinga non pubblica. Qualunque sia il motivo un buon festival avverte sempre gli spettatori che il film lo si vede su supporto non originale e, magari, si spiega anche il perchè.

LE TRAME

Leggendo velocemente tra le varie sinossi mi sono imbattuto in diverse ...amenità.


Sabato 24 Apr. in SALA 2 alle Ore 18 si proietta
Transgender elettronici di  Federico Ercole - (Italia, 2010, Doc., Betacam SP, 50’, col.)
che parla di 


Raccontare le proprie emozioni a contatto con l’immateriale elettronico: videogiocatori gay, critici videoludici e appassionati di videogame trattano il tema dell’omosessualità virtuale, fondata sul travestimento insito in ogni videogame, dove ognuno di noi si può riconoscere.

L'omosessualità fondata sul travestitismo?!?!?!


Siamo ancora a questo? I froci so travestiti ?!?!?!?!?!?!?!?!?! 

mmmm 
Eppure il cinema americano off Hollywood e più di qualche annetto fa aveva detto una parola DEFINITIVA sull'argomento...


Ai curatori del festival sarà sfuggito l'inappropriato accostamento (e poco importa se a loro la sinossi è arrivata così com'è... bisogna sempre leggere quel che si pubblica... anche o soprattutto quando non è farina del proprio sacco).

 Insomma il Festival deve ancora cominciare e ci sono già tante piccole cose che non vanno...


3 commenti:

Massimo ha detto...

ciao Alessandro
Sono Massimo e con l'associazione Armilla organizzo Queering Roma. Ti scrivo per rispondere alle tue domande.
Intanto la Provincia. Si, finanzia la manifestazione, altrimenti non sapremmo come organizzarla.
Il cinema costa, i film e i sottotitoli pure, le locandine, chi le porta.. costa tutto. Visto che si tratta di una rassegna dichiaratamente lesbogaybisextransqueer dobbiamo considerare la scelta di Zingaretti e dell'Assessorato un atto politico importante, visto anche il panorama politico.
Rosa? sì, rosa. Non sarà originale associarlo ai gay ma è sessista decidere di non usarlo perché fa gay. Quindi lo rivendichiamo. Il famigerato triangolo rosa è il simbolo di un genocidio ma oggi indossarlo è segno di orgoglio; il termine queer era un insulto ma la comunità lgbt lo ha trasformato in una parola che significa diversità senza modelli.
Le scarpe: scusa su questo non trovo giustificazioni e non so come risponderti, però mi pare giusto un pochino pretestuoso... i tacchi li mettono pure le lesbiche. Le scarpe da ginnastica sono un cliché? E se ci fossimo messi i mocassini? Ah, due degli otto piedi sono i miei.
Il betacam è digitale, ma non è un dvd, è in altissima definizione e costa meno della pellicola. Il film verrà direttamente da Torino (come gli altri), anche loro lo proiettano in beta, e non è esattamente un festival periferico ma il più antico d'Europa. E' specificato ovunque il formato, anche sul sito, e lo sarà sui programma di sala, quindi su questo, mi spiace ma ti sbagli.
Sull'educazione dello spettatore, visto lo spazio, preferirei parlarne davanti a un caffé, è cosa troppo complicata per cavarsela con due battute.
Infine, il travestimento tipico del videogame, non allude a quello da cliché con la parrucca e tacchi, ma all'idea di travestimento in sé, di simulazione, dell'essere nei panni di.
Ti dico che è una fatica boia organizzare questa manifestazione e di errori ne faremo tantissimi e di ben più gravi (!), ma credo che solo chi fa le cose sbaglia, e ovviamente se ne prende l'onere. Si dice sempre che a Roma "nun se move na foja", che ci sono sempre le stesse cose.
Noi ci stiamo provando, speriamo vada più o meno bene, e che non manchi ogni tanto qualche pacca sulla spalla (intanto provo da solo).
Se le persone verranno, se si divertiranno, se rifletteranno o si commuoveranno, sarò contento anch'io. Sarebbe una vittoria, perché potrei pensare di aver contribuito a diffondere un po' di più la cultura lgbtq, che a Roma è sempre poca, e di aver fatto (un po') contenti lesbiche, trans, froci come me. Lo sai che tutto sommato non è poco?
Spero di vederti al cinema
ciao
Massimo

Alessandro Paesano ha detto...

Ciao Massimo, grazie per avermi risposto intanto.

Al cinema verrò sicuramente e sarò spettatore attento dei film da voi scelti e proposti ne scriverò anceh su internet e non solo sul mio blog...

Sono contento che la Provincia vi abbia finanziato il festival. Se lo facevo notare era solo per dire che, visto che si tratta di soldi pubblici e non privati, beh scusami ma mi sento un po' più in diritto di farvi le pulci...

Rispetto la scelta del colore rosa credo che se il festival si rivolge non solo alla comunità gay ma a tutti i e le romane qualche parola in proposito avreste dovuto spenderla di più.
Dubito che molti anche tra i gay e le lesbiche colgano il sottile riferimento, importante e colto, che giustamente tu rivendichi. Per molti temo rimarrà un cliché come quello usato un paio di anni fa ne "I cesaroni" quando uno dei protagonisti si finse gay per cuccare più ragazze vestendosi con l'immancabile maglioncino rosa (e non mi dire che gli sceneggiatori dei "Cesaroni" hanno pensato al rosa dei triangoli nei campi di concentramento...).

In quanto alle scarpe non fare finta di non capire.
Certo che le lesbiche si mettono i tacchi a spillo. Sono donne anche loro dopotutto...
Io criticavo l'attribuzione di un tipo di scarpa in base al sesso di appartenenza... Il mocassino sarebbe stato lo stesso.
Tanto più che poteva farsi il gioco più facile ma meno sessista della scarpa col tacco a spillo fatta mettere all'uomo...
Così come sono i due manifesti sono sessisti: le donne mettono scarpe da femminucce e i gli uomini scarpe da maschietti...

Il betacam è digitale, ma non è un dvd, è in altissima definizione e costa meno della pellicola. Il film verrà direttamente da Torino (come gli altri), anche loro lo proiettano in beta, e non è esattamente un festival periferico ma il più antico d'Europa.

Lungi da me dire che voi siete "meno" di Torino,
Io critico la scelta di proiettare un film non nel supporto originale SOLAMENTE PER RAGIONI ECONOMICHE me lo confermi tu nella risposta che dai.
Se mi avessi detto che When Night Is Falling non potevate averlo in pellicola ma ci tenevate tanto ad averlo in rassegna e lo avete preso anche in beta lo avrei compreso, ma, francamente, piuttosto che vedere il film non nel supporto originale meglio non vederlo.

(segue)

Alessandro Paesano ha detto...

(segue da commento precedente)

E' specificato ovunque il formato, anche sul sito, e lo sarà sui programma di sala, quindi su questo, mi spiace ma ti sbagli.

No Massimo, non mi sbaglio.
Lo spettatore saprà solo del supporto in cui avverrà la proiezione, ma non sa che il supporto originale è diverso.
Mica avete scritto "When Night Is Falling in origine è in 35 mm ma al festival lo proiettiamo in digitale...!"
Dite solo che lo proiettate in quel formato. Beh la gente magari pensa che sia il formato nativo... Capisci qual è l'ambito della mia critica?

Sono d'accordo con te che l'educazione dello spettatore è questione seria che non si risolve con due battute ma dall'impianto del festival, dalle feste ad esso collegata, dall'assenza di un programma culturale parallelo alle proiezioni (tra l'altro divise quasi rigorosamente tra quelle gay e quelle lesbiche perchè non un programma misto?) con dibattiti tavole rotonde o con forme nuove e meno viete di formazione culturale invece elle solite feste in discoteca, si capisce il tipo di modello cui fate riferimento e, perdonami, visto che c'è la provincia di mezzo, sono ancora più critico.

Non basta far vedere film queer gay e lesbici al pubblico bisogna anche informarlo e formarlo... Questo intendevo.

Non fraintendermi sono felice che si faccia il festival a Roma, verro a vedere tutti i film, ma leggendo certe dichiarazioni dell'assessore nel programma online o anche i toni sull'evento facebook ("i primi", "cultura") mi sono sentito in dovere come cittadino informato di mettere qualche puntino sulle i.

Infine, il travestimento tipico del videogame, non allude a quello da cliché con la parrucca e tacchi, ma all'idea di travestimento in sé, di simulazione, dell'essere nei panni di.

Non conosco il film, non so di cosa parla, però basandomi su quel che è scritto nella sinossi sono rimasto un po' perplesso...
Se il travestimento è quello tipico da internauta non capisco il collegamento con mondo gay...

Se le persone verranno, se si divertiranno, se rifletteranno o si commuoveranno, sarò contento anch'io. Sarebbe una vittoria, perché potrei pensare di aver contribuito a diffondere un po' di più la cultura lgbtq, che a Roma è sempre poca.

Credo che far vedere dei film sia solo la punta dell'iceberg, che per promuovere la cultura lgbtq (qualunque cosa questo significhi...) ci voglia ben altro che invitare delle persone a vedere dei film...
E poi credo che la cultura lgbtq abbia molto da dire anche sulla cultura etero su quella ufficiale sul sessismo che vi impera sull'omofobia e sul patriarcato che diffondono, altrimenti si rischia di rimanere un po' provinciali e naïf, ma anche questo è un discorso lungo da affrontare ora.

In ogni caso La pacca sulla spalla te la darò molto volentieri se avrò il piacere di conoscerti durante il festival.
Per ora ti auguro buon lavoro e in bocca al lupo perché tutto vada per il meglio e ci siano file di persone che rimangono fuori perchè le sale sono stracolme.