sabato 3 ottobre 2009

L'antifascismo e il fascismo dei compagni. Ovvero io sto con Paola Concia

 Arrivo alla fiaccolata di WHAD in ritardo.
C'è Paola Concia che parla di Casapound. Sembra un colloquio con gli astanti su molti temi, si parla sereni, tranquilli, aperti. Io un po' mi innervosisco. Paola minimizza su Casapound, almeno così mi sembra. Glissa sul comunicato stampa, su molti punti. Sulla richiesta di cancellare le disposizioni transitorie, sul paragonare le discriminazioni contro i gay a quelle contro i fasci (poverini!). Poi Paola Saluta, raggiunge degli amici, intanto riprende il tema della fiaccolata: lettura di pagine gay lesbo trans davanti al parlamento. Guido e Lorenzo leggono prima di me. Poi è la volta mia. Leggo una poesia suggeritami da un amico, l'unico che ha risposto alla mail che ho mandato qualche giorno fa nella quale chiedevo suggerimenti sulle letture possibili da fare. Così, visto che Claudio non può venire, leggo io la poesia che mi ha suggerito, al posto suo.


Poi è la volta di un pischello, sulla ventina, classica voce maschia dall'accento romano. Chiede di Paola concia, perché le vuole dedicare la lettura.
Legge un brano da Bande nere il libro di Paolo Perizzi sul nazifascismo. Un elenco di atrocità istituzionali. Paola ascolta, fa delle facce come per dire ammazza che roba, è imbarazzata, ben disposta, serena, allegra.  Ne inizia un battibecco che non riesco a sentire bene, perché alcuni danno manforte al pischello, dicendo bugie, come Marco, che dice che Paola ha firmato addirittura  un accordo con Casapound.
Mi giro, lo guardo. Gli dico che sta mentendo.
Mi risponde che siccome gli ho dato del fascista in passato, solo perché ha aperto bocca (veramente glielo detto quando ha applaudito, assieme a tanti altri,  a qualcuno che stava interrompendo un intervento semplicemente perché non era d'accordo con quello che l'interrotto stava dicendo) dice che con me non ci parla (cicca cicca cicca). Lo fa con un tono intimidatorio. Gli rispondo che ho fatto bene a dargli del fascio se ha questo atteggiamento. Intanto nella piazza la discussione è degenerata: Paola freme, il pischello le oppone il suo muso da compagno, è incazzato, ha anche ragione, ma ha lo stesso atteggiamento da depositario universale della verità che farebbe innervosire chiunque. Infatti Paola se lo prende e se lo porta a discutere privatamente. Ne nasce un tafferuglio. Gli amici del pischello parlano di aggressione vogliono chiamare la polizia (capirai Paola è un deputato...). Io sono dispiaciuto per Paola perché ha ceduto così facilmente alla provocazione. Al suo posto credo avrei risposto alla provocazione allo stesso modo.
 Capisco la rabbia, il ludibrio e l'indignazione. Sono anche i miei. Fra tutte le motivazioni politiche che potrei addurre vi do la più personale, io non voglio risolvere i problemi esistenziali dei fascisti così, per quanto mi riguarda, se un fascista non vuole sentirsi discriminato basta che non sia fascista e il problema è bell'e risolto.
Ma da quando milito con whad, ho sempre e solo sentito i compagni proporsi con modi arroganti, con toni di sufficienza, con minacce vestite da critiche sulla mia persona e quella degli altri di whad, un atteggiamento antidemocratico, dogmatico, violento, arrogante, stupido, cinico, irrispettoso, in una parola fascista. Non ho avuto  a che fare coi fasci (per fortuna) ma coi compagni e lo scontro è stato doloroso. Il fascismo è anche di chi crede di avere ragione e di avere capito tutto e non solo ti critica ma, se potesse, vorrebbe impedirti di fare quello che fai, ma, non potendolo fare, ti insulta, critica la tua persona per criticare il tuo operato, ti sminuisce. E il fascismo di sinistra: mi fa paura e mi fa vomitare.

Quel fascismo che si aborre e che poi, nei modi, nei valori, nell'essenza si ha nel sangue. E mi dico che il fascismo ce lo abbiamo in casa. Che il dialogo coi fasci, fatto a titolo privato, non come whad, da alcuni partecipanti  a whad, provoca reazioni fasciste. E ancora una volta penso  a Pasolini, e a quanto avesse ragione e credo che per guanto sia comunista, marxista,  trotskista, io sto con Paola Concia e non con quel ragazzino alto un soldo di cacio che dava del tu a una donna adulta, deputato del parlamento, urlandole in piena faccia questioni condivisibili, se dette con altro tono.