giovedì 31 dicembre 2009

Johnny Alexandre Abbate, facebook o degli sboroni

L'altro ieri, sul gruppo di facebook sulla seminarista sfranta, leggevo un carteggio pubblico tra Johnny Alexandre Abbate, fondatore del gruppo e Oren Orel che informava i membri del gruppo che stava discutendo con me sul mio blog per le osservazioni che avevo fatto sul seminarista presunto gay (che andavano ben al di là del gruppo facebook, ma tant'è).
Johnny rispondeva pregando i membri del gruppo di non rispondermi perchè lo avevo offeso nel mio articolo.

Basito scrivo un breve messaggio al suo profilo facebook.


Ciao Johnny, dov'è che ti avrei insultato nel mio articolo (che poi è un post...)?


il giorno dopo ottengo questa risposta

Salve, mi chiamo Emanuele e sono il webmaster del sig. Abbate. Gestisco i suoi siti e quando possibile rispondo personalmente alle mail.

Il sig. Abbate è al momento impegnato in una mostra fotografica a Roma e sono impossibilitato nel dirLe quando potrà rispondere personalmente.
Nel caso voglia segnalarmi il post di cui parla, provvederò a darLe maggiori informazioni a riguardo. Se ritiene urgente la questione può lasciarmi un Suo recapito telefonico.

Buone Feste
Emanuele Badalamenti.


Alla quale replico con poche righe


Salve


Non sapevo ci fossero wembastser anche su facebook né che i webmaster rispondessero per conto degli autori sui contenuti dei loro siti (tantomeno di facebook).


La ringrazio per la sua disponibilità, ma è a Johnny che ho scritto e aspetto una risposta da lui e solo da lui, se e quando mi vorrà rispondere.


Cordialmente,

Alessandro Paesano


E oggi infine ottengo questa risposta-ultimatum


Salve,
per rispondere alla Sua mail precedente:
Un webmaster gestisce tutto quello che è assimilabile sotto il termine "web". Se una marca di biscotti ha un sito ufficiale, un gruppo su Facebook, o un canale su Youtube, il webmaster andrà a operare su tutti questi livelli di promozione. Avrà notato che il presente profilo è a conti fatti un profilo lavorativo e promozionale, così come i vari siti ufficiali del sig. Abbate e altri profili promozionali. Sarebbe svilente per me (e offensivo per Lei) farLe lezioni sulla promozione via web e su cosa significhi webmaster e promoter.

Riguardo il rispondere al posto del sig. Abbate, come già specificato prima, rispondo "quando è possibile" e non rispondo di certo alle sue cose personali, per le quali ha un profilo privato riservato solo a familiari e amici stretti.

Post promozionali e risposte "meccaniche" sono di mia responsabilità.

Andando al dunque mi pare di capire che la questione che Lei mi sottopone è estremamente importante ed urgente, per questo Le rinnovo l'invito a chiarirmi l'accadimento, e io farò quanto possibile per aiutarLa.

Deve capire che il mio lavoro consiste anche nell'alleggerire il lavoro del sig. Abbate, e ho la chiara direttiva di sbrigare "qualsiasi" questione senza necessariamente doverlo disturbare (e sarebbe inutile dato che verrebbe meno il senso stesso del mio lavoro).

Se vuole comunicare il prima possibile con il sig. Abbate (come mi pare di aver capito), La invito nuovamente a lasciarmi un Suo recapito telefonico e La farò richiamare subito dopo le feste (7 gennaio). In caso di risposta negativa, La ringrazio per l'interessamento e le auguro buone feste.

Emanuele.


Poco o niente intimidita gli rispondo così:

Facebook non è un sito ufficiale...
e il profilo di Abbate è n profilo come tutti gli altri. Privato
dove si evince che è un profilo lavorativo e promozionale?

Ho scritto a Johnny Abbate e mi risponde un altro...
Che si qualifica come webmaster e ora come segretario particolare. Manco l'Abbate fosse il presidente della repubblica.
Già questo è un modo di rispondere o non rispondere.
Io a lei non devo rendere conto di nulla. Non è a lei che ho scritto e non è con lei che voglio parlare.

Fine della questione.

Alessandro Paesano


Puntuale la sua risposta


Le basterebbe dare un'occhiata al profilo per accorgersi che Abbate è un fotografo ed un musicista, e tramite questo profilo (E TRAMITE IL SUO SITO UFFICIALE, ED ALTRI SITI) si promuove. Che un profilo sia privato o meramente promozionale si capisce dal fatto che Le ho fatto presente questa cosa nella mail precedente. Spero che ora questo punto sia chiaro.

Le riassumo per evitare equivoci:
1) Io sono un webmaster e promoter (e non un segretario particolare. non voglio pensare che questa definizione sia volontariamente offensiva)

2) Promuovo un prodotto tramite il canale di internet, con ogni forma possibile (sito ufficiale, facebook, myspace, e-mail, banner e quant'altro). C'è persino un profilo sulla Nutella su Facebook. Non mi dica che ignora il fatto che è un profilo promozionale fatto dall'ufficio comunicazione dell'azienda stessa. In ogni caso qui la questione è simile. Solo che non si vende cioccolato, ma un altro tipo di prodotto. (Mi perdoni il mio lessico un pò freddo che tende a considerare "prodotto" qualsiasi cosa. Sono laureato in Marketing ed è cosi che devo ragionare quando lavoro).

3) Ho fatto il possibile per venirLe incontro e il mio non è stato un "modo di non rispondere". E' Lei che insiste nel non farmi capire qual è il Suo problema. Penso sia chiaro che la "non risposta" è la Sua.

4) Non c'è da parte mia, nè da parte del sig. Abbate la volontà di farlo passare per il Presidente della Repubblica. Lo dimostrano le mie risposte più che cortesi e disponibili.

5) Non ho mai detto che Lei deve rendermi conto di qualcosa. E' Lei che mi ha scritto. E' Lei che ha posto il problema. E io Le ho detto più volte che se non mi dice qual è il problema, non posso risolverlo. Nessuno L'ha contattata chiedendole di dare conto di qualcosa. Fino a prova contraria è Lei che ha scritto. Spero che questo punto sia chiaro.

6) Che Lei non fosse interessato a parlare con me ma con il sig. Abbate, è chiaro. Chi scrive qua è perchè è interessato a parlare con lui. INFATTI fin dalla prima volta Le ho chiesto di lasciarmi un Suo recapito in modo tale che io lo possa passare alla persona con la quale Lei vuole parlare. Ma non c'è stato niente da fare. Io ho fatto il possibile e l'impossibile per comunicare con Lei, ma a quanto pare è Lei che non vuole ottenere ciò che mi chiede.

Le auguro nuovamente buone feste.
Emanuele.


Vi rendete conto la supponenza della gente fin dove può arrivare?
Ho sempre pensato che se dai a un italiano un po' di potere questo si crede chissà chi. Oggi mi rendo conto che anche senza avere potere alcuno un italiano medio si sente sempre più importante dei suoi simili...

mercoledì 30 dicembre 2009

Scalfarotto e Cuccarini...

Grazie a Dario leggo questo post di Ivan Scalfarotto, vicepresidente del PD:
Dall’ultimo numero di Vanity Fair, le dichiarazioni di Lorella Cuccarini:

D: Lei è un’icona gay: è favorevole o contraria alle nozze fra persone dello stesso sesso?
R: Contraria. Bisogna regolamentare le unioni ma il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna. Vale lo stesso anche per le adozioni: un bimbo ha bisogno di una madre e di un padre.

La cosa che trovo sconvolgente in tutto questo, non è tanto che una signora senza particolari competenze in materia si limiti a riproporre a mezzo stampa triti luoghi comuni senza uno straccio di giustificazione scientifica o morale. Quello che mi fa davvero pensare è quanto poco la nostra comunità sia rispettata se una persona che dai gay italiani è stata sempre entusiasticamente sostenuta, anche in momenti di non particolare splendore professionale come questo, non si ponga nemmeno il problema di rispettare e anche di compiacere, magari anche senza crederci, il proprio azionista di riferimento. E’ come se un politico dell’UDC sparasse a zero sui cattolici o un sindacalista della CGIL prendesse a pesci in faccia i metalmeccanici.

In un paese diverso dal nostro, uno di quelli dove dove la coesione della comunità GLBT ha attribuito alla stessa forza e autorevolezza, i gay e tutte le persone che li amano e li sostengono (padri e madri, fratelli e sorelle, parenti, amici e colleghi) farebbero una cosa molto semplice: cesserebbero con effetto immediato di svolgere qualsiasi attività che induca a Lorella Cuccarini un qualsivoglia ritorno economico. E la carriera di icona gay della Cuccarini finirebbe qui. Semplicemente.

C'è da mettersi le mani nei capelli!

Gli scrivo una risposta, equilibrata e non aggressiva come al mio solito (ehm)... (per leggerla cliccate qui se noi poi come fanno a dirmi che sono autoreferenziale?).

Qui vorrei invece riflettere a mente più serena con tutti voi (Voi? Voi chi?) la inconsistenza politica su cui si basano le considerazioni del vicepresidente del PD.

La cosa che trovo sconvolgente in tutto questo, non è tanto che una signora senza particolari competenze in materia si limiti a riproporre a mezzo stampa triti luoghi comuni senza uno straccio di giustificazione scientifica o morale

Partiamo dalla fonte. Vanity Fair. Un giornale che
certo non brilla per competenze scientifiche e morali. Un giornalaccio che anche io ho comprato, qualche volta, da frocio, perché in copertina c'erano Ryan Philippe o Tom Cruise (no, non perché vi scrive anche Mina...). Non certo una fonte di informazioni scientifiche o morali...

Ora è vero che Lorella Cuccarini si è limitata a dire come la pensa lei senza spiegare il perché. Ma è un vizio che abbiamo tutti avallato dalla tv dove ognuno esprime qualunque opinione su qualunque argomento senza averne le competenze.
Però, scorso il curriculum di Scalfarotto, a esser pignoli, le sue competenze scientifiche in fatto di adozioni ed esigenze dei bambini sono le stesse di Cuccarini...

Allora diciamo che forse il casus belli è di natura politica prima ancora che scientifico o morale...

Anche perché le considerazioni che Scalfarotto fa subito dopo non sono propriamente scientifiche (nel senso di rigorose...)

Quello che mi fa davvero pensare è quanto poco la nostra comunità sia rispettata se una persona che dai gay italiani è stata sempre entusiasticamente sostenuta, anche in momenti di non particolare splendore professionale come questo, non si ponga nemmeno il problema di rispettare e anche di compiacere, magari anche senza crederci, il proprio azionista di riferimento.

Cuccarini è stata forse "rispettata e sostenuta" perché fautrice di aperture verso il mondo gay? No.
E' stata sostenuta perché ballava e cantava.
Ora così come non a tutti i gay piace Cuccarini (come al sottoscritto) non tutti quelli cui piace Cuccarini sono gay.
Bel luogo comune dunque quello dell'icona gay. Decisa da chi? In quale ambito?
Dunque c'è un pubblico vario con una parte gay che la sostiene perchè balla e canta ma siccome la signora è personalmente contraria ai matrimoni gay il pubblico gay dovrebbe boicottarla.
Attenzione però.
Non la si boicotta perché Cuccarini dice delle sciocchezze (come in realtà fa) ma perchè

non si pon(...)[e] nemmeno il problema di rispettare e anche di compiacere, magari anche senza crederci, il proprio azionista di riferimento.

Quindi visto che Scalfarotto parla di morale per lui è preferibile una persona che dice qualcosa che non pensa per far piacere al suo pubblico (o, a una parte del suo pubblico) piuttosto che una dice quel che pensa senza temere le reazioni del suo pubblico.
Quindi se i fascisti si inventano che Cuccarini è un'icona fascia se lei non sostiene Mussolini deve essere boicottata dai suoi
azionisti di riferimento?
Ma di che parla Scalfarotto?
I fan gay e non di Cuccarini sono un pubblico di acquirenti che comprano o non comprano i dischi (per esempio) per quel che i dischi valgono o non valgono. Discorso diverso è se nei dischi c'è un contenuto omofobo. Allora il disco è dai boicottare.
Ma boicottare Cuccarini solo perchè ha una opinione avversa ai matrimoni gay che on ha nessuna conseguenza pratica perché Cuccarini non è un politico che può favorire o contrastare una eventuale legge pro matrimonio gay né è una opinion leader in quel campo, è una sciocchezza bell'e buona.
Anzi mi sa tanto di minaccia, di mentalità berlusconiana. Io compro i tuoi dischi se non la pensi come dico io smetto di comprarli.

Scalfarotto come tanti italiani, gay e non, berlsuconiani e no, non distingue più tra vita (e opinioni) personali e vita pubblica in questo caso artistica.

Infatti Sclafarotto subito dopo fa un esempio sbagliatissimo

E’ come se un politico dell’UDC sparasse a zero sui cattolici o un sindacalista della CGIL prendesse a pesci in faccia i metalmeccanici.

A Scalfaro', Cuccarini non è un politico né una sindacalista è una ballerinaaaaaaaaaaah

Di più mi fa specie che tale ragionamento lobbistico, nel senso più bieco del termine, dunque quasi mafioso, venga dal vicepresidente di un partito politico di un sistema elettorale come quello italiano dove gli elettori non scelgono più i candidati.

Secondo le premesse di Scalfarotto hanno più negoziabilità politica i gay "azionariato referente" (sic!) delle icone gay che gli elettori dei deputati e senatori italiani...

Per il vicepresidente del secondo partito d'Italia non c'è male...

In un paese diverso dal nostro, uno di quelli dove dove la coesione della comunità GLBT ha attribuito alla stessa forza e autorevolezza, i gay e tutte le persone che li amano e li sostengono (padri e madri, fratelli e sorelle, parenti, amici e colleghi) farebbero una cosa molto semplice: cesserebbero con effetto immediato di svolgere qualsiasi attività che induca a Lorella Cuccarini un qualsivoglia ritorno economico.

Che provincialismo! Che naïveté.
Infatti Cuccarini è una potentissima multinazionale che fa sfracelli contro i gay...

E la carriera di icona gay della Cuccarini finirebbe qui. Semplicemente.

E torniamo all'inizio del post. E' lui che prima dà la corona di icona gay a Cuccarini e ora sogna di togliergliela perchè lei ha esercitato il democratico diritto di esprimere la propria opinione, per quanto indigesta o cretina possa essere.

Magari uno potrebbe cercare di contattare Cuccarini, confrontarsi con lei, spiegarsi, farle capire che sbaglia. Le stesse frotte di gay e di amici dei gay potrebbero scriverle, raccontando le loro storie omogeniotoriali.., e perorando la loro causa.
Il nucleo centrale del post di Scalfarotto non è che Cuccarini ha detto una cazzata è va dunque censurata, ma che Cuccarini parlando male del suo azionariato di riferimento va boicottata.
Non importano i valori di per sè.
Se Cuccarini non fosse stata una icona gay poteva allora tranquillamente dire che i gay non possono sposarsi.
Non importano le idee ma i rapporti di potere tra chi le erpsime e chi sostiene quella persona.

PURO BELRUSCONISMO.

Vi rendete conto della qualità politica, dello spessore culturale (inesistente) di questo ragionamento, del post di Scalfarotto, del vicepresidente del PD?

Questo paese è morto.
L'opposizione è più scema della maggioranza e disquisisce del sesso degli angeli mentre in Italia le trans vengono ammazzate, i giovani in carcere pure, ma noi comunità gay veniamo rimproverata della nostra inerzia politica perchè non boicottiamo Cuccarini che è stata tanto tanto cattiva!

Come diceva mia sorella ai froci (a certi froci) in culo gli entra ma in testa no...

domenica 27 dicembre 2009

Ancora sulla seminarista...

Ecco un po' di commenti da youtube al video di JhonnyAlexAbbate...

eustachio79

eustachio79 (4 minuti fa)
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hahahah bravi sta gente va solo che ridicolizzata e presa per il culo se lo merita, dovremmo fare un programma a puntate su youtube che fa la parodia del papa :-) come in spagna fanno in una tv pubblica
Beppez81

Beppez81 (9 ore fa)
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bravissimi !!! mascheriamo sti lupi vestiti da pecore (strapiene di oro)
un abbraccio forte e sempre

FREE LOVE
vickyfontes

vickyfontes (1 giorno fa)
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Poi, se vogliamo dirla tutta....la faccia del seminarista non mi sembra che voglia dire niente altro che spavento....ormai in questo mondo accade di tutto e nella messa di Natale non si spera qualcosa simile a quello acaduto. Per me ti stai ridiculizando piu te con un comento e filmato così. Un gay non è quello che annunciano come "colorito" del gay pride, o che urla come disperato....e semplicemente una persona con preferenze sessuali diverse dal comune...non dal normale...capito?

La seminarista spaventata? No grazie!

Quando avevo 25 anni e stavo all'università ero impegnato politicamente in un movimento glbt universitario denominato L'oro di Roma dove "oro" era l'acronimo di Orientamento Ricerche sulle Omosessualità con quel plurale del quale ci fregiavamo come di un fiore all'occhiello.
Allora, ma ancora oggi dopotutto, pensavo che omosessuale fosse un aggettivo e non un sostantivo perché non siamo tutti omosessuali allo stesso modo, così come siamo tutti uomini o donne, di razza caucasica o nera, etc.

Il 24, un giovane seminarista, dinanzi alla caduta del papa, viene immortalato dalle telecamere mentre ha un sincero moto di preoccupazione che gli fa portare una mano sulla bocca e poi, quando il papa si rialza incolume, trae un sospiro di sollievo.

Ecco il video.



Uno spavento legittimo per chi crede nell'importanza della figura del papa o no?

Per molti un gesto non da macho, subito letto in chiave gaya, non solo dal commentatore che sorride mentre fa la telecronaca, ma anche dai compagni e compagne gay  e lesbiche che non sorridono per la tenerezza che questo giovane può fare, ma ridono semplicemente di lui facendo della volgare (perché gratuita) satira.

C'è chi si limita a sottolineare l'effeminatezza non solo del gesto ma dell'intera persona



C'è chi trae sputo per compilare un pamphlet politico contro la chiesa e i suoi accoliti...



I miei complimenti!
Qui non siamo solo in piena omofobia ma in pienissimo maschilismo che dell'omofobia è la premessa l'omofobia essendone il corollario.
Purtroppo da quanti lati cerchi di guardare questi video non posso non provare delusione incazzatura e nausea per il dileggio con cui è stato trattato il seminarista.
E' un po' come quel gioco fesso e superstizioso di "passarsi una suora" quando ne vediamo uno perché, "si sa" le suore "portano sfiga" (sic!).
Preti e suore sono buffi, fanno ridere, forse per quell'ammanco di autorevolezza che deriva loro dall'aver scelto di non usare il sesso (almeno nominalmente).
Son visti strane creature da guardare un po' come gli animali allo zoo, o al circo, perché si pensa che chi non usa la propria sessualità sia più fesso di chi la usa (non importa come...).

Quindi un gesto che trapeli un preciso orientamento sessuale (sic!) viene visto come distonico e fa ridere.

Ma perché un atteggiamento istintivo, spontaneo, non da macho, deve far ridere?
Perché ridiamo del seminarista?
Perché per qualcuno che mal sopporta i preti gongola nel sapere che un prete sia frocio (cosa negativa naturalmente, visto che ancora oggi si usa questo termine per offendere)?
No, peggio!
Perché per tutti il suo comportamento non è normale non è da uomo e quindi buffo e ridicolo...
Ora che lo pensino gli etero, poverini, lo capisco, son stupidi, cretini, ma che lo pensino gay e lesbiche, che sono vittime dello stesso sistema di valori (sic!) mi fa orrore mi fa venire voglia di vomitare (possibilmente addosso a loro...).

Finché anche per i froci l'atteggiamento del seminarista è da leggere precipuamente in chiave gay abbiamo poco da combattere l'omofobia degli altri... L'abbiamo in casa e non ce ne siamo nemmeno accorti...

Già in passato un ragazzino di 13 anni si è suicidato perché, non avendo un atteggiamento proprio da macho, pur senza essere gay, non sopportava il dileggio di chi ogni giorno lo inquadrava in quel modo.

Se schecchi sei frocio sembrano pensare i miei colleghi gay  e lesbiche in barba a tutti quelli che, pure avendo un orientamento sessuale etero, scheccano qualunque ne sia il motivo...

Un modo di vedere (e pensare) retrogrado e, sembrerebbe, da casta.

Magari da casta! Se in quel gesto del seminarista si fosse riconosciuta una sororanza, la reazione che ci si aspetterebbe nel riconoscere un ...consimile  è "Che carino! Che tenerezza! Ciao sore'" non la canzone delle sorelle bandiera (il cui immaginario collettivo non è certo gay ma eterosessista maschilista e omofobo).

Insomma se si ride del seminarista presunto frocio è perchè non solo i maschi etero ma anche i maschi gay possono prednere le distazne da lui e dire lui è checca io no.

Il diverso serve al normale per confermarne la normalità...

C'è insomma un pregiudizio anti checca da parte di molti gay e di molte lesbiche che si sovrappone al luogo comune che vuole i gay invertiti dunque effeminati dunque checche.

Insomma se schecchi sei gay se sei gay schecchi tertium non datur...
Ma che pensiero profondo da parte dei membri della comunità glbt!

Certo, mi si obbietterà, la chiesa ostacola (a dir poco) l'omosessualità, dunque fa ridere che un seminarista "evidentemente" (?!!) gay  faccia parte della chiesa.

Fa ridere?

Intanto chissà se il seminarista gay lo è davvero.
Fosse così non potrebbe prendere i voti (come ha specificato di recente il papa stesso). Forse è solo effeminato...
In ogni caso e allora?

Ci si dimentica quando fino a l'altro ieri per molti gay di paese e non, diventare prete era l'unico modo (o forse solo il più facile...) per giustificare la mancanza di attrazione fisica per una donna e il non volersi sposare? ("è dedito al celibato...").

Quanti gay la chiesa ha nascosto?

C'è contraddizione?

Forse.
Ma perché prendersela col seminarista e non col Vaticano? Col papa?

Lorenzo, l'autore del primo video mette le mani davanti e tra le note del video dice:

non me ne vogliano i miei compagni della comunità LGBT, sono consapevole che potrei alimentare clichè e sostenere certe idee arcaiche, però era troppo divertente... ^_^


Ecco, era divertente...

A me non fa ridere perché le categorie che Lorenzo usa per ridere e far ridere del seminarista mi fanno vomitare. Non mi fanno ridere.

IO DIFENDO IL DIRITTO DI SCHECCARE SENZA ESSERE PER FORZA CONSIDERATI OMOSESSUALI

IO DIFENDO IL DIRITTO PER OGNI UOMO DI ATTEGGIARSI COME MEGLIO CREDE SENZA CHE QUESTO AUTORIZZI DUBBI CIRCA IL PROPRIO ORIENTAMENTO SESSUALE

IO MI SENTO MOLTO PIÙ AFFINE A QUEL SEMINARISTA NONOSTANTE LE NOSTRE DIFFERENZE DI FEDE E DI POLITICA CHE A QUEL LORENZO AL QUALE DOVREI SENTIRMI UGUALE SOLO PERCHÉ ABBIAMO LO STESSO ORIENTAMENTO SESSUALE

Intanto su facebook i fan della seminarista (lo chiamano al femminile, schifosi maschilisti) sono già oltre 2400 (a andate a leggervi i commenti per capire se è o no una cosa innocente...).

Ma allora che cambia se anche gay e lesbiche sono sessisti maschilisti misogini e omofobi come quelli contro i quali alzano la cresta e puntano il dito?

Un po' di umiltà intellettuale perdio!!!

Paesanini vi griderebbe di sicuro FROCI DI MERDA!

Io, suo alter ego, mi limito a citarvi i famosi versi di una poesia di Sandro Penna


Beato chi è diverso
essendo egli diverso
guai a chi è diverso
essendo egli comune

martedì 22 dicembre 2009

15 buoni motivi per continuare a vietare i matrimoni gay in Italia

Un pensiero per Natale

1) Essere gay non è naturale. I veri italiani rifiutano ciò che è innaturale, come gli occhiali, le scarpe, il poliestere e l’ aria condizionata.

2) Il matrimonio gay spingerà le persone ad essere gay, allo stesso modo in cui vedere in giro persone alte fa diventare tutti alti.

3) Legalizzare il matrimonio gay aprirà la strada a ogni tipo di stile di vita folle. Le persone vorranno sposare i propri animali domestici, perché ovviamente un cane ha una personalità giuridica e i diritti civili per sposarsi, nonché la capacità di dichiararsi consenziente o meno al contratto giuridico.

4) Il matrimonio eterosessuale esiste da moltissimo tempo e non è mai cambiato minimamente; le donne infatti sono ancora una proprietà del marito, le nozze sono decise dai genitori, il padre ha il diritto di vita e di morte sui figli, i neri non posso sposare i bianchi e il divorzio non esiste.

5) Il matrimonio eterosessuale perderà valore se sarà permesso anche ai gay di sposarsi. La santità dei sette matrimoni di Liz Taylor verrebbe distrutta.

6) I matrimoni eterosessuali sono validi perché sono fertili e producono figli. Le coppie gay, come anche quelle sterili e le persone anziane, non devono potersi sposare perché i nostri orfanotrofi sono vuoti e il mondo ha bisogno di più bambini.

7) Ovviamente i genitori gay tirerebbero su figli gay, proprio come da genitori eterosessuali nascono soltanto figli eterosessuali.

8 )Il matrimonio gay è vietato dalla religione. Dunque in una teocrazia come la nostra i valori di una religione devono essere imposti all’intera nazione. Ecco perché in Italia c’è una sola religione e tutti i bambini devono essere battezzati alla nascita.

9) I bambini non sarebbero mai sereni ed equilibrati senza un modello maschile e uno femminile a casa. Per questo nella nostra società quando un genitore è da solo, o perché è vedovo o perché è stato lasciato, gli vengono tolti anche i figli.

10) Il matrimonio gay cambierebbe i fondamenti della nostra società e noi non potremmo mai adattarci alle nuove norme sociali. Proprio come non ci siamo mai adattati alle automobili, al lavoro in fabbrica e all’allungamento della vita media.

11) Le relazioni gay non sono durature perché i gay per natura sono promiscui. Infatti i mariti etero e le mogli etero non hanno mai relazioni extraconiugali e non divorziano mai.

12) I bambini cresciuti da una coppia gay verrebbero derisi e discriminati dagli altri coetanei. A differenza di quelli con le orecchie a sventola, quelli con il naso grosso, quelli grassi, quelli effemminati, quelli di colore, quelli con la erre moscia, o quelli troppo bassi che sono accettati da tutti i coetanei e mai presi in giro da nessuno.

13) Perché la religione cattolica vieta l’atto omosessuale che è considerato peccato, e dunque loro non possono sposarsi ma possono farlo assassini, pedofili, maniaci sessuali, ladri, mafiosi, serial killer, truffatori, mercanti di organi, commercianti di bambini , di schiavi, di pellicce, papponi e chiunque non sia un omosessuale.

14) Perché il matrimonio omosessuale comporta l’atto omosessuale. Ma la Bibbia considera peccato l’atto omosessuale cosi come la masturbazione, i rapporti sessuali prima del matrimonio e i rapporti sessuali che non hanno il fine di procreare.

15) Perché verrebbe meno l’antica tradizione calcistica Italiana, dato che di sicuro ci saranno meno calciatori. Infatti si sa che i gay odiano il calcio e porteranno a odiarlo anche ai loro bambini impedendogli quindi di praticare qualsiasi tipo di sport che non sia danza classica, ginnastica ritmica, pattinaggio sul ghiaccio, shopping, manicure, lampada e bolle di sapone.

(dal blog Icone gay)

sabato 19 dicembre 2009

Pier Gianni Prosperini arrestato dalla Guardia di Finanza

il 16 dicembre, per corruzione e turbativa d'asta nell'ambito di appalti a società che hanno gestito la pubblicità televisiva per la regione Lombardia (fonte Corsera).

Assessore regionale allo sport e al turismo della Lombardia del PDL, Prosperini ha saputo che lo avrebbero arrestati prima dell'arresto stesso.

Prosperini è in diretta telefonica nel programma di Antennatre Forte e chiaro il conduttore Paolo Poletti legge le agenzie stampa e (malcelando un leggero gongolamento) spera di beccare l'arresto in diretta ma non gli va bene. Intanto Prosperini viene davvero arrestato.


Al di là di queste buffe  circostanze la notizia è degna di rilievo perché Prosperini, per chi non lo ricorda, è quel simpatico (sic!) signore che  nel 2007 rilasciò un'intervista al Giornale nella quale, tra le altre cose, a chi gli chiedeva di cosa avrebbe trattato nella puntata di un suo show televisivo rispose

«Della pagliacciata dei (censura) che a Roma hanno manifestato per i Dico. Non ho niente contro di loro. Convivano pure. Ma l’omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo».
Parte pacato ma poi si scalda.
«Ha visto il fotomontaggio di Benedetto XVI col dito medio alzato? Ci provino con la faccia di Maometto, se hanno i coglioni. Ecco, qua vien fora el mejo del dotor. Garrotiamoli, ho concluso».
Un castighetto da niente.
«Ma non con la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta intorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia». (fonte Il Giornale) 18 marzo 2007

Affermazioni per le quali Fini (che oggi nessuno osa più criticare perché lui è l'unico che rema contro Berlusconi...) chiese le dimissioni.
Invece no.
Quando è stato arrestato era ancora assessore del Pdl...

Ecco un esempio della sua trasmissione...

Lo stesso signore, un anno prima, aveva suggerito che, sugli omosessuali, si deve usare il napalm...

Ora, come dice giustamente Gad Lerner sul suo blog,

Poco m’importa la nemesi storica per cui finisce in manette per tangenti un energumeno che diciassette anni fa strepitava minacce di forca ai politici corrotti dell’epoca. Questo in Italia è usuale. Ma il vero scandalo è che Prosperini faccia l’assessore.


Per, io che sono Paesanini, posso gongolare un po?

venerdì 4 dicembre 2009

E parliamo finalmente della campagna del governo contro l'omofobia...



Ora non per essere polemici ad ogni costo ma questo spot a cosa serve?

Gli omosessuali nello spot dove sono?
Non intendo quelli vestiti da donna o effeminati del film Il vizietto. Intendo gli e le omosessuali veri, concreti, quelli che vivono nella società.
Quelli(e) dove sono?
A nessuno danno fastidio omosessuali invisibili...
La gente ha da ridire quando gli e le omosessuali si comportano come tutti gli altri quando si scambiano effusioni (caste e discrete, come passeggiare mano nella mano, o darsi un casto bacio, o, semplicemente, indossare non già abiti femminili ma un abbigliamento diverso).
Se restano invisibili, non li si individua nemmeno.Se sono visibili non perché vestiti da carnevale ma in quanto persone vive che si comportanti come gli altri danno nell'occhio.
Questo spot dunque non centra il punto.
L'intolleranza non è nominale, astratta. L'omofobo non si chiede degli altri chi è frocio e chi è lesbica ma giudica la gente e le dà del frocio o della lesbica se i loro atteggiamenti non si conformano alla norma eterosessista.
Ricordate questo spot?


Pensare che quei ragazzi siano froci solo perché non ottemperano il cliché macho e maschilista... Quella è omofobia.

Lo spot del governo, mi spiace dirlo, sono solo soldi buttati, soldi nostri ovviamente mica del ministro Carfagna...

mercoledì 18 novembre 2009

Prove generali di Comunità We Have a drink



Una nuova immagine ma l'appuntamento è lo stesso (badate, è cambiato il bar dove faremo l'aperitivo!).
Venite!

domenica 15 novembre 2009

Dal 27 novembre al cinema Intrastevere di Roma Senza amore




Giacomo ama Filippo

Filippo ama Giacomo

Insieme amano Luigi, ma come un figlio.

Luigi un ragazzo privato della sua infanzia.

Luigi trova riparo ed affetto a casa di Giacomo e Filippo

una coppia di fatto omosessuale.

Tratto da una storia vera.

Dove una famiglia naturale non è sempre e solo

rosa e fiori.

Dove una famiglia di fatto omosessuale non è sempre e solo

sesso e lustrini.

Dal 27 novembre al cinema intrastevere a roma verrà proiettato il film Senza Amore di Renato Giordano

(per vedere il trailer clicca qui)

venerdì 13 novembre 2009

Prove generali di comunità





We Have a Dream Roma
presenta

PROVE GENERALI DI COMUNITA’
Domenica 22 novembre, dalle ore 19,30

[Aperitivo]
Irish Pub Abbey Theatre Rome
Via del Governo Vecchio 51, Roma
Ore 19.30
(Consumazione a carico proprio)

[Workshop]
Teatro dell’Orologio
Via dei Filippini 17a, Roma
Ore 21.00
(Ingresso libero)

Presentazione di WHAD e workshop sulle iniziative da progettare.
Approfondimento sui temi e sulle realtà del mondo transgender e intersessuale.

mercoledì 11 novembre 2009

Eppur si muove... anzi, corre!

Direttamente dal sito della Presidenza del Consiglio - Dipartimento delle Pari
Opportunità:

Contro l’omofobia: la prima campagna
istituzionale
Con lo slogan "Rifiuta l’omofobia, non essere tu
quello diverso", il Ministro Carfagna ha presentato a Palazzo Chigi "la prima
campagna contro l'omofobia organizzata da un governo in Italia". Uno spot
televisivo, migliaia di opuscoli informativi da distribuire anche nelle scuole e
un investimento di due milioni di euro: con questi strumenti il Ministro per le
Pari Opportunità intende contrastare le violenze e le discriminazioni basate
sull'orientamento sessuale. Capita ancora troppo spesso, infatti, che gli
omosessuali vengano giudicati non in quanto persone capaci come altre di
aiutare e di amare il prossimo, ma in base a un aspetto privato: il loro
orientamento sessuale. Vittima di questa superficialità discriminatoria non
è solo l'omosessuale ma è la società intera. Perché siamo costretti ad
assistere ad aggressioni e molestie contro innocenti, gesti che consideriamo
estranei alla vita civile. A questo proposito, Carfagna ha ricordato gli
ultimi "gravi episodi" di violenze ai danni di persone omosessuali avvenute
a Roma e in altre città, che hanno accelerato l’intervento del governo.
Importante è stato il contributo delle associazioni Lgbt, come Arcigay,
Arcilesbica, Gaylib, Gaynet, Agedo, Transgenere, 3D, DGP e altre,
intervenute alla presentazione dell'iniziativa, esprimendo tutte giudizi
positivi. Erano presenti anche la deputata PD Paola Concia, l'ex parlamentare Vladimir Luxuria e Franco Grillini, ex deputato e presidente di Gaynet.L’omofobia - recita la campagna - è una malattia dalla quale si può guarire. E nella lotta al regiudizio contro gli omosessuali e i transessuali, il Ministro ha ribadito che "abbiamo bisogno della collaborazione dei mezzi d’informazione: per noi le differenze non contano, ma per combattere gli stereotipi serve anche aiuto dei mass media, che
invece li utilizzano per fare audience. E questo non ci è d’aiuto". "Sono riuscita a
rompere un piccolo tabù – ha detto soddisfatto il Ministro Carfagna - facendo
rientrare la lotta all'omofobia tra i compiti del governo".
9 novembre 2009

Non ho ancora visto lo spot, non riesco neanche ad inserirlo nel topic (continuo a provare), non ho letto ancora gli opuscoli, non ho provato ad indossare la t-shirt (le distribuivano alla presentazione della campagna), ma non importa, per ora nell'ordine posso:
- sospendere il giudizio qualitativo
- mettere da parte i pregiudizi (sul Ministro e quello che dice)
- mettere in conto l'eventualità di dover cambiare a mia volta opinione (sulla Carfagna e sulla possibilità di riscatto da quanto detto e fatto come Ministro finora)
- unirmi al plauso generale che ha accolto questa iniziativa

Limitiamoci dunque all'aspetto quantitativo: 2 milioni di euro!
Caspita! Proprio poco! Sì, pochissimo!!! Nulla nel bilancio di un governo!
Innegabilmente però 2 mil in più rispetto a quanto fatto dai passati governi e probabilmente per davvero (sto verificando) la prima vera campagna completamente governativa in questo senso.
Rivolta alle scuole (era ora!) e che passa in tv (quindi importante per la maggior parte degli italiani)!!!
Parafrasando Armstrong abbiamo forse assistito ad un piccolo passo per un Ministro, ma (speriamolo) ad un balzo enorme (?) dell'Italia verso l'Umanità!

Vabbè un concentrato di dubbi per un apprezzamento vero.

mercoledì 14 ottobre 2009

Matrix (mediaset) e l'emergenza omofobia

 Una brutta trasmissione, dove Paola Concia e Valdimir Luxuria sono trattate a pesci in faccia da Storace (basta la parola) e da Beatrice Lorenzin.

Quel che passa nel programma è un'emergenza omofobia, descritta come recrudescenza di aggressioni fisiche a danno di gay lesbiche e trans (anche se i/le trans  nei servizi nn si vedono...).
C'è quel borghese di Antonio D'amico che dice che lui e Gianni (Versace) per strada non si baciavano mai perché sapevano di poter dare fastidio. E nessuno trasale.
Questo è il primo nucleo di omofobia.
Dovremmo rimanercene nascosti perché qualcuno potrebbe trovarci eccessivi... Chi stabilisce però il limite tra buono e cattivo gusto?

E poi Antonio non si rende conto di essere un privilegiato che ha vissuto anni negli States... Lo vada a dire a un pischello di 14 anni che vive in una piccola città italiana che non deve baciarsi... Come fa a non rendersi conto? Come fanno tutti a non rendersi conto che c'è gente comune che non ha i soldi la notorietà e la cultura (sic!) che hanno alcuni?


Ha ragione Facciamo Breccia quando dice

L'emergenza omofobia è solo un pretesto.
I media hanno costruito ancora una volta sui nostri corpi un'emergenza, come nell'autunno 2007, in seguito all'omicidio di Giovanna Reggiani, costruirono l'emergenza stupri. Non c'è una "fobia", una paura irrazionale che si avventa contro i nostri corpi: nel nostro paese e nel mondo impera un sistema eterosessista violento ed escludente che produce un clima terribilmente favorevole alla violenza contro lesbiche, gay e trans così come contro le donne. Questa violenza non è certo iniziata quest'estate, anzi essa è strutturale, tanto che ancora oggi anzitutto è dentro la famiglia, che, a sua volta, è il secondo pilastro - insieme alla sicurezza - della propaganda. Negli ultimi anni lo scivolamento verso un regime autoritario, oggi stabilizzato, ha legittimato forme di violenza di strada che spesso hanno una matrice politica fascista ed integralista, matrice politica che mai da istituzioni e media viene sottolineata e denunciata.
anche se poi non condivido le conclusioni.

Dobbiamo far capire invece che l'omofobia è già nel pensiero di Antonio D'amico, già nel pensiero di chi pensa che due ragazzi che si baciano esagerano.


Però l'incontro del ministro Carfagna con le associazioni di categoria ha portato i suoi frutti.
Di concerto con il ministro Gelmini è partita la campagna Io dico no alla violenza! che ha delle belle schede (ho letto solo quella sull'omofobia, mi riservo di leggere anche le altre...)- ecco il testo della scheda nostra
scheda omofobia

Insomma giornata pessima ma qualche piccolo passo è stato fatto...

martedì 13 ottobre 2009

Alllora quella legge non era poi così male...

Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull’omosessualità potevano essere individuate come un reato

dice Paola Binetti e prosegue (...)
la formulazione della legge lasciava aperta la strada a successive interpretazioni che potevano configurare il reato di omofobia solo per aver espresso delle opinioni, o per una madre che prova a convincere il figlio che gli ha appena detto di essere gay (fonte La stampa)
Convincere di che? Che dall'omosessualità si può guarire?

Matthew Wayne Shepard

Matthew Wayne Shepard (Casper, Wyoming, 1º dicembre 1976 – Fort Collins, Colorado, 12 ottobre 1998).



Subito dopo la mezzanotte del 7 ottobre 1998 Matthew Shepard incontrò in un bar Aaron James McKinney e Russell Arthur Henderson e chiese loro un passaggio a casa. Successivamente Shepard fu derubato, picchiato, legato ad una staccionata e lasciato lì a morire. Shepard fu trovato 18 ore dopo da un ciclista di passaggio, vivo e in stato di incoscienza. Aveva una frattura dalla nuca fino oltre l'orecchio destro. Parte del cervello era stata danneggiata in modo tale da risultare compromessa la capacità del suo corpo di regolare il battito cardiaco, la temperatura corporea e altre funzioni vitali.  I medici giudicarono le sue lesioni troppo gravi per poter essere operate. Shepard non riprese più conoscenza e rimase sempre in rianimazione. Morì alle 12.53 del 12 ottobre all'ospedale Poudre Valley a Fort Collins, in Colorado.

La polizia arrestò McKinney e Henderson poco dopo, trovando l'arma insanguinata, le scarpe della vittima e la carta di credito nel loro camion. I due assassini avevano cercato di procurarsi un alibi grazie alle loro fidanzate.

Durante le udienze entrambi i difensori usarono varie strategie per difendere le loro azioni. Quella più degna di nota fu la cosiddetta difesa da panico gay: i due sostennero di essere diventati temporaneamente incapaci di intendere e di volere per colpa delle avances sessuali che dichiararono di aver ricevuto dalla vittima. In un altro momento i due sostennero invece che loro volevano solamente rapinare Shepard, e non avevano mai avuto intenzione di ucciderlo.

Henderson fu dichiarato colpevole il 5 aprile 1999 e accettò di testimoniare contro McKinney per evitare la pena di morte; ricevette due condanne a vita, senza possibilità di essere rilasciato anticipatamente per buona condotta. McKinney venne dichiarayo colpevole di omicidio volontario. Quando si iniziò a considerare la pena di morte, i genitori di Shepard patteggiarono un accordo, che fruttò anche a lui due condanne a vita senza possibilità di essere rilasciato anticipatamente per buona condotta.

I genitori di Shepard dichiararono «Stiamo offrendo la sua vita in memoria di uno che non vive più».

fonte Wikipedia


domenica 11 ottobre 2009

Disastro totale.

 Ieri c'è stata la manifestazione UGUALI, la cui piattaforma di rivendicazione recita:
PIATTAFORMA RIVENDICATIVA LGBT

UNIONI DI FATTO

Chiediamo l’applicazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2000 che prevede di garantire “alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie e alle famiglie tradizionali”. La piena applicazione di detta Risoluzione rappresenta una misura di civiltà cui anche l’Italia si deve adeguare per non restare ai margini del cammino di allargamento dei diritti civili intrapreso dall’Europa.

Chiediamo al Governo e al Parlamento di tornare ad affrontare il tema delle famiglie omosessuali. Consideriamo il livello del confronto tra le forze politiche del tutto arretrato. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche, gay e transgender/transessuali, comunque escluse dall’accesso al matrimonio e dalla possibilità di unirsi civilmente, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.

Chiediamo la parità dei diritti, attraverso l’estensione del matrimonio civile o istituto equivalente. Nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, e in linea con ciò che è avvenuto in Europa chiediamo inoltre la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili.

Chiediamo di affrontare il tema della responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso sesso, nell’interesse soprattutto dei minori coinvolti, comprese le migliaia di figli di lesbiche e gay presenti nel Paese.

LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI

La Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 ha chiesto di “assicurare che le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender/transessuali siano protette da violenze e dichiarazioni di odio omofobico”. La sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996, ha esteso alle persone “che transitano da un sesso all’altro” l’applicazione della Direttiva Europea 76/207, e delle leggi nazionali ad essa ispirate, sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne.

In Italia per le persone lgbt continuano le discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella società.

Chiediamo una legge contro le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l’effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transgender italiane e migranti e che recepisca in modo pieno e sostanziale le Direttive Europee 207/1976 e 78/2000.

In particolare chiediamo:

* l’estensione della legge Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere;

* l’applicazione della direttiva europea 207 del 1976 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne anche alle persone che transitano da un sesso all’altro, secondo la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 30 aprile 1996;

* la modifica del Decreto legislativo 216 del 2003 “Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, anche per eliminare le nuove discriminazioni che comporta, come quelle contro gay e lesbiche in divisa;

* un adeguamento della normativa italiana affinchè sia possibile il reale recepimento della direttiva europea 38/2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei e dei loro familiari extracomunitari in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;

* un impegno per la pianificazione di azioni positive contro il pregiudizio e le discriminazioni di tipo omofobico, lesbofobico, transfobico e la cultura stereotipata che stigmatizza ed associa le persone lesbiche, gay e transgender/transessuali ad immagini e comportamenti lontani dalla realtà, anche con interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione e buone pratiche.

Chiediamo che l’Italia assuma un ruolo propositivo per il rispetto dei diritti umani nel mondo, continuando a sostenere le iniziative volte ad ottenere la depenalizzazione dei reati di omosessualità e transessualità presenti nelle legislazioni di decine di paesi, e che mantenga il positivo impegno per l’abolizione della pena di morte.

SALUTE E BENESSERE DELLE PERSONE LGBT

Chiediamo che sia garantito il diritto alla salute delle persone lgbt ponendo fine alle discriminazioni in ambito sanitario anche attraverso un’adeguata formazione del personale sanitario.

E’ importante attivare corrette campagne di informazione sulla prevenzione primaria e secondaria dall’HIV/AIDS e dalle malattie a trasmissione sessuale. Vanno altresì garantiti i diritti delle persone sieropositive anche attraverso la lotta contro lo stigma sociale legato all’infezione da HIV, con specifici programmi di informazione, di sostegno e di tutela contro ulteriori odiose discriminazioni.

Chiediamo l l’effettiva attivazione della “Commissione per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender”, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri” – Dipartimento per i diritti e le pari opportunità e del “Forum permanente contro le molestie gravi e la violenza alle donne, per orientamento sessuale e identità di genere”.

Chiediamo la concreta applicazione del protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 2007 dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalle associazioni di genitori che comprende le misure di contrasto a bullismo e omofobia nella scuola e in tutto il mondo giovanile.

Chiediamo la modifica della legge 40 per consentire l’accesso alla procreazione medicalmente assistita alla singola maggiorenne, e la revisione della legge 164 del 1982 sul cambiamento di sesso, per consentire il cambio anagrafico di nome proprio e identificativo di genere senza l’obbligo di intervento chirurgico genitale.

Chiediamo la gratuità delle terapie necessarie alla transizione di genere e che si affrontino non coercitivamente i casi di intersessualismo.

Insomma un pacchetto minimo che, per quando ideologicamente confuso (istituto equivalente? cioè cittadini di serie b...) e ambiguo (sieropositività non è solo GLBTQI) non può sollevare dubbi né se o ma.

Invece niente.
Ieri eravamo due gatti. Pochissimi, una parata ridicola dati gli sforzi organizzativi la mobilitazione nazionale, il coinvolgimento di tutte le coscienze di sinistra e di destra.

Dove erano tutti?

Dove erano tutti gli altri? quelli che vengono ai pride, ma poi sono i primi a criticarne la carnevalata (sic!), dove erano tutti quelli che vengono a mucca assassina 8e feste omologhe in tutta Italia)?

Sono profondamente deluso dai/dalle miei/mie connazionali e sempre più lucidamente cosciente che la comunanza di orientamento sessuale non fa gruppo. Inutile che ci si illuda di essere famiglia. Siamo consumatori di sesso, accomunati da un mercato nel quale siamo target.

Nonostante l'emergenza omofobia cavalcata dalla stampa e dalla tv, nonostante l'omofobia, quella vera concreta, che passa dalle parole del Vaticano a quelle dei nostri politici, il messaggio che ieri il paese, quello GLTBQI e non, ha mandato è uno chiaro e incontrovertibile. NUN CE NE PO' FREGA' DE MENO.

E mentre la sinistra più classica e dogmatica si chiude a riccio dinanzi dei timidi ingenui goffi maldestri e con fini secondo confronto (non apertura ma confronto) a destra, il movimento GLBTQI e la sinistra tradizionale quella che, per esempio, ieri gridava slogan stile Alemanno fascista complimenti alla profondità e alla novità dell'analisi politica, tutto il movimento viene scavalcato a sinistra da una destra che senza mettere in discussione alcuno dei propri valori (sic!) alza la cresta e si accomuna ai discriminati froci e lesbiche (trans, intersex e tutto il resto del carrozone). E mentre la sinistra si divide per gridare un antifascismo di facciata, nominale, dogmatico e ideologico, al quale però non corrisponde un antifascismo concreto nei fatti e nei pensieri (fermi ancora agli anni 70 per terminologia e cliché MIO DIO) la destra non si vergogna più di essere quel che è e si fa vedere a differenza dei tanti fratelli gay delle tante sorelle lesbiche (e NON viceversa) che continuano a non farsi vedere perché il culo pieno ce lo hanno già in senso metaforico e non.

E io oggi mi sento politicamente ancora più solo.

sabato 3 ottobre 2009

L'antifascismo e il fascismo dei compagni. Ovvero io sto con Paola Concia

 Arrivo alla fiaccolata di WHAD in ritardo.
C'è Paola Concia che parla di Casapound. Sembra un colloquio con gli astanti su molti temi, si parla sereni, tranquilli, aperti. Io un po' mi innervosisco. Paola minimizza su Casapound, almeno così mi sembra. Glissa sul comunicato stampa, su molti punti. Sulla richiesta di cancellare le disposizioni transitorie, sul paragonare le discriminazioni contro i gay a quelle contro i fasci (poverini!). Poi Paola Saluta, raggiunge degli amici, intanto riprende il tema della fiaccolata: lettura di pagine gay lesbo trans davanti al parlamento. Guido e Lorenzo leggono prima di me. Poi è la volta mia. Leggo una poesia suggeritami da un amico, l'unico che ha risposto alla mail che ho mandato qualche giorno fa nella quale chiedevo suggerimenti sulle letture possibili da fare. Così, visto che Claudio non può venire, leggo io la poesia che mi ha suggerito, al posto suo.


Poi è la volta di un pischello, sulla ventina, classica voce maschia dall'accento romano. Chiede di Paola concia, perché le vuole dedicare la lettura.
Legge un brano da Bande nere il libro di Paolo Perizzi sul nazifascismo. Un elenco di atrocità istituzionali. Paola ascolta, fa delle facce come per dire ammazza che roba, è imbarazzata, ben disposta, serena, allegra.  Ne inizia un battibecco che non riesco a sentire bene, perché alcuni danno manforte al pischello, dicendo bugie, come Marco, che dice che Paola ha firmato addirittura  un accordo con Casapound.
Mi giro, lo guardo. Gli dico che sta mentendo.
Mi risponde che siccome gli ho dato del fascista in passato, solo perché ha aperto bocca (veramente glielo detto quando ha applaudito, assieme a tanti altri,  a qualcuno che stava interrompendo un intervento semplicemente perché non era d'accordo con quello che l'interrotto stava dicendo) dice che con me non ci parla (cicca cicca cicca). Lo fa con un tono intimidatorio. Gli rispondo che ho fatto bene a dargli del fascio se ha questo atteggiamento. Intanto nella piazza la discussione è degenerata: Paola freme, il pischello le oppone il suo muso da compagno, è incazzato, ha anche ragione, ma ha lo stesso atteggiamento da depositario universale della verità che farebbe innervosire chiunque. Infatti Paola se lo prende e se lo porta a discutere privatamente. Ne nasce un tafferuglio. Gli amici del pischello parlano di aggressione vogliono chiamare la polizia (capirai Paola è un deputato...). Io sono dispiaciuto per Paola perché ha ceduto così facilmente alla provocazione. Al suo posto credo avrei risposto alla provocazione allo stesso modo.
 Capisco la rabbia, il ludibrio e l'indignazione. Sono anche i miei. Fra tutte le motivazioni politiche che potrei addurre vi do la più personale, io non voglio risolvere i problemi esistenziali dei fascisti così, per quanto mi riguarda, se un fascista non vuole sentirsi discriminato basta che non sia fascista e il problema è bell'e risolto.
Ma da quando milito con whad, ho sempre e solo sentito i compagni proporsi con modi arroganti, con toni di sufficienza, con minacce vestite da critiche sulla mia persona e quella degli altri di whad, un atteggiamento antidemocratico, dogmatico, violento, arrogante, stupido, cinico, irrispettoso, in una parola fascista. Non ho avuto  a che fare coi fasci (per fortuna) ma coi compagni e lo scontro è stato doloroso. Il fascismo è anche di chi crede di avere ragione e di avere capito tutto e non solo ti critica ma, se potesse, vorrebbe impedirti di fare quello che fai, ma, non potendolo fare, ti insulta, critica la tua persona per criticare il tuo operato, ti sminuisce. E il fascismo di sinistra: mi fa paura e mi fa vomitare.

Quel fascismo che si aborre e che poi, nei modi, nei valori, nell'essenza si ha nel sangue. E mi dico che il fascismo ce lo abbiamo in casa. Che il dialogo coi fasci, fatto a titolo privato, non come whad, da alcuni partecipanti  a whad, provoca reazioni fasciste. E ancora una volta penso  a Pasolini, e a quanto avesse ragione e credo che per guanto sia comunista, marxista,  trotskista, io sto con Paola Concia e non con quel ragazzino alto un soldo di cacio che dava del tu a una donna adulta, deputato del parlamento, urlandole in piena faccia questioni condivisibili, se dette con altro tono.

martedì 29 settembre 2009

Ancora su Concia e CasaPound

La partecipazione di Paola Concia, in quanto esponente del PD E lesbica, all'incontro, privato, non pubblico, con Casa Pound continua a trovare perplesse molte persone.
Trovo condivisibile le posizione di Patrizia Colosio sul sito Lista lesbica Italiana la quale, pur disposta a rivedere la pregiudiziale antifascista anche termini come antifascismo [devono] essere declinati alla luce della complessità che ci circonda dopo avere ricordato alcuni gesti recenti di Casa Pound
Vorrei ricordare che nella stessa notte della fiaccolata sui muri di Viterbo sono apparse scritte ingiuriose a firma Casa Pound contro Ascanio Celestini, reo di portare uno spettacolo dal titolo
Il razzismo è una brutta storia.
Per non dire dell’assalto violentissimo durante le proteste contro la riforma Gelmini a piazza Navona contro gli studenti da parte di Blocco studentesco che fa capo appunto a Casa Pound cui seguirà poi l’assalto squadrista alla sede Rai per protestare contro il programma di Federica Sciarelli che aveva mostrato le immagini.
si domanda
E’ su queste basi che possiamo pensare di costruire un dialogo?
O non c’è piuttosto il rischio di sdoganare un’associazione che fa della violenza squadrista la modalità di interazione con il resto del mondo?

Il fatto poi che i diritti non siano né di destra né di sinistra nel nostro paese la dice lunga sull’incapacità della nostra sinistra di farsi interprete delle istanze delle persone che non hanno voce e forse sarebbe il caso di ripartire da qui.

L'impressione è che vogliano “usarci” per farsi sdoganare; e perché proprio da noi?
Forse perché diamo l'impressione di essere una lobby che punta esclusivamente ad ottenere dei riconoscimenti specifici?

Domande alle quali tutte/i, prima ancora di ottenere una risposta da Paola Concia o dal movimento GLBTQI, dobbiamo provare a rispondere in prima persona.

sabato 26 settembre 2009

24 settembre l'omofobia quasi non c'è ma l'antifascismo manca del tutto

Partiamo dalla fine.
Giunti alla fine della fiaccolata siamo stati accolti dai promotori della medesima, Alemanno, che non ce l'ha fisicamente fatta a pronunciare la parola omofobia, così come Marrazzo (Piero, non Fabrizio) solo Zingaretti, primo fautore della fiaccolata, l'ha detta con convinzione, senza vergognarsene. Tutti ci hanno ricordato come da quel momento in poi, la violenza razzista e (grazie Nicola!) omofoba non sarebbero più state tollerate a Roma.

Poi Nicola Piovani, noto attivista dei diritti glbtqi*, ha suonato un brano dal film Il marchese del Grillo famoso film a tematica omosessuale (o gayfriendly?): Dopo sul palco sono intervenuti Gigi Proietti (che ha letto brani della voce Tolleranza dal dizionario filosofico di Voltaire) e Giorgio Albertazzi che ha letto prima una versione da lui rivista di Blowing in the Wind di Bob Dylan poi uno spiritual e infine la famosa poesia di Oscar Wilde. Poi tutti a casa che il contentino ce l'hanno dato e ognuno deve tornare alle proprie attività. Mica si può parlare sempre e solo di froci.

La fiaccolata ha mostrato come a società ancora non sia avvezza ai problemi di qualunque minoranza, figuriamoci quella glbtqi. Pensa che abbia solo bisogno di essere difesa dall'intolleranza. Non crede che tutta la società debba invece cambiare atteggiamento ed essere disposta ad un'apertura verso le diversità che non può portare che arricchimento e democrazia.

Intanto Alemanno continuerà a dire che è contrario alle unioni civili (figuriamoci ai matrimoni) mentre Marrazzo e Zingaretti continueranno a sostenere la cultura a Roma in provincia e nel Lazio contenendo (fino a quando?) lo spettro culturicida di Brunetta che aleggia come una vera pandemia.




Sono soddisfatto della partecipazione da fantasma, per testimoniare il dissenso di una fiaccolata che permette a troppi di ricostruirsi una verginità antiomofoba che in realtà non gli appartiene proprio come il vicariato, o le organizzazioni di destra (tranne Casa Pound che non è stata gradita dal sindaco), come aveva cercato di dire in un volantino che avrei voluto distribuire ma che mi è stato sconsigliato di fare...






Non tutti i sentimenti umani devono avere un riconoscimento per legge

Non tutti i sentimenti umani devono avere un riconoscimento per legge.  Sono contrario ai Dico e ai Pacs.
Gianni Alemanno sindaco di Roma
Le unioni civili vogliono estendere benefici di carattere assistenziale alle coppie di fatto, anche dello stesso sesso. In realtà è un pretesto per tentare di dare legittimità a qualcosa contraria al bene comune.


E TU
MANIFESTI INSIEME A LORO?


La manifestazione cui stai  partecipando era nata come manifestazione contro l’omofobia. Ma questa parola è stata tolta persino dal manifesto ufficiale e la manifestazione  è stata trasformata in una contro l’intolleranza e tutti i razzismi.


Ma l’omosessualità non è mica una razza!!!

Invece di sottolineare l’importanza di educare tutta la popolazione al rispetto delle persone anche per il loro  orientamento sessuale si è permesso di aderire alla manifestazione al  Vicariato che è profondamente omotransfobico e a organizzazioni di destra  come Il popolo di Roma, che recentemente ha subito un attentato simile, nelle modalità, a quelli alla  comunità GLBT. E’ difficile credere che sia la stessa mano che attenta ai gay quella che attenta a un’organizzazione di destra, destra storicamente omofoba (Mussolini i gay li metteva al confino, ancora nel 1994 Fini disse che i gay non possono fare il maestro perché sono pedofili).

Con le loro dichiarazioni e le loro azioni la destra, Alemanno e il Vicariato sono complici morali di un
clima omotransfobico
che non vogliono minimamente cambiare. Se partecipano alla manifestazione è per poter continuare ad alimentare un clima di intolleranza nascosti da un certificato fasullo di antiomofobicità, in barba alle
buoni intenzioni di Zingaretti, primo promotore della manifestazione.


Ora che lo sai vuoi ancora prestarti al loro gioco?

Non farti strumentalizzare!

Esci dalla manifestazione e protesta come noi!!!

Stampato in proprio 24 settembre 2009
www.criticaomosessuale.blogspot.com


Non capisco perché nessuno ha parlato di un'altra partecipazione che avrebbe dovuto essere altrettanto poco gradita quella de Il popolo di Roma che ha sfilato nella fiaccolata distinguendosi con bandiere tricolore.

Io personalmente non sono disponibile ad alcun dialogo con chi si colloca politicamente a destra. Non mi interessano i loro proclami, le loro tavole rotonde. Chi è di destra non è democratico, si rifà a un periodo storico orrendo per il nostro paese (il ventennio fascista) che anni di corteggiamento hanno reso presentabile, proprio come il fascismo in doppio petto degli anni 30 dimenticando lo squadrismo.
Per questo trovo un errore che Paola Concia, proprio in quanto deputato, si presenti al tavolo di discussione di Casa Pound.
Un tavolo di casa Puond? E chi sono un ente locale? Una istituzione? Una volta che Casa Puond ha accettato i gay cosa cambia a Roma, o in Italia?

Non facciamo l'errore di accettare i fascisti solo perché oggi dicono di essere antiomofobi cancellando la storia cui si rifanno che ha visto i gay deportati come gli ebrei (e zingari, malati di mente, testimoni di Geova, comunisti e troskisti...).

Qui siamo al puro delirio. Alessandra Mussolini arriva ad affermare che suo nonno
non odiava i gay. Non nego affatto il dato storico ma dipingere la famiglia Mussolini come omofoba è sbagliato. (Fonte Gaynews)
E meno male che il nonno non era omofobo altrimenti chissà che trattamento avrebbe riservato ai circa 10mila confinati omosessuali...

Capite qual è il percorso? Rendere legittimo l'interlocutore fascista che è ANTICOSTITUZIONALE. Parlare con casa Puond, con gens Romana o chi si rifà a movimenti che, in questo paese, storicamente hanno da sempre vessato omosessuali e avuto una idea della donna adir poco misogina e maschilista, per tacer di tutto il resto, è un enorme regalo che si fa alle loro idee dando loro legittimità. Un'applicazione forzata di Voltaire. Io con un fascista non ci parlo.
Non capisco questa apertura a destra a cosa serva, a chi giovi, se non alla destra stessa che così prende ancora più potere in un periodo in cui si è infiltrata in tutte le istituzioni democratiche.

Mi auguro di leggere una smentita da Paola Concia o, se la notizia è vera, a un suo ripensamento.



Ecco cosa è Casa Pound.

Ci vuole fegato solo per respirare la stessa aria.

Si vede che nemmeno io ho onore...






*L'acronimo sta per Gay Lesbiche Bisezx Trans Queer Intersex segue il criterio di Hammurabi ma il politicamente corretto è duro a morire...

mercoledì 23 settembre 2009

Uguali ma diversi



La manif di giovedì, voluta da Alemmano (sindaco di Roma) Zingaretti (presidente della provincia di Roma) e Marazzo (presidente della Regione Lazio) doveva essere contro l'omofobia ma è diventata contro tutti i razzismi e l'intolleranza. Alla manifestazione ha aderito il Vicariato quello che ha rifiutato il funerale cattolico a Welby, è contrario all'istallazione di distributori di profilattici nelle scuole, che considera il matrimonio civile una unione irregolare ed è contrario alle unioni civili perché considerate una battaglia ideologica della quale non si sente il bisogno perché dall'istituzione delle unioni civili non scaturirà nessun effetto concreto per i cittadini (fonte Corriere della sera del 16/12/07) e anche Il popolo di Roma organizzazione a rischio eversione visto che scrive nel suo programma politico: (...)siamo favorevoli a “rivoluzionare” anche l’attuale Costituzione, che per noi non è né un libro sacro, né qualcosa di immutabile.

Una manifestazione che strumentalizza tutta la popolazione Queer che andrà credendo di marciare per i propri diritti ma in realtà per ridare a vaticano e destra estrema e moderata (come se esistesse...) una sorta di patente anti-omofobia.

Per questo domani saremo in piazza, non per aderire, ma per ricordare chi sono i loschi figuri che manifestano ipocritamente contro l'omofobia ma sono i primi ad armare moralmente (e non solo) la mano dei tanti svastiochella.

L'omofobia non è solo la violenza contro trans, lesbiche, gay, intersessuali, bisex ed etero non allineati.
Omofoba è la società che vede gay ancora come delle macchiette che pensa ai trans solo quando li vuole scopare, che impone chirurgicamente un sesso agli intersessuali.

L'omofobia è la mancanza di spazio sociale entro il quale essere riconosciuti come soggetti autodeterminati e questa manifestazione un contentino ma poi mi raccomando tutti a casa.

Per questo domai scendo in piazza per aprire gli occhi a chi, ignaro, crede di partecipare a una manifestazione e non sa che è strumentalmente ingannato.
Scendo in piazza mostrandomi per quel che sono per la società, un fantasma, anonimo e invisibile. 

Mentre i puristi guardino pure dall'alto della loro spocchia, anche a loro, come agli altri, gridiamo pagherete caro, pagherete tutto

domenica 20 settembre 2009

Giovedì 24 settembre contro l'intolleranza e tutti i razzismi

Roma contro l'intolleranza e tutti i razzismi": questo lo slogan della grande fiaccolata che si terrà giovedì 24 settembre, alle 19,00, da piazza SS. Apostoli al Colosseo. Alla manifestazione interverranno il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ed il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

La fiaccolata, che vedrà la partecipazione di sindacati, associazioni e rappresentanti della società civile, sarà conclusa con una serie di interventi a difesa dei diritti di tutti i cittadini.

Questo il testo dell’appello lanciato da Provincia, Comune e Regione per la fiaccolata del 24 settembre contro la violenza e l’intolleranza: “Roma è da sempre città di pace, solidarietà e accoglienza, capitale del dialogo interreligioso, luogo di incontro fra i popoli e le culture. Questa grande vocazione universale, che nasce dalla storia stessa di Roma, deve oggi trovare la forza di confrontarsi con la concretezza delle sfide del tempo che stiamo vivendo.

Oggi più che mai, siamo chiamati a testimoniare, nella parola e nell’esempio, la possibilità di rifiutare ogni forma di intolleranza, rigettare ogni discriminazione che sottrae libertà e diritti alla persona umana, di aprirci all’altro e di costruire nuovi spazi di dialogo e di civiltà, nel rispetto della legalità e della sicurezza di tutti.

C’è molto che possiamo fare insieme cominciando col sostenere l’iter parlamentare delle norme che prevedono un aggravamento delle pene per tutti i reati che hanno il loro movente nell’omofobia. Molto da dire e da affermare nel nostro impegno quotidiano.
Per questo abbiamo pensato fosse giusto inviare un segnale corale da parte di tutte le istituzioni, delle forze civiche, sociali e religiose che hanno a cuore il futuro di Roma: una fiaccolata cittadina contro ogni forma di discriminazione, di intolleranza e di razzismo.

Una manifestazione che possa rappresentare un incontro tra tutte le forze vive della nostra città e un punto di partenza per indicare la strada da seguire nel nostro futuro, per dare più forza e respiro a quella Roma che amiamo e in cui
troviamo le radici del bene comune”.

E durante la conferenza stampa di ieri, presso la sede dell’Associazione Civita, il presidente della Provincia di Roma, Zingaretti ha affermato: "Questa fiaccolata e' una sfida culturale e rappresenta la scommessa di essere gli anticipatori di un nuovo clima: proprio mentre tutti si dividono qui, in controtendenza, si da un segnale di compattezza".

Zingaretti ha precisato che anche in presenza di posizioni differenti su temi dell'agenda politica, le istituzioni "sono unite su alcuni valori fondamentali, che sono la base della convivenza civile". "Una fiaccolata - ha concluso il presidente Zingaretti - non risolve i problemi ma chiama a raccolta i cittadini ed ha il valore di promuovere un atto forte di testimonianza. Può essere l'inizio per un voltare pagina, un nuovo punto di partenza".

sabato 19 settembre 2009

Montecitorio 18 settembre 2009




c6tv


Capleton, chi era costui?



IL TESTO


Bun Out Di Chi Chi – Capleton

intro:
Well mi just di king...cho, man a king a fire
And mi just go so more fire!!!! And mi caan cool
Hey whappen to dem, blazin you!!!
Burnin you! blazin you! burnin yooooouuuuuu!!!!!
Well I go bun dem out, from dem a play number two
Well I will never stop, always keep di fire burniiiiiiiiiinnnnn!!!!
Well I will never stop, always keep di fire bu, bu, bu, bu, bu, bu, bu

Chorus:
Mi seh dat one yah name bun out di chi chi, blood out di chi chi
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di chi chi
Yuh nuh see dem a deal wid too much any quit quit tat tity tity
Blood out di chi chi, bun out di sissy
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, blood out di shitty
Yuh nuh see dem deal wit too much, eh

Verse 1:
Well nuff a dem go get crack out, rock out, hack out, stack out
Mop out, drop out, flat out, knock out
Rat out, hack out, flop out, log out
Diss King Selassie and crack out!!!!!

Chorus:
One yah name bun out di chi chi, blood out di sissy
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di city
Yuh nuh see dem a deal wid too much any tit ty ty ty ty ty
Blood out di chi chi, bun out di sissy
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, blood out di city
Yuh nuh see dem deal wit too much any....

Verse 2:
Well nuff a dem go get mad out, shot out, red out, hot out
Bag out, wag out, log out, tag out
Fag out, grab out, rob out, crab out
Diss King Selassie and mad out!!!!

Chorus:
One yah name bun out di chi chi, blood out di chi chi
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di chi chi
Yuh nuh see dem a deal wid too much any...quit ty ty ty ty
Blood out di chi chi, bun out di shitty
From dem nuh waan nuh woman dem a deal wid any quity
Blood out di chi chi, blood out di sissy
And mi waan tell dem somethin...

Verse 3:
Mi seh dat one yah name bear number one, fear number one
Tell di disc jockey dem fi play number one
Hear number one, share number one
Nuff a dem mi see dem waan betray number one
Bear number one, fear number one
Tell di disc jockey dem fi play number one
Hear number one, share number one
But.but...but..but dat one yah name
I will never stop, always keep the fire burniiiiiiiiiinnnnn!!!!
I will never stoooooooopppppp!!! blaaazzeeeeeee!!!!
but, but, but, dat one yah name

Chorus:
One yah name blood out di chi chi, bun out di city
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, bun out di city
Yuh nuh see dem a deal wid too much any quit ty ty ty ty
Blood out di chi chi, bun out di city
Batty dem a fuck and a suck too much pussy
Blood out di chi chi, blood out di city
Yuh nuh see dem a deal wid too much any....

Verse 4:
Well nuff a dem go get lie out, shy out, tie out, sigh out
Fly out, guy ouy, die out, why out
Buy out, pray out, lie out, sigh out
Diss King Selassie and die out!!!

Chorus:
One yah name blood out di chi chi, bun out di city
Yuh nuh see dem a deal dem a deal dem a deal wid too much any quity
Blood out di chi chi, bun out di city
Batty dem a.............

Batty man, chi chi man, funny man, fassy, sono tutti appellativi peggiorativi per gay nella lingua giamaicana, una sorta di patwah (patois) o, più propriamente, lingua creola.

Ecco qualche esempio tradotto in inglese corrente.

Bun out ah chi chi, Blood out ah chi chi
[Burn out a queer, Blood out a queer]
Blood out come chop, cut, stab, shoot out è un'espressione figurata particolarmente violenta, che ha l'immediatezza dell'immagine: Blood out lett. fallo sanguinare fuori...

Batty dem ah fuck and ah suck too much pussy
[Queers are fucking and sucking too much pussy]
In Giamaica, pussy ("fica") singifica anche sesso orale che , sempre in Giamaica, è equiarat alla sodomia

Blood out ah chi chi, Blood out ah shitty
[Blood out a queer, Blood out a shit (fucker), shit fcker un fottitore di merda..]


BUN OUT DI CHI CHI
Bun out ah chi chi, Blood out ah chi chi
Batty dem ah fuck and ah suck too much pussy
Blood out a queer, Blood out a shit (fucker)


TRADUZIONE:
brucia il gay, fallo sanguinare
i gay stanno fottendo e succhiando troppa fica
fai vedere il sangue ai gay, fai vedere il sangue al fottitore (di merda)  

WHOA!
Sodomite and batty man mi shot up... Whoa


TRADUZIONE:
sodomiti e gay, io gli sparo... whoa


GIVE HAR
Shoulda know seh Capleton bun battyman
Dem same fire apply to di lesbian
Seh mi bun everything from mi know seh dem gay
All boogaman and sodemites fi get killed


TRADUZIONE:
voi dovreste sapere che Capleton brucia i gay
e lo stesso fuoco lo riserva alle lesbiche
dillo, io brucierò tutto finché saprò che c'è un gay
tutti i gay e i sodomiti dovrebbero essere ammazzati


HANG THEM UP
Yow... String dem up and hang dem up alive
Bare batty man come round yah...
Dis mamma earth sey none cyann survive


TRADUZIONE:
yow, legateli e impiccateli vivi
di tutti i gay che girano qua intorno
la madre terra dice che nessuno può sopravvivere


Capleton, cantante reggae giamaicano conosciuto anche come "Il profeta" (sic!), militante nel movimento rastafarian si è subito imposto per i suoi testi omofobici, ma anche razzisti e sessisti. Così mentre il suo manager cercava di ridimensionarne l'omofobia dicendo che chi chi non si riferisce ai gay ma alla corruzione (sic!) Capleton, ma anche Beenieman, Buju Banton, TOK e Bountykiller iniziano a incitare i loro fan a uccidere membri della comunità gay giamaicana. In Giamaica infatti l'omosessualità (o, meglio, la sodomia), è vietata per legge.
Nel 2007 Capleton e accoliti hanno firmato il Reggae Compassionate Act (fonte wikipedia [in inglese]) che però è stato disatteso

Le contestazioni a questo porco fascista hanno ottenuto il risultato di far aumentare la sua fama, come ha riconosciuto lui stesso in un'intervista:
Capleton: La musica è un'arte e ognuno dovrebbe cantare quello che sente dentro di se. Dovresti cantare delle cose che ti circondano, ogni giorno nella vita; le cose che osservi. Perciò non è giusto lanciare certi messaggi e dopo scusarsi per questo. Per le cose che diciamo contro l'immoralità, le ingiustizie, le diseguaglianze e lo sfruttamento, non dobbiamo mai chiedere scusa. Lo dico da tanto tempo e lo ribadisco ancora una volta. Quando dico fuoco non intendo il significato letterale della parola. Questo fuoco viene dalle parole, dalla vita che vivo. Questo fuoco arriva attraverso il suono e il potere. Parla di liberazione, di stima di se stessi e di auto consapevolezza. Tutto quello che posso dire agli attivisti gay è grazie per la pubblicità che mi stanno facendo per questa controversia. La gente che non ha mai sentito il mio nome ora mi conosce bene grazie a tutti i giornali che hanno scritto sui diritti dei gay.
(potete leggere tutta l'intervista qui)

Questo porco fascista Sabato 26 settembre avrebbe dovuto essere a Roma, in concerto al Big Bang di via di Monte Testaccio.

Ma il locale, tempestato di proteste, ha deciso di cancellare il concerto.
 Una buona notizia per la città.

Capleton non è l'unico della sua specie.

Altri cantanti (sic!) hanno provato a fare i loro concerti  a Roma, Elephant Man e in altre città italiane.
Il problema del Reggae omofobico, sessista, razzista è molto più vasto di quanto si possa pensare. Molti sono gli artisti (Sic!) che infettano la musica Reggae con contenuti omofobico-sessisti ogni forma di boicottaggio è il minimo che qualunque cittadina/o  democratica/o deve fare per tenere lontani questi perosnagi dal nostro paese.

Il sito Non solo reggae ci aiuta a monitorare questa pandemia omofoba-sessista che fa sicuramente più dani dell'influenza A.